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Il maestro Armando Novelli

Armando Novelli nacque il 22 luglio 1915 ad Ancona, in una casa del Campo della Mostra (oggi P. za Malatesta, nel centro storico).

Da bambino frequentò le scuole elementari Mazzini in via Cavorchie.

Prima di andare a scuola la mattina andava “a bottega” da un sarto, perché la famiglia aveva difficoltà economiche. La scuola non gli piaceva, riempiva i quaderni di disegni e la maestra non apprezzava.

Una volta passò la notte nello sgabuzzino del carbone, dove era stato rinchiuso per punizione, perché si erano dimenticati di lui. Lasciò la scuola dopo le elementari, ma continuò a studiare da solo, fino a conse-guire il titolo di maestro nel 1939. Nel 1948 vinse il concorso magistrale e venne nominato a Cesenatico (Forlì) dove restò ad insegnare tre anni.

Aveva interessi culturali e scientifici vasti e leggeva moltissimo, filo-sofia, arte, scienza, matematica... Nel 1951 alla scuola Mazzini ci tornò come maestro e vi insegnò fino al 1976. In realtà a scuola continuò ad andarci per molti anni ancora, tutte le mattine fino al 1994, l’anno della morte, come coordinatore del tempo pieno e come maestro-tutor

volontario, nelle classi dove le maestre seguivano il suo metodo.

Aveva anche due stanze tutte per sé in via Cavorchie, nell’ex appar-tamento del custode, che era diventata la sede del Movimento di Cooperazione Educativa di Ancona. È lì che teneva i suoi corsi per gli insegnanti ed è lì che ’ho conosciuto a metà degli anni ‘70.

L’aula del maestro Novelli si distingueva nettamente dalle altre, era piena di colori, materiali e oggetti. I materiali erano molto importanti, non c’erano solo quelli strutturati, ma soprattutto quelli poveri. Il maestro Novelli pensava che toccando e manipolando oggetti e materiali il bambino costruisce i concetti di spazio, forma, dimensione, «mette in ordine» e costruisce le strutture del pensiero.

I banchi erano disposti a formare tavoli rettangolari, cattedre raggrup-pate a formare un grande tavolo anch’esse; lavagne unite su un’unica parete, con sotto una lunga pedana perché anche i bambini potessero arrivarci per scrivere e disegnare con i gessi colorati. In un angolo erano raccolti ordinatamente tutti i materiali e gli attrezzi per le atti-vità artistiche: i cestelli con le tempere, pennelli di ogni dimensione, pastelli, cere, carboncini, vernici, gesso, rame, attrezzi per lo sbalzo, taglierine... e poi piante, tanti fiori, la voliera delle tortore e dei cana-rini. Un posto per viverci, lavorare insieme, giocare, fare scoperte.

Alla scuola Mazzini non c’erano laboratori esterni, a parte la palestra e due piccoli cortili. In compenso l’aula del maestro Novelli era grande e c’era tutto quello che occorreva: l’angolo delle piante, l’angolo della pittura, l’angolo della lettura, l’angolo degli animali, l’angolo della compravendita, l’angolo della stampa... Ogni angolo era ordinato, pronto per l’uso. Perché le attività non si facevano sempre contempo-raneamente, a volte sì, a volte no. Almeno due ore settimanali, gene-ralmente il pomeriggio, erano dedicate al lavoro individuale, program-mato all’inizio della settimana, ma ciascun bambino sceglieva giorno per giorno quale attività fare. E poi c’era l’aula all’aperto, il centro storico di Ancona, dove guidava i bambini nelle famose “passeggiate”.

Armando Novelli si può considerare il precursore della scuola a

tempo pieno nella città di Ancona. Prima dell’apertura ufficiale, nel 1974, per molti anni aveva svolto gratuitamente attività di doposcuola per quattro giorni la settimana. È a Frontale, nell’e-state del 1962, che Armando Novelli incontrò il Movimento di Cooperazione Educativa, che in quegli anni divulgava e sperimen-tava in Italia i principi e le tecniche della pedagogia popolare di Freinet e metodi di insegnamento attivi. Di quell’incontro Novelli ci ha lasciato una poesia straordinaria, che trascrivo in appendice.

Il suo motto era: «Non si deve riempire le teste» con nozioni prefabbricate! Non voleva che i bambini imparassero passiva-mente, che si adattassero a procedure meccaniche, voleva che ragionassero, così sarebbero stati cittadini liberi e consapevoli.

Ho un ricordo vivo di quando Armando faceva arte con i bambini.

Noi maestre puntavamo al disegno, alle figure, alle proporzioni e che ogni cosa fosse al suo posto. Con Armando invece i bambini sperimentavano il colore (per lo più macchie di colore) e i materiali:

sabbia, stoffe e carte dei campionari, pongo, rame, chine, vetro e colori da vetro, conchiglie, carboncino per il disegno dal vero. Lui era un appassionato d’arte, disegnava e dipingeva molto bene. Ma mai l’ho visto imporre un modello. Sapeva valorizzare ogni opera fatta con impegno, che appendeva in aula o nei corridoi sopra un cartoncino nero, affinché potesse risaltare meglio. Oppure le opere venivano regalate ai genitori in occasione della «festa della famiglia».

Era un uomo particolarmente generoso, comprava di tasca sua gli attrezzi e i materiali che portava nelle classi. Quando entravi in classe lui non si vedeva, era piccolo e sommerso dai bambini, a lavorare. Negli anni dopo la pensione alle Mazzini seguiva tre o quattro classi, di solito faceva matematica, oppure attività pittoriche e manipolative. Nella mia classe veniva una o due volte a settimana;

la sua lezione era come un gioco, creava situazioni, stimolava conversazioni e tutti si sentivano protagonisti; e poi, quando meno te l’aspettavi, buttava là una domanda, un dubbio, una sfida; nasceva

un nuovo problema, una nuova ricerca. Ha insegnato fino all’ultimo, nonostante la salute e l’età. Dopo gli anni difficili dell’infanzia e dell’adolescenza, penso che Armando abbia fatto una bella vita, piena, dedicata agli altri, ai bambini: la vita che ha voluto fare e ha saputo fare così bene, dignitosa, lucida, appassionata fino alla fine.

Ad Armando Novelli è dedicata la Biblioteca dei ragazzi e un Istituto scolastico della città di Ancona.

Dirigente scolastico dott.ssa Lidia Mangani

Aiutatemi amici (Frontale 1962)

Quarant’anni fa era uno solo,

lo conobbi riflesso nel mio specchio, ora lo incontro spesso

su tutte le strade del mondo.

Aiutatemi amici

a liberare i figli degli uomini che sono fatti di mani, di piedi, di occhi, di voci.

Aiutatemi amici

Che io tranquilli quel bimbo Che mi urla nel petto.

Armando Novelli