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2. Studi Empirici sulla Metafora

3.1 Metodo

Partecipanti. I partecipanti sono 18 donne e 12 uomini di età variabili tra i

21 e i 60 anni. La maggioranza (24) ha una laurea, 4 un diploma e 2 la licenza

media. Tutti sono parlanti nativi di italiano e nessuno ha partecipato in

precedenza a studi sulla metafora, né possiede conoscenze specialistiche in

proposito. La ragione di tale disomogeneità nel campione è da ricercare nel

nostro tentativo di fornire una sorta di studio pilota, più diversificato possibile,

in modo da stabilire in seguito l’eventuale direzione più promettente da seguire

per approfondire la questione, e anche con l’idea di avere dati sulle eventuali

differenze nei risultati del test in base a età e titolo di studio.

Materiali e design. I verbi utilizzati nel test, sono stati selezionati dopo

accurata ricerca tramite la piattaforma Sketch Engine, interrogando tramite essa

il corpus web itTenTen (cfr nota 1).

Essi sono:

Amputare

Asfaltare

Inchiodare

Inscatolare

Rammendare

Rottamare

Archiviare

Rapire

Stappare

Dribblare

I verbi sono stati scelti in quanto specifici, denominali (a eccezione di

“amputare” e “rapire”) e transitivi. Il modello preso a esempio è quello del

verbo “rottamare”, assurto agli onori della cronaca in seguito al suo noto

utilizzo creativo e metaforico da parte di Matteo Renzi. Il requisito di

transitività è importante, in quanto le metafore prese in esame consteranno di

una combinazione verbo/complemento oggetto. La derivazione nominale non è

caratteristica fondamentale, ma preferita appunto per analogia con il verbo

“rottamare”, che con le sue qualità, nel bene o nel male, ha avuto fortuna come

nuova metafora dello svecchiamento. La specificità, invece, garantisce un

numero sufficiente ma non eccessivo di exploitation metaforiche

24

(Hanks, 2013)

del verbo stesso, inoltre, restiamo nei territori dell’analogia col verbo

“rottamare”, anch’esso molto specifico.

Per ognuno dei dieci verbi, sono state costruite sei frasi (si veda

Appendice I), due per ogni livello di metaforicità individuato, sul modello dello

studio di Torreano, Cacciari e Glucksberg (2005)

25

. Ci basiamo infatti

sull’assunto che la metaforicità sia distribuita in un continuum e non esista una

dicotomia tra costruzione letterale e costruzione metaforica

26

. Indice di

maggiore metaforicità saranno: l’allontanamento dalla norma d’uso (Hanks,

2006), l’astrazione di una o più proprietà semantiche del verbo preso in esame

(Torreano, Cacciari, Glucksberg; 2005) e la maggiore astrattezza del contesto

(Turney et al., 2011). I livelli così individuati sono tre, analogamente a quelli

utilizzati da Torreano e colleghi:

L0, livello base in cui il verbo viene compreso nel suo significato di

default, letterale, e il complemento oggetto fa parte delle occorrenze

abituali del verbo;

L1, livello intermedio per cui l’oggetto non è quello abituale del verbo,

ma rimane concreto e il verbo viene presumibilmente compreso come

metaforico;

L2, livello maggiormente metaforico, in cui il complemento oggetto è

astratto e la co-occorrenza di quest’ultimo col verbo poco probabile.

27

24 Per il lessicografo Hanks (2013), le exploitation corrispondono alle deviazioni

linguistiche dalla norma. Sono cognitivamente salienti, retoricamente efficaci, e la metafora ne fa parte a pieno titolo.

25 Cfr paragrafo 2.3.

26 A questo proposito si veda ad esempio Hanks (2006).

27 Per semplificare faremo riferimento soltanto a tre livelli di metaforicità, ma in alcuni

casi ne abbiamo rilevati di più, ad esempio per il verbo “asfaltare” se ne possono isolare quattro, come è possibile vedere dalle occorrenze trovate: “asfaltare la strada” (L0); “asfaltare i fidanzatini” (L1); “asfaltare l’avversario” (L2); “asfaltare le idee” (L3). All’aumentare del livello corrisponde un aumento della metaforicità.

Abbiamo detto che per ogni livello di metaforicità vi sono due frasi. Il

motivo è che una delle due è costruita sulla base di un’occorrenza

verbo/oggetto attestata nel corpus ItTenTen, mentre l’altra frase contiene una

combinazione predicato/complemento oggetto non attestata, ma ideata

tenendo conto del livello di metaforicità e delle caratteristiche semantiche di

base attribuibili alla coppia verbo/oggetto della prima frase.

