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Ter-Minasova: la mežkul’turnaja kommunikacija come diramazione della lingvokul’turologija

2. Dal dato linguistico al “carattere nazionale”: modelli di analis

2.3. Ter-Minasova: la mežkul’turnaja kommunikacija come diramazione della lingvokul’turologija

Nella sezione 1.3.7. ho cercato di mostrare come la mežkul’turnaja kommunikacija possa essere studiata nei termini di un peculiare orientamento della ricerca linguo-culturologica applicata, avente come obiettivi generali l’individuazione, la prevenzione e la risoluzione di conflitti interculturali che insorgono in contesti comunicativi inter-linguistici. Obiettivi molto nobili su un piano ideale. Ma cosa vogliono dire? Dal punto di vista pratico tutto ciò si traduce nella formulazione di metodologie di didattica e apprendimento attivi delle lingue straniere che tengano conto delle culture di riferimento; l’idea di fondo è che «Каждый урок иностранного языка – это перекресток культур, это практика межкультурной коммуникации, потому что каждое иностранное слово отражает иностранный мир и иностранную культуру: за каждым словом стоит обусловленное национальным сознанием […] представление о мире» / «Ciascuna lezione di lingua è un crocevia di culture, è, cioè, pratica di comunicazione interculturale poiché ogni parola straniera riflette un mondo straniero e la relativa cultura: dietro a ogni parola si cela […] la visione del mondo che determina la corrispondente coscienza nazionale» [Тер-Минасова 2008: 30]. In questo senso l’approccio linguo-culturologico della MKK si avvicina molto

alle istanze della scuola di Vorob’ëv e Šaklein, e, al contempo, all’impostazione della lingvokul’turologija contrastiva.

Quando si parla di MKK è impossibile prescindere da un nome e da una pubblicazione specifici: il nome è quello di Svetlana Ter-Minasova e la pubblicazione è Jazyk i mežkul’turnaja kommunikacija (“Lingua e comunicazione interculturale”; Mosca, 2000, 2004, 2008). Partiamo con il presentare qualche nozione biografica relativa alla studiosa. Ter-Minasova (1938), si addottora presso l’MGU e nel 1982 diviene capo del dipartimento di Lingue straniere della facoltà di Storia; nel 1988 è decano della facoltà di Lingue straniere, aperta su sua stessa iniziativa; nel 1992 diviene capo del dipartimento di Didattica delle lingue straniere, incarico che dal 2012 ricopre insieme a quello di preside della facoltà di Lingue straniere. Sempre su sua proposta, nel 2011 il Ministero dell’istruzione introduce un nuovo corso di studi universitario, ovvero Regionovedenie Rossii (ciò che in inglese è conosciuto in termini di “Area Studies”, applicati alla Russia). Nel corso della sua decennale carriera ha seguito una sessantina di dottorandi e pubblicato più di duecento lavori scientifici, di cui una decina di monografie e una quindicina di manuali – essenzialmente si tratta di libri di testo d’inglese per le scuole. È presidente del Consiglio speciale per la discussione di tesi di dottorato e per il conseguimento dell’abilitazione nell’ambito degli studi filologici delle lingue romanze e germaniche, nonché nell’ambito della didattica delle lingue straniere, fondatrice e presidente dell’Associazione nazionale russa di linguistica applicata, fondatrice e presidente dell’Associazione nazionale russa degli insegnanti di inglese a livello universitario, presidente del Consiglio scientifico-metodologico per l’insegnamento delle lingue straniere in università a orientamento non- linguistico per il Ministero dell’istruzione dell’Unione Sovietica prima, e della Federazione Russa poi. È capo redattore della rivista «Vestnik MGU» per la collana “Linguistica e comunicazione interculturale”. Negli anni ha collaborato con il fondo “Russkij mir”, il fondo D. L. Lichačëv, l’Istituto di traduzione e il canale televisivo Kultura per il progetto “ACADEMIA”. È dottore honoris causa presso l’Università dello stato di New York (Stati Uniti), l’Università di Birmingham (Gran Bretagna) e l’Università russo-armena (Armenia). Ha ricevuto il Premio Lomonosov per la sua attività pedagogica, il Premio per i cinquant’anni del programma Fulbright, l’Ordine dell’Amicizia, la Medaglia “Premio Vserossijskij vystavočnyj centr” e annesso “Diploma Vserossijskij vysatvočnyj centr – fiera internazionale del libro” per il volume Jazyk i mežkul’turnaja kommunikacija, l’Ordine d’onore, la Medaglia della Chiesa ortodossa russa Sergio di Rodonež (primo grado), l’Ordine della Santa apostolica Ol’ga di Kiev (III grado), il Certificato d’onore del Presidente della Federazione Russa, l’Ordine di San Macario, metropolita di Mosca, la Medaglia “M. Ju. Lermontov. 1814-1841” per i duecento anni dalla nascita del poeta. Il nome di Ter-Minasova compare a più riprese nei manuali, negli articoli, nelle tesi di dottorato, nonché in monografie di varia natura che si occupano di questioni di lingvokul’turologija e “comunicazione interculturale”.

