• Non ci sono risultati.

L A M ADONNA DELL ’U MILTÀ DI P ISTOIA

Nel documento Immagini miracolose sotto processo (pagine 47-95)

1. Introduzione

Il miracolo mariano di essudazione avvenuto a Pistoia nella chiesa di Santa Maria

Forisportam il 17 luglio del 1490 fu riconosciuto il giorno stesso dai poteri laici ed

ecclesiastici della città, come attestato anche dalle ricordanze e dalle cronache redatte all’epoca da privati cittadini pistoiesi. I lavori per la costruzione di un nuovo tempio adatto a ospitare l’immagine miracolosa della Vergine cominciarono, di conseguenza, subito dopo l’evento straordinario; pochi decenni più tardi giunse il riconoscimento papale del miracolo, che godette così di una piena legittimazione.

Trascorsi ormai sessant’anni dal verificarsi del prodigio della Madonna dell’Umiltà, il vescovo di Pistoia Pier Francesco da Gagliano istruì un processo informativo per accertare l’autenticità di quello stesso fatto soprannaturale. Nonostante l’incipit dell’inquisitio vescovile dichiari l’iter giudiziario avviato per la volontà di perpetuare la memoria del miracolo, le cause del processo sembrano piuttosto risiedere nel tentativo del vescovo di rafforzare all’interno della diocesi il proprio ruolo, in quel momento divenuto precario, e di dimostrare come il suo mandato vescovile e la sua giurisdizione si ponessero sotto il segno dell’ortodossia e si conformassero al disegno politico cosimiano. Tre sono principalmente i fattori che inducono a questa interpretazione: la situazione religiosa della diocesi pistoiese, resa problematica dalla presenza di forti simpatie per le dottrine di Girolamo Savonarola, di predicatori luterani e di conventi con una difficile situazione disciplinare; la sensibilità savonaroliana dello stesso vescovo, che si manifestò nella personale frequentazione e nel coinvolgimento di un giovane novizio della Compagnia di Gesù nei circoli legati alla spiritualità post savonaroliana; infine, lo stato di tensione esistente fra Cosimo e il papato tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta del Cinquecento: la sottile strategia di governo del duca, nella quale la politica religiosa costituiva un’arma di primaria importanza, non poteva in alcun modo essere messa in pericolo dalla tormentata situazione di una delle maggiori diocesi del dominio mediceo, com’era la diocesi di Pistoia, con il rischio di attirare

l’attenzione e le ingerenze della curia di Roma.

La completa assenza di riferimenti all’inquisitio voluta dal vescovo Gagliano nelle ricordanze e nelle cronache cittadine coeve e successive pare confermare il significato politico e privato del processo, e suona come un paradosso per un evento che, ufficialmente, avrebbe dovuto assicurare la perpetuazione del ricordo della sudorazione mariana.

2. Il miracolo del 1490

Il 17 luglio dell’anno 1490 la città di Pistoia fu sconvolta da un evento 121

soprannaturale: un’immagine della Madonna dell’Umiltà, custodita nella chiesa di

Santa Maria Forisportam , iniziò improvvisamente a trasudare un liquido «alla 122 123

similitudine d’acqua viva di un limpidissimo fonte» , che aveva origine dalla fronte 124

della Vergine e le scorreva sulle vesti, evitando però di bagnare il Bambino che teneva in braccio . Subito coloro i quali avevano assistito al prodigio diffusero la notizia, e in 125

Jacopo Fioravanti è il solo che data il miracolo a un giorno diverso, il 4 luglio, sostenendo che 17

121

sarebbe avvenuta la perizia sul muro su cui era affrescata l’immagine. Cfr. Fioravanti, Jacopo, Maria,

Memorie storiche della città di Pistoja, Lucca, Per Filippo Maria Benedini, 1758, p. 369. Il cronista

pistoiese cita come fonte «una memoria ritrovata nell’Archivio de’PP. Di S. Domenico, e registrata nel Libro de’ Morti segnato A», ibidem. Vasari riporta invece un anno diverso per l'inizio dell'attività miracolosa della Vergine, datandola al 1509. Cfr. Vasari, Giorgio, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori

e architettori, vol. IV, Edizione Giuntina, 1568, p. 85.

