R elatore:
dott. Paolo DE FE LICE
m agistrato di sorveglian za del Tribu n ale di Firen ze
Il nostro sistem a procedurale per la applicazione delle m isure di sicurezza è giunto con la entrata in vigore del nuovo Codice di Pro-cedura Penale ad un assetto sostanzialm ente diverso da quello passa-to. Anche sotto un profilo sostanziale, si deve dire che si è giunti ad una diversa “gestione” delle m isure: esse concretam ente vengono ese-guite assai m eno frequentem ente. Ciò deriva sia da m otivi strettam ente collegati alle nuove regole per l’accertam ento della pericolosità che consentono m aggiori spazi di intervento, sia da m otivi inerenti alla gestione della esecuzione delle pene che consente spesso di acquisire più sicuri elem enti di valutazione sul grado di risocializzazione. Pur restan do im m u tate le specie delle m isu re di sicu rezza previste n el Cod.Pen., è stata percorsa negli ultim i anni una lunga e faticosa stra-da, iniziata con la Legge 354/75, che ha inciso, alla fine, in m odo de-cisivo sul regim e delle presunzioni di pericolosità consentendo am pi spazi di gestione delle m isure. Va notato che ciò è avvenuto senza che m ai da parte del legislatore si siano in qualche m odo definiti gli ele-m enti specifici in base ai quali si dovessero fondare le valutazioni di pericolosità sociale, rim asto un concetto, purtroppo, suscettibile del-le più diverse interpretazioni (1). Questo punto m eriterebbe certam ente un serio approfondim ento che non è forse possibile in questa sede: ci
(1) Su qu esto pu n to n on risu lta vi sian o in dicazion i n eppu re n ell’art. 36 dello sch em a di delega per il n u ovo codice pen ale ru bricato com e “pericolosità sociale”
si dovrebbe com inciare a riproporre l’antica dom anda se le m isure di sicurezza siano veram ente utili ai fini della tutela sociale ed ai fini della riabilitazione del soggetto sottoposto spesso solo ad obblighi for-m ali o, all’opposto, ad un sostanziale prolungafor-m ento della carcera-zione. Tentare di dare qui una risposta è im possibile se non sul pia-no delle convinzioni personali, tuttavia si può sicuram ente dire che oggi, considerata la possibilità di interventi sulla pena con le m isure alternative, l’utilità delle m isure di sicurezza appare ancor più dub-bia: prova ne dovrebbe essere la sem pre più frequente dichiarazione di ineseguibilità o revoca anticipata.
Torn an do all’aspetto form ale dell’accertam en to, si deve n otare ch e su di u n sistem a origin ario rigido basato prevalen tem en te su pre-su n zion i iu ris et de iu re, h an n o in ciso diversi in terven ti sia a livello giu rispru den ziale sia a livello legislativo, m odifican do, alla fin e, il si-stem a stesso delle presu n zion i.
Ci sem bra u tile a qu esto pu n to fare u n o sch em atico su n to dei m om en ti ch e h an n o segn ato e determ in ato il m u tam en to in parola con l’in ten to di fare segu ire poi la segn alazion e di casi e situ azion i giu ridich e con la prospettazion e dei problem i in terpretativi ed ap-plicativi ch e tu ttora ci pare si presen tin o, an corch è sian o trascorsi oltre tre an n i dalle in n ovazion i del Cod. P.P..
1) Il n u ovo Ordin am en to Pen iten ziario h a segn ato n el ‘75 qu el-lo ch e è stato il prim o passo decisivo (con ferm an do in vero qu an to già si stava delin ean do n ella giu rispru den za di m erito di alcu n i Giu -dici di Sorveglian za): è stata stabilita la possibilità di riesam e della pericolosità prim a della scaden za del term in e m in im o previsto dalla legge: la c.d. revoca an ticipata. Cadeva in tal m odo la presu n zion e di persisten za della pericolosità con particolare riferim en to alla fase di esecu zion e della m isu ra. La giu rispru den za di m erito, con ferm a-ta da qu ella della C.Cassazion e, esten deva poi la possibilità di riesa-m e an ch e al riesa-m oriesa-m en to an teriore all’in izio della esecu zion e, qu ella ch e in gergo è stata ch iam ata revoca “an ticipatissim a”.
