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3.3 Variante con bullone

3.4.3 Modello con cava 2 e cava 1

Dopo aver analizzato il comportamento della tenuta del compressore con la presenza della sola cava 2, è stata introdotta ed analizzata anche la cava 1, ossia la cava di controllo dell'eventuale stato di perdita. Con l'introduzione di questa cava, le variabili in gioco risultano numerose: ZS2, ZD2, ZC1, LC1 e HC1(ricordando che il modello è realizzato con HC2 = HC1). Come prima, sono state lasciate libere di variare solo le posizioni di estremità della cava 2 mentre tutti gli altri valori sono stati ssati di conseguenza. In particolare la profondità di entrambe le cave e la larghezza della cava 1 (LC1) sono state sempre prese pari a 5 mm per tutte le simulazioni eettuate nel seguito (il valore scelto risulta essere indipendente dalle dimensioni del compressore). Per quanto riguarda invece la posizione della cava 1 è stata calcolata come ZS2 − 20 mm, in questo modo si ha una larghezza del dente, a cavallo tra le due cave, non eccessivamente ridotta. Quest'ultimo aspetto è stato tenuto in conto in prospettiva dell'analisi dello stato deformativo delle superci a contatto delle due ange.

Per questa congurazione sono state eettuate un numero maggiore di pro- ve ed anche l'inttimento della mesh è stato amplicato. Infatti il valore di SMPR, parametro che descrive la accuratezza della mesh, è stato preso pari a 3.

Per quanto riguarda i parametri che sono stati fatti variare, si ha che le simulazioni sono state eettuate con:

• ZS2  valore basso: 90 mm  valore medio: 105 mm  valore alto: 120 mm • ZD2  valori da 350 mm a 440 mm ad intervalli di 10 mm

La scelta di spostarsi verso valori più elevati dell'estremità destra della cava 2 (ZD2) è giusticata dal fatto che, dalle simulazioni svolte, riportate nel paragrafo precedente, è proprio in questa zona che si risente dei vantaggi maggiori per la tenuta del compressore.

52 CAPITOLO 3. CAVA DI SCARICO E CAVA DI CONTROLLO ZD2 pLA % di [mm] [bar] aumento 350 61.0 13.0 360 61.5 13.9 370 62.0 14.8 380 63.0 16.7 390 63.5 17.6 400 64.0 18.5 410 64.5 19.4 420 65.0 20.4 430 65.5 21.3 440 66.0 22.2

Tabella 3.5: Pressioni di perdita del compressore MCL1402 1101988 con la presenza di entrambe le cave e valore di ZS2 = 90 mm e di ZC1 = 70 mm (SMPR=3). ZD2 pLA % di [mm] [bar] aumento 350 60.5 12.0 360 61.0 13.0 370 62.0 14.8 380 62.5 15.7 390 63.0 16.7 400 63.5 17.6 410 64.0 18.5 420 64.5 19.4 430 65.0 20.4 440 65.5 21.3

Tabella 3.6: Pressioni di perdita del compressore MCL1402 1101988 con la presenza di entrambe le cave e valore di ZS2 = 105 mm e di ZC1 = 85 mm (SMPR=3).

I risultati di questa serie di simulazioni sono riportati nelle Tabelle 3.5, 3.6 e 3.7. Le pressioni limite di tenuta che si raggiungono nei vari casi sono minori rispetto alle corrispondenti ottenute nella congurazione con la sola cava 2. Infatti la presenza della cava di controllo (cava 1) comporta solo l'aspetto negativo di diminuire la distanza di perdita, che in questo frangente è pari a

3.4. ANALISI DEI RISULTATI 53 ZD2 pLA % di [mm] [bar] aumento 350 60.5 12.0 360 61.0 13.0 370 61.5 13.9 380 62.0 14.8 390 62.5 15.7 400 63.0 16.7 410 63.5 17.6 420 64.0 18.5 430 64.5 19.4 440 65.0 20.4

Tabella 3.7: Pressioni di perdita del compressore MCL1402 1101988 con la presenza di entrambe le cave e valore di ZS2 = 120 mm e di ZC1 = 100 mm (SMPR=3).

