4. RISULTATI
4.2 Analisi dei profili sierici dei miRNA
4.2.4 Mir-B-Index
Utilizzando i 3 miRNA epatocellulari (miR-122-5p + miR-99a-5p + miR-192-5p) con la maggior espressione differenziale fra portatori inattivi (IC) e pazienti con epatite cronica B abbiamo costruito uno score diagnostico finalizzato alla differenziazione dei portatori cronici di HBV nelle diverse fasi di infezione. Nello score sono stati utilizzati ulteriori 3 miRNA come
controllo interno, utili per correggere la variabilità dovuta a ragioni tecniche: miR-335 (espresso in tutti i campioni di siero indipendentemente dal gruppo e non rilevato nei
campioni di particelle IP-HBsAg), miR-126 (con espressione ridotta nel siero dei pazienti con epatite cronica rispetto ai portatori inattivi e non rilevato nei campioni IP-HBsAg) e miR-320 (stabile in tutti i gruppi sia nei campioni di siero che di IP-HBsAg). Lo score [(Cq miR-122-5p + Cq miR-99a-5p + Cq miR-192-5p) - (Cq miR-126-3p + Cq miR-335-5p + Cq miR-320a)] è stato definito come “MiR-B-Index”. La mediana globale del valore del MiR-B Index nei portatori di HBV non trattati era -4.52 (-16.12/10.91), con differenze significative tra i gruppi: -15.82 nei soggetti HBeAg positivi immunotolleranti (IT), -13.31(-16.12/-11.27) nei pazienti HBeAg positivi con epatite cronica B, -5.38 (-10.71/5.72) nei pazienti HBeAg negativi con epatite cronica B, -7.36 (-8.85/4.86) nei pazienti con epatite cronica Delta e 5.28 (-1.65/10.91) nei portatori inattivi (IC) (p<0.001). Usando il MiR-B-Index come classificatore binario abbiamo corso un curva ROC per identificare i portatori inattivi (IC) dai: a) pazienti con epatite cronica (sia HBeAg positivi che negativi o con epatite Delta) [Malattia di fegato attiva gruppo 1 (ALD1); Figura 9A] e b) pazienti con epatite HBeAg negativa [Malattia di fegato attiva gruppo 2 (ALD2); Figura 9B]. Le aree sotto la curva (AUROC) del MiR-B Index per identificare i
con malattia di fegato attiva gruppo 2 (ALD2) sono risultate essere 0.952 (95% CI 0.903-1.000, p<0.001, Figura 9A) e 0.954 (95% CI 0.902-1.000, p<0.001, Figura 9B), rispettivamente. Usando un valore di score di -1.7 come soglia per differenziare i portatori inattivi (IC) dai pazienti con epatite (ALD1 e ALD 2, rispettivamente) si è ottenuta una sensibilità del 100%, specificità dell'84.4 e 83.3%, Valore Predittivo Positivo (VPP) del 69.6 e 72.7%, Valore Predittivo Negativo (VPN) del 100% ed accuratezza diagnostica (AD) dell'88.5%.
Figura 9 : Valutazione della performance diagnostica (curva ROC) del MiR-B-Index nel discriminare i portatori inattivi di HBV (IC) da: A) pazienti con epatite
cronica B (CHB) HBeAg positiva o negativa e con epatite cronica HBV/HDV, ALD1): area sotto la curva (AUROC) 0.952 (IC 95% 0.903-1.000, p<0.001); B) pazienti con epatite cronica B (CHB) HBeAg negativi (ALD2): AUROC 0.954 (IC 95% 0.902-1.000, p<0.001
Sensib
ili
tà
Sensib
ili
tà
1-Specificità
1-Specificità
A
B
Sensib
ili
tà
Sensib
ili
tà
1-Specificità
1-Specificità
A
B
Nei 21 pazienti trattati con Peg-IFN i valori mediani di MiR-Index sono risultati significativamente differenti fra i campioni al basale (BL) e al post-T-FU [-5.81 (-10.71/5.72) e 3.76 (-12.99/9.53) rispettivamente, p=0.022]. Il confronto dei valori di MiR-B-Index al basale ha evidenziato come questi fossero più elevati nei pazienti con risposta virologica sostenuta dopo trattamento (SVR) (-4.49, -10.71/5.72) rispetto ai relapser (REL) (-7.23, -9.99/-5.81) e i non responders (NR) (-7.56, -7.93/-7.26; p=0.047): tale differenza deriva dai valori del MiR-B- Index (mediana 3.70, -0.77/5.72) osservati in 4 pazienti, che presentavano livelli di HBV-DNA (4.45, 2.67-5.19 Log10 IU/mL) e di HBsAg (2.48,1.13-3.54 Log10 IU/mL) più bassi che nei
rimanenti 8 (HBV-DNA: 5.83, 0.78-7.42 Log10 IU/mL; HBsAg 3.5, 2.87-4.09 Log10 IU/mL;
p=0.123 e p=0.045 rispettivamente), che avevano valori di MiR-B-Index più bassi (-5.03, - 10.71/-3.27) e comparabili con i relapser/non responder (REL/NR) (-7.41, -9.99/-5.81).
