2. Emozioni ed apprendimento
2.1 Il ruolo della memoria
2.1.2 La memoria a breve termine e la memoria di lavoro
In seguito al passaggio dell’informazione nella memoria sensoriale, essa approda a quella che James denominò “memoria primaria”, sostituita da successivi studi neuroscientifici con il termine di “memoria a breve termine”. Irving e Weiner affermano infatti che «James is perhaps best known for having originated the distinction between primary memory and secondary memory. Primary memory is what we today call short-term memory […] and secondary memory what we now call long-term memory184» (Irving, Weiner, 2003:544). Freddi definisce la memoria a breve termine come «un sistema che mantiene disponibili le informazioni da alcuni secondi a qualche minuto ed è coinvolto in numerosi compiti cognitivi come il ragionamento, l’apprendimento, la comprensione verbale e la coscienza» (Freddi, 2006:4). Cowen conferma che la memoria a breve termine è la capacità «of the human mind
182 Tratto da http://www.human-memory.net Ultimo accesso 26/11/18
«l’abilità di trattenere le impressioni dell’informazione sensoriale dopo la scomparsa degli stimoli originali». La traduzione è nostra.
183 È stato mantenuto il corsivo dell’originale.
184 «James è probabilmente meglio conosciuto per aver originato la distinzione tra memoria primaria e
memoria secondaria. La memoria primaria è ciò che oggi chiamiamo memoria a breve termine […] e la memoria secondaria è ciò che oggi chiamiamo memoria a lungo termine». La traduzione è nostra.
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that can hold a limited amount of information in a very accessible state temporarily185». Caratteristiche peculiari che distinguono la memoria a breve termine da quella a lungo termine risultano essere pertanto la limitata durata e lo span , motivo per cui se l’informazione non viene elaborata in pochi secondi, decade. In modo particolare, Cardona afferma che «nella memoria a breve termine la codifica avrebbe a livello fonologico, mentre la memoria a lungo termine dipenderebbe soprattutto da una codifica a livello semantico» (Cardona, 2010:67). Tuttavia, oggi viene spesso anche chiamata “memoria di lavoro”, come dichiarano Girotto e Zorzi «quando si parla di ricordo temporaneo o di memoria a breve termine si fa riferimento ad un sistema chiamato memoria di lavoro che mantiene ed elabora le informazioni durante l’esecuzione di compiti cognitivi» (Girotto, Zorzi, 2004:131). Daloiso spiega che oltre a presentare limiti quantitativi e temporali, la memoria di lavoro è caratterizzata dal meccanismo dell’attenzione selettiva (cfr. 2.2.1) e dalla ripetizione, infatti «il mantenimento dell’informazione in questo magazzino avviene attraverso la semplice ripetizione, che coinvolge quindi più la dimensione fonetica dell’input che quella semantica»(Daloiso, 2009:67). Proposta da Baddeley e Hitch, la struttura della memoria di lavoro viene considerata multicomponenziale, infatti «dati clinici e sperimentali hanno suggerito la necessità di considerare questo sistema come a più componenti, secondo un modello tripartito che prevede un ‘esecutivo centrale’, coadiuvato da due sottosistemi di m. temporanea che mantengono l’informazione rilevante per l’elaborazione centrale186». L’esecutivo centrale quindi svolgerebbe la funzione di sistema attenzionale che coordinerebbe l’attività di due ulteriori sottosistemi, il ciclo fonologico ed il taccuino visuo-spaziale, deputati rispettivamente all’elaborazione verbale e a quella visiva dell’informazione. Come riportato da Cowen, «their thinking led to an influential model in which verbal-phonological and visual-spatial representations were held separately and were managed and manipulated with the help of attention-related processes, termed the central executive187». Secondo le parole di Baddeley stesso,
We labelled the central controller as a “central executive” (CE), initially referring to the verbal system as the “articulatory loop,” after the subvocal rehearsal assumed to be necessary to maintain information, and later adopting the term “phonological loop” to
185 Tratto da https://www.ncbi.nlm.nih.gov/ Ultimo accesso 27/11/18
«della mente umana che può trattenere una quantità di informazioni limitata in un tempo accessibile temporaneo». La traduzione è nostra.
186 Tratto da http://www.treccani.it/ Ultimo accesso 27/11/18
L’abbreviazione riprende il testo originale.
187 Tratto da https://www.ncbi.nlm.nih.gov/ Ultimo accesso 27/11/18
«il loro pensiero portò a un influente modello in cui le rappresentazioni verbali-fonologiche e viso-spaziali erano trattenute separatamente, ed erano gestite e manipolate con l’aiuto processi attentivi, chiamati esecutivo centrale». La traduzione è nostra.
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emphasize storage rather than rehearsal. We termed the third component the “visuo- spatial sketchpad,” leaving open the issue of whether it was basically visual, spatial, or
both188 (Baddeley, 2012:7).
Al modello illustrato, nel 2000 Baddeley aggiunse una quarta sottocomponente che spiegasse in che modo i partecipanti ai suoi esperimenti non usufruissero solo del ciclo fonologico oppure solo del taccuino visuo-spaziale, ma combinassero i due aspetti. Denominato buffer episodico, esso «sarebbe una specie di intermediario tra i sottotipi aventi codici diversi, il cui compito è quello di combinare le informazioni in scene unitarie, significative e coerenti» (Nandini, 2013:54). In altri termini, esso permetterebbe l’integrazione delle informazioni provenienti dalle altre sottocomponenti, fungendo da interfaccia tra memoria a breve termine e memoria a lungo termine. Baddeley sostiene infatti, che «the episodic buffer is assumed to be capable of storing information in a multi-dimensional code. It thus provides a temporary interface between the slave systems and LTM. It is assumed to be controlled by the central executive, which is responsible for binding information from a number of sources into coherent episodes […] consciously189» (Baddeley, 2000). L’informazione, pertanto, viene inizialmente sottoposta ad un’analisi sulla base delle caratteristiche fisiche dalla memoria sensoriale, a seguito della quale attraversa il breve mantenimento ed elaborazione da parte della memoria a breve termine o di lavoro. Tuttavia, per essere definitivamente immagazzinata, essa deve essere archiviata nella memoria a lungo termine.