Ricordiamo che ciò che viene indagato sono le combinazioni

verbo/complemento oggetto. Per quanto riguarda il resto delle frasi stimolo, esse

sono state modificate in modo da risultare meno marcate possibile. Lo stesso

tempo verbale utilizzato è stato reso omogeneo impiegando il passato prossimo

in ogni caso. Un breve contesto è stato fornito ove ritenuto necessario per la

comprensione (ad esempio nella frase 12a: “L’innamorato ha inscatolato gli

istanti passati insieme alla ex”). Quanto ai soggetti grammaticali delle frasi, in

alcuni casi sono rimasti quelli trovati nel corpus, in altri casi sono stati

modificati a favore di sostantivi meno marcati e più generici e comprensibili.

Dove possibile abbiamo utilizzato gli stessi sostantivi/soggetto anche per le

frasi contenenti la combinazione non attestata.

Vediamo l’esempio di uno dei verbi (rottamare) con il suo insieme di frasi

stimolo:

Tabella 4: esempio di un set di frasi con diversi livelli di metaforicità

Procedura. Le 60 frasi risultanti (6 per ciascuno dei 10 verbi) sono state

randomizzate ed inserite in un questionario creato con un form di Google Drive.

Per ogni frase sono stati richiesti:

Una parafrasi da eseguire secondo le seguenti istruzioni: ”Cerca di

parafrasare la frase come se l'avessi sentita di sfuggita nella

L0

L1

L2

Attestata

Giulio ha rottamato la sua

macchina Euro 1 Matteo Renzi ha rottamato i dirigenti del PD La nostra generazione ha rottamato la speranza

Non attestata

Giulio ha rottamato il suo piatto da

conversazione di un passante e provassi ad immaginarne il

significato. Se possibile, non ripetere le parole presenti nella frase

originale, ma utilizza dei sinonimi o delle perifrasi. Non usare

metafore né modi di dire, ma parafrasa nel modo più semplice e

letterale possibile.”;

Un giudizio di comprensibilità da fornire su scala da 1 a 5, dove 1

corrisponde ad una frase totalmente incomprensibile e 5 ad una

frase pienamente comprensibile;

Un giudizio di metaforicità da fornire ancora una volta su una scala

da 1 a 5, dove 1 corrisponde ad una frase con significato letterale e 5

ad una frase con significato fortemente metaforico.

La scelta di utilizzare un questionario online è dettata dalla praticità che

comporta. Naturalmente ciò non permette un controllo su tempo di esecuzione

(circa 45 minuti) e modalità di esecuzione. I test richiedono informazioni di base

quali età, luogo di nascita, titolo di studio e sesso dei soggetti, ma la forma è

anonima. Le istruzioni sono dettagliate e accompagnate da un esempio.

3.2 Risultati e discussione

I soggetti non sembrano aver trovato particolari difficoltà nell’esecuzione

del compito, anche se alcuni hanno lasciato in bianco i giudizi o le parafrasi

corrispondenti a frasi-stimolo che reputavano incomprensibili (e in un paio di

casi sono state saltate delle frasi per errore). Per i particolari rimandiamo al

paragrafo sulle parafrasi nella presente sezione.

Nell’Appendice II è riportata la tabella contenente tutti i dati raccolti nel

test. Analizziamo punto per punto le informazioni più importanti che se ne

possono ricavare in questa sede.

Giudizi di comprensibilità.°In generale, i giudizi dati alla comprensibilità

stati compresi senza problemi. La distribuzione complessiva è riportata nella

Tabella 5.

Tabella 5: distribuzione di tutti i giudizi di comprensibilità

Punteggi

1

2

3

4

5

n.a.

Distribuzione

170

229

330

351

711

9

Vediamo che, senza distinzione in base a diversi livelli di metaforicità o

attestazione, le frasi con giudizio di comprensibilità pari al massimo, che

ricordiamo essere 5, sono il 39,5%, cioè 711 su 1800. Le frasi giudicate avere una

bassa comprensibilità (1 e 2) corrispondono al 22% del totale.

Ancora considerando tutta la colonna relativa ai giudizi di

comprensibilità, vediamo che la Media (M) è uguale a 3,67, la Mediana (Me) è 4,

la Varianza (Var) è pari a 1,84, la Deviazione Standard (SD) ha un valore di 1,36

e infine l’Errore Standard (SE) è approssimabile a 0,03.