Jazyk i mežkul’turnaja kommunikacija viene pubblicato nel 2000 dalla casa editrice Slovo di Mosca. Un anno dopo riceve il “Diploma Vserossijskij vystavočnyj centr – fiera internazionale del libro”. Il

volume viene quindi ristampato due volte, nel 2004 e nel 2008, per la collana “Classici universitari” (“Klassičeskij universitetskij učebnik”) delle edizioni MGU. Di fatto, Jazyk i mežkul’turnaja kommunikacija, costituisce ad oggi la principale risorsa didattica indicata nei programmi universitari a tema lingvokul’turologija e mežkul’turnaja kommunikacija. Giusto per avere un’idea, se si digita Jazyk i mežkul’turnaja kommunikacija su googlescholar, vediamo che questo libro viene citato da 6358 fonti. Ma di cosa tratta esattamente? Essenzialmente il volume raccoglie i materiali delle lezioni di “comunicazione interculturale” che Ter-Minasova ha tenuto all’MGU sul finire degli anni novanta e si propone di offrire uno strumento pratico che possa guidare professori e studenti, rispettivamente, nell’insegnamento e nell’apprendimento delle lingue straniere. Il presupposto da cui parte Ter-Minasova risiede nell’idea che la pratica della didattica delle lingue debba mutare approccio e ambire a costruire una conoscenza attiva della lingua straniera, obiettivo che può essere realizzato solo se si accolgono due principi fondamentali: (a) lo studio della lingua straniera deve essere contestuale allo studio della relativa cultura (e qui l’affinità con l’impostazione del lingvostranovedenie, da cui prende le mosse la lingvokul’turologija); ed ecco che, nel descrivere il proprio volume, Ter-Minasova afferma:

Этот курс […] особенно важ[ен] для изучающих иностранные языки, поскольку использование иностранных языков в качестве реального средства общения (а не как раньше: для пассивного чтения письменных текстов) возможно лишь при условии обширного фонового знания задействованных культур, из развития и взаимосвязей» / «Questo manuale […] è particolarmente importante per coloro che studiano una lingua straniera poiché l’uso delle lingue straniere in quanto strumento reale di comunicazione (e non per la lettura passiva di testi scritti come accadeva in passato) è possibile sono se si possiede un’ampia conoscenza di fondo delle culture interessate, del loro sviluppo e interdipendenza [Тер-Минасова 2008: 19];

(b) lo studio della lingua straniera deve articolarsi secondo un confronto costante con la lingua madre (il che ci introduce nel terreno della lingvokul’turologija contrastiva): «преподавание иностранных языков в России должно быть основано на сопоставлении с родным языком и культурой и, следовательно, тесно связано с русистикой. Это важнейшее условие оптимизации и развития

преподавания иностранных языков, русского языка и русского как

иностранного» / «l’insegnamento delle lingue straniere in Russia deve fondarsi sul confronto con la lingua madre e la cultura di appartenenza e, quindi, deve essere legato a doppio filo con la russistica. Questa è la condizione più importante per ottimizzare e sviluppare l’insegnamento delle lingue straniere, del russo in sé e del russo come seconda lingua» [Ivi: 42]. Il volume tenta di dare dimostrazione pratica di questo percorso didattico, presentando uno studio contrastivo delle lingue e culture russa e inglese.

