Dopo aver visto quali siano le tipologie di giocatrici attualmente presenti, quali siano le giovani atlete che pian piano si fanno largo nella classifica WTA e dopo aver ascoltato cosa pensano gli allenatori sull’evoluzione del tennis femminile, si è analizzato come l’insegnamento venga attuato, nella fase di avviamento e perfezionamento, nella realtà italiana sia a livello federale sia a livello locale.
Per quanto riguarda la metodologia federale è stato preso in considerazione il lavoro svolto presso il Centro Periferico di Allenamento (CPA) del Piemonte-Valle d’Aosta.
Le convocazioni presso il CPA sono rivolte ai ragazzi di interesse nazionale tra i 12 e 16 anni. I ragazzi selezionati sono chiamati a partecipare, insieme ai loro allenatori, a delle sessioni di allenamento che si svolgono tre week-end al mese. All’inizio si osservano i ragazzi sia in fase di palleggio sia in fase di partita, per capire quali siano le competenze tecnico-tattiche già acquisite e quali siano le lacune da perfezionare. Inoltre si discute con gli allenatori sul lavoro che si sta svolgendo su ciascun ragazzo.
La metodologia del CPA è incentrata sia sull’allenamento fisico sia su quello tecnico-tattico. Vengono realizzati, quindi, dei programmi personalizzati sia per quanto riguarda l’aspetto atletico sia per quello tennistico. In campo, la tecnica è senza dubbio l’aspetto più rilevante da osservare e perfezionare; dopo aver raggiunto una buona pulizia di questa si può passare ai lavori tattici e agli schemi di gioco da utilizzare. Grande
importanza è data in questo caso ai lavori sui primi due colpi, sia in fase di servizio sia in risposta. La federazione monitora il lavoro dei ragazzi non soltanto presso i centri di allenamento ma anche in seguito, seguendoli nei loro ambienti di lavoro. Il carico di lavoro che si svolge in campo segue il calendario dei tornei, per cui inizialmente si lavora quasi esclusivamente sul perfezionamento di un gesto tecnico e successivamente, quando ci si avvicina alla data di inizio dei tornei (fine gennaio-inizio febbraio), ci si concentra di più sulla tattica.
Il lavoro svolto presso il CPA è di grande qualità in quanto il rapporto allievo/maestro è generalmente di uno a uno. Questo dà la possibilità di lavorare con programmi personalizzati per ciascun ragazzo, il che facilita il raggiungimento degli stessi e migliora l’efficacia percepita. Questi programmi sono basati su un processo di allenamento ben definito e provato, che ne semplifica la stesura e ne migliora l’efficienza [5]. Le convocazioni sono purtroppo riservate a pochi, i migliori della regione e di interesse nazionale. Sta al singolo maestro apprendere la metodologia e riportarla nella propria realtà locale con tutti gli altri allievi. A differenza però della media presente nelle realtà locali, i ragazzi con cui si lavora al CPA sono tutti molto dotati, presentano quasi tutti una tecnica molto avanzata e di conseguenza il loro grado di apprendimento è più rapido e lascia spazio a maggiori tipologie di lavori. Per ultimo, ma non per importanza, si è notato che l’aspetto mentale viene trattato in maniera meno approfondita di quello tecnico-tattico, anche perché richiede un lavoro continuativo nel rapporto tra maestro e allievo. Tuttavia la Federazione sta formando nuove figure dedicate propriamente a questo argomento.
Per quanto riguarda invece la metodologia di allenamento nei circoli di periferia, la realtà è diversa. Innanzitutto il rapporto allievi/maestro è differente, ci sono molti più ragazzi in campo e spesso il livello di gioco tra loro è eterogeneo. Bisogna poi fare una distinzione tra coloro che non sono abituati a giocare per più di una volta a settimana, il cui obiettivo è spesso passare un’ora di tempo con gli amici o fuori casa, da coloro che invece intendono intraprendere un cammino verso l’agonismo. Per questioni organizzative, nelle singole scuole tennis non è sempre facile gestire in maniera differente queste due tipologie di allievi. Solo le scuole più importanti probabilmente riescono a lavorare con programmi diversificati per età, livello, e obiettivi. Alla fine, nelle realtà locali, è il singolo maestro che può fare la differenza con un metodo di insegnamento ben definito e organizzato, che però rimane certamente vincolato al
supporto della singola associazione dentro cui lavora. Anche nelle piccole realtà ci si concentra molto poco sull’aspetto mentale, almeno a livello teorico, e a volte anche l’aspetto fisico viene trascurato per carenza di spazio e diversità di gruppi. La caratteristica peculiare delle realtà locali, che non si può riprodurre altrove, è sicuramente quella del rapporto umano che si instaura tra l’allievo e il maestro e che è determinante per la crescita dei futuri atleti, come dimostrato dalla maggioranza dei tennisti professionisti.