Le cinetiche del MiR-B-Index nei pazienti in trattamento sono state studiate in 14 pazienti: alla fine del trattamento (EOT), i valori del MiR-B-Index erano aumentati in tutti i pazienti con risposta virologica sostenuta (SVR) (2.02, -2.06/5.84), 4 dei quali presentavano valori >-1.7. Al contrario i valori di MiR-B-Index non si erano significativamente modificati nei relapser (REL) e non responder (NR) (-9.49, -11.65/-3.58 e -8.82, -12.17/-3.99 rispettivamente; p=0.008). A 24 settimane dalla fine del trattamento (post-T-FU) tutti i pazienti con SVR avevano valori di Mir- B-Index > -1.7, e significativamente più alti (5.32, 0.54/9.53) che nei pazienti con recidiva (- 7.41, -12.99/-1.87) o non risposta alla terapia (-6.31, -7.37/-5.92), p=0.001 (Figura 10).
Negli 11 pazienti trattati con NUCs, il MiR-B-Index ha mostrato, complessivamente, tendenza al miglioramento [valori mediani al baseline (BL) vs follow-up post trattamento: -5.86 (-13.39/6.57) vs 0.12 (-8.41/9.46), p=0.071]. L’aumento del MiR-B-Index non si è dimostrato correlare con la durata del trattamento (ρ=0.127, p=0.709). In 5 pazienti il MiR-B-Index è migliorato raggiungendo valori maggiori di -1.7: in 2, la terapia antivirale è stata sospesa in 2 a causa della sieroconversione HBsAg/anti-HBs, mentre negli altri 3ancora in terapia antivirale, i livelli di HBsAg sono scesi al di sotto di 400 IU/mL (14.6, 300 and 380 IU/mL). Il MiR-B-Index dei 2 pazienti che hanno raggiunto la sieroconversione HBsAg/anti-HBs (9.46 e 7.08) è risultato paragonabile a quello dei pazienti con risposta virologica sostenuta dopo trattamento con IFN (IFN-SVR post-T-FU) (5.32, 0.54/9.53).
Figura 10. Analisi della cinetica del MiR-B-Index in 14 pazienti trattati con Peg-IFN: i valori del MiR-
B-Index sono progressivamente aumentati nei pazienti con risposta virologica sostenuta (SVR), mentre hanno avuto solo fluttuazioni minori nei pazienti con recidiva dopo trattamento o assenza di risposta alla terapia (REL/NR) (p<0.001).
Figura 11. Distribuzione dei valori di MiR-B-Index (box-plot) nei campioni di siero ottenuti: al baseline
da tutti i pazienti con epatite cronica B trattati con Peg-IFN (CHB-BL), indipendentemente dalla risposta (NR, REL e SVR); a 24 settimane di follow-up post-trattamento dai pazienti con recidiva dopo trattamento (REL) o non responder (NR) (Rel/NR post-T-FU) e dai pazienti con risposta virologica sostenuta (SVR post-T-FU); dai portatori inattivi (IC). CHB-BL vs IC, p<0.001; SVR-BL vs SVR post-
4.2.5 MiR-B-Index e livelli sierici di HBsAg.
Si è osservata una correlazione significativa fra livelli sierici di HBsAg (3.29,-1.70/5.49 Log10 IU/mL) e valori di MiR-B-Index (-4.52; -16.12/10.91) (Spearman ρ=-0.858, p<0.001): tale
correlazione è risultata essere maggiore nei campioni dei portatori di HBV non trattati [Portatori inattivi (IC), pazienti con epatite cronica HBeAg-positiva e negativa: HBsAg 3.27,1.2/5.49 Log10 IU/mL, MiR-B-Index -4.49, -16.12/10.91; ρ=-0.901, p<0.001] rispetto a
quelli ottenuti a 24 settimane dalla fine del trattamento con IFN (post-T-FU) nei soggetti con risposta virologica sostenuta, SVR (HBsAg 1.80, -1.70/2.70 Log10 IU/mL; MiR-B-Index 5.32,
0.54/9.53; ρ=-0.682, p<0.010).
