2. Studi Empirici sulla Metafora
3.1 Metodo
Partecipanti. I partecipanti sono 18 donne e 12 uomini di età variabili tra i
21 e i 60 anni. La maggioranza (24) ha una laurea, 4 un diploma e 2 la licenza
media. Tutti sono parlanti nativi di italiano e nessuno ha partecipato in
precedenza a studi sulla metafora, né possiede conoscenze specialistiche in
proposito. La ragione di tale disomogeneità nel campione è da ricercare nel
nostro tentativo di fornire una sorta di studio pilota, più diversificato possibile,
in modo da stabilire in seguito l’eventuale direzione più promettente da seguire
per approfondire la questione, e anche con l’idea di avere dati sulle eventuali
differenze nei risultati del test in base a età e titolo di studio.
Materiali e design. I verbi utilizzati nel test, sono stati selezionati dopo
accurata ricerca tramite la piattaforma Sketch Engine, interrogando tramite essa
il corpus web itTenTen (cfr nota 1).
Essi sono:
Amputare
Asfaltare
Inchiodare
Inscatolare
Rammendare
Rottamare
Archiviare
Rapire
Stappare
Dribblare
I verbi sono stati scelti in quanto specifici, denominali (a eccezione di
“amputare” e “rapire”) e transitivi. Il modello preso a esempio è quello del
verbo “rottamare”, assurto agli onori della cronaca in seguito al suo noto
utilizzo creativo e metaforico da parte di Matteo Renzi. Il requisito di
transitività è importante, in quanto le metafore prese in esame consteranno di
una combinazione verbo/complemento oggetto. La derivazione nominale non è
caratteristica fondamentale, ma preferita appunto per analogia con il verbo
“rottamare”, che con le sue qualità, nel bene o nel male, ha avuto fortuna come
nuova metafora dello svecchiamento. La specificità, invece, garantisce un
numero sufficiente ma non eccessivo di exploitation metaforiche
24(Hanks, 2013)
del verbo stesso, inoltre, restiamo nei territori dell’analogia col verbo
“rottamare”, anch’esso molto specifico.
Per ognuno dei dieci verbi, sono state costruite sei frasi (si veda
Appendice I), due per ogni livello di metaforicità individuato, sul modello dello
studio di Torreano, Cacciari e Glucksberg (2005)
25. Ci basiamo infatti
sull’assunto che la metaforicità sia distribuita in un continuum e non esista una
dicotomia tra costruzione letterale e costruzione metaforica
26. Indice di
maggiore metaforicità saranno: l’allontanamento dalla norma d’uso (Hanks,
2006), l’astrazione di una o più proprietà semantiche del verbo preso in esame
(Torreano, Cacciari, Glucksberg; 2005) e la maggiore astrattezza del contesto
(Turney et al., 2011). I livelli così individuati sono tre, analogamente a quelli
utilizzati da Torreano e colleghi:
L0, livello base in cui il verbo viene compreso nel suo significato di
default, letterale, e il complemento oggetto fa parte delle occorrenze
abituali del verbo;
L1, livello intermedio per cui l’oggetto non è quello abituale del verbo,
ma rimane concreto e il verbo viene presumibilmente compreso come
metaforico;
L2, livello maggiormente metaforico, in cui il complemento oggetto è
astratto e la co-occorrenza di quest’ultimo col verbo poco probabile.
2724 Per il lessicografo Hanks (2013), le exploitation corrispondono alle deviazioni
linguistiche dalla norma. Sono cognitivamente salienti, retoricamente efficaci, e la metafora ne fa parte a pieno titolo.
25 Cfr paragrafo 2.3.
26 A questo proposito si veda ad esempio Hanks (2006).
27 Per semplificare faremo riferimento soltanto a tre livelli di metaforicità, ma in alcuni
casi ne abbiamo rilevati di più, ad esempio per il verbo “asfaltare” se ne possono isolare quattro, come è possibile vedere dalle occorrenze trovate: “asfaltare la strada” (L0); “asfaltare i fidanzatini” (L1); “asfaltare l’avversario” (L2); “asfaltare le idee” (L3). All’aumentare del livello corrisponde un aumento della metaforicità.