Entrando più nello specifico, descriviamo adesso i diversi giudizi di

comprensibilità raccolti differenziandoli in base al livello di metaforicità e

all’attestazione o meno delle frasi a cui sono stati dati. Iniziamo dalla

comparazione tra giudizi di comprensibilità attribuiti a combinazioni verbo-

oggetto attestate e non attestate, nella Tabella 6. Ci aspettiamo naturalmente che

le combinazioni attestate risultino più comprensibili per effetto della familiarità,

data dalla frequenza di fruizione

28

.

Tabella 6: misurazioni statistiche per giudizi di comprensibilità di

combinazioni attestate vs combinazioni non attestate

M

Me

Var

SD

SE

Giudizio di comprensibilità di

frasi attestate

4,24

5

1,14

1,07

0,04

Giudizio di comprensibilità di

frasi non attestate

3,1

3

1,89

1,37

0,05

28 La familiarità è quindi un parametro graduale, ci sono espressioni ascoltate e/o

utilizzate poco o molto frequentemente, anche in base a fattori come la provenienza geografica o l’età del parlante.

Come previsto, le frasi contenenti combinazioni attestate risultano molto

più comprensibili (M e Me molto alte) e i giudizi ad esse riferiti sono più

omogenei e meno variati. L’applicazione di un test di Wilcoxon (i due gruppi

non hanno distribuzione normale e bisogna applicare un test non parametrico)

ci conferma che le mediane dei due gruppi (giudizi di comprensibilità per le

frasi attestate e giudizi di comprensibilità per le frasi non attestate) sono

significativamente diverse (p-value < 2,2e-16). Ciò non dovrebbe dipendere da

differenze nelle caratteristiche semantiche o nell’astrattezza del complemento

oggetto e/o del soggetto eventualmente riscontrabili nelle combinazioni non

attestate, infatti in queste ultime si cerca di mantenere la stessa tipologia di

oggetto, come già specificato. Le differenze di comprensione si basano invece

probabilmente sulla familiarità (o sulla mancanza di essa) e sull’appropriatezza

o meno della nuova metafora creatasi, anche in funzione di un contesto

pragmatico sconosciuto. Prendiamo ad esempio una delle frasi già presentate

nella Tabella 4: “La nostra generazione ha rottamato la speranza” (combinazione

attestata). La corrispondente frase con combinazione non attestata è “La nostra

generazione ha rottamato l’intimità”. Il soggetto grammaticale rimane lo stesso e

il complemento oggetto consta di un sostantivo allo stesso livello di astrattezza

e con le stesse caratteristiche semantiche.

Veniamo al confronto tra giudizi di comprensibilità e diversi livelli di

metaforicità, riassunto nella Tabella 7.

Tabella 7: giudizi di comprensibilità e diversi livelli di metaforicità

Le combinazioni di livello letterale sono quelle che vengono comprese

meglio, mentre, contrariamente a quanto potremmo aspettarci in una

L0

L1

L2

M

3,93

3,48

3,6

Me

5

4

4

Var

2,01

1,84

1,57

SD

1,42

1,36

1,35

SE

0,06

0,06

0,05

predizione intuitiva, al Livello 1 di metaforicità i giudizi di comprensibilità si

abbassano, per rialzarsi al Livello 2. Le frasi più comprensibili risultano quindi

quelle letterali, seguono gli stimoli contenenti combinazioni verbo-nome con

sostantivo astratto (e quindi con due passaggi di astrazione rispetto alle

proprietà letterali, di default, del verbo), e ultime a facilità di comprensione

sono le frasi di livello intermedio, con una coppia verbo-oggetto che non è più

letterale, ma che mantiene comunque un complemento concreto, anche se non

tipico.

Scavando più approfonditamente, vediamo però che questo rapporto tra i

giudizi di comprensibilità (facciamo riferimento alle medie) per i vari livelli non

è costante per tutti i verbi.

