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M ALCUNE MALATTIE DEL SISTEMA CARDIACO-VASCOLARE

Nel documento POPOLO MINUTO IN NAPOLI (pagine 148-153)

£ a volgare conoscenza che qui in Napoli alcune malattie del sistema vascolare, cioè le ipertrofie e gli aneurismi, si so­ no rese immensamente piò frequenti di quello che erano un tempo. Nè ciò ripetiamo a semplice imitazione e senta pruo- ve: noi abbiamo riscontrati questi nomi assai spesso nei re­ gistri mortuarii della nostra città, numerose ricerche abbiani fatte nell'Ospedale degl’incurabili e nella pratica civile no­ stra e dei nostri colleghi, ed abbiate potuto rilevare che

ramcntc quelle infermità affollano un’ esteso numero d’ indi­ vidui. Ma per nulla abbiam potuto determinare uoa qual­ siasi proporzione tra queste e tutte le altre infermità ; cosa che pure interesserebbe moltissimo: e questo vuoto stati­ stico, al pari di molti altri, non può essere ripianato nelle condizioni attuali, come dicemmo altrove. Non siamo poi egualmente all'oscuro sull’elemento eliologico, che a tali ma­ lattie si appartiene, e che spiegar ne deve tanta frequenza. Il de Renzi attesta che i medici più riputati del nostro pae­ se fan dipendere la crescente frequenza di siffatte malattie dall’abuso del fumare, e dei liquori spiritosi: noi convenia­ mo in questa ctiologia, la quale non riproduce che le osser­ vazioni di Matani, di Lancisi, e di Boerahave sul generarsi delle alterazioni cardiaco-vascolari per l’abuso dei liquori, e le belle ricerche del Rusli, e del Trotter, i quali infra gli effetti morbosi dell’abuso degli spiriti videro primeggiare le affezioni organiche del cuore. Or come non debbono presso di noi sempre più generalizzarsi siffatte infermità, quando e venuto in moda, anzi in uso comune, il fumare anche per i più imberbi ; e quando il consumo degli spiriti è cresciuto molto più di quello che lo era nei tempi antichi, come al­ trove facemmo osservare? Ma se vano error non ci lusinga, ci è sembrato vedere altre cagioni che quanto le prime sono valevoli a sviluppare tali morbi, e queste sono l’eccessivo uso delie preparazioni mercuriali, ed alcuni speciali mestie­ ri che ora maggiormente sono stati introdotti. Noi deploria­ mo che la sifìlide sia resa una vera peste delle società; c sebbene dobbiamo far plauso alle solerti cure del chiarissi­ mo Cav. Palasciano, che coadiuvalo da altri degni medici si adoperano indefessamente per migliorare in Napoli le di­ verse istituzioni medico-igieniche speciali per la sifilide , purnondimeno dobbiamo ancora far voli, perchè esse 6i'eno

molto più perfezionate da farci vedere positivamente sce­ mato quel gran numero di sifilitici, che per ricuperare in parte la sanità son costretti a ricorrere alle preparazioni mercuriali : come ci dimostrano gli Ospedali, i quali ne ri­ boccano in ogni tempo, e la pratica civile che ce ne offre esempii ad ogni piè sospinto (1). Aggiungete la mania

del-(1) « Noi scrivevamo questo cose prima che il Cav.Palasciauo avesse presen­ tate le sue dimissioni e declinato l ’importantissimo incarico di presiedere alle diverse istituzioni medico-igieniche speciali per la sifilide: incarico, che con sentimenti d’abnegazione aveva accettato, e nei momenti più difficili con tale zelo ed operosità disimpegnato, che noi crediamo dover ricordare quei fatti non tanto per giustifica delle nostre asserzioni, quanto per formulare certi quesiti troppo interessanti pel pubblico bene. Ferveva ancora la rivoluzione e s’istitui­ va in Napoli la sorveglianza sulla prostituzione; uu ben organizzato Sifilicom io si sostituiva al vecchio Ospedale di S . M a ria della F e d e ; e non si tardò a sta­ bilire uu dispensatorio di malattie sifilitiche per gli uomiui, che è giunto a cu­ rare talvolta lino a trecento infermi. Or se in quei momenti le vicende della rivoluzione e della guerra avevano fatto rapidamente aumentare ed incrudelire le malattie sifilitiche presso di noi, e questi energici e pronti provvedimenti valsero a mettervi un’ argine e ad impedirne in parte le conseguenze; avevamo noi ben ragion di sperare, che perfezionate queste istituzioni le malattie sifili­ tiche avrebbero dovuto di molto diminuire ».

« Veramente il nuovo Sifilicomio raggiunse in breve tempo una completa e lodevole organizzazione, e noi ricorderemo tanto più volentieri gli utili sistemi, che vi s’ introdussero, per quanto più deploriamo lo stato degli altri ospedali di N apoli,che sono quasi tutti inferiori alla civiltà dei tempi, e non corrispon­ dono agli interessi d ell’ umanità c della scienza. Si scelsero al servizio del Si­ filicomio pochi medici ordinarli ed assistenti, e si esigeva da essi un’ opera proporziouata ad un’ adeguato compenso loro concesso : fu in breve tempo provvisto a tutto il necessario per le inferme e per la decenza dello stabili­ mento, per modo che entrando in esso non ti opprimeva il tristo spettacolo della miseria e dello schifo: e noteremo che si introdusse eziandio il sistema dei cessi inodori ; mentre negli altri nostri ospedali non sempre è la speciale sensazione dell’aria nosocomiale, che molesta i po\eri infermi, ma troppo spes­ so qualche schifoso puzzo gli ammorba. La vittitazione era non pure eoo ap­ posito regolamento adattata a quelle inferme, ma ancora sotto tutti i rapporti buona, poiché la severa vigilanza dei medici, che uè erano responsabili, elu­ deva le frodi. Le visite mediche matutine e diurne, nonché la parziale

