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Un’attenta lettura della L.R. Molise n. 24/89 “Disciplina dei piani territoriali paesistico ambientali” - generalmente considerata la legge regionale sulla pianificazione paesi- stica derivata dalla legge nazionale 431/85 – rivela un orientamento netto, riscontra- bile anche nella pratica amministrativa, a considerare il Piano Territoriale Paesistico- Ambientale Regionale (PTPAR) in essa con- templato – concretizzatosi negli otto Piani Territoriali Paesistico-Ambientali di Area Va- sta (PTPAAV) approvati tra il 1997 e il 1999 che lo compongono, come l’unico adempi- mento da assolversi da parte della Regione nell’esercizio dell’intero complesso delle funzioni ad essa costituzionalmente spet- tanti in materia urbanistica o di governo del territorio (De Bonis&Porsia, 2015). In altre parole, sembra che il legislatore e l’ammini- stratore molisani abbiano teso a considerare integrati nel PTPAR, come denuncia imme- diatamente la sua denominazione, gli aspetti paesistici, ambientali e territoriali della pia- nificazione, mantenendo per converso ben distinte pianificazione e programmazione, o per lo meno a integrarle per via di “semplice” attribuzione alla pianificazione del carattere di “carta fondamentale della trasformabilità antropica del territorio” (De Bonis&Porsia, cit.). Nel 2005, a valle dell’emanazione del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (BCP), la Regione intraprende un percorso di formazione di un nuovo piano paesaggistico conforme al Codice, non ancora concluso e di cui non si conoscono se non alcuni esiti di studio, che in assenza di variazioni della ci- tata legge regionale deve considerarsi quanto meno destinato a non contrastare con il sud- detto orientamento.

Progettazione e promozione del paesaggio “culturale”

L’azione ormai ultradecennale della Regione per la formazione del nuovo piano paesaggi- stico ex Codice BCP non ha in ogni caso regi- strato finora iniziative note per l’attivazione del processo, prescritto dal Codice, di co-pia- nificazione con l’articolazione regionale del

MiBACT. In tempi recenti, tuttavia, la (ex) Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici (in particolare le ex Soprinten- denze per i Beni Architettonici e Paesaggisti- ci e per i Beni Archeologici), d’intesa con la Regione (Servizio di Gabinetto del Presiden- te della Regione e degli Affari Istituzionali) e l’Università del Molise, ha promosso per l’a.a. 2014-15, a valere su parte di un finan- ziamento Arcus relativo al progetto “Molise tra storia e paesaggio”, un master di II livello in “Progettazione e promozione del paesag- gio culturale” curato dall’ateneo molisano1

e orientato in sostanza a stimolare, simulan- dole nelle attività laboratoriali, le necessarie attività di co-pianificazione interistituziona- le. L’attività di (parziale) co-pianificazione simulata nel master ha riguardato, con pre- ciso riferimento ad alcuni passaggi “proget- tuali” del Codice spesso trascurati e in verità marginali nello stesso testo legislativo, la definizione di immagini e scenari transca- lari di porzioni di territorio molisano, volti alla tutela attiva e alla valorizzazione dei beni paesaggistici e dei loro contesti, nonché fortemente raccordati con la programmazio- ne regionale e con le concrete possibilità di autonoma iniziativa, nelle cornici scenariali definite, di differenti attori socio-economici (De Bonis&Porsia, 2015). Nello specifico i corsisti architetti2, anche con riferimento al

tirocinio effettuato in Puglia intorno all’e- sperienza di pianificazione paesaggistica di quella Regione, hanno elaborato, sulla base delle indagini sincroniche e diacroniche ese- guite da essi stessi e dagli altri profili di corsi- sti (archeologi ed esperti di comunicazione, marketing e didattica dei beni culturali)3,

una serie di “strategie di paesaggio” - riferite sia all’intera regione sia a un area di maggior dettaglio comprendente ventidue comuni medio-alto molisani – relative alla mobilità dolce, ai parchi lineari (intorno ai tratturi), a possibili cluster di sviluppo locale, ai pa- esaggi dell’abbandono e della dismissione e al patrimonio archeologico e architettonico. Alla costruzione di tali immagini progettuali è stata affiancatala realizzazione di un’imma- gine metaprogettuale, nella forma di un cor- to cinematografico prodotto dall’Università del Molise per la regia del corsista architetto M. Porsia4, volta in particolare a illustrare po-

ieticamente i rapporti tra produzione agrico- la e produzione di paesaggio.