Abbiamo detto che per ogni livello di metaforicità vi sono due frasi. Il
motivo è che una delle due è costruita sulla base di un’occorrenza
verbo/oggetto attestata nel corpus ItTenTen, mentre l’altra frase contiene una
combinazione predicato/complemento oggetto non attestata, ma ideata
tenendo conto del livello di metaforicità e delle caratteristiche semantiche di
base attribuibili alla coppia verbo/oggetto della prima frase.
Ricordiamo che ciò che viene indagato sono le combinazioni
verbo/complemento oggetto. Per quanto riguarda il resto delle frasi stimolo, esse
sono state modificate in modo da risultare meno marcate possibile. Lo stesso
tempo verbale utilizzato è stato reso omogeneo impiegando il passato prossimo
in ogni caso. Un breve contesto è stato fornito ove ritenuto necessario per la
comprensione (ad esempio nella frase 12a: “L’innamorato ha inscatolato gli
istanti passati insieme alla ex”). Quanto ai soggetti grammaticali delle frasi, in
alcuni casi sono rimasti quelli trovati nel corpus, in altri casi sono stati
modificati a favore di sostantivi meno marcati e più generici e comprensibili.
Dove possibile abbiamo utilizzato gli stessi sostantivi/soggetto anche per le
frasi contenenti la combinazione non attestata.
Vediamo l’esempio di uno dei verbi (rottamare) con il suo insieme di frasi
stimolo:
Tabella 4: esempio di un set di frasi con diversi livelli di metaforicità
Procedura. Le 60 frasi risultanti (6 per ciascuno dei 10 verbi) sono state
randomizzate ed inserite in un questionario creato con un form di Google Drive.
Per ogni frase sono stati richiesti:
Una parafrasi da eseguire secondo le seguenti istruzioni: ”Cerca di
parafrasare la frase come se l'avessi sentita di sfuggita nella
L0
L1
L2
Attestata
Giulio ha rottamato la suamacchina Euro 1 Matteo Renzi ha rottamato i dirigenti del PD La nostra generazione ha rottamato la speranza
Non attestata
Giulio ha rottamato il suo piatto daconversazione di un passante e provassi ad immaginarne il
significato. Se possibile, non ripetere le parole presenti nella frase
originale, ma utilizza dei sinonimi o delle perifrasi. Non usare
metafore né modi di dire, ma parafrasa nel modo più semplice e
letterale possibile.”;
Un giudizio di comprensibilità da fornire su scala da 1 a 5, dove 1
corrisponde ad una frase totalmente incomprensibile e 5 ad una
frase pienamente comprensibile;
Un giudizio di metaforicità da fornire ancora una volta su una scala
da 1 a 5, dove 1 corrisponde ad una frase con significato letterale e 5
ad una frase con significato fortemente metaforico.
La scelta di utilizzare un questionario online è dettata dalla praticità che
comporta. Naturalmente ciò non permette un controllo su tempo di esecuzione
(circa 45 minuti) e modalità di esecuzione. I test richiedono informazioni di base
quali età, luogo di nascita, titolo di studio e sesso dei soggetti, ma la forma è
anonima. Le istruzioni sono dettagliate e accompagnate da un esempio.
3.2 Risultati e discussione
I soggetti non sembrano aver trovato particolari difficoltà nell’esecuzione
del compito, anche se alcuni hanno lasciato in bianco i giudizi o le parafrasi
corrispondenti a frasi-stimolo che reputavano incomprensibili (e in un paio di
casi sono state saltate delle frasi per errore). Per i particolari rimandiamo al
paragrafo sulle parafrasi nella presente sezione.
Nell’Appendice II è riportata la tabella contenente tutti i dati raccolti nel
test. Analizziamo punto per punto le informazioni più importanti che se ne
possono ricavare in questa sede.
Giudizi di comprensibilità.°In generale, i giudizi dati alla comprensibilità
stati compresi senza problemi. La distribuzione complessiva è riportata nella
Tabella 5.
Tabella 5: distribuzione di tutti i giudizi di comprensibilità
Punteggi
1
2
3
4
5
n.a.