Come denuncia il suo stesso nome, la chiesa si trovava al di fuori della prima cerchia di mura della

122

città.

Cfr. Chiti, Alfredo (a cura di), Ricordi storici di Francesco Ricciardi detto "Ceccodea" con l'aggiunta

123

della Narratio de calamitatibus suae patriae di Filippo Vassellinni, Pistoia, Cav. Alberto Pacinotti & c.,

1934, p.50.

Bracciolini, Cosimo, Trattato de' miracoli della sacra immagine della Gloriosa Vergine santa Maria

124

dell'Humiltà di Pistoia, del principio, e progresso, & della sua translatione fattasi ultimamente nella nuova chiesa. Con alcune dichiarationi de'miracoli, e culto delle sacre immagini. Breuemente raccolto da M. Cosimo Bracciolini canonico della Chiesa Cathedrale di Pistoia, In Firenze, appresso Bartolommeo

Sermartelli, 1580, p.32. In merito al colore del liquido ci sono in realtà due tradizioni: il processo, così come Bracciolini e Fioravanti, parla di un liquido limpido, mentre Alfredo Chiti accoglie la notizia di un liquido rosso, simile quindi al sangue, già riportata da Michelangelo Salvi, che cita come fonte generici documenti tratti dall’archivio comunale. Cfr. Biblioteca Forteguerriana di Pistoia [da ora BFP], Fondo forteguerriano, coll. E376, pezzo 232, fasc. 4, cc. 5v-6r e segg.; cfr. Fioravanti, Jacopo, Maria, Memorie

storiche della città di Pistoja, cit., p. 369; cfr. Chiti, Alfredo, Il santuario della Madonna dell’Umiltà di Pistoia, Pistoia, Nuove Esperienze, 2011, p. 12; cfr. Salvi, Michelangelo, Historie di Pistoia e fazioni d'Italia, II, Pistoia, per Pier Antonio Fortunati, 1657, p. 472.

Cfr. la testimonianza di Polidoro Bracali, che depose durante il processo del 1549. Cfr. BFP, Fondo

125

forteguerriano, coll. E376, pezzo 232, fasc. 4, cc. 5v-6r. Si vedano inoltre le altre deposizioni rilasciate durante la medesima inquisitio, ivi, cc. 5v e segg. Cfr. Bracciolini, Cosimo, Trattato de' miracoli, cit., pp. 68-69.

tutta la città le campane risuonarono per richiamare i pistoiesi, che accorsero in gran numero sul luogo del miracolo. Quel medesimo giorno l’icona mariana cominciò a risanare gli infermi: in breve il fermento religioso invase tutta Pistoia, si sparse nelle campagne circostanti e ancora oltre, nelle altre città della Toscana, incoraggiato dalla presenza di molti predicatori e dalla grande affluenza di pellegrini presso l’immagine sacra . 126

La veridicità dell’essudazione miracolosa avvenuta in Santa Maria Forisportam fu accertata immediatamente dal vescovo della diocesi pistoiese, Niccolò Pandolfini, e da due ufficiali fiorentini, Pietro Vettori e Giovanni Battista Ridolfi, presenti a Pistoia in qualità di podestà e di capitano della Repubblica di Firenze . La tempestiva 127

legittimazione del santuario, incoraggiata dallo stesso Pandolfini, è attestata anche dal progetto contemporaneo al miracolo di un nuovo e più degno tempio in cui l’immagine santa potesse essere venerata . 128

Il prodigio compiuto dalla Vergine nel luglio del 1490 ebbe una risonanza tale da essere riportato non soltanto nelle cronache pistoiesi e nelle opere devozionali riguardanti il santuario, ma anche nelle ricordanze di privati cittadini: il sedicenne Francesco Ricciardi, detto Ceccodèa, iniziò la registrazione dei propri ricordi proprio con

Cfr. Salvi, Michelangelo, Historie di Pistoia, cit., p. 472; cfr. Fioravanti, Jacopo Maria, Memorie

126

storiche, cit., pp. 369-370; cfr. Dondori, Gioseppe, Della pietà di Pistoia, in Pistoia, per Pier Antonio

Fortunati, 1666, p. 95; cfr. Bracciolini, Cosimo, Trattato de’ miracoli, cit., pp. 33 – 37.

