• Non ci sono risultati.

A questo punto si eseguono gli esami ematochimici di routine, esami urine, quelli ormonali ed eventuali test di conferma a seconda del caso clinico che stiamo indagando. La valutazione ormonale, anche se con qualche variabilità, cerca però di valutare ad ampio spettro le varie funzionalità della tiroide, del metabolismo fosforo-calcio e del surrene.

Nello specifico della nostra valutazione ci concentriamo sui risultati ottenuti dalla misurazione di:

- Cortisolo plasmatico:

il laboratorio usa il test Access Cortisol che è un immunodosaggio in chemiluminescenza con particelle paramagnetiche per la determinazione quantitativa dei livelli di cortisolo nel siero, nel plasma (eparina, EDTA) con Access Immunoassay Systems. Il range di valori attesi di cortisolo sierico mattutino al 95% di confidenza è risultato compreso tre 6,7 e 22,6 µg/dL (185-624 nmol/L).

- Cortisolo urinario:

il metodo Eureka permette di determinare contemporaneamente sia il Cortisolo che il Cortisone nelle urine delle 24 h mediante LC-MS/MS. Si raccoglie l’urina delle 24 h in contenitori puliti senza conservanti e si procede con la misurazione (L/24 h). I valori di riferimento sono da 55 a 405 µg/24h.

40 - ACTH:

il kit prevede l’esecuzione di prove diagnostiche in vitro con l’analizzatore IMMULITE 2000 per la misurazione quantitativa dell’ormone ACTH nel plasma EDTA. Si tratta di una prova

immunometrica sequenziale con cicli di incubazione: 2 x 30 minuti. Si richiede un volume di 75 µL di plasma EDTA. Sia annota l’ora del prelievo e si conservano a -20 °C. Valori attesi: valore mediano di 24 pg/mL, limite max 46 pg/mL.

- Aldosterone:

il dosaggio LIAISON Aldosterone utilizza la tecnologia immunologica della chemioluminescenza (CLIA) ed è progettato per la determinazione quantitativa di aldosterone nei campioni di siero, plasma EDTA ed urine trattate. Si tratta di un test competitivo che utilizza un anticorpo

monoclonale di pecora per catturare l’aldosterone. Il kit prevede particelle magnetiche (2,4 mL), il coniugato (4,5 mL), tampone di analisi (28,0 mL). Valori di riferimento (plasma): ortostatismo: 2,21- 35,3 ng/mL; clinostatismo: 1,17- 23,6 ng/mL

Range di lavoro: 0,97 -100 ng/dL.

- Renina:

si utilizza il test LIAISON Direct Renin con tecnologia di chemioluminescenza (CLIA) in un saggio immunologico per la determinazione quantitativa in vitro della renina in campioni di plasma umano ottenuto con EDTA. Il test deve essere eseguito sulla serie LIAISON Analyzer. Intervallo di riferimento: ortostatismo: 4,4- 46,1 µIU/mL (NIBCS 68/356); clinostatismo 2,8- 39,9 µIU/mL (NIBCS 68/356).

- Metanefrine urinarie frazionate:

per il dosaggio si utilizza la tecnica HPLC (cromatografia liquida ad alta prestazione). Le Metanefrine (Normetanefrina e Metanefrina), vengono purificate su colonne di Clean-up e quindi estratte; la soluzione ottenuta viene derivatizzata e iniettata in HPLC.

Intervallo di riferimento nelle urine delle 24 h: Metanefrine urinarie (< 350 µg/24h) e Normetanefrine urinarie (< 600 µg/24h).

Tutti gli esami qui sopra elencati servono per studiare il profilo biochimico dei nostri 360 pazienti e poter discriminare tra le possibili diagnosi. Lo studio si concentra particolarmente sulla valutazione dei pazienti che mostrano ai valori di laboratorio ipersecrezione di cortisolo, sia

41 nella forma subclinica (nonché la forma più frequente) sia nella forma sintomatologicamente evidente.