I pazienti in trattamento con NUC, che hanno avuto una riduzione dei livelli sierici di HBsAg >1 log hanno mostrato miglioramenti significativamente maggiori del MiR-B-Index (11.67, 6.71/14.84) rispetto ai pazienti con stabilità dei valori di HBsAg o riduzioni inferiori a 1 log (1.39, range -6.57/6.81; p=0.023).
5. DISCUSSIONE
Con il nostro lavoro abbiamo dimostrato per la prima volta che i profili sierici dei miRNA variano significativamente nelle differenti fasi dell'infezione cronica da HBV: in particolare la maggiore differenza è stata riscontrata fra i portatori inattivi di infezione da HBV (soggetti che hanno spontaneamente sviluppato il controllo immune dell'infezione e non presentano danno epatico attivo) e i pazienti con epatite cronica B. Ben 31 miRNA sono risultati essere espressi in modo differente fra i 2 gruppi di portatori di HBV, con sovra-espressione dei miR-122-5p, miR- 99a-5p and miR-192-5p nei soggetti con malattia di fegato (Tabella 3). Il dato è stato confermato dallo studio del profilo dei miRNA nelle particelle circolanti di HBsAg. In particolare, con lo studio dei 33 miRNA più frequentemente presenti nelle particelle di HBsAg è stato possibile dimostrare le maggiori differenze di espressione confrontando i campioni dei portatori inattivi con quelli dei pazienti con epatite cronica B non trattati o ottenuti nel monitoraggio post-terapia in pazienti non guariti dopo trattamento con Interferone. Al contrario i profili post-terapia dei pazienti guariti sono risultati essere molto simili a quelli dei portatori inattivi (Tabella 3), come confermato dal raggruppamento dei 2 gruppi di campioni all'analisi con la HEATMAP, Figura 8).
I nostri dati suggeriscono che, con l'acquisizione del controllo immune dell'infezione si abbia un consistente cambiamento del profilo sierico dei miRNA: in accordo con tale ipotesi è l'evidenza che i pazienti guariti dopo trattamento con Peg-IFN siano i soggetti che dimostrano le maggiori variazioni nel tempo del profilo dei miRNA, particolarmente evidente quanto i sieri ottenuti prima dell'inizio del trattamento sono stati confrontati con quelli ottenuti 6 mesi dopo la conclusione del trattamento. Al contrario, i profili miRNA dei pazienti con risposta transitoria, ma successiva recidiva (REL) o senza risposta al trattamento (NR) si sono dimostrati stabili nel tempo (Tabelle 3-4; Figura 8).
La variazione dinamica dei profili miRNA circolanti in 21 pazienti trattati con Peg-IFN hanno confermato i dati ottenuti studiando, in un numero più limitato di casi e campioni, i miRNA veicolati dalle particelle HBsAg. In particolare, in 14 pazienti sono state studiate le cinetiche dei miRNA circolanti analizzando diversi punti prima, durante (settimana 12 e 48) e dopo il trattamento (settimana 24): è interessante notare come durante le prime 12 settimane il quadro dei miRNA sierici è rimasto piuttosto stabile, con l'eccezione del miR-30e-3p, che è risultato essere sovra-epsresso in tutti i pazienti (P= 0.00035). Tale riscontro è in accordo con un
indipendentemente dalla risposta al trattamento. L'analisi delle variazioni dinamiche dei miRNA in funzione della risposta al trattamento con Peg-IFN ha evidenziato come nei pazienti non responsivi il quadro sierico dei miRNA rimanesse sostanzialmente stabile durante tutto il corso del trattamento e nel monitoraggio post-terapia. Al contrario, nei pazienti con risposta in corso di trattamento, ma recidiva alla sospensione del trattamento si è osservata una notevole variabilità nell'espressione del miR et-7b-5p. Le implicazione della modulazione di tale miRNA meritano ulteriori approfondimenti, dal momento che la sovra-espressione della famiglia let-7 durante la terapia con IFN è stata messa in relazione con un'efficace inibizione della replicazione del virus dell'epatite C.