Cfr. BFP, Fondo forteguerriano, coll. E376, pezzo 232, fasc. 4, c. 6r. Tutte le opere devozionali sul

127

santuario e le cronache pistoiesi che riportano il miracolo sono concordi circa l’identificazione dei personaggi coinvolti nell’accertamento.

La notizia è riportata nelle carte iniziali del processo, da Bracciolini, da Salviati, da Fioravanti e in tutti

128

i volumi che narrino la vicenda. Si noti che la chiesa della Madonna dell’Umiltà ha ricevuto più attenzione dagli studi di architettura e di storia dell’arte – grazie al progetto di Giuliano da San Gallo e ai lavori condotti da Ventura Vitoni e, soprattutto, da Giorgio Vasari – che dalla ricerca storica. Si vedano in merito: Belluzzi, Amedeo, Giuliano da Sangallo e la chiesa della Madonna dell’Umiltà a Pistoia, Firenze, Alinea, 1993; per i lavori di consolidamento della cupola vasariana, vedi Mazzino Fossi, La

basilica della Madonna dell’umiltà di Pistoia: lavori diretti da B. Ammannati 1575-1585, Firenze,

Olschki, 1973; per una trattazione storico artistica degli arredi si rimanda a Il tesoro della Madonna:

arredi sacri della Basilica di Santa Maria dell’Umiltà a Pistoia, a cura di Nardinocchi, Elisabetta – Peri,

Paolo, Cinisello Balsamo, Silvana, 1992. Prevalentemente all’architettura è anche dedicato il volume edito dalla Società pistoiese di Storia Patria, vedi Centenario del miracolo della Madonna dell’umiltà di

l’episodio dell’essudazione mariana . La scelta della data da parte di Ricciardi non fu 129

casuale: oltre a nutrire una particolare devozione per la Madonna , come dimostra 130

l’annotazione di una visita alla Santa Casa di Loreto, è probabile che Ceccodèa si sentisse direttamente interessato dal miracolo, perché Santa Maria Forisportam era la sua chiesa parrocchiale . Nel proprio libro di ricordanze, Francesco Ricciardi fece 131

seguire alla registrazione dell’evento prodigioso una breve cronologia degli stati di avanzamento dei lavori della fabbrica del nuovo tempio, consuetudine rispettata anche dai cronisti pistoiesi che narrarono lo straordinario avvenimento dopo Ceccodèa e dagli autori degli scritti devozionali relativi alla chiesa della Madonna dell’Umiltà, il santuario eretto per accogliere la Vergine miracolosa.

Solo i testi devozionali, tuttavia, ricordano l’inquisitio vescovile condotta nel 1549 da Pier Francesco da Gagliano, ordinario della diocesi di Pistoia alla metà del XVI secolo : il processo per conferire pieno riconoscimento a una manifestazione 132

soprannaturale avvenuta sessant’anni prima non lasciò traccia nelle ricordanze private e neppure nelle cronache pistoiesi , a testimonianza di uno scarso coinvolgimento della 133

città nella decisione del vescovo. L’intervallo di tempo che intercorre tra il prodigio di

Santa Maria Forisportam e la volontà di accertarlo con un procedimento inquisitorio è

in effetti abbastanza lungo da giustificare il sostanziale disinteresse della popolazione di Pistoia per l’iniziativa diocesana. Quali furono, dunque, le ragioni che spinsero il vescovo Gagliano a intraprendere il processo per legittimare un santuario la cui fama era ormai consolidata?

Le ricordanze di Francesco Ricciardi, di cui l'originale è conservato nella Biblioteca Forteguerriana di

129

Pistoia (cfr. BFP, coll. A, 29), sono state pubblicate per la prima volta nel volume Francesco Ricciardi da

Pistoia detto Ceccodèa. Ricordi storici dal 1494 al 1500, a cura di Pietro Vigo, Bologna, presso Gaetano

Romagnoli, 1882. Successivamente, Alfredo Chiti ha rinvenuto un nuovo e più completo codice che permetteva di integrare ed estendere, anche dal punto di vista cronologico, il primo manoscritto. Cfr. Chiti, Alfredo (a cura di), Ricordi storici di Francesco Ricciardi detto "Ceccodea", cit., pp. 26-31.