medi-I' uso spesso prolungalo dei mercuriali in molte altre in­ fermità, e si vedrà chiaramente quanto sciupo si fa prc.^so di noi di siffatti preparati. Or chi ignora dopo le osservazioni del Ramazzini, del Falloppio,delSennert, e del Fernelio, per tacere di tutti i moderni, che l’ uso abbondante e protratto dei preparati mercuriali induce la cachessia, e la tabe,e che i tessuti si rammolliscono e si stìbrano, e che

principalmen-calura a ciascuna inferma severamente eseguite: le medicine somministrale in presenza dei medici assistenti: i grandi registri delle inferme, che entravano e che uscivano con tutte le esatte notizie del loro staio e della loro malattia; il giornale quotidiano, nel quale si registrava di ciascuna I* andamento della m alattia e della cara: il severo sistema di sottoporre le inferme delle diverse sezioni dichiarate guarite ad una controvisita, cui assistevano tutt’i medici or­ dinari! dell’ Ospedale; nè si permetteva V uscita della donna, se non era ad uniformità di voti dichiarala sana: l’obbligo a ciascun medico di rapportare ogni novità giornaliera a ll’Ispettore Sanitario: Taltro lodevole sistema di com­ pilare in ogni trimestre l ’esatta statistica delle inferme che entravano, di quel­ le che uscivano, e di quelle che rimanevano nell'ospedale, delle malattie cara* te , delle speciali osservazioni cliniche seguite, dei risultamenti terapeutici ot­ tenuti: l ’obbligo di far seguire a questa statistica le storie delle m alattie, e le autopsie cadaveriche di tutte le inferme, che morivano: ecco una serie di bene organizzati provvedimenti, che senza aggravare le condizioni ecouomiche dello stabilimento, tutti cospiravano insieme al ben essere delle inferme, a garentire la salute pubblica, a rendere efficaci i benefìzi! dell’arte medica, a rialzarne la dignità e l’importanza, nonché a contribuire al progresso della scienza ».

« Noi ricordiamo questi fatti per proporre i seguenti quesiti, dei quali la co­ scienza pubblica sentirà l’importanza. Se per lo innanzi in Napoli la sorveglian­ za igienica sulla prostituzione quasi non esisteva, poiché ristretta ed oltremo­ do negletta; eppure in mezzo alla rivoluzione ed in tempi difficili rapidamente si costituì: perchè poi oggi nella tranquillità d’ un’ andamento normale deve riuscire difficile il costituire ed il migliorare gli altri rami di sorvegliaoza igie­ nica? Se dal vecchio ospedale di S . Maria della Fede, che era tino dei più ne­ gletti della nostra città, ne potè sorgere in breve tempo e con scarsezza di mez­ zi il nuovo Sifilicomio, perchè oggi dobbiamo noi ancora vergognare dei nostri ospedali? Perchè essi dopo tre anni di libero regime non hanno ricevuto alcun positivo immegliamento? Le stesse accennate istituzioni medico-igieniche spe­ ciali per la sifilide progrediscono perfezionandosi, o si va eziandio in esse in­ sinuando il funesto tarlo delle vecchie abitudini di questo sventurato paese?»

le il sangue con i vasi che lo contengono ne risente l'imme­ diata azione? E però come si può escludere quest' altra ca­ gione che se non più delle prime certamente al par di esse concorre a fare aumentare presso noi alcune malattie car­ diaco-vascolari? Ma non basta: ponete mente al come sono immensamente cresciuti nella nostra città le arti ed i me­ stieri, che obbligano coloro che li esercitano a contrarre so­ vente e con energia una o più periferie di muscoli; quali sa­ rebbero i cantanti, i ballerini, i declamatori, i suonatori a fiato, i facchini, i tessitori, coloro che confezionano il cioc- colatte, ed altri lavoranti di vario genere.

Ricordate d’altronde le osservazioni del Corvisart che a preferenza di tutti spingendosi nel difficile studio eliologico delle malattie cardiache dimostrò come la ipertrofia di cuo­ re assai spesso prende origine da un tal geuere di cagioni; e scorgerete di leggieri un altra causa potente che spiega nella nostra città la maggior frequenza delle affezioni car­ diaco-vascolari. Sappiamo che il Lagroux conchiuse che niuna professione più che un’altra ha influenza diretta afaresvi- luppare la ipertrofia cardiaca, ma che tutte sono subordinate alle condizioni igieniche (1 ) : ma le sue osservazioni nou debbono mollo impacciare, quando è risaputo che l'autore li­ gio alla sua teoria era preoccupalo solamente a trovar ca­ gioni che potessero indurre flogosi nelle membrane del cuore.

Dopo tutto questo, avendo studiati i diversi falli quali si esplicano nella nostra città, dobbiam conchiudere che le ma­ lattie del sistema vasale si sono qui fatte di massima fre­ quenza; e ciò devesi attribuire non solo all’ abuso del fuma­ re e degli spiriti, ma ancora allo sciupo che si fa delle cure 1

mercuriali, ed al maggior incremento di alcuni mestieri, nei quali il movimento e la contrazione di talune periferie mu­ scolari continuamente ed energicamente si esercitano.

Nel documento POPOLO MINUTO IN NAPOLI (pagine 148-153)