Come anticipato, l'analisi della variazione dinamica del profilo sierico dei miRNA nei pazienti NR/REL rispetto ai pazienti con SVR ha evidenziato delle differenze di espressione fra i 2 gruppi per 21 e 5 di questi, miR-122-5p, miR-21-5p, miR-23a-3p, miR-99a-5p and miR-192- 5p hanno mostrato i cambiamenti più significativi durante il trattamento nei pazienti con SVR. I miRNA-99a-5p and miRNA-192-5p hanno avuto una ridotta espressione per tutto il trattamento e nel monitoraggio post-terapia, mentre il miRNA-21-5p è risultato essere sovra-regolato alle settimane 12, 24 di trattamento e a fine terapia (EOT), ritornando ai valori pre-trattamento al controllo a 6 mesi dalla fine del trattamento. E' interessante notare come nei pazienti con epatite cronica B, una volta guariti dopo trattamento con Peg-IFN, i profili di espressione, sia sierica che a livello della particelle HBsAg, dei miR-122-5p, miR-99a-5p e miR-192-5p diventassero del tutto sovrapponibili a quelli dei portatori inattivi, mentre ciò non si è verificato nei pazienti non guariti. A tal proposito è importante ricordare come questi tre miRNA siano il 1°, il 2° ed il 6° miRNA più rappresentato nel fegato umano; che i livelli sierici di miR-122 e miR-99 risultino essere più alti nei portatori cronici di HBsAg rispetto ai controlli sani e che l'espressione di miR- 122 e miR-192 si associ alla presenza di necroinfiammazione epatica.
L'insieme dei dati fino ad ora discussi, che consistentemente dimostra una netta differenziazione nell'espressione di un sottogruppo dei miRNA fra portatori con controllo dell'infezione rispetto ai pazienti con epatite cronica, ci ha indotto a sviluppare uno score, definito "MiR-B-Index", finalizzato ad identificare la transizione da infezione attiva a inattiva grazie al trattamento antivirale nei pazienti CHB ed eventualmente migliorare l'accuratezza diagnostica nell'identificazione del portatore inattivo. Abbiamo combinato i 3 miRNA epatici (miR-122-5p + miR-99a-5p + miR-192-5p) con i miR-335, miR-126 e miR-320a (utilizzati per normalizzazione interna) e così prodotto il MiR-B –Index, che ha dimostrato un AUROC di 0.9520 (95% CI 0.903-1.000, p<0.001, Figura 9A) e 0.954 (95% CI 0.902-1.000, p<0.001, Figura 9B) nell'identificare i portatori inattivi rispetto ai pazienti con epatite cronica B e D o con
epatite cronica HBeAg negativa, rispettivamente. Utilizzando un cut-off di -1.7, il MiR-B-Index ha dimostrato un'elevata performance diagnostica (100% di sensibilità, 84.4% specificità, 69.6% VPP, 100% VPN, 88.5% AD) nell'identificare i portatori inattivi dai pazienti con epatite cronica B. Inoltre, tutti i pazienti che hanno raggiunto la risposta sostenuta dopo trattamento con Peg- IFN o NUCs hanno dimostrato significativi miglioramenti del MiR-B-Index, con valori al controllo post-terapia (post-T-FU) simili a quelli dei portatori inattivi (5.28 vs 5.33, p=0.553). In 6 pazienti con SVR all'IFN, nei quali abbiamo testato anche i sieri a fine terapia (EOT), il MiR-B-Index è risultato essere già migliorato, con valori simili a quelli dei pazienti IC, in 4 di loro (66%). Nei pazienti trattati con NUCs il MiR-B-Index ha raggiunto valori simili a quelli di IC/IFN-SVR non solo nei 2 pazienti che hanno sospeso la terapia dopo la perdita dell'HBsAg, ma anche in 3 ulteriori casi, nei quali si era osservata una consistente riduzione dei livelli di HBsAg in corso di terapia e che al momento dell'analisi presentavano livelli di HBsAg <400 IU/mL).