Nell’introduzione Ter-Minasova formula una serie di quesiti cui ambisce rispondere nel corso del suo scritto, vediamone qualcuno [Тер-Минасова 2008: 12]:

Как соотносятся между собой язык и культура? Каким образом язык отражает мир, пропущенный через сознание человека? Каково влияние языка на формирование личности? Как отражаются в языке и одновременно формируются им индивидуальный и коллективный менталитет, идеология, культура? Что такое национальный характер и как он формируется языком? / Qual è il rapporto che intercorre tra lingua e cultura?

In che modo la lingua riflette il mondo filtrato attraverso la coscienza dell’individuo? Qual è l’influenza esercitata dalla lingua nella formazione della personalità?

In che modo la mentalità individuale e collettiva, l’ideologia e la cultura si riflettono nella lingua e, al contempo, sono da essa plasmate?

Che cos’è il carattere nazionale e in che modo esso viene plasmato dalla lingua?

Come si sarà notato, in queste domande di ricerca si rileva una piena sovrapposizione tra lingvokul’turologija e mežkul’turnaja kommunikacija: rapporto lingua-cultura, coscienza, personalità, mentalità e “carattere nazionale” sono ancora una volta i temi fondamentali. Partiamo esaminando l’ultimo quesito: che cos’è il “carattere nazionale” e in che modo esso viene plasmato dalla lingua? Alla risoluzione di tale questione è dedicato il primo capitolo della seconda parte del volume intitolato appunto “Rol’ jazyka v formirovanii ličnosti. Jazyk i nacional’nyj charakter” (“Il ruolo della lingua nella formazione della personalità. Lingua e carattere nazionale”). Questo titolo, proprio come la domanda di ricerca declinata all’inizio del volume, di per sé implicitamente esprime – nella forma compositiva e nell’economia dello spazio che occupa – tre postulati, che sono: (1) il “carattere nazionale” è un’entità realmente esistente; (2) il “carattere nazionale” è oggetto di ricerca linguistica; (3) il “carattere nazionale” è formato dalla lingua. Se ciò non bastasse, addentrandoci un poco nella lettura del capitolo, troviamo quest’ultimo punto esplicitato chiaramente: «Язык формирует своего носителя. Каждый национальный язык не только отражает, но и формирует национальный характер. Иначе говоря, если язык формирует представителя народа – носителя языка, причем формирует его как личность, то он должен играть такую же конструктивную роль и в формировании национального характера» / «La lingua plasma il suo parlante. Ciascuna lingua nazionale non solo riflette, ma plasma il carattere nazionale. In altre parole, se la lingua plasma il rappresentante del popolo, il parlante, lo plasma in quanto individuo, allora essa deve svolgere un ruolo altrettanto costruttivo nella formazione del carattere nazionale» [Тер-Минасова 2008: 168]. È un’asserzione forte, potente. Se ci pensiamo, negli studi che abbiamo considerato sinora, nessuno si è spinto a fare una considerazione così aperta e cristallina. Ter-Minasova, invece, “gioca a carte