2) Nell’82 la Corte Costitu zion ale con la sen ten za n . 139 dell’8 lu glio, ren deva obbligatorio da parte del giu dice di cogn izion e l’ac-certam en to in con creto della pericolosità al m om en to in cu i doveva ordin are la m isu ra di sicu rezza del ricovero in Ospedale Psich iatri-co Giu diziario.
Com e è n oto sorsero difficoltà e difform ità in terpretative su lla portata di detta pron u n zia: la stessa fu da talu n i riten u ta lim itata soltan to al caso ch e la m alattia m en tale fosse cessata. In ogn i caso la pron u n zia costitu ì u n u lteriore colpo in flitto al sistem a della pre-su n zion e, qu esta volta con riferim en to alla fase di cogn izion e an zi-ch è a qu ella esecu tiva.
3) Con la sen ten za 28/07/83 n .249 la Corte Costitu zion ale esten -deva il predetto prin cipio an ch e alla m isu ra della Casa Cu ra Cu stdia sem pre con riferim en to alla fase della cogn izion e cioè al m o-m en to in cu i doveva esser ordin ata in sen ten za.
4) n ell’86 la L. n .663 con l’art. 31 abroga l’art. 204 c.p. e dispo-n e sem plicem edispo-n te ch e tu tte le m isu re di sicu rezza persodispo-n ali “sodispo-n o ordin ate previo accertam en to ch e colu i ch e h a com m esso il fatto è person a socialm en te pericolosa”.
An ch e qu esta disposizion e ad avviso dello scriven te, doveva ri-gu ardare soltan to la fase di cogn izion e e n on an ch e qu ella esecu tiva com e dovrebbe risu ltar ch iaro dal term in e u sato “son o ordin ate” e n on “esegu ite”.
Per la verità an ch e essa trovò delle difficoltà su l pian o in terpre-tativo ed applicativo. Difatti la su a applicazion e h a trovato u n a cer-ta resisten za da parte dell’A.G. ch e in ben poch i casi h a effettu ato accertam en ti in con creto ch e sian o an dati oltre il sem plice riferi-m en to alla n atu ra e circostan ze del reato ed, in caso di in ferriferi-m ità m en tale, oltre l’accertam en to del perito, m agari con clu sosi m olto pri-m a della pron u n zia della sen ten za.
Alcu n i Magistrati di Sorveglian za, poi, riten n ero ch e la n orm a si riferisse an ch e alla fase di esecu zion e delle m isu re (già in iziata o n o ch e fosse) e riten n ero di dover provvedere ad u n a specie di riesam e di u fficio di tu tte le posizion i esecu tive.
5) La Corte Costitu zion ale con sen ten za 30/11/88 n . 1102, pren -den do an ch e atto della m odifica dell’art. 204, dich iarava illegittim o l’art. 209, 3° c., C.P. n ella parte in cu i su bordin ava il provvedim en to di ricovero in Casa di C.C. al previo accertam en to della pericolosità soltan to n el m om en to in cu i vien e disposta (cioè al term in e della fa-se di cogn izion e) e n on an ch e al m om en to in cu i debba esfa-sere efa-se- ese-gu ita. Su l pian o pratico tale decision e h a avu to u n a rilevan za ed u n a
portata in feriore a qu ello ch e pu ò apparire in qu an to an ch e prim a di detta pron u n zia era ovviam en te possibile ch iedere ed otten ere la revoca c.d. “an ticipatissim a” afferm atasi giu rispru den zialm en te.
Im portan tissim a è da riten ere, in vece, la in n ovazion e su l pian o del prin cipio: in fatti ci pare ch e per la prim a volta si preveda u n o stru m en to sistem atico di garan zia attin en te la fase di esecu zion e an-zich è qu ella di cogn izion e n on sem pre coin ciden ti.
In altre parole divien e obbligatorio u n u lteriore riesam e in con -creto della pericolosità al m om en to in cu i si debba procedere alla esecu zion e della m isu ra an ch e se vi è già stato l’esam e in con creto al m om en to della pron u n zia della sen ten za.
In ogn i caso qu esta sen ten za costitu isce u n u lteriore decisivo passo n ella orm ai ch iara direzion e dell’abbattim en to di tu tte le pre-su n zion i in qu alu n qu e fase ci si trovi.
