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2.5. Rilievi di campo

La fase dei rilievi di campo è stata svolta grazie all’allestimento di due aree di saggio, per ciascun evento valanghivo considerato, entrambe all’interno dello stesso popolamento forestale. La prima area di saggio viene posizionata in corrispondenza della zona di distacco, la seconda, detta di “controllo”, in una zona limitrofa non interessata dal fenomeno valanghivo.

Come supporto all’individuazione della zona di distacco vengono utilizzate sia le mappe precedentemente stampate (CTR e ortofoto), che il GPS come ulteriore verifica (paragrafo 2.4. pag. 71). Una volta raggiunta la presunta zona di distacco si procede all’analisi delle evidenze di campo che ci permettono di verificare l’effettivo distacco della valanga. Queste evidenze corrispondono per lo più a: individui sciabolati alla base, presenza di schianti principalmente nella parte bassa dei fusti, oppure segni evidenti di scivolamento del manto nevoso. Spesso,

soprattutto su pendii caratterizzati da un elevato numero di eventi, è stato utile raggiungere le zone di distacco a partire dai punti di intersezione tra il canalone da valanga e la rete viaria presente, punti di indubbia evidenza. In questi casi è bastato seguire il canalone fino all’estremità sommitale. L’osservazione delle evidenze di campo ha permesso, durante i rilievi, di individuare l’erronea collocazione di uno dei siti valanghivi oggetto di studio: l’evento era stato cartografato in un diverso canalone rispetto alla realtà. Lo stesso canalone però non presentava segni evidenti del passaggio della valanga.

La seconda area di saggio è invece caratterizzata da esposizione, quota e pendenza approssimativamente simili all’area di saggio interna alla zona di distacco. L’area di controllo viene posizionata ad una distanza tale da non creare alcun tipo di sovrapposizione con l’area interna alla valanga, neanche relativamente alle chiome degli individui.

Entrambe le aree sono di forma circolare con raggio pari a 13 m.

In accordo con altri studi in materia (Letey et al., 2008; Viglietti et al., 2010), si è optato per non fissare una rigida soglia di cavallettamento, in quanto anche piante con diametro inferiore a 7,5 cm possono esercitare influenza sul manto nevoso: il fattore limitante stabilito è stata invece l’altezza. Vengono infatti considerate tutte le piante con altezza superiore a 2 m. Altezze inferiori potrebbero infatti essere superate dall’altezza del manto nevoso. È stato dimostrato come il 90% delle valanghe si stacchi con altezze dello strato arboreo inferiori a 2 m (Meyer-Grass, 1987). Durante i rilievi in bosco sono stati utilizzati i seguenti strumenti (Figura 1.1):

- Palina bianco-rossa dell’altezza di 2 m utilizzata per evidenziare il centro scelto per l’area di saggio;

- GPS Garmin (GPSMAP® 62sc), utilizzato per la localizzazione di siti valanghivi e per marcare i centri delle aree di saggio;

- Altimetro e bussola Suunto;

- TruPulse 360° B (telemetro laser per la misura dei parametri di popolamento); - Cavalletto dendrometrico da 80 cm;

- Cordella metrica da 50 m; - Macchina fotografica;

- Cartografia relativa agli eventi valanghivi (CTR e ortofoto); - Schede di rilevamento dati.

Figura 2.9 – Principale strumentazione utilizzata durante i rilievi in campo (foto Zanrosso, 2017).

La procedura di raccolta dati può essere suddivisa in tre parti principali, tutte applicate per ciascuna area di saggio: una prima fase relativa all’inquadramento dell’area, una seconda legata alla raccolta dei parametri dendrometrici ed una terza legata allo studio della rinnovazione. Per ciascuna delle tre fasi di rilievo viene compilata un’apposita scheda descrittiva (vedi capitolo 7. ALLEGATI, pag. 223).

• Inquadramento dell’area

Giunti sul campo e individuata correttamente la zona di distacco viene applicata la seguente procedura:

- Fissaggio della palina nel punto scelto come centro dell’area di saggio;

- Marcatura del punto centrale mediante GPS in dotazione, utilizzando la funzione “media di posizione” per una maggiore accuratezza;

- Acquisizione di 4 elementi fotografici relativi all’area: a monte, a valle, a destra e a sinistra rispetto al centro;

- Registrazione dei dati di: quota, pendenza ed esposizione. Gli ultimi due parametri sono misurati con il TruPulse, previa taratura del sensore bussola;

- Indicazione della tipologia forestale presente;

eventuali note come, ad esempio, le specie presenti o l’altezza dello strato. Per la copertura arborea è indicato anche il dato di distribuzione: omogenea, disomogenea o “altro”;

- Indicazione dell’indice di pietrosità (o accidentalità), secondo i valori: assente, < 50% o > 50%, indicando eventualmente la dimensione media dei massi presenti;

- Indicazione sull’eventuale presenza di buche e loro dimensione;

- Indicazione di altri elementi di particolare interesse relativi all’area di saggio.

