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4. METODI DI CONTROLLO

4.3. Lotta biotecnica

La lotta di tipo biotecnico è quella effettuata mediante l’utilizzo di trappole, ovvero un

dispositivo in grado di attirare e catturare gli adulti. Una trappola per svolgere

efficacemente la propria funzione deve poter attirare esemplari di una determinata

specie e trattenerli o ucciderli. Esistono diversi tipi di trappole che si differenziano per

il tipo di attrattivo, per lo scopo prefisso e per il meccanismo d’azione (Pollini 2002).

Attualmente la lotta biotecnica è praticata per lo più a livello sperimentale o in aziende

pilota o ancora come coadiuvante della lotta integrata con l'uso delle trappole che,

secondo la funzione, si distinguono in due tipi:

Trappole per monitoraggio (trap-test): sono le tipiche trappole utilizzate per monitorare l'andamento della popolazione di adulti allo scopo di valutare il

raggiungimento della eventuale soglia di intervento. Il vantaggio rispetto al

monitoraggio diretto delle infestazioni è che il metodo, una volta tarato, si

presenta di particolare efficacia e di semplice attuazione e permette d'intervenire

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picchi di volo si verifica la maggior frequenza degli eventi riproduttivi e, di

conseguenza, l'incremento delle infestazioni a distanza di un certo intervallo di

tempo. Il monitoraggio si esegue in genere rilevando le catture a cadenza

settimanale e intervenendo quando il numero di catture raggiunge un valore

critico, detto soglia di intervento. La densità nell’impianto dipende in gran parte

dal tipo di attrattivo usato; con trappole chemiotropiche saranno sufficienti da

una a quattro trappole a ettaro, mentre i dispositivi cromotropici vanno disposti

più fitti poiché hanno un minore raggio d’azione. Le trappole sono in materiale

plastico cosparse, di solito, di vischio entomologico (cfr. Pollini 2002).

Trappole per cattura massale (mass trap): sono impiegate per catturare in massa gli adulti in modo da abbatterne la popolazione fino a livelli tali da mantenere le

infestazioni sotto la soglia di intervento. La cattura massale è da intendere come

tecnica alternativa al trattamento chimico, tuttavia il ricorso a questa tecnica è

da consigliarsi solo se applicata su larga scala (Servadei et al. 1972). La densità

delle trappole deve essere elevata (una trappola per pianta con attrattivi sessuali

e/o alimentari) e questo rende l’operazione piuttosto onerosa. Si presta perciò

per programmi di lotta a livello comprensoriale, mentre offre risultati non

eccellenti se attuata su limitate estensioni. Fino agli anni novanta le trappole che

hanno offerto i migliori risultati erano di fabbricazione artigianale, realizzate in

legno impregnato con un insetticida concentrato dotato di forte potere

abbattente e di lunga durata (Delrio e Lentini 2003). Fra i vari insetticidi i

migliori risultati si ottengono con Deltametrina. Da qualche anno sono

disponibili in commercio anche trappole preparate su scala industriale (Ecotrap)

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attrattivo, il feromone della mosca dell'olivo e il bicarbonato d'ammonio, usando

come insetticida la Deltametrina.

In generale, perché una trappola svolga la meglio la sua funzione è necessario che sia

innescata con un buon attrattivo al fine di richiamare gli insetti della specie bersaglio;

essenzialmente gli attrattivi impiegati per le trappole sono di quattro tipi:

• Colore: le trappole che sfruttano l’azione attrattiva del colore sono dette cromotropiche. Ad esempio il verde attira le forme alate di molti afidi, il bianco

attira i tentredinidi, il giallo attira moltissimi insetti degli ordini dei ditteri, degli

imenotteri, dei rincoti. Ovviamente il colore non ha un’azione selettiva e,

dunque, questo tipo di trappola è da considerarsi valido solo per attività di

monitoraggio. Viste le premesse assume particolare importanza la disposizione,

che deve essere adeguata all'etologia della specie che s'intende monitorare. Ad

esempio, la migliore disposizione per il monitoraggio dei ditteri tefritidi è

disporre le trappole sulla parte esterna della chioma esposta a sud, ad altezza

d'uomo (Economopoulos 1980).

• Luce: le trappole fototropiche esercitano un'attrazione non selettiva attraverso una sorgente luminosa nei confronti degli insetti notturni o crepuscolari. Gli

insetti attratti vengono imprigionati in appositi sacchi oppure uccisi da un

substrato avvelenato o da una resistenza elettrica. Poco usate, trovano un

impiego come mezzo di difesa dalle zanzare in ambito domestico e in locali

ricreativi (Delrio e Lentini 2003).

• Feromone: le trappole a feromoni hanno avuto una larghissima diffusione negli ultimi decenni, grazie alla scoperta della composizione chimica del feromone

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industriale. Il vantaggio delle trappole a feromoni è l'elevata selettività e il

notevole raggio d'azione. Ad esempio, nel caso di B. oleae, si è dimostrato

ideale per il mass trapping la riproduzione sintetica del feromone sessuale

emesso dalla femmina per attirare il maschio (1,7-dioxaspiro-5,5-undecano).

Tuttavia le trappole innescate con il solo feromone danno risultati non molto

efficaci, si è notato che data la volatilità dell’innesco dopo 3-4 settimane la

capacità di richiamo si riduce sensibilmente (Montiel Bueno e Jones 2002;

Delrio e Lentini 2003).

• Attrattivi alimentari: gli attrattivi alimentari usati possono essere di natura glucidica o, più spesso, di natura protidica. In generale sono più efficaci le

sostanze azotate volatili ovvero un qualsiasi composto che emani odore di

ammoniaca o di ammina. In generale le trappole innescate con attrattivi

alimentari azotati sono adatte per i ditteri, ma in particolare sono indicate per la

cattura dei ditteri tefritidi, arrivando a competere con lo stesso feromone in

termini di efficacia (Economopoulos 1979). Lo svantaggio di questi attrattivi è

che il loro funzionamento è influenzato dalle condizioni atmosferiche

(temperatura e umidità relativa). Spesso per ottenere migliori risultati può essere

buona pratica combinare un attrattivo alimentare con un feromone (Delrio e

Lentini 2003).

Riassumendo é lecito affermare che le trappole cromotropiche siano da preferirsi per il

monitoraggio poiché le soglie d'intervento calibrate su queste trappole sono state

ampiamente collaudate. Mentre per la pratica del mass trapping si prestano meglio le

trappole chemiotropiche (innescate con feromoni o attrattivi alimentari),

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generale gli attrattivi, alimentari o sessuali, sono in formulati liquidi in soluzione

acquosa e, dunque, la loro efficacia è superiore in ambienti secchi nei quali l’insetto ha

un maggior fabbisogno di acqua. Recentemente sono state perfezionate delle tecniche

di mass-killing (trappole attrattive impregnate di insetticida) il cui utilizzo è consentito

anche dai disciplinari di produzione biologica (Canale e Raspi 2009).

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