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I. TURISMO INTERNAZIONALE IN VIETNAM

II.2 I problemi della baia

II.2.6 Le minacce alla biodiversità

I fragili ecosistemi della baia di Halong sono tanto minacciati come mai prima d’ora. La biodiversità delle grotte calcaree si sta riducendo sempre più a causa di turismo e turisti, che gettano rifiuti nelle grotte fuori dagli appositi cestini dell’immondizia e toccano (o persino spaccano) stalagmiti e stalattiti. Oltretutto, molti ingressi delle cave sono stati allargati per permettere l’accesso ai visitatori, portando ad un aumento di luminosità e

Figura 22 Mappa delle miniere inondate dalle piogge dell'estate 2015 (in rosso). In giallo Halong City, in verde la città di Cam Pha (Waterkeeper Alliance, 2015)

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di disturbo che ha sbilanciato il fragile equilibrio tra la flora e la fauna all’interno. La percentuale di umidità dentro le grotte è diminuito, aumentando l’anidride carbonica che accelera la crescita di alghe.

Con l’aumento del turismo sono state dragate anche molte mangrovie e alghe marine, per lasciare spazio a porti, moli e pontili per accogliere le imbarcazioni. Come già detto in precedenza, oli e acque di scolo, il carburante e le fuoriuscite di carbone, insieme alla spazzatura, hanno inquinato numerose isole, e le loro acque sono diventate torbide. Gli escrementi umani filtrati dai servizi igienici portatili direttamente in acqua o nel suolo hanno alterato anch’essi gli ecosistemi a causa di un arricchimento di nutrienti.

Infine, molte attività di pesca sportiva condotte senza permesso vicino alle barriere coralline hanno minacciato (e continuano a farlo) numerose specie in pericolo, mentre il corallo di queste aree viene venduto come souvenir dalla gente del luogo. La sua raccolta comporta un’espulsione dei pesci la quale sopravvivenza dipende da essi, per questo motivo il Governo ne ha da poco vietato il commercio.

Molti sforzi per proteggere questo fragile ecosistema sono stati fatti, tra cui la fondazione di un Centro per il salvataggio marino, tuttavia, le potenziali minacce continuano ad essere numerose: il problema chiave consiste nelle imbarcazioni turistiche, e finché esse non diventano più eco-friendly, la situazione difficilmente potrebbe migliorare.

Il problema dell’inquinamento alla baia di Halong è, per concludere, molto grave. Ci sono veramente tante cose che non funzionano, e un ritmo di crescita e sviluppo rapido come questo rende la situazione ancora più critica, sempre più difficile da risolvere. Capita spesso che destinazioni turistiche vengano danneggiate a causa del comportamento di turisti irrispettosi nei confronti dell’ambiente o dei monumenti. Tuttavia, nel caso della baia di Halong, il problema sembra riguardare maggiormente gli attori locali. Se le persone coinvolte non ricevono una formazione adeguata in grado di far loro comprendere realmente i problemi legati all’inquinamento e il valore che ha l’ambiente (soprattutto in un luogo come la baia di Halong), nessun progetto ambientale potrà avere successo. Dovrebbero essere istruiti non solo gli utenti dei porti quali personale dei vascelli, negozianti e ristoratori e guide turistiche, ma anche i residenti stessi.

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In particolare, è di importanza primaria formare il personale portuario, cosicché l’interesse legato all’ambiente si possa integrare alle attività giornaliere nel porto, permettendo conseguentemente anche a tutti gli utenti della struttura di ricevere una conoscenza più adeguata del problema.

Dopo aver sensibilizzato la comunità, come secondo punto ritengo necessario lavorare con i battelli da crociera e le acque reflue che quotidianamente vengono rilasciate illegalmente in mare. La maggior parte dei vascelli, in particolare i battelli che effettuano viaggi giornalieri, produce molti fumi neri e rumori insistenti, conseguenza di una cattiva manutenzione del motore. Per evitare la produzione di così tanto inquinamento sarebbe necessario istituire un sistema di controllo e manutenzione periodica obbligatoria, applicando magari una serie di regolamenti o leggi che mettano più pressione ai proprietari dei battelli, che al momento si stanno concentrando solo sui propri interessi, tralasciando quelli della comunità. Questo è causato anche dal fatto che le regolamentazioni sono ancora troppo scarse, per quanto riguarda sia il loro contenuto sia la loro applicazione, e i provvedimenti da parte del governo sono ancora minimi. Ulteriori regolamenti relativi alla gestione dei rifiuti a bordo e in terraferma sono opportuni e un controllo della rigorosa applicazione di tutte le direttive dovrebbe essere eseguita quotidianamente, prendendo azioni correttive nel caso di infrazioni alla norma. Il problema riguarda però anche i porti e i moli della baia, i quali non hanno né strutture e strumenti capaci di gestire la raccolta e il trattamento dei rifiuti né un piano definito per regolare questi problemi. Bisognerebbe quindi trovare un modo per equipaggiare i porti con strumenti che permettano di affrontare il problema, quali macchinari per raccogliere gli scarti smistandoli nelle varie categorie di rifiuti. Si potrebbero installare inoltre impianti di compostaggio dei rifiuti organici, oltre a dispositivi di incenerimento. IUCN suggerisce un sistema che comprenda piccole barche operanti intorno alla baia in grado di raccogliere le acque reflue dai battelli e trasferirle a un impianto di trattamento sulla terraferma. Si stima che i battelli rilascino in totale 500m3 di acque reflue nella baia quotidianamente e che per trattare queste quantità sia necessario un capitale di circa 3 milioni di dollari, oltre a costi operativi di circa 250$ al giorno. (IUCN, 2016) La signora Nguyen Thi Bich Hien di IUCN ha continuato dicendo che per poter recuperare questi costi nel giro di cinque anni, sarebbe necessario far pagare ai proprietari dei battelli 5$ per ogni metro di acque reflue rilasciate, comportando un supplemento di circa 5$ al giorno per battello da crociera, una somma molto accessibile per i battelli e

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allo stesso tempo molto vantaggioso. Per questo motivo, IUCN ha chiesto alla città di Halong di emettere una gara d’appalto per costruire e gestire un sistema di trattamento delle acque reflue, attendendo però ancora una risposta precisa. Anche questo è collegato al problema del mancato supporto da parte del governo in merito al problema. Un’altra cosa essenziale da fare penso sia la designazione di un’impresa di pulizie che abbia la piena autorità a svolgere lavori di ripulitura delle sostanze inquinanti causate sia da fattori interni che esterni alla zona, con il completo accesso ad appropriate risorse e che sia totalmente responsabile delle azioni che compie per il raggiungimento dei propri obiettivi. Purtroppo il dipartimento di Management della baia di Halong può al momento solo concentrarsi sui fattori inquinanti sorti all’interno sito UNESCO, di conseguenza gli risulta difficile effettuare qualunque azione per fermare fattori esteri quali l’estrazione di antracite.