• Non ci sono risultati.

Quadro normativo

2. MATERIALI E METODI

2.1. Inquadramento nivo-climatico

La montagna veneta, dal punto di vista climatico, si trova in una posizione climatologica di transizione fra l’effetto mitigatrice delle acque del Mediterraneo, l’effetto orografico delle Alpi e la continentalità dell’area centro-europea.

La distribuzione delle precipitazioni è in gran parte regolata dalla particolare configurazione orografica delle Prealpi e delle Dolomiti che influenzano il regime delle precipitazioni e anche la loro intensità. Lo sbarramento creato dalle Prealpi vicentine e bellunesi determina, nel caso di flussi meridionali, abbondanti precipitazioni che decrescono da Sud verso Nord cioè verso la cresta di confine con l’Austria mentre la quota dello zero termico e le “sacche” di aria fredda presenti nelle valli influenzano in modo significativo il limite della neve e i quantitativi di neve fresca (Valt, Zasso, 2008).

I flussi settentrionali determinano spesso poche precipitazioni nevose con quantitativi in diminuzione dalla cresta di confine verso le Prealpi, quando riescono a superare lo sbarramento delle Alpi. I flussi orientali invece determinano di solito minori precipitazioni ma più fredde e con quantitativi variabili fra le Prealpi bellunesi e quelle veronesi (Latini, 1986).

Per analizzare e valutare con più criterio e attenzione le dinamiche valanghive degli eventi considerati ai fini della presente tesi, è stata realizzata un’indagine sulle condizioni di innevamento al suolo relativo alle stagioni invernali degli ultimi 10 anni, più precisamente dalla stagione 2005-2006 alla stagione 2016-2017. I dati relativi ai valori di altezza di neve al suolo sono stati gentilmente forniti dal Centro Valanghe di Arabba nel giugno 2017 (ARPAV, 2017a). La stagione invernale 2016-2017 è stata solo parzialmente presa in considerazione in quanto, al momento del reperimento delle informazioni, i dati validati delle stazioni nivologiche erano disponibili solo fino al 31 dicembre 2016. Inoltre, ai fini del presente studio di tesi, le valanghe inserite nel Catasto fanno anch’esse riferimento al momento di reperimento dei dati limitato, appunto, fino alla stagione invernale 2015-2016 compresa.

Anche se successivamente vedremo che è stata condotta un’accurata analisi descrittiva sul Catasto Valanghe completo, in realtà gli eventi considerati ai fini della presente tesi, e dei rilievi di campo, sono relativi agli ultimi 10 anni, a ritroso dalla stagione invernale 2015-2016. Questo periodo è principalmente legato a caratteristiche del bosco che verranno approfondite in seguito. L’analisi sull’innevamento stagionale sarà poi utile per indagare e mettere a confronto le possibili cause scatenanti che hanno portato il manto nevoso verso condizioni di instabilità. Sarà messa in

relazione l’altezza di neve al suolo sia all’andamento stagionale dei fenomeni valanghivi sia, quando possibile, agli eventi stessi.

Il territorio della Regione Veneto, area oggetto del presente studio di tesi, è coperta da una rete di stazioni di rilevamento di variabili ambientali. Alcune di queste centraline dispongono di un sensore di altezza di neve al suolo. Incrociando i dati relativi alle valanghe selezionate per i rilievi di campo con le stazioni nivologiche disponibili sono state estratte 8 stazioni ritenute rappresentative per descrivere i dati di innevamento per i siti valanghivi considerati. Le stazioni selezionate sono le seguenti (ARPAV, 2017b) (Figura 2.1):

- Ra Valles (385): 2615 m s.l.m. – Est – 33TTM75925914;

- Casera Doana (389): 1899 m s.l.m. – Nord-Ovest – 33TUM11385070; - Casera Coltrondo (395): 1960 m s.l.m. – Sud-Est – 33TUM04507135; - Monte Piana (394): 2265 m s.l.m. – Sud – 33TTM89506615; - Cima Pradazzo (383): 2200 m s.l.m. – Sud-Est – 32TQS17013760; - Col dei Baldi (384): 1900 m s.l.m. – Sud-Ovest – 33TTM75124450; - Malga Losch (390): 1735 m s.l.m. – Sud-Est – 32TQS28112751; - Monti Alti Ornella (382): 2250 m s.l.m. – Nord – 32TQS21655060.

Le stazioni sono poi state associate in due gruppi di quattro, in modo da poterle definire “Dolomiti settentrionali” (stazioni 385, 389, 395 e 394) e “Dolomiti meridionali” (stazioni 383, 384, 390 e 382) (Valt, Zasso, 2008).

I dati di altezza di neve al suolo sono stati forniti in formato di foglio di calcolo elettronico e visualizzati ed elaborati mediante l’uso del software Microsoft Excel 2016 (Microsoft Office Excel, 2016). I valori in tabella sono riportati a cadenza giornaliera. I dati delle stazioni sono stati raggruppati e mediati fra loro per gruppo di appartenenza, ottenendo così dei valori di innevamento medi giornalieri per le “Dolomiti settentrionali” e per le “Dolomiti meridionali”. Le stagioni invernali considerate fanno riferimento al periodo che intercorre tra il 1 ottobre e il 30 settembre. In questo senso i dati sono stati elaborati in modo tale da ottenere quattro informazioni principali, per ciascuno dei due gruppi:

- Valori medi totali: vengono mediati i singoli valori giornalieri di ciascuna stagione invernale;

- Valori medi mensili: vengono mediati per ciascun mese tutti i valori di ciascuna stagione invernale;

- Valori massimi mensili: vengono mediati per ciascun mese i valori massimi mensili di ciascuna stagione invernale;

- Valori medi stagionali: prendendo in esame i mesi considerati a maggiore innevamento al suolo, ovvero dal 1 novembre al 31 maggio, viene calcolata la media annuale dei singoli valori giornalieri per ciascuna stagione invernale.

2.2. Il Catasto Regionale Valanghe

Disporre di un efficace strumento di accesso alla documentazione sulle problematiche legate ai fenomeni valanghivi è di fondamentale importanza per gli organi tecnici delle amministrazioni regionali e degli enti locali impegnati nella pianificazione e nella gestione del territorio alpino (Barbolini, 2005).

La Regione Veneto, in quanto membro dell’A.I.Ne.Va., segue un metodo standardizzato per la documentazione degli eventi valanghivi. Una procedura nata nella seconda metà degli anni ’80, che permette di ottenere informazioni relative ai fenomeni valanghivi documentati verificatisi nel passato. Le informazioni ottenute vengono poi prese come riferimento in fase di pianificazione e gestione territoriale. Per eventi valanghivi documentati si intendono fenomeni censiti nel Catasto Valanghe oppure riportati nella Carta di Localizzazione Probabile delle

Valanghe (C.L.P.V.) con riferimento alle aree individuate a seguito di indagini sul campo (Barbolini, 2005).

Il Catasto Valanghe del Veneto è stato costituito a partite dagli anni ’80 con lo scopo di documentare tutti gli eventi verificatisi successivamente alla data della sua costituzione. Il supporto utilizzato per questa finalità è il modello 7 A.I.Ne.Va.