6) Il percorso è in fin e com pletato dall’en trata in vigore del Nu o-vo Codice di Procedu ra Pen ale. E sso, con la n orm a con ten u ta n el prim o com m m a dell’art. 679, h a gen eralizzato l’obbligo di u n esam e in con creto della pericolosità in relazion e a tu tte le m isu re di sicu rezza (salvo la con fisca) al m om en to in cu i dovrebbero avere con -creta esecu zion e, esam e da effettu arsi con procedim en to avan ti al Magistrato di Sorveglian za (2).
Visto il percorso ch e si è cercato sin teticam en te di riassu m ere ci sem bra di poter dire ch e l’attu ale qu adro gen erale è caratterizzato da u n accen tu ato garan tism o, n on solo procedu rale m a an ch e so-stan ziale, col qu ale si è in teso porre rim edio sicu ram en te ad u n si-stem a troppo rigido di presu n zion i e forse an ch e alla sem pre esisti-ta scarsa con vin zion e circa la u tilità su l pian o pratico dei m ezzi di con ten im en to della pericolosità.
Tale accen tu ata garan zia appare realizzata con u n doppio siste-m a di con trollo su i presu pposti per la applicabilità delle siste-m isu re: u n o
(2) Si veda in tem a di prescrizion i qu an to è previsto all’art. 36 n . 2 dello sch e-m a di delega al Govern o per il n u ovo codice pen ale; “E sclu dere ogn i presu n zion e di esisten za o di persisten za della pericolosità”, esplicita riafferm azion e di u n prin cipio orm ai già acqu isito.
presu m ibilm en te o alm en o ten den zialm en te prossim o alla com m is-sion e del reato da effettu arsi al term in e del procedim en to di cogn i-zion e; u n o su ccessivo alla sen ten za e prim a della esecu i-zion e.
Un terzo stru m en to di con trollo, even tu ale, è costitu ito dalla re-voca an ticipata alla qu ale pu ò fare ricorso in ogn i m om en to l’in te-ressato in corso di esecu zion e o an ch e il Magistrato di Sorveglian za con procedim en to d’u fficio.
Delin eato così il qu adro attu ale, pu ò essere u tile esam in are al-cu n i aspetti in terpretativi e pratici ch e presen tan o qu alch e problem a an cora n on risolto con sicu rezza n on ostan te sian o orm ai trascorsi alcu n i an n i di applicazion e giu rispru den ziale.
1) Un a prim a osservazion e pu ò essere qu ella relativa alla u tilità pratica di qu esto doppio sistem a di accertam en to di cu i si è detto;
ci si pu ò ch iedere se sia u tile u n accertam en to in con creto della pe-ricolosità da parte del Giu dice di Cogn izion e in prevision e del su c-cessivo obbligatorio riesam e di cu i all’art. 679 c.p.p. da parte del Ma-gistrato di Sorveglian za.
E ’ n oto ch e la m aggior parte delle m isu re di sicu rezza, la libertà vigilata, la casa di lavoro, la Colon ia Agr., la Casa Cu ra e Cu stodia, l’E spu lsion e dello stran iero dallo Stato, devon o esser esegu ite dopo la esecu zion e della pen a (n ella qu asi totalità dei casi vi sarà stata u n a con dan n a a pen a deten tiva). Solo il ricovero in Osp. Psich . Giu d.
e, in casi particolari, la Casa Cu ra e Cu st. devon o esser esegu ite su-bito an ch e se vi è u n a pen a deten tiva in flitta, ch e, se in corso d’ese-cu zion e, vien e in terrotta.
Ad avviso dello scriven te bisogn a qu in di distin gu ere le du e di-verse situ azion i: in effetti qu an do vi è u n a pen a deten tiva da espia-re prim a della m isu ra, l’accertam en to da parte dell’A.G. in sede di sen ten za appare alqu an to in u tile. Le vicen de della esecu zion e della pen a, con possibili periodi di libertà in fram ezzata, qu asi sem pre por-terà ad u n a m odificazion e del livello di riabilitazion e, riedu cazion e e ravvedim en to del soggetto e qu in di del livello di pericolosità. Ciò avvien e sia per il sem plice decorso del tem po e per le m odifich e del-la situ azion e soggettiva ed oggettiva dell’in dividu o, sia per gli effetti delle even tu ali m isu re altern ative fru ite.
D’altra parte u n giu dizio di n on pericolosità in sede di cogn i-zion e, con con segu en te n on applicai-zion e della m isu ra di sicu rezza,