ZC1, valore ovviamente minore a ZS2 (Figura 3.19). La larghezza di questa cava è ridotta al minimo indispensabile per il passaggio del uido di controllo, di conseguenza non si ha una riduzione sensibile dell'area di contatto tra le ange, condizione che avrebbe costretto, come nel caso della cava di scarico, a concentrare le isostatiche soprattutto nella parte interna del marciapiede, incrementando la tenuta.

In Figura 3.24 sono riportati i valori delle pressioni di perdita ottenuti da questa serie di simulazioni e messi a confronto con quelli ottenuti nelle congurazioni senza alcuna cava e con la sola cava 2.

La geometria che risulta essere la migliore, in relazione alla pressione di perdita del compressore, è dunque quella con il valore dell'estremità destra della cava 2 più grande (ZD2 = 440 mm) e il valore dell'estremità sinistra più piccolo (ZS2 = 90 mm). In questa situazione si ha un incremento percentuale del valore della pressione limite, in conformità con lo zero leakage, rispetto al caso senza cave, del 22.2%.

Nel capitolo successivo sono presenti delle considerazioni dettagliate sullo stato di deformazione, a seguito del precarico del prigioniero, delle superci delle ange a contatto; queste osservazioni hanno reso necessario l'ampliamen- to della larghezza del dente che si crea a cavallo delle due cave. Perciò è stata rieettuata una serie di prove nelle quali l'unica modica apportata è la posizione di inizio della cava di controllo (ZC1), che è stata ssata pari a ZS2 − 30 mm. Quello che ci si aspetta è dunque un inevitabile calo del- la pressione di perdita in quanto si ha solo che la distanza limite del fronte di apertura è stato diminuito rispetto a prima. I risultati di questa serie di simulazioni sono riportati in Tabella 3.8.

54 CAPITOLO 3. CAVA DI SCARICO E CAVA DI CONTROLLO 52,0 54,0 56,0 58,0 60,0 62,0 64,0 66,0 68,0 70,0 72,0 280 300 320 340 360 380 400 420 440 PL [ b ar ] ZD2 [mm] CAVA 2 E 1 ZS2=90 [mm] CAVA 2 E 1 ZS2=105 [mm] CAVA 2 E 1 ZS2=120 [mm] CAVA 2 ZS2=80 [mm] CAVA 2 ZS2=100 [mm] CAVA 2 ZS2=120 [mm] NO CAVE SOLO CAVA 2 NO CAVE CAVA 2 E CAVA 1 ZC1=ZS2-20 [mm] LC1=5 [mm]

Figura 3.24: Andamento delle pressioni di perdita nel caso di nessuna cava, solo cava 2 e cava 2 più cava 1.

ZS2 ZD2 pLA % di [mm] [mm] [bar] aumento 90 350 59.0 9.3 380 61.0 13.0 410 62.0 14.8 440 63.0 16.7 105 350 59.0 9.3 380 60.5 12.0 410 62.0 14.8 440 62.5 15.7 120 350 59.0 9.3 380 60.5 12.0 410 62.0 14.8 440 63.0 16.7

Tabella 3.8: Pressioni di perdita del compressore MCL1402 1101988 con la presenza di entrambe le cave e larghezza del dente aumentata, ZS2 − 30 mm (SMPR=3).