Verso uno “Schema di Sviluppo del Paesaggio Molisano”

Come effetto dei risultati scaturiti dall’opera- zione di “formazione applicata” condotta nel Master si stanno ora manifestando concrete possibilità di avviare una collaborazione di ricerca tra Università e Regione, a suppor- to di una fase originale di co-pianificazione Regione-Ministero, consistente in una forma di coordinamento delle attività di program- mazione economica plurifondo regionale, proprio tramite gli sviluppi delle future at- tività co-pianificatorie, e finalizzata in par- ticolare all’innesco di operazioni di impren- ditorialità e autoimprenditorialità sociale e ambientale innovativa intorno ai beni e ai valori paesaggistici, sulla scorta di quanto finora elaborato dalla Regione per scopi di pianificazione paesaggistico-territoriale e della forma di “progettazione in pianificazio- ne” simulata nel master. Si tratterebbe di una sorta di evoluzione dell’orientamento regio- nale citato nell’Introduzione di questo scrit- to, tendente a configurare la pianificazione paesaggistica ancora come il più appropriato luogo di esercizio convergente delle funzioni regionali in materia di governo del territorio, ma rovesciando in un certo senso l’originaria impostazione di tale orientamento, che le at- tribuiva essenzialmente il già citato carattere di “carta fondamentale della trasformabilità antropica”, per farne viceversa l’elemento propulsivo delle politiche e delle pratiche generatrici di paesaggio. Fermo restando l’as- solvimento del compito principale affidato dal Codice al piano, relativo all’elaborazione di una normativa d’uso “paesaggistico” del territorio, agevolato e illuminato tuttavia dalla definizione, nel corso stesso del proces- so di pianificazione, di progetti di paesaggio. Intesi non come “progetti-norma” bensì “pro- getti-cornice” o progetti-framework”, ovvero- sia immagini progettuali di riferimento per l’azione ulteriore di soggetti socio-economici autonomi, compresi i soggetti istituzionali (Regione e Ministero) che nell’ambito del processo dovranno comunque emanare nor- mative d’uso. Una sorta, insomma, di “Sche- ma di Sviluppo dello Spazio Molisano”, con caratteri non solo strategici ma anche “stra- tegicamente cogenti”, che rispetto allo Sche- ma di Sviluppo dello Spazio Europeo (SSSE) svolgerebbe non solo lo stesso ruolo di qua- dro di riferimento per tutte le politiche e le decisioni di spesa “istituzionali” con inciden-

za paesaggistica, qualificandone per di più le valenze genericamente “spaziali” in senso pregnantemente paesaggistico, ma contribu- irebbe anche ad estendere a una miriade di soggetti in-dipendenti e intra-prendenti la funzione di co-pianificazione paesaggistica.

1. Presidente prof.ssa G. Antonelli (Organizzazione aziendale), co-direttori proff. L. De Bonis (Tecnica e pianificazione urbanistica) e C. Ebanista (Archeologia cristiana e medievale). 2. F. Fierro, M. Galella, G. Manzo, M.

Porsia, A. Sollazzo, G. Sollazzo.

3. A. Capocefalo, L. Di Giandomenico, S. Di Lauro, A. Di Nucci, A. Guidi, G. Iglieri, C. La Serra, V. Marino, S. Paradiso, S. Santorelli. 4. Con il supporto di S. Di Lauro e G.

Iglieri come Production Managers.

Riferimenti bibliografici

• De Bonis, L., Porsia, M. (2015), “Pianificazione pa- esaggistica e territoriale regionale in Molise”, in Urbanistica Informazioni, 259-260 (pag. 32-33).