Distribuzione
170
229
330
351
711
9
Vediamo che, senza distinzione in base a diversi livelli di metaforicità o
attestazione, le frasi con giudizio di comprensibilità pari al massimo, che
ricordiamo essere 5, sono il 39,5%, cioè 711 su 1800. Le frasi giudicate avere una
bassa comprensibilità (1 e 2) corrispondono al 22% del totale.
Ancora considerando tutta la colonna relativa ai giudizi di
comprensibilità, vediamo che la Media (M) è uguale a 3,67, la Mediana (Me) è 4,
la Varianza (Var) è pari a 1,84, la Deviazione Standard (SD) ha un valore di 1,36
e infine l’Errore Standard (SE) è approssimabile a 0,03.
Entrando più nello specifico, descriviamo adesso i diversi giudizi di
comprensibilità raccolti differenziandoli in base al livello di metaforicità e
all’attestazione o meno delle frasi a cui sono stati dati. Iniziamo dalla
comparazione tra giudizi di comprensibilità attribuiti a combinazioni verbo-
oggetto attestate e non attestate, nella Tabella 6. Ci aspettiamo naturalmente che
le combinazioni attestate risultino più comprensibili per effetto della familiarità,
data dalla frequenza di fruizione
28.
Tabella 6: misurazioni statistiche per giudizi di comprensibilità di
combinazioni attestate vs combinazioni non attestate
M
Me
Var
SD
SE
Giudizio di comprensibilità di
frasi attestate
4,24
5
1,14
1,07
0,04
Giudizio di comprensibilità di
frasi non attestate
3,1
3
1,89
1,37
0,05
28 La familiarità è quindi un parametro graduale, ci sono espressioni ascoltate e/o
utilizzate poco o molto frequentemente, anche in base a fattori come la provenienza geografica o l’età del parlante.
Come previsto, le frasi contenenti combinazioni attestate risultano molto
più comprensibili (M e Me molto alte) e i giudizi ad esse riferiti sono più
omogenei e meno variati. L’applicazione di un test di Wilcoxon (i due gruppi
non hanno distribuzione normale e bisogna applicare un test non parametrico)
ci conferma che le mediane dei due gruppi (giudizi di comprensibilità per le
frasi attestate e giudizi di comprensibilità per le frasi non attestate) sono
significativamente diverse (p-value < 2,2e-16). Ciò non dovrebbe dipendere da
differenze nelle caratteristiche semantiche o nell’astrattezza del complemento
oggetto e/o del soggetto eventualmente riscontrabili nelle combinazioni non
attestate, infatti in queste ultime si cerca di mantenere la stessa tipologia di
oggetto, come già specificato. Le differenze di comprensione si basano invece
probabilmente sulla familiarità (o sulla mancanza di essa) e sull’appropriatezza
o meno della nuova metafora creatasi, anche in funzione di un contesto
pragmatico sconosciuto. Prendiamo ad esempio una delle frasi già presentate
nella Tabella 4: “La nostra generazione ha rottamato la speranza” (combinazione
attestata). La corrispondente frase con combinazione non attestata è “La nostra
generazione ha rottamato l’intimità”. Il soggetto grammaticale rimane lo stesso e
il complemento oggetto consta di un sostantivo allo stesso livello di astrattezza
e con le stesse caratteristiche semantiche.
Veniamo al confronto tra giudizi di comprensibilità e diversi livelli di
metaforicità, riassunto nella Tabella 7.
Tabella 7: giudizi di comprensibilità e diversi livelli di metaforicità
Le combinazioni di livello letterale sono quelle che vengono comprese
meglio, mentre, contrariamente a quanto potremmo aspettarci in una
L0
L1
L2
M
3,93
3,48
3,6
Me
5
4
4
Var
2,01
1,84
1,57
SD
1,42
1,36
1,35
SE
0,06
0,06
0,05
predizione intuitiva, al Livello 1 di metaforicità i giudizi di comprensibilità si
abbassano, per rialzarsi al Livello 2. Le frasi più comprensibili risultano quindi
quelle letterali, seguono gli stimoli contenenti combinazioni verbo-nome con
sostantivo astratto (e quindi con due passaggi di astrazione rispetto alle
proprietà letterali, di default, del verbo), e ultime a facilità di comprensione
sono le frasi di livello intermedio, con una coppia verbo-oggetto che non è più
letterale, ma che mantiene comunque un complemento concreto, anche se non
tipico.