• Raccolta dei parametri dendrometrici

Questa seconda fase rappresenta in sé il vero e proprio rilievo forestale. La procedura viene eseguita misurando i parametri forestali relativi a ciascun individuo ricadente all’interno dell’area di saggio. A partire da un individuo casuale, gli alberi sono misurati poi con ordine procedendo in senso orario. La delimitazione dell’area viene eseguita con il TruPulse: per ciascun individuo viene misurata la relativa distanza orizzontale (utilizzando la funzione Shot HD Mode dello strumento) e, se inferiore o uguale ai 13 m si procede alle successive misure, indicando:

- Specie rilevata;

- Diametro a petto d’uomo (DBH, ovvero 1,30 m), con il cavalletto dendrometrico; - Misurazione dell’altezza utilizzando la funzione Measure Tree Height del TruPulse; - Misurazione dell’altezza di intersezione della chioma, con la stessa procedura del punto

precedente;

- Misurazione delle proiezioni della chioma lungo i quattro punti cardinali: nord, sud, est e ovest. La misura è eseguita utilizzando la funzione Measure Missing Line del TruPulse; - Misurazione di azimut e distanza dell’individuo rispettivamente al centro dell’area; - Annotazione dello stato di vigoria delle piante secondo tre classi qualitative: buona,

media e pessima. Viene riportato a parte se l’individuo risulta morto. Per classe buona si intende un individuo sano, in buono stato vegetativo, con buon portamento e senza particolari ed evidenti danni. Per classe media si intende un individuo sano che tuttavia può riportare diversi danni, oppure può presentarsi con fusto e chioma irregolari. Per classe pessima si intende invece un individuo morto, deperente o in pessimo stato vegetativo, con fusto e chioma irregolari o che riporta evidenti danni di modesta entità. La classe pessima rappresenta spesso individui destinati al deperimento;

- Annotazione di eventuali danni riportati dall’individuo (schianti, sciabolature, apice sostituito, etc.), riportando i dettagli in una apposita casella.

• Rinnovazione

Nell’intento di capire e indagare le dinamiche di popolamento post evento, sono stati reperiti i dati relativi alla rinnovazione sull’area di saggio. Il rilievo ha seguito uno schema a croce (Figura 2.10): internamente all’area di saggio sono stati tracciati due transetti della larghezza di 1 m, su tutta la lunghezza del diametro, per un totale di 26 m ciascuno. Il primo è disposto lungo la linea di massima pendenza, il secondo ortogonale ad essa. Questa accortezza permette di evitare errori di valutazione dovuti alla potenziale eterogeneità della distribuzione. Su ciascun transetto viene rilevata rinnovazione e vegetazione inferiori ai 2 m di altezza. È importante avere l’accortezza di non conteggiare due volte i dati relativi al metro quadro nel quale le due fasce si incontrano. In questo senso è stato scelto di mantenere una divisione in 5 settori: 1 (up), 2 (down), 3 (left), 4 (right) e C (center). Oltre ad evitare eventuali repliche, questa suddivisione fornisce anche un’ulteriore possibilità di studio sulla distribuzione ed evoluzione della rinnovazione post evento. I dati di rinnovazione sono raccolti separatamente per ciascun quadrante, e sono:

- Specie rilevata;

- Abbondanza, intesa come numero di individui; - Distribuzione;

- Eventuali note relative, ad esempio, alla presenza di nuclei di rinnovazione oppure allo stato di affermazione.

Figura 2.10 – Schema a quadranti per la registrazione dei dati di rinnovazione.

Come già specificato, tutti i parametri registrati nelle tre fasi operative vengono registrati su apposite schede di campagna, e costituiranno oggetto di successive elaborazioni (vedi capitolo 7. ALLEGATI, pag. 223). Ciascun sito valanghivo analizzato sarà infine descritto da 3 schede per l’area di distacco e 3 per l’area di controllo.