Nelle accademie, invece, la realtà è più simile a quella che avviene dei CPA. I ragazzi vengono seguiti in maniera più ravvicinata, con una metodologia standardizzata, spesso derivante dall’esperienza del fondatore, che sta alla base dell’allenamento di tutti gli allievi. Per esempio l’accademia di Sanchez-Casal è molto orientata sull’aspetto atletico, gli esercizi vengono svolti sotto forma di cesti e le ripetizioni aumentano all’aumentare delle capacità fisiche dell’allievo. Inoltre nelle accademie ci sono tantissimi ragazzi che si allenano con un obiettivo comune, provare a diventare dei giocatori, quindi è più facile creare dei gruppi omogenei sia per età sia per competenze.
I ragazzi vengono seguiti anche per prevenire gli infortuni, vengono sottoposti regolarmente a delle sedute di fisioterapia e osteopatia e, se richiesto, vengono seguiti anche sotto l’aspetto mentale e nutrizionale. Le accademie offrono tutto ciò, però, a un costo molto elevato che non tutti sono in grado di sostenere.
Dall’analisi fin qui svolta, si è cercato di trarre delle conclusioni su quale possa essere una buona metodologia da applicare nei singoli centri locali, le scuole tennis.
Innanzitutto si può concludere che l’aspetto fisico-atletico è di fondamentale importanza ed è quindi opportuno allenarlo sin dalla tenera età, tenendo conto dello sviluppo e della crescita dei bambini. Allo stesso tempo, l’aspetto mentale è altrettanto importante affinché chi è predisposto per questo sport sia preparato per affrontare un cammino duro e faticoso. Bisogna infatti prendere coscienza che non tutti i ragazzi hanno questa predisposizione.
La prima cosa da fare è quindi suddividere i ragazzi in gruppi omogenei, tenendo conto che ognuno di loro avrà caratteristiche e motivazioni diverse per giocare a tennis. Da una parte ci saranno i ragazzi il cui interesse sarà di giocare per divertirsi e passare il tempo e dall’altra ragazzi che tenderanno più verso l’attività agonistica. Si è trovato utile, per questo scopo, svolgere il test dell’ITF International Tennis Number (ITN) [1],
che consiste in una serie di prove, atte a misurare in maniera oggettiva le qualità tecniche della persona che lo svolge, assegnando un punteggio che ne determina il livello di gioco. Sebbene questo test non tenga conto dell’aspetto tattico e sia troppo circoscritto per quanto riguarda quello atletico, è stato riconosciuto come un metodo utile per fare una prima suddivisione degli allievi. Inoltre, questo test ha un’altra valenza importante, può essere utilizzato per aumentare la percezione nell’allievo del proprio progresso, che periodicamente sarà oggettivato dai risultati delle prove. Infine, siccome tali prove sono suddivise in maniera da coprire tutti gli aspetti tecnici di base, sono in grado di fornire una chiara indicazione di quali siano gli aspetti più carenti e quali quelli più evoluti, così che il maestro possa provvedere a sviluppare un programma adeguato all’allievo. Questa metodologia potrà essere applicata in maniera diversa a seconda degli obiettivi e delle caratteristiche dei gruppi. Con coloro che hanno come obiettivo il semplice divertimento, sarà importante far colpire loro la palla, farli divertire tramite esercitazioni sotto forma di gioco, piuttosto che insistere sugli stati avanzati della tecnica dei colpi, sebbene possa essere motivante far loro comprendere i progressi che stanno facendo e anche divertente svolgere il test. A chi invece si rivolge più attentamente all’attività agonistica, occorrerà dare un insegnamento più dettagliato, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista tattico, per permettergli di sostenere delle piccole competizioni per poi inoltrarsi nella programmazione dei tornei.