In merito si veda anche Chiti. Cfr. Chiti, Alfredo, Ricordi storici, cit., p. 31. Sappiamo, inoltre, che nel

130

1526 Ceccodèa aveva offerto 800 scudi all’Opera di San Iacopo affinché ogni sabato facesse dire una messa presso le monache di Santa Maria da Sala, e perché due funzioni si tenessero rispettivamente per la festa dell’Annunciazione e per la sua vigilia. Cfr. Francesco Ricciardi da Pistoia detto Ceccodèa, Ricordi, cit., p. X.

Cfr. Chiti, Alfredo, Ricordi storici, cit., p. 50.

131

Sul perché Bracciolini riporti per primo l’episodio dell’inquisitio nella sua opera, ritorneremo

132

successivamente. Cfr. Infra, pp. 111 e sgg.

Si vedano le ricordanze e le memorie storiche inedite da me consultate che riguardano la storia

133

pistoiese nel periodo di nostro interesse. Vedi BFP, Fondo forteguerriano, Ricordi diversi di casa

Dal momento che l’inquisitio relativa alla Madonna dell’Umiltà precedette la XXV sessione del Concilio di Trento di quasi quindici anni, è ovviamente da escludere una volontà del vescovo di Pistoia di adeguarsi a quanto stabilito dal decreto tridentino sulla venerazione delle immagini (Della invocazione, della venerazione e delle reliquie dei

santi e delle sacre immagini), il quale peraltro attribuiva al presule la giurisdizione sui

nuovi miracoli , già esercitata dal vescovo Pandolfini in occasione dell’essudazione 134

mariana del 1490.

Le risposte agli interrogativi sollevati dal tardivo processo istruito da Pier Francesco da Gagliano sono da ricercare in situazioni di difficoltà di diversa natura che nel Cinquecento interessavano la città di Pistoia, il santuario della Madonna dell’Umiltà e lo stesso ordinario diocesano Gagliano.

La consuetudine - presente nelle cronache pistoiesi, nelle opere devozionali e nelle ricordanze private - di riportare insieme al prodigio le iniziative legate alla costruzione della nuova chiesa dedicata alla Vergine non rappresenta l’unica tradizione narrativa legata all’avvenimento straordinario del 17 luglio 1490: gli autori delle differenti opere tendevano a cercare una causa per il manifestarsi del miracolo, e la individuarono spesso nella burrascosa fase politica vissuta da Pistoia alla fine del Quattrocento, quando la città soffriva «un diluvio di miserie e calamità per conto delle sedizioni e guerre civili» . Negli ultimi anni del XV secolo Pistoia fu sconvolta da una serie di 135

violenti scontri tra la famiglia dei Panciatichi, tradizionalmente alleata dei dominatori fiorentini, e quella dei Cancellieri. Lo stato di tensione provocato dai dissidi tra le due fazioni era stato alimentato alla fine degli anni Ottanta dall’omicidio di Mariano

Cfr. COD, Sessione XXV (3-4 dicembre 1563).

134

Salvi, Michelangelo, Historie di Pistoia, cit., p. 472.

Panciatichi, unito a Lorenzo il Magnifico da forti legami clientelari , e in seguito si era 136

esasperato per colpa della difficile congiuntura economica, accompagnata da un malcontento crescente della cittadinanza e da violente ribellioni nei territori del contado. L'economia pistoiese fra XV e XVI secolo non risentiva solo delle ripetute devastazioni provocate dalle lotte di parte nella città e nelle campagne, ma era afflitta dal ripetersi delle crisi produttive e prostrata dalle politiche protezionistiche di Firenze ; il 137

conseguente calo degli investimenti pubblici e privati nelle opere di regimentazione delle acque aveva inoltre aumentato la frequenza delle esondazioni, che provocarono l’impaludamento delle aree più prossime ai numerosi corsi d'acqua pistoiesi . Nelle 138

cronache cittadine di quegli anni sono non di rado registrati catastrofi naturali e fenomeni atmosferici estremi che incrementavano le difficoltà di approvvigionamento 139

alimentare. La scarsità di cibo certo non migliorava il morale della popolazione e di sicuro contribuiva al suo indebolimento, rendendola di frequente preda delle