scoperte”. Infatti, è convinta che sia possibile riconoscere quattro elementi, quattro prove («доказательства») «в качестве источников, подтверждающих существование национального характера» / «che attestano l’esistenza del carattere nazionale» [Ivi: 181]. La prima prova è costituita dalle barzellette, le quali danno voce agli stereotipi che i popoli nutrono nei confronti di altri o di se stessi; si tratta, però – ci mette in guardia Ter-Minasova – di una fonte attraverso cui si può risalire al “carattere nazionale” solo con riserva («с оговорками») e con molta cautela («с большой осторожностью»). La seconda risorsa che attesta il “carattere nazionale” è rappresentata dai classici della letteratura; anche qui, però, con un piccolo accorgimento: non bisogna dimenticare, infatti, che un’opera letteraria è sempre il prodotto individuale di un autore, il quale ha una poetica, un talento, una visione del mondo e una sensibilità proprie. Veniamo alla terza prova, sinora la più attendibile – ci spiega Ter-Minasova – ovvero il folclore. Al centro delle narrazioni della tradizione orale vi è sempre un protagonista che incarna il modello comportamentale e i valori culturali cui la comunità tende. Riferendosi alla tradizione russa, la linguista ritiene che «главный герой русских народных сказок уникален и не похож на героев- суперменов. В нем-то, видно, и есть разгадка загадочной русской души и ключ к национальному характеру» / «il protagonista delle fiabe popolari russe è unico e non assomiglia a nessun eroe alla Superman. In lui, è evidente, è dischiuso l’enigma della misteriosa anima russa e la chiave al carattere nazionale» [Тер-Минасова 2008: 179]. L’anti-Supermen per eccellenza, l’anti-eroe archetipico che ha in mente Ter-Minasova è Ivan-durak (Ivan-lo-scemo), che, pur all’apparenza esile, ingenuo, mansueto, al momento opportuno sfodera tutta la sua forza, il suo coraggio, la sua saggezza stupida, uscendo sempre vincitore da ogni situazione. È un personaggio modesto, piccolo, un sempliciotto tutto sommato, ma, ci dice Ter-Minasova, «народ, придумавший себе “маленького” героя, – это великий народ» / «il popolo che ha escogitato un eroe “piccolo” è un grande popolo» [Ivi: 180]. E, come accadeva per lo Slovar’ di Stepanov, anche qui entriamo nel campo dei giudizi morali. Abbandoniamolo subito. Resta un’ultima prova, la prova- regina, «самое надежное и научно приемлемое свидетельство существования национального характера» / «la testimonianza più affidabile e soddisfacente dell’esistenza del carattere nazionale» [Тер-Минасова 2008: 182]. Stiamo parlando, ovviamente, della lingua.

Perfettamente in linea con le tesi della lingvokul’turologija, Ter-Minasova ritiene che il potere esercitato dalla lingua sulla “personalità/carattere nazionali” coinvolga tutti i livelli linguistici: grammatica, lessico, fraseologia e paremiologia, sintassi. Vediamo un esempio presentato nel volume per renderci conto del materiale e della metodologia d’analisi impiegati da Ter-Minasova.

In un capitolo dal titolo “Jazyk i ideologija” (“Lingua e ideologia”) – il titolo è profetico, ma non nel senso in cui lo usa Ter-Minasova – vengono esaminate le due diverse ideologie che stanno alla base delle culture russa e occidentale e che portano naturalmente a “conflitti culturali”; per l’esattezza i termini della questione sono la Russia (Rossija) e l’Occidente (Zapad). Secondo Ter-Minasova la principale differenza tra le due ideologie si gioca sul campo di battaglia della percezione individuo/comunità; mentre

l’ideologia russa mostra una tensione al collettivismo, quella occidentale è votata all’individualismo. Il procedimento impiegato dall’autrice per dimostrare questa tesi chiama in causa un apparato di citazioni tratte da opere letterarie e teatrali, studi accademici e inserzioni pubblicitarie. Nell’interpretazione di Ter- Minasova il collettivismo dei russi non è solo erede della politica sovietica, ma il risultato della geografia e della storia tutta del popolo russo. Ciò troverebbe conferma, oltreché negli scritti di Andrej Bitov e Svetlana Aleksievič e in un articolo di «Argumenty i fakty», nel libro di Anna Pavlovskaja Kak imet’ delo s russkimi. Putevoditel’ po Rossii dlja delovych ljudej (“Come avere a che fare con i russi. Guida alla Russia per uomini d’affari”; 2003). Vediamo alcuni brani:

Русский характер, как и любой другой, был преимущественно сформирован временем и пространством. История и географическое положение наложили на него свой неизгладимый отпечаток. Века постоянной военной опасности породили особый патриотизм русских и их стремление к сильной централизованной власти; суровые климатические условия вызвали необходимость жить и работать сообща; бескрайние просторы – особый российский размах […]. Исконная склонность русских к коллективизму, обусловленная и географией, и историей народа задолго до революции 1917 года и последующего периода «строительства коммунизма», проявилась в крестьянских общинах, где коллектив решал судьбу индивидуума / Il carattere russo, così come ciascun carattere, è stato formato dal tempo e dallo spazio. La storia e la posizione geografica hanno scolpito su di esso la loro effigie indelebile. I secoli di pericolo perenne della guerra hanno generato lo specifico patriottismo dei russi e la loro inclinazione ad una centralizzazione forte del potere; le dure condizioni climatiche hanno imposto la necessità di vivere e lavorare in comunità; le distese sconfinate rappresentano il particolare slancio russo […]. L’ancestrale inclinazione al collettivismo dei russi, dettata dalla geografia e dalla storia del popolo russo e manifestatasi molto tempo prima della rivoluzione del 1917 e dell’ultimo periodo di “costruzione del comunismo”, è nata nell’obščina contadina, in cui la collettività decideva del destino dell’individuo [Павловская 2003: 17 cit. in Тер-Минасова 2008: 267].

Come si può notare i temi non sono nuovi: la storia, i grandi spazi, le condizioni climatiche hanno concorso alla formazione del “carattere nazionale” russo e, in particolare, hanno determinato la sua “tensione al collettivismo”. Di contro, spiega Ter-Minasova,

В основе идеологии Запада, наоборот, лежит культ индивидуума, уважение к потребностям и чувствам отдельного человека и игнорирование коллектива. Идеология Запада полностью подчинена этому своеобразному культу индивидуального человека, его воле и потребностям. Соответственно, и все системы – экономика, политика, культура, основанные на этой идеологии, – направлены на максимально полное обслуживание

индивидуума / Alla base dell’ideologia dell’Occidente, invece, vi è il culto dell’individuo, il rispetto per le istanze e i sentimenti del singolo e il disinteresse per la collettività. L’ideologia dell’Occidente è del tutto subordinata a questo peculiare culto del singolo, dei suoi moti volontaristici e delle sue istanze. Ne deriva che tutti i sistemi – l’economia, la politica, la cultura, i quali sono fondati su tale ideologia – sono orientati al servizio totale dell’individuo [Тер- Минасова 2008: 269].

L’esempio portato da Ter-Minasova che prova il “culto dell’individuo” proprio dell’ideologia occidentale è un testo stampato sulla carta da pacchi dell’hotel Hilton di Chicago. Recita così:

Our commitment to diversity. We respect the individuality of all customers and employees – a fact that guides the way we do business every day. We strive to create a comfortable, welcoming atmosphere for all of our customers, complete with a wide array of quality merchandise and excellent personal service. All of our employees and their individual viewpoints, beliefs, experiences and backgrounds are highly valued, and We are dedicated to making the most of each person’s abilities [Тер-Минасова 2008: 269].

Si tratta, in verità, molto più che di un esempio: siamo di fronte – nell’interpretazione di Ter- Minasova – al manifesto ideologico («идеологический манифест»), all’inno, all’ode dell’individualità («гимн, ода ингдивидуальности») occidentale [Тер-Минасова 2008: 269]. Seguono altre citazioni tratte da un’opera teatrale di Lee Blessing, da un articolo di William Faulkner e da uno studio sulla teoria delle ideologie di John B. Thompson. Ma veniamo alla questione che ci sta più a cuore: «Разумеется, язык отражает и формирует и идеологию, и менталитет, и, разумеется же, все это происходит в первую очередь и главным образом на уровне лексики, то есть на уровне слов, словосочетаний, фраз» / «Va da sé che la lingua riflette e plasma tanto l’ideologia, quanto la mentalità; e va altrettanto da sé che tutto ciò avviene in primo luogo e in larga misura a livello del lessico, a livello, cioè, di parole, locuzioni e modi di dire» [Тер-Минасова 2008: 273]. Sono le unità linguistiche, e in primo luogo le unità lessicali, a riflettere e determinare l’ideologia, i tratti del “carattere nazionale” e della mentalità dei popoli. Vediamo nello specifico come ciò avviene per i poli collettivismo-individualismo.