Nel percorso agonistico, mentre le prove del test ITN sono necessariamente circoscritte ai pochi aspetti di base della tecnica, sarebbe opportuno fornire una misura del miglioramento del giovane atleta sotto un maggior numero di aspetti ed esercitazioni, inserendo quindi anche l’aspetto fisico e quello tattico. La metodologia di allenamento usata nei CPA può diventare di grande aiuto in questo, fornendo gli strumenti teorici e pratici per un progressivo miglioramento di tutti gli aspetti tecnico-tattici del ragazzo.
Visto il risultato dell’analisi svolta, una particolare attenzione dovrà essere rivolta ai primi due colpi, sia in battuta sia in risposta, in quanto lo sviluppo degli scambi si sta sempre più orientando verso una durata breve, 0-4 colpi. Ai tipi di esercitazioni proposti nei CPA si potrebbe poi aggiungere delle prove periodiche che misurino in maniera oggettiva il miglioramento dell’atleta, così da poter preparare con maggior dettaglio e precisione i programmi di lavoro e dare al ragazzo una motivazione aggiuntiva che non sia semplicemente quella dei risultati delle competizioni. Proseguendo su questa strada si incontrerà il metodo di lavoro applicato da molti professionisti, basato su obiettivi sempre crescenti, che mantengono alta la motivazione e rappresentano allo stesso tempo
un traguardo raggiungibile a fronte di uno sforzo sostenibile [10]. Per i giovani atleti, questi obiettivi potrebbero essere il semplice superamento di prove di difficoltà crescente, attraverso le quali essi possano fare esperienza del loro miglioramento, frutto del lavoro che stanno seguendo.
Il compito del maestro è infatti far si che i giovani atleti si appassionino a questo sport e mantengano una motivazione sufficiente per continuare a lavorare, sia per quelli che si vogliono semplicemente divertire, sia per quelli che vogliono intraprendere una strada più competitiva, come afferma Crespo: “possiamo dire che insegnare un tennis migliore significa raggiungere una maggiore soddisfazione, divertimento e risultati sia da parte dei giocatori sia da parte dell’allenatore” [2]. Il tennis è uno sport difficile, in quanto richiede un grande sforzo, pazienza e dedizione per migliorare e raggiungere un livello adeguato anche solo per divertirsi. Per questo motivo, si sostiene che l’aspetto mentale sia determinante e di fondamentale importanza per lo sviluppo dei giovani atleti.
Sebbene non ci sia ancora una metodologia chiara e standardizzata per lavorare sotto questo aspetto, il maestro dovrà cercare di entrare in contatto empatico con ogni ragazzo, per capirne il carattere, le motivazioni e i desideri. Sulla base di questa esperienza, il maestro potrà quindi integrare i risultati delle prove tecnico-tattiche e fisiche con una valutazione dell’aspetto mentale e mantenerla aggiornata periodicamente, registrando i cambiamenti che avverranno necessariamente durante la crescita del ragazzo. In questo modo il maestro potrà anche indicare meglio la via da seguire, e con quale sforzo. Non è infatti positivo forzare l’allievo a superare le difficoltà in ogni momento e circostanza, ma piuttosto capire il momento giusto e il modo corretto per aiutarlo a progredire e continuare a divertirsi.
Capitolo 5 Conclusione
Gli obiettivi della tesi sono stati analizzare le tipologie di giocatrici presenti al vertice della classifica WTA, intervistare alcuni allenatori con esperienza nel settore femminile a livello nazionale e internazionale, per definire una metodologia di allenamento da perseguire per formare le giovani atlete dei prossimi 5-10 anni.
