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DELLE NEVROSI B DEGLI EMDDBD1DI Il Sarcone dichiarava frequentissime le nevrosi nella no

Nel documento POPOLO MINUTO IN NAPOLI (pagine 142-145)

stra città, cioè l’ isteria nelle donne, e l’ ipocondria negli uomini: il de Renzi poi attesta essere gli emorroidi ti nostro

vero flagello, non risparmiando quasi alcuno degli abitasti« di questa città. Ma se fassi attenzione ai loro detti, gl’insigni uo­

mini non intesero parlare che generalmente di tutte le classi e di tutto il popolo: e così è veramente, poiché indagini le più superficiali palesano qaanto frequenti sono rese esse malattie, presso noi. Infatti nella classe media e nella agiata la nevrosi a preferenza nelle donne è divenuta malattia fre­ quentissima e quasi di moda; e nell’altro sesso poi l’affezio- ne emorroidaria è talmente comune da non escludere forse che pochissimi. Ma non è poi la stessa cosa per il popolo

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nato: qui, ove miseria e lavoro eccessivo affannano Domini e donne, sono ben rare quelle cause, cbe gli osservatori tro­ varono valevoli a suscitar le nevrosi: in questa classe spiega meno i suoi effetti la fatalissima sorgente dei patemi d’animo (Clark, Beauchesme, Tissot), nonché l’odio, l’invidia, la ge­ losia, che al dire di G . Frank non ammettono limiti n d g en e­

rar morbi nervosi. Però bene a ragione il giudizio e l’ os­

servazione si accordano nel dichiarare un tal genere di mor­ bi se non del tutto estraneo, al certo di molto infrequente, nella classe ultima del nostro popolo. Quasi lo stesso può dirsi per gli emorroidi: infatti chi percorrerà la storia etio- logica dell’affezione emorroidale, quale la tracciarono gli au­ tori più classici Truka, Recamier, Larroque, Montegre, Jo - bert, Lepelletier, Lanza e c ., scorgerà di leggieri che nel no­ stro popolo minuto o mancano affatto, o pochissimo si rat- trovano quelle moltiplici cagioni,che sono atte a sviluppare ed a far ripetere la condizione patologica produttrice degli emorroidi, cioè la congestione iperemica attiva, o la stasi meccanica del sangue nell’estremità dell’intestino retto. R i­ sulta infatti dalle nostre ricerche che veramente gli emor­ roidi non sono in generale una malattia molto frequente della nostra plebe: ma guardando alcune particolarità, dob­ biamo confessare che s’incontra sovente tale infermità presso il nostro popolo minuto solamente in coloro, che esercitano quei mestieri ove il moto è in difetto assoluto come nei coc­ chieri, nei venditori di bottega, e nei fabbricanti di molti generi di manifatture, che menano vita sedentanea. In tutti. questi casi per la stazione seduta si sviluppa, si ripete, e poi si perenna nella circolazione del retto quella stasi, che più ' in là costituisce il sostrato deU’alfczione emorroidale.

Dica pur lo Scavini e con esso altri autori che la gotta so­ vente non si appalesa in insaziabili bevoni (4): non resterà men vero nella scienza che la gotta, la litia s i, ed il reuma cronico procedono quasi sempre dall'uso troppo abbondante di cibi azotati e succolenti, dall’ abuso di vini generosi e dal poco movimento della persona. Camper ed Orfila con­ fermarono questi fatti con esperienze estese sopra intere contrade ; Magendie e Vauquelin lo provarono con gli espe­ rimenti sogli anim ali, ed infine chi oserebbe negare ciò ,ch e col Petrarca ripeterono tutti i m edici, che cioè siffatte malat­ tie sono proprie dei ricchi che menano ordinariamente un tal genere di vita? Però noi francamente dichiariam o col de Renzi che le malattie delle quali parliamo affliggono le clas­ si medie ed agiate; ma troppo raramente s’ incontrano nel nostro popolo minuto. Escluso infetti il numero delle cal­ colosi locali (Lanza e Baumès) che per altro sono frequentis­ sime specialmente nei bam bini; quelle appunto che non deri­ vano da diatesi generale, e che guariscono per la sola opera­ zione chirurgica; noi non abbiam potuto rinvenire tra lagente del basso popolo, nè negli ospedali nè nella pratica civ ile , un sufficiente numero di gottosi, di calcolosi, e d i reum atici: e lo stesso confermava il Prof, de Renzi nella statistica dell’O ­ spedale degl’IncnrabiU per sette anni.Solam ente abbiamo rin­ venuto che la podagra, la litiasi,ed il reuma cronico, siccome g li emorroidi, affettano spesso quegli individui dell’ infima classe, i quali per quanto menano o vita inerte, ovvero trop­ po esposta all’ aria ed all’ um idità, altrettanto sono proclivi 1

alla crapula ed agli stravizzi : cosi ne vedemmo spesso a f­ fetti i cocchieri, i m arinai, i venditori fissi, e generalm ente g li nbbriaconi. Se poi dal fatto vogliamo elevarci alla teoria, si scorgerà d i leggieri che generalmente l’alimentazione del nostro popolo minutò non è punto atta a sviluppare la dia­ tesi orica o la fosfatica; quando l’uso delle carni è scarso, i vini sono alterati, spesso corrotti, e mai poderosi, e le ab i­ tudini o la necessità non permettono l’inerzia del corpo. Ma oltracciò noi scorgiamo un’altro fatto,che presentiamo al g iu ­ dizio dei dotti. Noi vediamo una specie di antagonismo pa­ tologico tra la diatesi urica e fosfatica e la diatesi linfatica, primo passo alla scrofola, alla rach ite, ed alla tubercolosi. L'antagonismo che il Baudin,copiando W ell ed Harrison, cer­ cò dimostrare infra la tisi e le febbri intermittenti non esiste affatto dopo quello che ne dissero Lefevre, Alexander, C h ili, Bnfe ed altri; ma sarebbe poi realmente vero l’altro antago­ nism o, sul quale da piò tempo abbiam portata la nostra atten­ zione, perchè lo crediamo fecondo delle piò utili conseguen­ ze? Noi non possiamo dirlo, quando non ci è permesso di ras­ segnarne le pruove : tuli’ altro è lo scopo del nostro lavoro. Solamente facciamo qui riflettere èhe un tale antagonismo esiste di fitto nelle malattie del nostro popolo minuto ; poi­ ché se esso è grandemente travagliato dalle malattie consun­ tive , non lo è che troppo lievemente dalle altre che da ec­ cesso di plasticismo dipendono.

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