Dall'analisi di questi risultati si evince, come previsto, che la pressione di perdita ne ha risentito, infatti il maggior incremento della pressione limite è

3.4. ANALISI DEI RISULTATI 55 52,0 54,0 56,0 58,0 60,0 62,0 64,0 66,0 68,0 70,0 72,0 280 300 320 340 360 380 400 420 440 PL [ b ar ] ZD2 [mm] CAVA 2 E 1 ZS2=90 [mm] CAVA 2 E 1 ZS2=105 [mm] CAVA 2 E 1 ZS2=120 [mm] CAVA 2 ZS2=80 [mm] CAVA 2 ZS2=100 [mm] CAVA 2 ZS2=120 [mm] NO CAVE CAVA 2 E 1 ZS2=90 [mm] CAVA2 E 1 ZS2=105 [mm] CAVA 2 E 1 ZS2=120 [mm] SOLO CAVA 2 NO CAVE CAVA 2 E CAVA 1 ZC1=ZS2-20 [mm] LC1=5 [mm] CAVA 2 E CAVA 1 ZC1=ZS2-30 [mm] LC1=5 [mm]

Figura 3.25: Andamento delle pressioni di perdita nel caso di nessuna cava, solo cava 2 e cava 2 più cava 1, sia nel caso di dente stretto sia nel caso di dente più largo.

stato pari al 16.7%. Inoltre si nota come il parametro ZS2 perda di sensibilità sul valore della pressione di perdita, e ciò è visibile nella Figura 3.25, in quanto i risultati delle tre sequenze di simulazioni, nelle quali è stato fatto cambiare proprio questo parametro, si sovrappongono quasi del tutto. Il parametro ZD2 invece mantiene la sua elevata sensibilità.

Capitolo 4

Stato deformativo del

collegamento

In questo capitolo viene analizzato il comportamento delle superci delle due ange che si trovano a contatto, dopo che è stato applicato il preserraggio al prigioniero. Il collegamento dei due semi-vessel del compressore deve essere in grado di essere smontato e rimontato, mantenendo inalterate le sue potenzialità in relazione alla tenuta zero leakage del uido compresso. Per questo motivo, se le superci che si trovano a contatto dovessero subire un'eccessiva deformazione plastica in particolari zone, l'ecacia del compressore verrebbe compromessa e già al secondo riassemblaggio non sarebbe più in grado di sostenere il valore della pressione di perdita di progetto.

4.1 Introduzione

L'introduzione delle due cave diminuisce sensibilmente il valore totale del- l'area di contatto tra le due ange (vedi Figura 4.1), in questo modo il valore medio della tensione di compressione sulla angia inferiore (quella che ospita materialmente le due cave) aumenta. Inoltre in questa nuova congurazione si hanno dei rilevanti eetti di concentrazione delle tensioni in prossimità dei bordi di estremità di entrambe le cave. Risulta necessario indagare lo stato di deformazione di questa supercie nella condizione di massima sollecitazione.

La forza massima che costringe le due superci a stare a contatto si realizza proprio quando sul prigioniero agisce la forza di precarico, infatti durante il funzionamento del compressore si ha uno scarico progressivo del valore di tale forza.

Le simulazioni che sono state eettuate sono analoghe a quelle necessa- rie per la determinazione della pressione di perdita con alcune dierenze per quanto riguarda i carichi e i modelli reologici utilizzati. Nel seguito di questo Capitolo verranno elencate e descritte solamente le diversità tra i due modelli.

58 CAPITOLO 4. STATO DEFORMATIVO DEL COLLEGAMENTO CAVA DI SCARICO (CAVA 2) CAVA DI CONTROLLO (CAVA 1) SUPERFICI DI CONTATTO

Figura 4.1: Schema della angia del semi-vessel inferiore nella congurazione con cava 1 e cava 2.

4.1.1 Obiettivo

Lo scopo di questa serie di simulazioni è dunque fornire una misura del livello di deformazione plastica della supercie di contatto della angia inferio- re. Per fare ciò viene misurata la larghezza, in direzione del fronte di apertura, del gruppo di nodi che presentano una tensione equivalente di Von-Mises pari al valore dello snervamento.

