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Una metodologia specifica di presa in carico del cittadino

CAPITOLO 3: IL SEGRETARIATO SOCIALE A FIRENZE

3.6 Le Schede di Rilevazione: la parola ai “fruitori” e agli “attori” del sistema

3.6.4 Una metodologia specifica di presa in carico del cittadino

Come si è già avuto modo di approfondire, il Segretariato sociale fiorentino si contraddistingue per una concezione estesa di quella funzione di accompagnamento e aiuto, propria del servizio segretariale, così come concepito dalla normativa e dalla letteratura sull’argomento. La nuova organizzazione del Segretariato, infatti, prevede la possibilità di presa in carico, aprendo tecnicamente una cartella sociale a nome del cittadino, e predisponendo tutta una serie di interventi professionali propri del Servizio Sociale.

Dando voce alle stesse operatrici, la “presa in carico breve” svolta dal Segretariato sociale può essere descritta come una presa in carico “preventiva”, ai fini di un monitoraggio di tutte quelle situazioni che non si presentano in maniera chiara e definita, per le quali ci si prende del tempo per valutare senza incanalarle precocemente in circuiti assistenziali veri e propri, ed una presa in carico “estemporanea” per le emergenze sociali:

«Io la definirei come una presa in carico preventiva, in alcune situazioni, ed estemporanea in altre. Nel senso che è un tipo di presa in carico che non prevede un intervento e una progettualità di lungo periodo, ma si tratta più o di un monitoraggio di situazioni che sono appunto un po' al limite e si sta a vedere che fine faranno... Quindi è veramente una presa in carico mirata ad un orientamento ed un monitoraggio per vedere se le persone riescono a sbrogliare le loro problematiche. O altrimenti di una presa in carico estemporanea sull'urgenza. Questo in particolare sull'area anziani: sull'urgenza si contatta subito il medico, si fa subito un intervento immediato per tamponare la situazione» (S.).

Ancora, un'altra collega porta esempi concreti che illustrano la specifica metodologia di presa in carico:

«Durante il colloquio di segretariato, quando è evidente che il lavoro da fare con l'utenza non è di breve durata, ma gli interventi da attuare sono diversi si passa direttamente alla collega del territorio. Questi sono casi veramente sporadici. Laddove invece si ravvede che c'è la necessità o di un intervento per ridare modo alla persona poi di camminare da sola, oppure laddove non abbiamo le idee chiare, non riusciamo a leggere la domanda che il cittadino porta, o se questa è effettivamente la necessità reale o magari c'è altro dietro, si fanno delle “mini” prese in carico. Operativamente apriamo una cartella e si lavora attuando l'intervento

81 professionale, ad esempio la relazione a Casa Spa per rateizzare la morosità, piuttosto che la relazione per l'inserimento di un minore al nido, oppure si fanno altri colloqui, approfondimenti con visita domiciliare per monitorare la situazione» (G.).

Per quanto riguarda la durata dell’intervento professionale, le interviste confermano i dati emersi dalla rilevazione, evidenziando una presa in carico effettivamente “breve” che molto spesso raggiunge l’obiettivo prefissato, senza la necessità di passare al Servizio Sociale territoriale:

«Ci siamo prefissate un massimo di 6 mesi per individuare se poi la cartella deve essere chiusa o passata al territorio. E devo dire la verità, la maggior parte poi vengono chiuse» (G.).

L’utenza presa in carico dal Segretariato è varia:

«Frequentemente capitano mamme che magari lavorano da poco e quando hanno fatto la domanda hanno preso quindi un punteggio minimo e allora poi si rivolgono da noi per inserire il figlio al nido e poter mantenere il lavoro. Oppure le situazioni di morosità con Casa Spa, per cui si monitora per qualche mese, si relaziona a Casa Spa, chiedendo una rateizzazione e si verifica che il piano di rientro venga rispettato. Poi tante situazioni ci vengono segnalate in forma indiretta, ad esempio situazioni di anziani soli segnalati da condomini, per cui prendiamo i contatti e andiamo a verificare con le ASA attraverso una visita domiciliare. In questi casi prima si sarebbe assegnata subito la situazione a una collega del territorio, adesso invece, prima di una presa in carico effettiva, si va a vedere la situazione, si fa una prima parte di valutazione e poi così siamo anche in grado di dare eventuali indicazioni alla collega che poi prenderà in carico la persona. Quindi, io in qualche modo indirizzo già un pochino quello che sarà poi il progetto d'aiuto alla persona, dando il mio parere professionale alla collega sulla necessità magari di un inserimento temporaneo in struttura, piuttosto che una segnalazione per la nomina di Amministratore di Sostegno...» (G.).

Dal punto di vista del cittadino-utente, è stato quindi chiesto alle intervistate se l'attuale assetto organizzativo, che prevede un primo contatto con un'Assistente sociale del Segretariato per poi passare ad altro operatore del territorio (successivamente alla presa in carico breve), potesse rappresentare una problematicità, influendo negativamente nella

82 relazione di aiuto.

In realtà, questo non sembra rappresentare un problema laddove il Servizio risulta preciso nel chiarire il percorso. Anzi, un’assistente sociale mette in luce un aspetto positivo nel distinguere le due fasi di intervento professionale, anche attraverso operatori diversi, per tutte le situazioni che richiedono una segnalazione all'Autorità Giudiziaria:

«Mi pare invece che siamo stati di grosso vantaggio in alcune situazioni perché si differenzia il momento della segnalazione da quello della presa in carico. Questo, almeno da quello che mi riportano le colleghe, apporta un beneficio perché le colleghe non si ritrovano a dover fare il doppio ruolo di segnalante e poi di controllore. Di fatto noi siamo quelle che si segnala e poi ci tiriamo fuori, mentre la collega si può creare poi tutta un'alleanza nella presa in carico. Questo soprattutto sull'area minori. Per il resto delle situazioni in ogni caso noi siamo molto chiari, non lasciamo ambiguità. Per cui noi siamo quelle del filtro, della valutazione e poi c'è un invio […]» (S.).

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