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6. PROGETTAZIONE DEL SITO

6.2 Masterplan

Con il masterplan vengono definite più chiaramente le funzioni destinate all’aera di progetto, precedentmente individuate durante la fase di elaborazione strategica.

Esse vengono redistribuite nei vari spazi dell’area in oggetto, tenendo conto dei gradi di accessibilità e dei fattori microclimatici che li caratterizzano.

Di seguito si illustrano gli interventi previsti, sintetizzati nella Figura 38:

• Permacoltura e orti sinergici: rappresenta l’intervento principale tramite il quale sarà possibile legare la popolazione al luogo, promuovendo una pratica antica in chiave moderna. Infatti, la permacoltura è una pratica volta a minimizzare l’utilizzo dell’acqua, di difficile reperimento, e gli interventi agronomici quali lavorazioni del terreno e utilizzo di prodotti fitosanitari, concimazioni e letamazioni. Come ulteriore beneficio, si otterranno prodotti agricoli locali che possono acquisire progressivo interesse economico, nell’ottica di interventi di trasformazione agricola a scala più vasta illustrati in precedenza.

o Lo spazio designato a questa attività è lo spazio L, esposto a sud, posto alla quota minore così da agevolare la raccolta dell’acqua meteorica, e immediatamente accessibile dall’accesso a Sud. La sua posizione marginale rispetto all’area nel complesso evita inoltre di limitare le altre attività che richiedono una frequentazione più libera.

• Arnie o log hives: la presenza degli insetti impollinatori rappresenta un importante tassello per la biodiversità e per l’agricoltura, nonché un tema di sensibilizzazione sociale ampiamente affrontato ai tempi odierni. Riservare uno spazio a strutture naturaliformi, ricavate dagli interventi forestali, consentirà di conferirgli la giusta importanza, oltre a porre le basi per ipotetici sviluppi della pratica dell’apicoltura conservativa, qualora il sito si riveli di successo. Si suggerisce l’utilizzo di log hives, tronchi resi cavi cosicché le api possano realizzare favi come farebbero in condizioni naturali, prive di disturbi antropici.

o Lo spazio I risulta essere poco disturbato grazie alla posizione sopraelevata e alle dimensioni ridotte. Questo consentirà di posizionare i log hives a una distanza ragionevole dagli eventuali visitatori. Importante è anche l’esposizione a sud, prediletta dagli insetti per la realizzazione dei nidi.

• Muretti a secco: queste strutture consentono di consolidare le scarpate e contemporaneamente offrire validi rifugi per rettili e piccoli mammiferi, favorendo ulteriormente la biodiversità. La loro costruzione può essere occasione di coinvolgimenti sociali utili a rafforzare il legame della popolazione con il luogo.

o Dati i numerosi dislivelli e il facile raggiungimento, lo spazio L si presta alla realizzaione dei muri a secco, trattandosi inoltre di elementi legati al mondo agricolo e ai terrazzamenti.

• Prati fioriti spontanei: una pratica molto semplice per generare spazi meno monotoni e favorire la biodiversità è lasciare che i prati si sviluppino spontaneamente, riducendo gli sfalci annuali. Questa azione può essere svolta compartimentando le aree, così da lasciare aree facilmente praticabili e altre con vegetazione erbacea maggiormente sviluppata. Questo porterà benefici principalmente all’entomofauna, oltre a offrire vantaggi manutentivi, riducendo di fatto il numero degli itnerventi. Per i primi anni è possibile integrare tali aree con fiorume autoctono così da favorire la crescita di specie spontanee.

o Questo intervento si presta ad aree soleggiate e pianeggianti, specialmente quelle meno centrali, così da non limitare eccessivamente la libertà di movimento. Rispondono a questi requisiti gli spazi A, F, H e M.

• Nascondigli naturali: l’attività più importante svoltasi nell’area di progetto sono certamente i campionati mondiali di nascondino, i cui organizzatori hanno segnalato la

scarsità di nascondigli preesistenti nello spazio da loro utilizzato per la competizione.

Implementare associazioni erbacee-arbustive e cumuli di ramaglia residuale o terreno di riporto, detinati a questo scopo specifico, consente dunque di richiamare questa attività e agevolarne la libera pratica, anche amatoriale. Al tempo stesso, i nascondigli naturali hanno grande importanza per la fauna, integrando così benefici naturali e sociali. Tali nascondigli devono essere opportunamente dimensionati e non comprendere vegetazione spinescente, così da non costituire potenziali situazioni di pericolo.

o Lo spazio D è l’area dove si sono svolte le competizioni di nascondino data la posizione che lo rende una sorta di anfiteatro naturale, pertanto agire in tale luogo andrà a favore dell’organizzazione dell’evento oltre a richiamarne l’uso, prestandosi a occasione di didattica riguardo semplici pratiche per favorire la microfauna.