La buona correlazione fra valori di MiR-B-Index e i livelli di HBsAg ulteriormente supportano l'ipotesi che il primo possa essere un nuovo indicatore di controllo dell'infezione da HBV. Infatti, negli ultimi anni numerosi studi hanno dimostrato come i livelli sierici di HBsAg varino significativamente nelle diverse fasi dell'infezione da HBV, raggiungendo i livelli più bassi nell'infezione inattiva, quando massimale è il controllo dell'infezione [79] [80]. Nella nostra casistica la correlazione fra livelli di HBsAg e valori di miRNA è risultata essere più elevata nei portatori non trattati (=-0.901, p<0.001), rispetto ai pazienti guariti dopo trattamento con Peg-IFN (=0.682, p<0.010). Questo dato suggerisce come il MiR-B-Index possa fornire informazioni complementari al monitoraggio dell'HBsAg, in quanto i suoi valori si modificano con il raggiungimento del controllo immune dell'infezione da HBV, e anticipano quindi la caduta dell'HBsAg, che dimostra una cinetica più lenta. Altri risultati ottenuti dal nostro studio sono in accordo con l'ipotesi che il Mir-B-Index sia davvero un utile indicatore dello "stato dell'infezione" e dell'equilibrio virus-ospite: in accordo, l'evidenza che alcuni pazienti con epatite HBeAg negativa guariti dopo il trattamento con Peg-IFN mostrassero valori di MiR-B-Index simili agli IC già al baseline e che i valori siano ulteriormente migliorati durante il trattamento. Per contro un tale andamento non è mai stato osservato nei pazienti senza risposta al trattamento.
L'insieme dei nostri dati, anche se prodotti su una casistica relativamente modesta, propone il MiR-B-Index come un nuovo biomarcatore utile per identificare i soggetti che spontaneamente o grazie al trattamento antivirale hanno raggiunto il controllo dell'infezione e
diagnostico per predire la risposta individuale al trattamento antivirale, identificando i soggetti più proni a rispondere al trattamento con Peg-IFN e a modularne la durata, ma anche utile ad identificare quei pazienti che in terapia con NUCs potrebbero sospendere in sicurezza il trattamento senza il rischio di recidiva, avendo raggiunto un efficace controllo dell'infezione da HBV.
In conclusione, il nostro studio dimostra che per la prima volta il cambiamento dinamico dei profili sierici dei miRNA durante la storia naturale e farmaco indotta dell'infezione e malattia da HBV. Inoltre, sulla base di tali evidenze siamo riusciti a produrre un score diagnostico, il MiR-B-Index, che si qualifica quale nuovo biomarcatore in grado di contribuire a colmare una carenza diagnostica rappresentata dalla precoce identificazione della transizione dall'infezione attiva ad inattiva, sia spontanea che in corso di trattamento antivirale. Prima tuttavia di proporne un uso estensivo in ambito clinico, il MiR-B-Index necessita di un'ulteriore fase di validazione su coorti più ampie di pazienti infettati con diversi genotipi di HBV, trattati con differenti antivirali e differenti risultati terapeutici.
6. RIASSUNTO SINTETICO
BACKGROUND e OBBIETTIVI:La storia naturale dell'infezione cronica da virus dell'epatite B (HBV) è condizionata dall'interazione tra virus e sistema immunitario. In base al tipo di equilibrio in atto fra HBV e risposta del sistema immune si identificano 3 fasi nell'infezione cronica da HBV conclamata (cioè HBsAg positiva): la fase di immuno-tolleranza, di immuno- attivazione e di controllo immune. La terapia antivirale è indicata per i soggetti con epatite cronica, cioè nella fase di immunoattivazione, ed è mirata a bloccare la progressione della malattia epatica attraverso l'inibizione della replicazione virale mediante un trattamento con analoghi nucleos(t)idici (NUCs) mantenuto nel tempo, oppure raggiungendo un sostenuto controllo immunitario grazie ad un trattamento di durata limitata con Interferone (IFN). Negli ultimi anni il monitoraggio dei livelli sierici di HBV-DNA e HBsAg ha contribuito a migliorare significativamente la gestione del paziente in trattamento antivirale; nonostante ciò, i biomarcatori attualmente disponibili non sono in grado di identificare tempestivamente la transizione da epatite cronica B (CHB) a portatore inattivo HBsAg positivo. I microRNA (miRNA) sono piccoli RNA a singolo filamento di circa 22 nucleotidi che, modulando l'espressione dei geni cellulari, giocano un ruolo chiave nei processi biologici. Recenti evidenze suggeriscono che i miRNA codificati dall'ospite e/o da agenti infettivi svolgano un ruolo importante anche nel condizionare l'esito sia delle infezioni che delle malattie ad esse correlate. Nel corso dell'infezione cronica da HBV è stato dimostrato come i MicroRNA vengano veicolati dalle particelle HBsAg circolanti. Negli ultimi anni numerosi studi hanno valutato i miRNA sierici o intraepatici in pazienti con epatite cronica B suggerendo come i loro profili potrebbero contribuire alla caratterizzazione del portatore. Tuttavia mancano studi nei quali i profili dei miRNA siano stati studiati in coorti di portatori ben caratterizzati dal punto di vista clinico- virologico. Nel nostro studio abbiamo studiato quindi la dinamica dei profili sierici dei miRNA durante le varie fasi dell’infezione cronica da HBV e del trattamento antivirale.