In particolare:

Amputare → L0 (M 4,38)>L1 (M 3,92)>L2 (M 3,6);

Asfaltare → L1 (M 4,12)>L0 (M 4,08)>L2 (M 3,78);

Inchiodare → L1 (M 4,36)>L2 (M 3,98)>L0 (M 3,53);

Inscatolare → L0 (M 3,24)>L2 (M 3,1)>L1 (M 2,64);

Rammendare → L0 (M 4,62)>L2 (M 3,17)>L1 (M 2,83);

Rottamare → L0 (M 3,85)>L2 (M 3,6)> L1 (M 3,51);

Archiviare → L2 (M 3,82)>L0 (M 3,45)>L1 (M 2,83);

Rapire → L0 (M 4,18)>L2 (M 4,14)>L1 (M 4,05);

Stappare → L0 (M 4,58)>L1 (M 3,17)>L2 (M 3,12);

Dribblare → L2 (M 3,72)>L1 (M 3,43)>L0 (M 3,37).

Inscatolare, rammendare, rottamare e rapire seguono l’andamento L0>L2>L1,

cioè quello risultante anche dalle medie totali dei verbi, visto nella Tabella 7.

Nel caso di amputare e stappare i giudizi di comprensibilità seguono lo schema

L0>L1>L2, cioè le frasi risultano meno comprensibili all’aumentare della

metaforicità. Per quanto riguarda i quattro verbi rimanenti, ognuno è un caso a

parte: asfaltare L1>L0>L2, inchiodare L1>L2>L0, archiviare L2>L0>L1 e dribblare

L2>L1>L0. Dribblare è addirittura percepito come più comprensibile

all’aumentare della metaforicità. Sono dunque sei su dieci i verbi in cui

effettivamente il livello L2 è giudicato più comprensibile del livello L1

(inscatolare, rammendare, rottamare, archiviare, rapire e dribblare) e sei su dieci i

verbi il cui livello L0 è giudicato più comprensibile di L1 e L2 (amputare,

inscatolare, rammendare, rottamare, rapire e stappare). Se però le differenze tra L0 e

L1 e L0 e L2 risultano significative, lo stesso non si può dire delle differenze tra

L1 e L2. Applicando infatti un test di Wilcoxon ai due vettori formati dalle

medie dei giudizi di comprensibilità per L0 e L1 e poi per L0 e L2, otteniamo

rispettivamente un p=3,911e-11 e un p=3,423e-09, mentre per L1 e L2 il valore p

risultante dal test di Wilcoxon è 0,2303 (maggiore di 0,05 e non sufficientemente

basso per rifiutare l’ipotesi nulla). Non è dunque possibile generalizzare i

risultati ottenuti per quanto riguarda L2>L1, per quanto affascinanti.

Ogni verbo sembra costituire una storia a sé, bisognerebbe testare verbi

più simili tra loro per la frequenza con cui vengono utilizzati metaforicamente.

Riteniamo infatti che la maggior comprensibilità di una frase appartenente a un

certo livello L0, L1 o L2, dipenda dalla familiarità che il soggetto ha con

l’utilizzo del verbo in questione con quel certo livello di metaforicità. È molto

probabile che l’uso di default di un verbo sia al livello letterale, tale livello L0

costituirà dunque quello più facilmente comprensibile. È il caso ad esempio

(per il verbo inscatolare) della frase “Una fabbrica ha inscatolato quei tonni” (L0

M=4,5), che risulta più comprensibile di “L’innamorato ha inscatolato gli istanti

passati insieme alla ex” (L2 M=3,7) e di “La mente umana inscatola le persone”

(L1 M=3,03).

Se invece prendiamo ad esempio il verbo archiviare, per cui risulta che

L2>L0>L1, ipotizziamo che il significato metaforico del verbo (in questo caso

L2) sia frequente quanto quello letterale (o anche di più). Dunque, la frase “La

magistratura ha archiviato l’indagine” (L2 M=4,87) è compresa più facilmente

di “Il professionista ha archiviato la pratica” (L0 M=4,7) e di “Gli studenti

hanno archiviato la Gelmini” (L1 M=2,8)

29

. Un'altra ragione che certamente

concorre a far sì che in quest’ultimo caso il livello L2 sia più comprensibile del

livello L0 è la presenza nella frase L2 della fortunata co-occorrenza

archiviare/indagine.

29 Per gli esempi appena visti di frasi riguardanti il verbo inscatolare e il verbo archiviare,

Abbiamo visto che non si può generalizzare sulla miglior comprensibilità

di L2 rispetto a L1, tuttavia, se volessimo cercare una spiegazione per questo

fenomeno, diremmo che nei casi in cui non è percepibile una significativa

differenza tra la familiarità attribuibile alle espressioni L1 e a quelle L2 di un

dato verbo, allora sarebbe più facile comprendere un significato metaforico

derivante da una combinazione astratta. Un complemento oggetto costituito da

un sostantivo astratto (che astrae dal verbo due proprietà concrete) potrebbe

cioè rendere il predicato più generico e con un più ampio ventaglio di

interpretazioni possibili.

