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Modellazione delle ricariche artificiali

Nel documento LIFE07 ENV / IT / (pagine 34-40)

3. IMPLEMENTAZIONE DI AZIONI NEL MODELLO REGIONALE DI

3.1. Modellazione delle ricariche artificiali

In base ai test di infiltrazione eseguiti dai consorzi irrigui sono state stimate le portate d’infiltrazione nel sottosuolo in relazione al tipo di area sperimentale e anche ai sistemi e di ricarica.

In particolare, si è individuato che le portate d’infiltrazione variano da 15 fino a 150 l/s per ettaro:

per i tipici terreni grossolani dell’alta pianura il valore specifico di infiltrazione è stato misurato pari a circa 50 l/s/ha. La descrizione degli allestimenti e dei risultati di queste campagne sono riportati in maniera approfondita nel report D.7.2.

In prima battuta i consorzi d’irrigazione hanno indicato, inoltre, che approssimativamente circa 600 ettari di territorio possono essere destinati alla ricarica e che la risorsa idrica può essere fornita indicativamente per 100 - 200 giorni l’anno, a seconda del consorzio. Questa disponibilità è stata al termine del progetto ridotta a circa 165 ettari: ad ogni modo, poiché il presente studio è svolto a scala regionale, l’estensione delle aree di ricarica è stata volutamente considerata ampia (riferimento a 600 ettari quindi) e la loro ubicazione è stata estesa a tutti i consorzi, individuando delle fasce che percorressero i comprensori consorziali da est ad ovest mantenendosi il più possibile nella zona nord dell’Alta Pianura, in modo che i benefici dell’intervento si ripercuotessero anche in direzione della Bassa Pianura.

Tali misure di compensazione sono state implementate nel modello di falda al fine di valutare l'efficacia delle pratiche per proteggere e ripristinare le risorse idriche sotterranee in termini quantitativi: si tratta in sostanza della gestione della ricarica artificiale degli acquiferi (MAR).

In base a quanto sopra, le aree di ricarica non sono state limitate agli effettivi 600 ettari indicati dai consorzi come disponibili alla ricarica, ma si sono ipotizzate due fasce di ricarica a scala regionale che rappresentano, quindi, l’implementazione di interventi in maniera diffusa nel territorio. In particolare, tali fasce occupano complessivamente circa 7.500, 22.650 e 18.550 ettari rispettivamente per i Consorzi Brenta, Piave e Ledra – Tagliamento. Con riferimento alle portate di infiltrazione risultanti dai corrispondenti campi sperimentali e imponendo che la ricarica avvenisse durante i primi 80 giorni dell’anno, i volumi d’acqua infiltrati sono rispettivamente dell’ordine di

Il fatto che la corrispondente portata istantanea infiltrata sia pari a circa 60 m³/s, e dello stesso ordine di grandezza sia ovviamente anche quella derivata per alimentare le ricarica, non appare come una sovrastima in quanto l’implementazione dei suddetti volumi deve essere considerato nella prospettiva di scenario di lungo termine ovvero è rappresentativa della realizzazione di una serie di interventi per colmare deficit stimati a seguito dei cambiamenti climatici.

Queste assunzioni, in termini quantitativi e temporali, sono state verificate in modo che tali prelievi dai corsi d’acqua rispettino il deflusso minimo vitale e non riducano sostanzialmente l’entità delle dispersioni in falda.

Figura 17 - Rappresentazione delle fasce di ricarica implementate nel modello di falda.

I risultati delle simulazioni a seguito dell’implementazione delle aree di ricarica fanno riferimento al’anno medio e secco per quattro istanti temporali ovvero la fine dei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre. Tali valutazioni sono rappresentate tramite:

grafici in forma di istogrammi, che riportano la variazione di volume in falda per implementazione di MAR;

tabelle con dati numerici relativi alla differenza tra lo scenario futuro di cambiamento climatico con e senza gli interventi di ricarica (“surplus o deficit residuo”); a titolo di confronto l’ultima riga di tale tabella riporta le variazioni di volume in falda a seguito esclusivamente di cambiamenti climatici (come illustrato nel deliverable D.7.3).

Figura 18 - Variazione di volume in falda per implementazione MAR: FVG – anno medio.

Tabella 3 – Deficit residuo di volume in falda per implementazione MAR: FVG – anno medio.