Bisogna distinguere però 4 zone della angia nelle quali si può presentare la deformazione plastica. Le dimensioni di queste zone sono riportate in Fi- gura 4.2, dove l'andamento qualitativo della tensione di compressione è stato riportato ribaltato per facilitarne la lettura.

Le quattro zone sono:

• δv: fascia che precede la cava 1. Questa porzione ricopre un ruolo di

maggiore inuenza sulla tenuta del compressore rispetto alle altre zone. Infatti la sua posizione è compresa tra il bordo interno del marciapiede e la distanza limite del fronte di apertura (ZC1). La plasticizzazione di questa zona durante il primo preserraggio del prigioniero si traduce in una riduzione della distanza limite del fronte di apertura (< ZC1) per i successivi rimontaggi del collegamento.

• δc: striscia interna del dente che si crea a cavallo delle due cave inserite

4.1. INTRODUZIONE 59

ZC1

ZS2

ZD2

δV δC δS δD

Figura 4.2: Zone della supercie di contatto della angia inferiore nelle quali si potrebbe vericare una deformazione plastica.

δV

δC δS

δD

Figura 4.3: Schema della angia inferiore con evidenziate le fasce che potrebbero presentare deformazione plastica.

quanto deve poter garantire un corretto funzionamento del sistema di controllo di fuga del uido in pressione.

• δs: porzione esterna del dente tra le due cave, in prossimità dell'estremità

sinistra della cava 2. L'importanza di questa zona è minore rispetto alle due descritte in precedenza.

60 CAPITOLO 4. STATO DEFORMATIVO DEL COLLEGAMENTO • δd: l'ultima zona è quella che si trova al di là della cava 2, in prossimità

della sua estremità destra. Una deformazione plastica in questa porzione di materiale risulta più accettabile, da una prima analisi, in quanto non è capace di compromettere la tenuta del compressore come succede per le altre tre zone.

4.2 Modello

4.2.1 Mesh

La realizzazione dei volumi per la costruzione della geometria delle due ange è rimasta invariata. Le simulazioni sono state svolte però con un intti- mento della mesh molto spinto ed infatti è stato preso il valore del parametro SMPR pari a 5 (valore limite). In più, rispetto al modello precedente, è stato ulteriormente incrementato il numero di suddivisioni delle linee in direzione del fronte di apertura, che delimitano le zone del contatto. In questo modo il numero di elementi che modellano queste superci sono stati aumentati e la descrizione delle zone deformate plasticamente risulta essere più accurata. In Figura 4.4 è riportata la zona del modello, dove avviene il contatto tra le due ange, suddivisa in elementi, evidenziando quanto appena detto.

CAVA 1

CAVA 2

Figura 4.4: Mesh degli elementi nella zona di contatto.

4.2.2 Comportamento elasto-plastico

Materiali. Per quanto riguarda i materiali utilizzati, anche in questo modello viene lasciata all'utente la possibilità di scegliere, attraverso nestre pop-up, le caratteristiche dell'acciaio con cui sono realizzate le ange dei due semi-vessel e quelle dell'acciaio del prigioniero. Per quest'ultimo viene richiesto

4.2. MODELLO 61 solamente il valore del modulo elastico (E) e il coeciente di Poisson (ν). Mentre per quanto riguarda il materiale delle ange, oltre a questi due valori, viene richiesto anche il valore della tensione di snervamento (σy) e il valore

del modulo tangente (ET). Il modello reologico utilizzato è infatti il modello

bilineare elasto-plastico (vedi Figura 4.5).

σ [MPa] ε Sy E ET σ [MPa] ε Sy E ET=0

Figura 4.5: Modello bilineare elasto-plastico, che nel caso di modulo tangente nullo diventa elastico-perfettamente plastico.

Tutte le simulazioni eseguite per l'analisi dello stato di deformazione delle superci a contatto sono state in realtà svolte imponendo nullo il modulo tangente, ricadendo sempre nel caso di modello elastico-perfettamente plastico. Inoltre per la tensione di snervamento è stata utilizzato il valore di 235 MP a relativo al comune acciaio da costruzione S235JR.