• Messa a dimora di specie autoctone e/o simboliche: la scarsa presenza di vegetazione arborea e arbustiva rende necessaria questa integrazione, sia per aumentare il numero di spazi dotati di ombreggiamento e quindi favorire attività diverse (quali pic-nic, yoga, tai-chi, fitness, ecc.), sia per migliorare la biodiversità. Tali esemplari non devono però ostruire le visuali panoramiche, ma anzi accentuarle.

o Lo spazio C, essendo lineare e di passaggio, si presta all’inserimento di un filare, mentre lo spazio G, il più sopraelevato, non rischia di compromettere le visuali panoramiche degli altri spazi. Infine, lo spazio L può essere arricchito con specie utili alla memoria rurale.

• Ceppi come arredo: nell’ottica di una riqualificazione sostenibile senza consumo di suolo, i ceppi di risulta degli interventi forestali possono essere utilizzati come sedute mobili, oppure essere raggruppati dagli utilizzatori per creare occasioni di gioco personalizzate. Gli stessi ceppi possono rappresentare un rifugio per alcuni insetti che possono insinuarsi sotto di essi.

o Gli spazi E e G sono quelli più aperti e adatti al ritrovo delle persone, specialmente lo spazio E, utilizzato come tribuna naturale in occasione dei mondiali di nascondino

• Illuminazione solare minima: l’area presenta caratteristiche fortemente naturali, è priva di inquinamento luminoso, ma tuttavia la sua frequentazione è fortemente

limitata alle ore di luce. È possibile prolungare il tempo di fruibilità inserendo piccoli corpi illuminanti ad alimentazione solare utili a segnalare i percorsi principali, garantendo dunque un sistema di illuminazione minima che non arrechi disturbo all’ambiente. Al tempo stesso, l’area sarà caratterizzata da visuali notturne più suggestive e attrattive.

o Data la diramazione dei percorsi e la presenza di ostacoli, tali arredi sono necessari negli spazi A, C, E, F, G ed L.

• Riqualificazione delle scarpate: spesso spoglie o colonizzate da specie spinescenti, le scarpate possono rappresentare siti di erogazione di numerosi servizi ecosistemici di regolazione e supporto, mettendo a dimora specie autoctone maggiormente diversificate.

o Lo spazio N data la forte pendenza è interamente rivestito da vegetazione arbustiva da riqualificare. Altri spazi con scarpate vegetate sono A, C, E, I, L.

• Sostituzione specie incongruenti o compromesse: oltre alle scarpate, anche le specie arboree possono offrire servizi ecosistemici, anche dal punto di vista culturale, privilegiando specie in linea con il paesaggio.

o Il caso principale è rappresentato dallo spazio B, caratterizzato da Pinus nigra J.F. Arnold, da sostituire a senescenza, utilizzando come descritto il legno di risulta. Altre sostituzioni arbustive si possono operare nelle aree A, C, I ed N.

• Riordino selettivo dei boschi: per agevolare la percorrenza dei sentieri che si inoltrano nei boschi limitrofi, è opportuno operare riordini selettivi, così da ricavare il legname necessario alla realizzazione degli arredi. Alcuni fusti di alberi abbattuti possono essere scolpiti per realizzare percorsi di sculture nel bosco.

o Le aree da cui si ha accesso ai boschi sono G, H, I.

• Sculture in legno: come accennato, il legname di risulta può essere utilizzato per laboratori artistici di scultura nel legno coinvolgendo artisti desiderosi di mettersi in gioco e lasciare al luogo elementi naturali in grado di raccontare la storia di Consonno in modo simbolico o allegorico. Questo può essere elaborato sottoforma di concorso o di workshop, fornendo dei temi di massima a cui aderire per la realizzazione delle opere, che possono poi diventare elementi di land-art posizionandole in punti strategici per suggerire visuali oppure per costituire percorsi narrativi da scoprire (sculpture park).

o Gli spazi che si prestano all’inserimento sono, oltre ai boschi già citati, gli spazi A, E, F, G, I, M, per esempio in corrispondenza dei prati spontanei.

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