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2.6. P ROFILASSI

2.6.1. La lotta contro il vettore

Il controllo preventivo delle leishmaniosi (quella canina e le forme umane) tramite la lotta alle popolazioni di flebotomi è una questione complicata. Nei Paesi in cui sono state condotte campagne contro la malaria tramite l’utilizzo di insetticidi con effetto residuale nelle abitazioni, è stata osservata anche una certa riduzione dell’incidenza dei casi di leishmaniosi, soprattutto nelle zone in cui predominano le specie strettamente endofile. La distruzione completa dell’habitat, seguita dallo sfruttamento da parte di insediamenti umani, è l’unico intervento di tipo permanente che può essere applicato per combattere i flebotomi, com’è stato fatto con successo - ma con spese ingenti - in alcune aree dell’ex Unione Sovietica, endemiche per leishmaniosi cutanea (L. major trasmessa da Ph. papatasi). Benché questi insetti siano generalmente sensibili ai comuni insetticidi, non va sottovalutata la possibilità che compaiano fenomeni di farmacoresistenza, soprattutto quando tali prodotti chimici vengono utilizzati su ampia scala. Le misure di controllo non possono che rivolgersi alla lotta nei confronti dei flebotomi adulti, considerata l’ampia possibilità di diffusione delle forme immature, anche in siti ben poco raggiungibili da eventuali insetticidi utilizzati nell’ambiente esterno. Come per la malaria, la protezione degli ambienti chiusi può essere ottenuta più agevolmente tramite reti plastiche o metalliche a maglia stretta (non superiore a 2 mm) e con tende impregnate di insetticidi, soprattutto piretroidi sintetici residuali, come la deltametrina e la permetrina (Killick- Kendrick, 2002; Alvar et al., 2004).

Per quanto riguarda specificamente la leishmaniosi canina, l’avvento di formulazioni di insetticidi più efficienti e persistenti, ha permesso di riconsiderare le strategie di lotta al vettore, che oggi si basano essenzialmente sulla prevenzione delle punture dei flebotomi tramite l’applicazione diretta di insetticidi sul cane; in questo modo si può ottenere l’interruzione della trasmissione e quindi il controllo della malattia. Negli anni più recenti, ha ricevuto molta attenzione l’utilizzo topico di collari e prodotti liquidi: questi sistemi consentono di ridurre il numero delle punture e quindi conferiscono una certa protezione individuale. Fondamentalmente si tratta di due tipi di effetti: uno in senso repellente, per cui la trasmissione viene interrotta in quanto il

LA LEISHMANIOSI CANINA Profilassi - La lotta contro il vettore

flebotomo non compie il pasto di sangue (effetto anti-feeding), ed un altro in senso insetticida, in base al quale gli insetti muoiono in seguito al pasto od al contatto con la superficie corporea trattata. In entrambi i casi, si dovrebbe interrompere il ciclo di trasmissione: nel primo caso in maniera più immediata, più ritardata invece nel secondo caso. La difficoltà di mantenere in laboratorio ampie popolazioni di flebotomi, fa sì che i test per valutare l’efficacia degli insetticidi, possano essere condotti solo su numeri limitati di cani: ogni saggio richiede da 100 a 200 femmine di flebotomo, che si pensa sia più del doppio del numero richiesto per mantenere una singola colonia; per non parlare poi del numero di ripetizioni dei singoli test onde valutare la durata media della protezione. Uno studio simile richiede circa 2000 flebotomi al mese per ogni cane (Alvar et al., 2004).

In prove di laboratorio e di campo, si sono ottenuti buoni risultati con l’utilizzo di collari di cloruro di polivinile (PVC) impregnati di deltametrina (Scalibor®, Intervet™) (Alvar et al., 2004): l’insetticida viene rilasciato progressivamente dalla matrice plastica, come risultato della frizione continua tra collare e mantello del cane; la deltametrina penetra nel tessuto cellulare sottocutaneo e si distribuisce nel grasso, coprendo l’intera superficie dell’animale in 1-2 settimane, benché le maggiori concentrazioni siano rilevabili nelle zone del collo e della testa (Halbig et al., 2000). I collari in 34 settimane hanno ridotto le punture del 98% e l’effetto insetticida è stato del 66% senza effetti collaterali di rilievo (Killick-Kendrick et al., 1997; David et al., 2001; Reithinger et al., 2001). L’utilizzo dei collari su larga scala in Campania nel corso di due stagioni di trasmissione, ha consentito di ottenere una diminuzione dell’incidenza dei casi di leishmaniosi canina (Maroli et al., 2001). Un analogo intervento in diversi villaggi del nord-ovest dell’Iran, ha permesso, non solo di proteggere i cani, ma anche di ottenere una significativa riduzione dell’incidenza della malattia nei bambini (Mazloumi-Gavgani et al., 2002).

Buoni risultati sono stati ottenuti anche con una formulazione spot-on a base di permetrina (65%, Exspot®, Schering-Plough™), da applicare sul dorso del cane direttamente sulla cute: l’insetticida si distribuisce su tutto il corpo in una settimana; la riduzione totale della capacità di feeding dei flebotomi è risultata di circa il 77% nel corso di 7 settimane, con un effetto insetticida di circa il 67% un mese dopo l’applicazione (Alvar et al., 2004). Anche nell’utilizzo di campo è risultato che l’uso

LA LEISHMANIOSI CANINA Profilassi - Vaccinazione

regolare della formulazione durante i mesi ad alto rischio per leishmaniosi canina, può essere una strategia utile per ridurre la prevalenza della malattia nelle aree iperendemiche (Giffoni et al., 2002). Anche la formulazione a base di permetrina (50%) ed imidacloprid73 (10%) (Advantix®, Bayer™) ha dimostrato una buona efficacia: Miró e coll. (2007) hanno rilevato che la soluzione offre un efficace effetto repellente contro Ph. perniciosus, a partire da 24 ore dopo l’applicazione sul cane e per un periodo di 21 giorni, che gli autori consigliano come intervallo di applicazione del prodotto per ridurre significativamente il rischio delle punture dei flebotomi nelle aree endemiche. Ad analoghe conclusioni sono arrivati anche Otranto e coll. (2007), ottenendo dei risultati molto buoni con applicazioni ad intervalli di 15 giorni (100% d’efficacia) e molto buoni ad intervalli di 28 giorni (88,9%). Recentemente in Liguria Ferroglio e coll. (2008) hanno ottenuto analoghi buoni risultati sia con l’utilizzo del collare a base di deltametrina, sia con la formulazione spot-on a base di permetrina. Una sperimentazione con uno spray a base di permetrina e piriproxifene (Duowin®, Virbac™) ha rilevato il 71,4% di effetto repellente a 21 giorni, ma solo il 7,2% di effetto insetticida; tale bassa percentuale probabilmente è dovuta alla repellenza stessa, che non permette il contatto prolungato tra l’insetticida ed i flebotomi (Molina et al., 2006).

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