In questo sottogruppo più ristretto dei nostri pazienti iniziali sono stati valutati parametri come: cortisolo basale (v.n. 6,7 -22,6 µg/dL); Indice di Massa Corporea (BMI) -con l’obiettivo principale di individuare le fasce di pazienti sovrappeso od obesi nei suoi diversi gradi di gravità-; dosaggio sierico di colesterolo totale (v.n < 200 mg/dL); colesterolo HDL (v.n. > 45 mg/dL); colesterolo LDL (v.n. < 130 mg/dL); trigliceridi (v.n. fino a 150 mg/dl); valori di glucosio ematico (v.n. 74 -109 mg/dL); emoglobina glicata HbA1c (v.n. 20-38 mmol/mol); anamnesi farmacologica – serve per valutare se il paziente assume qualche farmaco che possa interferire con queste valutazioni e quindi falsare il risultato-.

In tutti questi soggetti ci interessa indentificare nel corso del follow up se si manifestano quadri di obesità, variazioni di peso, ipertensione arteriosa, insulino-resistenza, diabete mellito di tipo 2, dislipidemia e malattie cardiovascolari (come coronaropatie o infarto ischemico/emorragico). Tra i pazienti con diagnosi di diabete mellito, sindrome metabolica e ipertensione arteriosa il rischio di complicanze cardiovascolari aumenta esponenzialmente essendo già favorito dalla patologia di base; appunto per questo seguono già percorsi di controllo specialistico all’interno dei reparti di cardiologia o diabetologia per valutare il grado di evoluzione di patologie cardiovascolari.

Invece, i pazienti che non avevano alle spalle questo tipo di patologie tali da richiedere protocolli di valutazione specialistica, continuano follow up più generici, dove comunque si possono estrapolare questo tipo di informazioni. Nello specifico la valutazione dei pazienti diabetici è strettamente dipendente dai valori di emoglobina glicata.

L’ipertensione arteriosa si definisce tale per valori pressori PAS superiori di 140 mmHg o per PAD superiore 90 mmHg o per refrattarietà alle terapie antipertensive. Il diabete mellito di tipo 2 segue i criteri della WHO per la sua diagnosi. La dislipidemia invece, è un quadro che si definisce sulla base dei valori dei trigliceridi che si considerano patologici quando superano 150 mg/dL o per alterati valori delle lipoproteine plasmatiche ad alta densità di colesterolo (HDL) che si mostrano inferiori a 40 mg/dL nell’uomo e inferiori a 50mg/dL nella donna. Variazioni sul peso corporeo, sia per incremento che calo ponderale, si considerano solo quando le oscillazioni vanno oltre valori del 5% rispetto al peso iniziale. I valori di pressione arteriosa si considerano peggiorati in pazienti precedentemente sani che poi presentano un quadro di pre-ipertensione, oppure pazienti ipertesi che passano ad una categoria superiore per gravità della malattia o nel

42 caso di forme refrattarie alla terapia antipertensiva. I valori di glicemia a digiuno e quelli del colesterolo LDL si dicono peggiorati se passano da una classe di valori a quella superiore.

Infine, ma non per ultime si possono richiedere se necessarie, altre e secondarie indagini strumentali a livello addominale per completare o rivalutare alcuni aspetti della lesione rispetto alla prima immagine radiologica posseduta. Si procede con l’esame DXA o MOC per la valutazione dello stato della densità ossea e rischio di fratture da fragilità ossea. Per valori di T- score < -1.5 si parla di osteopenia e mentre per valori < -2.5 di definisce un quadro di osteoporosi.

Da tenere in considerazione l’anamnesi farmacologica che potrebbe infatti influenzare qualche dosaggio biochimico, per cui si rende necessaria la sospensione del farmaco o comunque il grado di controllo della patologia sotto terapia.

43

Documenti correlati