Ad esempio, per il verbo rammendare, la frase L2 (combinazione

attestata) “L’amore ha rammendato l’anima” risulta più comprensibile (M=3,83)

della frase L1 (combinazione attestata) “Quella donna ha rammendato le sue

rughe” (M=3). Il fatto che l’uso di default del verbo preveda un significato

letterale, preferendo un qualche tipo di indumento come complemento oggetto

(“La mamma ha rammendato i calzini”, combinazione attestata, frase L0 con

media dei giudizi di comprensibilità pari a 4,83), non fa sì che la frase L1,

contenente anch’essa un complemento oggetto che ha come referente un

oggetto concreto e con consistenza simile al tessuto (le rughe), sia in qualche

modo avvantaggiata per l’interpretazione. Al contrario, la presenza di un

argomento non troppo dissimile da quello di default ma comunque diverso,

sembra generare una sorta di confusione nel passaggio all’interpretazione

metaforica, che risulta invece di più semplice comprensione nella frase L2, in

cui la combinazione senza alcun dubbio astratta (rammendare/anima) lascia

spazio agevolmente a più interpretazioni soggettive (ad esempio “L’amore cura

l’anima”, “L’amore ha portato la tranquillità” oppure “La vitalità nasce con

l’amore”).

Infine, per quanto riguarda i giudizi di comprensibilità ricavati dal test,

resta da mostrare il loro andamento in rapporto a livelli di metaforicità e

attestazione.

Tabella 8: giudizi di comprensibilità per ogni livello di metaforicità di

combinazioni attestate vs combinazioni non attestate

Possiamo notare un’importante differenza tra combinazioni attestate e non

attestate. Di nuovo, grazie alla familiarità e all’appropriatezza del contesto, le

frasi con combinazioni presenti in itTenTen risultano molto più comprensibili.

Le frasi letterali con combinazioni attestate hanno la media e la mediana più

alte, mentre l’andamento dei giudizi attraverso i tre livelli di astrattezza (in

modo più o meno marcato) rimane simile, tranne per la comprensibilità delle

frasi L0 non attestate, che risulta più alta di L1 ma più bassa di L2, come è

riscontrabile dal grafico in Figura 5.

Figura 5: andamenti delle M dei giudizi di comprensibilità per livello di metaforicità nel totale delle frasi-stimolo, nelle frasi con combinazioni attestate e in quelle con combinazioni non attestate

0 1 2 3 4 5 6

M Livello 0 M Livello 1 M Livello 2

Totale frasi

Combinazioni attestate Combinazioni non attestate

Combinazioni attestate

Combinazioni non attestate

L0

L1

L2

L0

L1

L2

M

4,78

3,95

4 M

3,08

3,02

3,19

Me

5

4

4 Me

3

3

3

Var

0,39

1,44

1,16 Var

2,18

1,82

1,66

SD

0,62

1,2

1,08 SD

1,48

1,35

1,29

SE

0,04

0,07

0,06 SE

0,09

0,08

0,07

Giudizi di metaforicità. La stessa analisi descrittiva possiamo adesso

applicarla ai giudizi di metaforicità evinti dal test. Iniziamo considerando la

totalità dei punteggi attribuiti alle frasi-stimolo, riportati nella Tabella 9.

Tabella 9: distribuzione totale dei giudizi di metaforicità

Punteggi

1

2

3

4

5

n.a.

Distribuzione

387

180

339

446

434

14

La Media dei giudizi totali è di 3,2, la Mediana è 4, la Varianza

corrisponde a 2,15, la Deviazione Standard è pari a 1,47, mentre l’Errore

Standard è di 0,03. In questo caso, ci si aspetta che i punteggi possano essere

equamente distribuiti, in quanto gli stimoli da giudicare sono 1800: 600 per ogni

livello di metaforicità. La preponderanza dei giudizi più alti (4 e 5) potrebbe

essere spiegata con la tendenza ad attribuire alle frasi più incomprensibili, un

più alto grado di metaforicità; come se ci fosse una diffusa considerazione

infondata della metafora, quale espressione oscura facilmente identificabile con

ciò che non si è in grado di afferrare. Questo si verifica soprattutto nel caso di

combinazioni non attestate con oggetto concreto ma non tipico del verbo in

questione (L0), ma la presenza di un numero maggiore di giudizi di

metaforicità alti in corrispondenza del punteggio 1 di comprensibilità (frase

incomprensibile), si ritrova in tutte le tabelle di contingenza che è possibile

costruire a partire dai dati del test. Si osservi ad esempio la Tabella 10.