Scavando più approfonditamente, vediamo però che questo rapporto tra i
giudizi di comprensibilità (facciamo riferimento alle medie) per i vari livelli non
è costante per tutti i verbi.
In particolare:
Amputare → L0 (M 4,38)>L1 (M 3,92)>L2 (M 3,6);
Asfaltare → L1 (M 4,12)>L0 (M 4,08)>L2 (M 3,78);
Inchiodare → L1 (M 4,36)>L2 (M 3,98)>L0 (M 3,53);
Inscatolare → L0 (M 3,24)>L2 (M 3,1)>L1 (M 2,64);
Rammendare → L0 (M 4,62)>L2 (M 3,17)>L1 (M 2,83);
Rottamare → L0 (M 3,85)>L2 (M 3,6)> L1 (M 3,51);
Archiviare → L2 (M 3,82)>L0 (M 3,45)>L1 (M 2,83);
Rapire → L0 (M 4,18)>L2 (M 4,14)>L1 (M 4,05);
Stappare → L0 (M 4,58)>L1 (M 3,17)>L2 (M 3,12);
Dribblare → L2 (M 3,72)>L1 (M 3,43)>L0 (M 3,37).
Inscatolare, rammendare, rottamare e rapire seguono l’andamento L0>L2>L1,
cioè quello risultante anche dalle medie totali dei verbi, visto nella Tabella 7.
Nel caso di amputare e stappare i giudizi di comprensibilità seguono lo schema
L0>L1>L2, cioè le frasi risultano meno comprensibili all’aumentare della
metaforicità. Per quanto riguarda i quattro verbi rimanenti, ognuno è un caso a
parte: asfaltare L1>L0>L2, inchiodare L1>L2>L0, archiviare L2>L0>L1 e dribblare
L2>L1>L0. Dribblare è addirittura percepito come più comprensibile
all’aumentare della metaforicità. Sono dunque sei su dieci i verbi in cui
effettivamente il livello L2 è giudicato più comprensibile del livello L1
(inscatolare, rammendare, rottamare, archiviare, rapire e dribblare) e sei su dieci i
verbi il cui livello L0 è giudicato più comprensibile di L1 e L2 (amputare,
inscatolare, rammendare, rottamare, rapire e stappare). Se però le differenze tra L0 e
L1 e L0 e L2 risultano significative, lo stesso non si può dire delle differenze tra
L1 e L2. Applicando infatti un test di Wilcoxon ai due vettori formati dalle
medie dei giudizi di comprensibilità per L0 e L1 e poi per L0 e L2, otteniamo
rispettivamente un p=3,911e-11 e un p=3,423e-09, mentre per L1 e L2 il valore p
risultante dal test di Wilcoxon è 0,2303 (maggiore di 0,05 e non sufficientemente
basso per rifiutare l’ipotesi nulla). Non è dunque possibile generalizzare i
risultati ottenuti per quanto riguarda L2>L1, per quanto affascinanti.
Ogni verbo sembra costituire una storia a sé, bisognerebbe testare verbi
più simili tra loro per la frequenza con cui vengono utilizzati metaforicamente.
Riteniamo infatti che la maggior comprensibilità di una frase appartenente a un
certo livello L0, L1 o L2, dipenda dalla familiarità che il soggetto ha con
l’utilizzo del verbo in questione con quel certo livello di metaforicità. È molto
probabile che l’uso di default di un verbo sia al livello letterale, tale livello L0
costituirà dunque quello più facilmente comprensibile. È il caso ad esempio
(per il verbo inscatolare) della frase “Una fabbrica ha inscatolato quei tonni” (L0
M=4,5), che risulta più comprensibile di “L’innamorato ha inscatolato gli istanti
passati insieme alla ex” (L2 M=3,7) e di “La mente umana inscatola le persone”
(L1 M=3,03).