Sul sistema clientelare utilizzato da Firenze – in particolare da Lorenzo de’ Medici – alla fine del XV

136

secolo per governare le città del dominio molto è stato scritto; si rimanda qui alla imprescindibile tesi di dottorato di Connell, William J., Republican Territorial Governement: Florence and Pistoia in the

Fifteenth and Early Sixteenth Century, PH.D., Berkeley, University of California, 1989. Si segnalano

inoltre i contributi più recenti Connel William J., Clientelismo e Stato territoriale. Il potere fiorentino a

Pistoia nel XV secolo, in «Società e Storia», 53, 1991, pp. 523-543; Connell, William J., Changing Patterns of Medicean Patronage. The Florentine Dominion During the Fifteenth Century, in Lorenzo il Magnifico e il suo mondo, a cura di Garfagnini, Gian Carlo, Atti del convegno internazionale di studi (Firenze, 9-13 giugno 1992), Firenze, Olschki, 1994, pp. 87-107. Vedi, inoltre: Dedola, Marco, «Tener Pistoia con le parti». Governo fiorentino e fazioni pistoiesi all’inizio del ‘500, in «Ricerche storiche», 12,

1992, pp. 239-259; Milner, Stephen, Lorenzo and Pistoia: Pacemaker or Partisan? in Lorenzo the

Magnificent. Culture and Politics, London, a cura di Mallett, Michael – Mann, Nicholas, The Warburg

Institute, University of London, 1996, pp. 235-252; Milner, Stephen J., Capitoli e clienti a Pistoia nel

secolo XV: dalle strutture di potere repubblicane all’egemonia medicea, in Lo stato territoriale fiorentino (secoli XIV-XV). Ricerche, linguaggi, confronti, a cura di Zorzi, Andrea – Connell William J., Atti del seminario internazionale di studi (San Miniato, 7-8 giugno 1996), Pisa, Pacini, 2002, pp. 405-429;

Salvadori Patrizia, Rapporti personali, rapporti di potere nella corrispondenza di Lorenzo dei Medici, in

Lorenzo il Magnifico e il suo tempo, a cura di Garfagnini, Gian Carlo, Firenze, Olschki, 1992, pp.

125-146; Salvadori, Patrizia, Dominio e Patronato. Lorenzo de’ Medici e la Toscana nel Quattrocento, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2000; Vannini, Luca, Firenze e Pistoia: Governo del territorio e

fazioni cittadine, in «Hispania», vol. 75, n. 250, 2015, pp. 365-388.

Cfr. Epstein, Stephan R., Stato territoriale ed economia regionale nella Toscana del Quattrocento, in

137

La Toscana ai tempi di Lorenzo il Magnifico, cit., p. 883; cfr. Ginatempo, Maria, Firenze e fiscalità. Note sulle peculiarità degli stati regionali italiani e le loro città, in Salvestrini, Francesco (a cura di), L'Italia alla fine del Medioevo: i caratteri originali nel quadro europeo, Firenze, Firenze University Press, 2007,

pp. 285-286.

Cfr. Mineccia, Francesco, Dinamiche demografiche e strutture economiche tra XIV e XVIII secolo, in

138

Pinto, Giuliano (a cura di), Storia di Pistoia III. Dentro lo stato fiorentino. Dalla metà del XIV alla fine

del XVIII secolo, Firenze, Le Monnier, 1999, p. 163. Sul tema economico-demografico per Pistoia appare

ancora fondamentale il lavoro di Herlihy, David, Pistoia nel Medioevo e nel Rinascimento 1200-1430, Firenze, Olschki, 1972.

Per l'inverno successivo al miracolo mariano, ad esempio, viene riportata la notizia di una stagione