Tabella 10: tabella di contingenza delle occorrenze dei giudizi di metaforicità e

comprensibilità, relativa alle frasi di Livello 0 non attestate

Scala di comprensibilità

1

2

3

4

5

Scala di

meta

foric

ità

1

14

10

9

21

56

2

8

15

13

29

30

3

24

30

65

45

32

4

30

56

58

57

39

5

66

65

50

36

28

Si tratta del caso più emblematico per quanto riguarda questo fenomeno,

in quanto vi sono descritte le occorrenze dei giudizi per ciò riguarda le

combinazioni non attestate e di Livello 0. Esse dovrebbero avere poche

probabilità di essere giudicate altamente metaforiche, basandoci sulla

concretezza dell’oggetto e sulle sue caratteristiche concordanti con quelle

presupposte dallo slot argomentale del verbo; in realtà, i soggetti risultano

confusi dalla mancanza di un ancoraggio all’esperienza e tendono a interpretare

tale incomprensione con un’alta metaforicità della combinazione.

Ad esempio, alla frase di livello L0 non attestata “Una fabbrica ha

inscatolato le libellule”, ben 8 soggetti attribuiscono un giudizio di metaforicità

di 5 e un giudizio di comprensibilità di 1. Il referente del complemento oggetto

non attestato “le libellule” non possiede le stesse caratteristiche fisiche (ed

attribuite culturalmente) del referente del complemento oggetto L0 attestato

“quei tonni”; per questo, la combinazione non viene facilmente interpretata

come letterale, ma latrice di qualche oscuro significato metaforico che la rende

incomprensibile. Altri esempi dello tesso tenore (frasi costruite come L0, con

combinazioni non attestate, giudicate avere metaforicità 5 e comprensibilità 1)

sono:

“Una fabbrica ha inscatolato le libellule” (3 casi);

“Giulio ha rottamato il suo piatto da dessert” (1 caso);

“Paolo ha archiviato la mensola” (5 casi).

Così abbiamo 66 casi (il numero più alto che compare nella tabella) di frasi

L0 non attestate che vengono considerate incomprensibili (comprensibilità 1) e

ad alta metaforicità (5). C’è da aggiungere che il concetto di metaforicità è molto

meno trasparente rispetto a quello di comprensibilità per i non linguisti, e può

essere più difficoltoso per i soggetti esprimere un giudizio adeguato in

proposito.

Verifichiamo ora il rapporto tra i giudizi di metaforicità nel loro

complesso e combinazioni nuove o già attestate. Nella Tabella 11 notiamo

nuovamente che le frasi con combinazioni non attestate sono giudicate di

mezzo punto più metaforiche rispetto alle combinazioni presenti nel corpus.

Queste ultime presentano una variabilità più alta.

Tabella 11: giudizi di metaforicità attribuiti a frasi con combinazioni attestate e

non attestate

M

Me

Var

SD

SE

Giudizio di metaforicità di

frasi attestate

2,94

3

2,4

1,55

0,05

Giudizio di metaforicità di

frasi non attestate

3,47

4

1,76

1,33

0,04

Naturalmente la Tabella 11 è molto generica, tuttavia sembra suggerire

che il fatto che una combinazione sia attestata e frequente diminuisca la

sensazione che sia metaforica. Potrebbe però essere vero anche il contrario,

infatti, come abbiamo visto precedentemente nella discussione seguita alla

presentazione della Tabella 10, spesso il non riuscire a comprendere una frase

(in particolar modo ciò accade con quelle non attestate) porta alla valutazione

della stessa come altamente metaforica. Sospettiamo che le due spiegazioni non

siano mutualmente esclusive, ma possibili concause del fenomeno.

Andiamo avanti nell’analisi, e presentiamo la Tabella 12, contenente le

misurazioni statistiche di base sui giudizi di metaforicità suddivisi per ogni

livello di astrazione.

Tabella 12: statistiche dei giudizi di metaforicità per L0, L1 e L2

I risultati rispecchiano le aspettative: la media e la mediana dei giudizi

aumentano coerentemente col crescere del livello di astrazione e la differenza

più consistente è tra il livello letterale e i due livelli metaforici. L’L0 è quello con

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