Se invece prendiamo ad esempio il verbo archiviare, per cui risulta che
L2>L0>L1, ipotizziamo che il significato metaforico del verbo (in questo caso
L2) sia frequente quanto quello letterale (o anche di più). Dunque, la frase “La
magistratura ha archiviato l’indagine” (L2 M=4,87) è compresa più facilmente
di “Il professionista ha archiviato la pratica” (L0 M=4,7) e di “Gli studenti
hanno archiviato la Gelmini” (L1 M=2,8)
29. Un'altra ragione che certamente
concorre a far sì che in quest’ultimo caso il livello L2 sia più comprensibile del
livello L0 è la presenza nella frase L2 della fortunata co-occorrenza
archiviare/indagine.
29 Per gli esempi appena visti di frasi riguardanti il verbo inscatolare e il verbo archiviare,
Abbiamo visto che non si può generalizzare sulla miglior comprensibilità
di L2 rispetto a L1, tuttavia, se volessimo cercare una spiegazione per questo
fenomeno, diremmo che nei casi in cui non è percepibile una significativa
differenza tra la familiarità attribuibile alle espressioni L1 e a quelle L2 di un
dato verbo, allora sarebbe più facile comprendere un significato metaforico
derivante da una combinazione astratta. Un complemento oggetto costituito da
un sostantivo astratto (che astrae dal verbo due proprietà concrete) potrebbe
cioè rendere il predicato più generico e con un più ampio ventaglio di
interpretazioni possibili.
Ad esempio, per il verbo rammendare, la frase L2 (combinazione
attestata) “L’amore ha rammendato l’anima” risulta più comprensibile (M=3,83)
della frase L1 (combinazione attestata) “Quella donna ha rammendato le sue
rughe” (M=3). Il fatto che l’uso di default del verbo preveda un significato
letterale, preferendo un qualche tipo di indumento come complemento oggetto
(“La mamma ha rammendato i calzini”, combinazione attestata, frase L0 con
media dei giudizi di comprensibilità pari a 4,83), non fa sì che la frase L1,
contenente anch’essa un complemento oggetto che ha come referente un
oggetto concreto e con consistenza simile al tessuto (le rughe), sia in qualche
modo avvantaggiata per l’interpretazione. Al contrario, la presenza di un
argomento non troppo dissimile da quello di default ma comunque diverso,
sembra generare una sorta di confusione nel passaggio all’interpretazione
metaforica, che risulta invece di più semplice comprensione nella frase L2, in
cui la combinazione senza alcun dubbio astratta (rammendare/anima) lascia
spazio agevolmente a più interpretazioni soggettive (ad esempio “L’amore cura
l’anima”, “L’amore ha portato la tranquillità” oppure “La vitalità nasce con
l’amore”).
Infine, per quanto riguarda i giudizi di comprensibilità ricavati dal test,
resta da mostrare il loro andamento in rapporto a livelli di metaforicità e
attestazione.
Tabella 8: giudizi di comprensibilità per ogni livello di metaforicità di
combinazioni attestate vs combinazioni non attestate
Possiamo notare un’importante differenza tra combinazioni attestate e non
attestate. Di nuovo, grazie alla familiarità e all’appropriatezza del contesto, le
frasi con combinazioni presenti in itTenTen risultano molto più comprensibili.
Le frasi letterali con combinazioni attestate hanno la media e la mediana più
alte, mentre l’andamento dei giudizi attraverso i tre livelli di astrattezza (in
modo più o meno marcato) rimane simile, tranne per la comprensibilità delle
frasi L0 non attestate, che risulta più alta di L1 ma più bassa di L2, come è
riscontrabile dal grafico in Figura 5.
Figura 5: andamenti delle M dei giudizi di comprensibilità per livello di metaforicità nel totale delle frasi-stimolo, nelle frasi con combinazioni attestate e in quelle con combinazioni non attestate
0 1 2 3 4 5 6
M Livello 0 M Livello 1 M Livello 2
Totale frasi
Combinazioni attestate Combinazioni non attestate