Secondo Ter-Minasova la risorsa linguistica più immediata e cristallina per risalire alle due ideologie è costituita dalle espressioni idiomatiche e dai proverbi che hanno il potere di esprimere la saggezza popolare e la secolare esperienza culturale della comunità. A tal proposito l’autrice cita la ricerca di una sua allieva, P. L. Korobka, dedicata alla fraseologia russa e inglese, in cui sono espressi i concetti – Ter-Minasova parla di ponjatija – di ‘корпоративизм’ (‘corporativismo’), ‘взаимопомощь’ (‘aiuto

reciproco’) e ‘дружба’ (‘amicizia’). Si registrano 8 unità fraseologiche52 nella lingua inglese e 15 nella lingua russa, tutte con valenza positiva. Riporto questi dati di seguito [cfr. Тер-Минасова 2008: 273-274], corredandoli della mia traduzione italiana:

Inglese:

Two heads are better than one – Vedono più quattr’occhi che due Live and live – Vivi e lascia vivere

Every family has a black sheep – Ogni famiglia ha la sua pecora nera There’s a safety in numbers – L’unione fa la forza

One good turn deserves another – Cortesia chiama cortesia

People who live in glass houses should not throw stones – Chi è senza peccato scagli la prima pietra A friend in need is a friend indeed – Gli amici si vedono nel momento del bisogno

To be all in the same boat – Essere sulla stessa barca Russo:

Ум хорошо, (а) два лучше – Vedono più quattr’occhi di due Живи и жить давай другим – Vivi e lascia vivere

В семье не без урода – Ogni famiglia ha la sua pecora nera Один в поле не воин – Una noce in un sacco non fa rumore Услуга за услугу – Cortesia chiama cortesia; Dare e avere53 Ты – мне, я – тебе – Oggi a te, domani a me

Семеро одного не ждут – lett. Sette non aspettano/possono aspettare uno (nel senso che gli interessi della comunità sono prioritari rispetto agli interessi del singolo)

С миру по нитке – голому рубаха (рубашка) – Un po’ per uno non fa male a nessuno Рыбак рыбака (Свой свояка) видит издалека – Chi si somiglia, si piglia

Не в службу, а в дружбу – lett. Non per obbligo (di servizio), ma per amicizia Старый друг лучше новых двух – Meglio un uovo oggi che una gallina domani Как аукнется, так и откликнется – Quel che semini, raccogli

Гора с горой не сходится, а человек с человеком сойдется – Chi non muore si rivede Не плюй в колодец, пригодится воды напиться – Non sputare nel piatto in cui mangi

52 Ter-Minasova usa il termine frazeologizmy (“fraseologismi”), come vedremo, anche in riferimento a proverbi (in russo pogovory

e poslovicy).

53 Se accogliamo l’interpretazione di Ter-Minasova che distingue tra valenza positiva e valenza negativa, dobbiamo riconosce

che usluga za uslugu può avere anche una valenza negativa; in questo caso potrebbe essere tradotto come “pan per focaccia”, oppure “occhio per occhio”.

Не рой другому яму, сам в нее попадешь – Chi semina vento, raccoglie tempesta

Se si esaminano i fraseologismi che esprimono il concetto di ‘эгоизм’ (‘egoismo’) nella lingua inglese, si registrano 2 unità con valenza positiva (+) e 3 con valenza negativa (–):

(+)

Every man for himself – Ognuno per sè;

Charity begins at home – La carità comincia a casa propria; (–)

Divide and rule – Divide et impera; Dog eats dog – Homo homini lupus54;

Rats desert a sinking ship – lett. I ratti abbandonano la nave che affonda; Every cook praises his own broth – Tirare acqua al proprio mulino.

Di contro, in russo non si registra alcuna unità fraseologica a tema “egoismo” che abbia valenza positiva o negativa.