DEFICIT RESIDUO DI VOLUME IN FALDA PER IMPLEMENTAZIONE MAR (Mm³): FVG – ANNO MEDIO Corpo idrico sotterraneo Anno Medio (dati cumulati)

Marzo Giugno Settembre Dicembre

Pianura friulana centrale est 43.3 26.5 -1.9 4.1

Pianura isontina 1.2 1.2 -1.8 0.2

Pianura friulana cividalese 11.5 14.2 0.6 1.9

Pianura friulana orientale 80.8 61.2 11.1 10.8

Pianura friulana centrale in destra Tagliamento 53.7 14.4 -33.6 -19.8 Pianura friulana centrale in sinistra Tagliamento 65.7 16.5 -32.4 -18.6

Pianura pordenonese occidentale 67.6 35.9 -5.4 0.5

Pianura pordenonese del conoide Cellina - Meduna 80.8 44.7 -17.0 -11.1

Pianura friulana centrale ovest 131.6 56.3 -17.4 -11.8

TOTALE (DEFICIT RESIDUO DI VOLUME) 536.2 270.9 -97.7 -43.9 Deficit di volume in falda (vedasi deliverable D.7.3) 79.9 -107.1 -334.5 -280.7

Figura 19 - Variazione di volume in falda per implementazione MAR: FVG – anno secco.

Tabella 4 – Deficit residuo di volume in falda per implementazione MAR: FVG – anno secco.

DEFICIT RESIDUO DI VOLUME IN FALDA PER IMPLEMENTAZIONE MAR (Mm³): FVG – ANNO SECCO

Corpo idrico sotterraneo Anno Secco (dati cumulati)

Marzo Giugno Settembre Dicembre

Pianura friulana centrale est 46.2 25.8 5.5 7.7

Pianura isontina 1.3 1.2 -0.7 0.9

Pianura friulana cividalese 12.1 13.8 3.8 4.3

Pianura friulana orientale 84.5 60.2 22.9 12.9

Pianura friulana centrale in destra Tagliamento 65.9 3.4 -32.0 -11.3

Figura 20 - Variazione di volume in falda per implementazione MAR: Veneto – anno medio.

Tabella 5 – Deficit residuo di volume in falda per implementazione MAR: Veneto – anno medio.

DEFICIT RESIDUO DI VOLUME IN FALDA PER IMPLEMENTAZIONE MAR (Mm³): REGIONE VENETO – ANNO MEDIO

Corpo idrico sotterraneo Anno Medio (dati cumulati)

Marzo Giugno Settembre Dicembre

Alta Pianura del Brenta 6.7 -2.3 -21.9 -12.0

Alta Pianura Vicentina Est -2.5 -2.8 -7.8 -6.5

Alta Pianura Vicentina Ovest -5.3 -2.4 -6.3 -6.7

Media Pianura tra Brenta e Muson dei Sassi 0.5 1.0 -1.9 -0.9

Media Pianura tra Piave e Monticano 0.8 -0.5 -4.0 -0.7

Media Pianura tra Tesina e Brenta -0.6 -0.6 -4.3 -1.8

Piave sud Montello 17.7 5.5 -10.4 -5.6

Alta Pianura Trevigiana 31.9 18.3 -17.2 -17.3

Piave Orientale e Monticano 3.4 -0.3 -13.2 -6.7

Media Pianura tra Muson dei Sassi e Sile 1.5 3.3 -2.5 -0.2

Media Pianura tra Retrone e Tesina -1.0 -0.5 -1.6 -0.9

Media Pianura Monticano e Livenza 0.4 -0.1 -2.4 -1.0

Alta Pianura del Piave 13.5 -3.4 -30.3 -5.3

Media Pianura tra Sile e Piave 0.8 0.3 -4.4 -0.6

Figura 21 - Variazione di volume in falda per implementazione MAR: Veneto – anno secco.

Tabella 6 – Deficit residuo di volume in falda per implementazione MAR: Veneto – anno secco.

DEFICIT RESIDUO DI VOLUME IN FALDA PER IMPLEMENTAZIONE MAR (Mm³): REGIONE VENETO – ANNO SECCO

Corpo idrico sotterraneo Anno Secco (dati cumulati)

Marzo Giugno Settembre Dicembre

Alta Pianura del Brenta 11.7 4.1 -23.1 -13.2

Alta Pianura Vicentina Est 2.3 -5.5 -10.2 -6.6

Alta Pianura Vicentina Ovest -0.6 -11.8 -13.2 -8.6

Media Pianura tra Brenta e Muson dei Sassi 1.2 2.1 -3.1 -1.9

Media Pianura tra Piave e Monticano 0.9 2.4 -3.4 -0.6

Media Pianura tra Tesina e Brenta 0.9 1.2 -5.3 -3.0

Piave sud Montello 19.5 9.0 -10.0 -5.3

Alta Pianura Trevigiana 41.7 22.4 -27.6 -19.5

Piave Orientale e Monticano 4.8 7.8 -11.2 -3.9

Nel documento LIFE07 ENV / IT / (pagine 34-40)