METODI: Utilizzando le metodiche miRCURY-LNA™-Universal-RT-miRNA-PCR (Exiqon- A/S) e qPCR-panels-I/II sono stati caratterizzati 739 miRNA in 142 sieri e nei 32 immunoprecipitati delle particelle circolanti di HBsAg ottenuti da 61 portatori cronici di HBsAg in fasi diverse dell’infezione e seguiti per un periodo medio di 34 mesi (range 18-144 mesi). In 32 pazienti affetti da Epatite cronica HBeAg-negativa sono stati studiati sieri ottenuti prima,
RISULTATI: Lo studio ha dimostrato importanti variazioni nel profilo dei miRNA in base alla fase di infezione: 31 miRNA sono risultati essere espressi in modo significativamente diverso nei portatori inattivi (IC) rispetto ai pazienti affetti da epatite cronica B (CHB). La differenza maggiore è stata evidenziata per miR-122-5p, miR-99a-5p e miR-192-5p, che sono risultati essere sovra-espressi nei sieri e nelle particelle HBsAg dei pazienti affetti da epatite cronica B (CHB), (ANOVA e U test: p<0.000001 e p=0.000001; p<0.000001 e p=0.000003; p<0.000001 e p=0.000005 rispettivamente). In accordo miR-122-5p, miR-99a-5p e miR 192-5p hanno dimostrato una riduzione della loro espressione durante e dopo il termine del trattamento con Peg-interferone nei pazienti con risposta virologica sostenuta al trattamento stesso (SVR). Questa variazione nell'espressione dei 3 miRNA ha significativamente contribuito a rendere il profilo miRNA dei pazienti guariti dopo il trattamento estremamente simile a quello dei portatori inattivi. I nostri dati suggeriscono che, con l'acquisizione del controllo immune dell'infezione si abbia un consistente cambiamento del profilo sierico dei miRNA: in accordo l'evidenza che i soggetti guariti dopo trattamento con Peg-IFN abbiano le maggiori variazioni nel tempo del segnale medio dei miRNA (ΔCq). Al contrario, i profili miRNA dei pazienti con risposta transitoria, ma successiva recidiva (REL) o senza risposta al trattamento (NR) risultano stabili nel tempo.
I miR-122-5p, miR-99a-5p e miR-192-5p e 3 miRNA addizionali (miR-335, miR126 e miR320a) come controlli interni sono stati utilizzati per costruire uno score, definito MiR-B- Index, da impiegare come strumento diagnostico per identificare le diverse fasi dell'infezione da HBV e in particolare l'infezione inattiva. Il MiR-B-Index (cut-off -1.7) ha dimostrato una sensibilità del 100% e una specificità dell'84.4% nell'identificare i soggetti portatori inattivi (IC) dai pazienti con epatite cronica B. Lo studio del MiR-B-Index nei pazienti sottoposti a trattamento antivirale ha dimostrato una sua variazione, con raggiungimento di valori molto simili a quelli dei portatori inattivi in caso di guarigione [5.28 (range -1.65/10.91) vs 5.33 (0.54/9.53), p=0.553). Inoltre, il MiR-B-Index [4.52 (-16.12/10.91)] ha dimostrato una correlazione statisticamente significativa con i livelli di HBsAg circolante [3.29 (-1.7-5.49) log10
IU/mL; =-0.858, p<0.001], ma anche una capacità di predire, prima della caduta di HBsAg, il raggiungimento del controllo sostenuto dell'infezione da parte del sistema immune.
CONCLUSIONI: il nostro studio dimostra per la prima volta il cambiamento dinamico dei profili sierici dei miRNA durante la storia naturale e farmaco-indotta dell'infezione e malattia da HBV. Sulla base di tali evidenze siamo riusciti a produrre un score diagnostico, il MiR-B-Index, che si qualifica quale nuovo biomarcatore in grado di contribuire a colmare una carenza diagnostica rappresentata dalla precoce identificazione della transizione dall'infezione attiva ad
inattiva, sia spontanea che in corso di trattamento antivirale. Prima tuttavia di proporne un uso estensivo in ambito clinico, il MiR-B-Index necessita di un'ulteriore fase di validazione su coorti più ampie di pazienti infettati con diversi genotipi di HBV, trattati con differenti antivirali e differenti risultati terapeutici.
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