L’antagonismo tra le due ideologie è rappresentato anche a livello morfologico. Sono due le categorie grammaticali su cui Ter-Minasova concentra la sua analisi, l’articolo e il pronome personale di prima persona. Per quanto riguarda il primo:

Грамматическая категория артикля, имеющаяся в английском, немецком, французском и других европейских языках, по-видимому, отражает повышенный ИНТЕРЕС этих речевых коллективов к ОТДЕЛЬНОЙ ЛИЧНОСТИ ИЛИ ПРЕДМЕТУ. Действительно, носитель английского языка (как и всех других, имеющих категорию артикля) категоризует мир по такому параметру, как «один из многих» (людей или предметов) или «тот самый», «тот, о котором шла речь», «о котором я знаю». Статус грамматической категории, обязательной и неукоснительно исполняемой, не позволяет назвать ни один предмет или существо окружающего мира без немедленного указания на этот признак, значимый для менталитета и, соответственно, идеологии пользующихся языком. Для носителей русского языка такой подход к реальности абсолютно чужд, чем и объясняются те особые трудности, которые возникают у русскоязычных, изучающих английский язык при использовании артикля / La categoria grammaticale dell’articolo che è presente in inglese, tedesco, francese e in altre lingue europee, in tutta evidenza, riflette lo

54 Per la verità, queste due espressioni fanno parte del repertorio delle frasi alate internazionali e sono largamente diffuse non

spiccato INTERESSE di queste comunità linguistiche per IL SINGOLO, SIA ESSO UN INDIVIDUO O UN OGGETTO. E in effetti, il parlante di lingua inglese (e di tutte le lingue che possiedono la categoria dell’articolo) categorizza il mondo secondo tale parametro, ovvero “uno tra molti” (individui o oggetti) o “quello”, “colui del quale si sta parlando”, “del quale io sono a conoscenza”. Lo status della categoria grammaticale, che viene espressa obbligatoriamente e ineluttabilmente, impedisce di fare riferimento a qualsiasi entità del mondo circostante senza che vi sia un’immediata indicazione di tale connotato, che è, pertanto, significativo per la mentalità e quindi per l’ideologia di chi parla quella lingua. Agli occhi dei parlanti russi questo approccio alla realtà è assolutamente estraneo, il che spiega le particolari difficoltà incontrate dai russofoni che studiano l’inglese e si trovano a dover usare l’articolo [Тер-Минасова 2008: 274].

Queste parole riportano alla mente l’argomento di Jurij Rylov relativo alla categoria di determinatezza/indeterminatezza che egli rileva trovare espressione più marcata nelle lingue romanze e germaniche – classificazione, questa, che ci risulta immediatamente comprensibile, mentre non trova declinazione in linguistica la classe “lingue europee” cui si riferisce Ter-Minasova. L’esercizio di memoria non sarà inutile. Parafrasando Ter-Minasova, la categoria dell’articolo, che contraddistingue, appunto, le “lingue europee”, evidentemente riflette la mentalità e l’ideologia di queste comunità linguistiche che tendono a porre l’accento sul singolo, sia esso un individuo o un oggetto. Volendo citare un frammento ancora più esplicito: «Категория артикля, таким образом, подтверждает и подчеркивает центральное место индивидуума в культуре и идеологии Запада, сосредоточенных на удовлетворении потребностей и развитии потенций отдельного человека» / «In questo modo, la categoria dell’articolo conferma e sottolinea il posto centrale occupato dall’individuo nella cultura e nell’ideologia dell’Occidente che sono orientate al soddisfacimento dei bisogni e dello sviluppo delle potenzialità del singolo» [Тер-Минасова 2008: 275]. È entrata in gioco qui una nuova determinazione che contribuisce ulteriormente, accanto alla questione delle “lingue europee”, a rendere il discorso alquanto confuso: cosa intende Ter-Minasova per Occidente? Cercando di applicare i criteri della logica al ragionamento di Ter- Minasova, deduciamo che l’Occidente è la comunità, o, meglio, l’insieme delle comunità che parlano le lingue europee. Questo è il massimo che possiamo fare. Non ci riesce di essere più precisi, però. Per esempio, sarebbe importante capire se la comunità messicana, quella statunitense e quella cilena, per fare