Per analizzare le statistiche delle varie giocatrici è stata creata una griglia che raccoglie i dati sul servizio, sulla risposta e sulla lunghezza degli scambi. I dati sono stati raccolti guardando circa 50 partite e facendo una media delle statistiche risultati. Dall’analisi fatta, risulta che alcune giocatrici che a una semplice osservazione sembrano appartenere a una certa tipologia di gioco, possono far parte di un’altra categoria. Inoltre si è riscontrato che la maggior parte degli scambi vengono giocati tra 0 e 4 colpi, indipendentemente dalla superficie e dalla tipologia di gioco. Quindi risulta importante l’esecuzione dei primi due colpi sia in fase di battuta sia in fase di risposta. Per questo motivo sono state analizzate più nel dettaglio le statistiche di servizio e risposta delle pirme 100 giocatrici al mondo, evidenziando, in maniera inattesa, come la seconda palla di servizio sia un colpo fondamentale, che le giocatrici più forti riescono a giocare in maniera più efficace delle loro avversarie con classifica più bassa, a differenza della prima palla di servizio che non vede una differenza così netta.
In seguito è stato creato un questionario ed è stato sottoposto a diversi allenatori per analizzare quale possa essere lo sviluppo del tennis femminile nei prossimi anni e capire quali siano le priorità nell’insegnamento. Le risposte hanno evidenziato l’importanza dell’aspetto fisico-atletico e mentale. Inoltre, anche gli allenatori intervistati sono stati
concordi nell’affermare che i primi due colpi sono fondamentali per la continuazione dello scambio e che vanno allenati in maniera opportuna.
Infine sono state messe a confronto le metodologie di allenamento a livello italiano sia per quanto riguarda i centri federali, sia per quanto riguarda le realtà più piccole, come le scuole tennis locali. La metodologia federale, basata sull’applicazione di schemi tecnico-tattici svolti sulla base di un programma ben definito e personalizzato è un ottimo punto di partenza, al quale si può aggiungere la valutazione oggettiva dei risultati ottenuti tramite prove e test, che aiutino l’allievo a percepire il miglioramento e il maestro a definire i punti su cui lavorare. Analizzando le statistiche su servizio e risposta delle prime 100 giocatrici WTA, risulta infatti chiaro che solo uno sforzo atto ad ottenere risultati ben definiti, in questo caso in termini di percentuali di punti vinti sul proprio servizio, permette di raggiungere uno standard qualitativo elevato. L’aspetto fisico, pur tenuto in considerazione in quasi tutte le realtà analizzate, dovrebbe probabilmente essere trattato con maggior accuratezza, in quanto è sicuramente alla base delle prossime generazioni di tenniste professioniste. L’aspetto mentale è invece affrontato in maniera ancora troppo superficiale, anche se la Federazione sta formando delle nuove figure atte a colmare questa lacuna. È però importante che i singoli maestri si prendano cura di questo aspetto in ciascuno dei propri allievi, per poterne formare un
“carattere tennistico” opportuno fin da piccoli.
In conclusione, il tennis è uno sport dove volontà, determinazione e fisicità saranno caratteristiche senza le quali non si potrà competere ad alti livelli. Le doti tecnico-tattiche restano le basi su cui costruire una giocatrice, lavorando per obiettivi e con programmi personalizzati.
Bibliografia
[1] Brody H., “Match statistics and their importance”, ITF Coaching and Sport Science Review, n. 32, Aprile 2004, pp. 11-12.
[2] Crespo M., “Teaching methodology for tennis”, ITF Coaching and Sport Science Review, n. 19, Novembre 1999, 3-4.
[3] Crespo M., Couraud F., Miley D. et al, “ITN On Court Assessment”, International Tennis Federation, 2004.
[4] Crespo M., Reid M., “Tactics of the womens game”, Coach Education Series, 2007.
[5] Elderton W., “Principles of modern coaching methodology. An evolution”, ITF Coaching and Sport Science Review, n. 60, Agosto 2013, pp. 8-9.
[6] Marinuzzi R., Dell’Edera M., “La miglior difesa è il contrattacco: ecco come”, Super Tennis, 16 Novembre 2015.
[7] Molina I, “Match analysis and evaluation”, ITF Coaching and Sport Science Review, n. 34, Dicembre 2004, pp. 3-4.
[8] USTA, “Player Development Journal”,
http://assets.usta.com/assets/1/15/8086_Player_Development_Journal.pdf
[9] Van Aken I., “Tactics specific to the female game”, ITF Coaching and Sport Science Review, n. 27, Agosto 2002, pp. 13-14.
[10] Weinberg R., “Effective goal-setting for tennis players and coaches”, ITF Coaching and Sport Science Review, n. 30, Agosto 2003, pp. 3-4.