139

freddissima e di venti potentissimi e dannosi che abbatterono alberi ed edifici. Cfr. Salvi, Michelangelo,

pestilenze 140

Il fosco scenario di Pistoia pare confermare la tesi tradizionalmente proposta dagli scritti devozionali riguardanti santuari situati un po’ ovunque, una tesi che stabilisce un rapporto di causa-effetto fra il verificarsi dei miracoli e le difficili condizioni di vita di popolazioni flagellate da guerre, carestie, eventi metereologici avversi . Gli storici 141

impegnati nello studio di questi luoghi di culto a partire dagli anni Novanta del XX secolo hanno parzialmente mantenuto tale interpretazione, rilevando tuttavia una maggiore complessità nel quadro dei fattori implicati nella nascita di un santuario . In 142

particolare è apparso problematico il tentativo di inquadrare un edificio sacro in base al periodo di fondazione, mentre potrebbe essere più proficuo per gli studi classificarlo «in base alla funzione – svolta e che attualmente svolge – piuttosto che sull’evento da cui ha preso l’avvio» . Sono d'accordo con questa modalità operativa: nello sforzo di 143

identificare cronologie che mettano in perfetta corrispondenza sciagure subite dalla comunità e prodigi che in quella si verificano , si incorre nel rischio di ‘manipolare’ la 144

successione degli avvenimenti al fine di dimostrare una precisa tesi.

Un’analisi quantitativa sulle fondazioni dei santuari mariani nei secoli dal XII al XVI – nei quali si registra una continua crescita del numero dei luoghi pii -, eseguita suddividendo ogni secolo in decenni, illustra come le nuove fondazioni si distribuiscano

Per l'episodico ripresentarsi della peste fra XV e XVI secolo in Toscana, cfr. Cipolla, Carlo M., Contro

140

un nemico invisibile. Epidemia e strutture sanitarie nell'Italia del Rinascimento, Bologna, Il Mulino,

1985, pp. 13 e segg.; per quanto riguarda invece la diffusione di diverse ondate epidemiche, non solo di peste, cfr. Carmichael, Ann G., Plague and the poor in Reinissance Florence, Cambridge, Cambridge University Press, 2014, pp. 67-70; Cosmacini, Giorgio, Storia della medicina e della sanità in Italia:

dalla peste nera ai nostri giorni, Bari-Roma, Laterza, 2016, p. 20 e segg. Riguardo Pistoia, sono sempre

le cronache a riportarci notizie del ripresentarsi della peste. Cfr. Fioravanti, Jacopo Maria, Memorie

storiche, cit. p. 372.

Così come le opere devozionali sulla Madonna dell’Umiltà mettono in relazione le crisi che colpiscono

141

la popolazione e il manifestarsi della Vergine, lo stesso avviene anche per diversi altri santuari, basti citare il celeberrimo caso del santuario mariano di Monte Berico. Cfr. Historia della miracolosa Struttione del

Sacro Tempio di S. Maria di Monte di Vicenza, in Venetia, Petri Castelli MDLVI, p. 1r.

Si veda a questo proposito Tilatti, Andrea, Tipologia e funzioni dei santuari nell’Italia nord orientale,

142

in Vauchez, André (a cura di), I santuari cristiani d’Italia. Bilancio del censimento e proposte

interpretative, Rome, École Française de Rome, 2007, p. 81. Ci sono poi categorie specifiche di santuari

che si legano più strettamente alla presenza di catastrofi, come i santuari contra pestem. Cfr. Sensi, Mario,

Tipologia e funzioni dei santuari nell’Italia centrale, in Vauchez, André (a cura di), I santuari cristiani d’Italia, cit, pp. 119-125.

Sensi, Mario, Tipologia, cit., pp. 126-127.

143

Un’operazione di questo tipo è quella condotta da Maurizio Sangalli. Cfr. Sangalli, Maurizio, Miracoli

144

a Milano. I processi informativi per eventi miracolosi nel milanese in età spagnola, Milano, NED, 1993,

in modo sostanzialmente omogeneo nelle diverse decadi. Questo dato induce a 145

pensare che i singoli fatti negativi abbiano un significato meno determinante di quanto si sia potuto pensare o quanto meno non bastino da soli a spiegare il compiersi di un miracolo, senza contare che nei secoli presi in considerazione è fin troppo facile imbattersi in disgrazie e calamità di ogni genere.

La difficile congiuntura politico-economica attraversata da Pistoia negli anni in cui la Madonna dell’Umiltà produsse la miracolosa essudazione non rappresenta, in effetti, l'unica possibile causa del prodigio: del resto, negli anni intorno al 1490 l'immagine nella chiesa di Santa Maria Forisportam non era la sola a operare miracoli in Toscana.

Nel documento Immagini miracolose sotto processo (pagine 47-95)

Documenti correlati