Elementi. Gli elementi del modello che sono stati realizzati con il modello elasto-plastico sono solo quelli appartenenti ai volumi adiacenti alle zone di contatto delle due ange. Non sono stati modicati gli altri elementi della angia che hanno conservato quindi il comportamento perfettamente elastico. Per alcuni di essi, in particolare la madrevite nella angia inferiore e la zona sotto dado della angia superiore, la modellazione non era ne alla valutazione del livello di tensione ma solamente alla corretta simulazione della trasmissione del carico ad altre zone del modello. Una loro modellazione con elementi che presentano comportamento plastico avrebbe perciò falsato le simulazioni.

In Figura 4.6 sono riportati i volumi suddivisi in elementi che presentano il comportamento elastico-perfettamente plastico.

Per attivare il comportamento elasto-plastico di questi elementi è stato necessario, una volta denita la loro tipologia nel preambolo (elementi brick, contact, target, etc.), richiamare il modello bilineare attraverso il comando TB,BKIN,'mat' e successivamente denire i due parametri necessari con TBDATA,'mat',SNER,MODT . Il valore della tensione di snervamento (SNER) e il valore del modulo tangente (MODT) sono stati assunti costanti con la temperatura dato che la simulazione non prevede nessun tipo di aspetto termico.

62 CAPITOLO 4. STATO DEFORMATIVO DEL COLLEGAMENTO

Figura 4.6: Parti del modello con comportamento elastico-perfettamente plastico.

4.2.3 Carichi

Tutte le simmetrie descritte e applicate al modello iniziale nel Capitolo 3 vengono mantenute. Per quanto riguarda i carichi invece non viene applicata la pressione interna e di conseguenza nemmeno il carico assiale dato che que- st'ultimo è presente solo quando il valore della pressione nel compressore non è nullo.

L'unico carico che viene fatto agire è il preserraggio dei prigionieri. Per poterlo inserire correttamente nel modello, al solito, non viene usato diret- tamente il valore della forza ma viene applicato tramite l'interferenza ossia con lo spostamento relativo di superci inizialmente a contatto. La procedura utilizzata quindi è la medesima di quella usata nel modello precedente. Dato che la rigidezza globale del prigioniero risulta essere incognita inizialmente nel modello, per poter ottenere il giusto valore di interferenza, viene calcolato il rapporto lineare tra precarico e spostamento relativo. Per applicare l'interfe- renza viene utilizzato il comando CE, attraverso il quale è possibile imporre ad ogni coppia di nodi un spostamento ssato attraverso una equazione. Per fare ciò, si selezionano tutti i nodi della supercie a contatto, nella zona tra la sottotesta del dado e la parte alta della angia superiore, e si ricercano quel- li che sono aacciati per poterli vincolare. Dopo di che viene eettuata una prima simulazione con valore dell'interferenza unitario, e naturalmente carichi di pressione sempre nulli, per poter ricavare la forza che sentono i nodi del prigioniero. Questa quantità serve per modicare il valore dell'interferenza al ne di ottenere la forza di serraggio voluta.

4.2.4 Post-processor

Al termine della simulazione viene gracato l'andamento della tensione equivalente di Von-Mises dei nodi della supercie di contatto della angia inferiore e anche appartenenti al piano di sezione passante per l'asse del pri- gioniero. I nodi in questione sono quelli appartenenti alla linea evidenziata in rosso in Figura 4.7.

4.2. MODELLO 63

Figura 4.7: Schema della angia inferiore con evidenziata in rosso la linea sulla quale giacciono i nodi per i quali è stata gracata la tensione equivalente di Von-Mises.

Inoltre a ne simulazione viene scritto un le di testo (.txt) nel quale vengo- no riportate le misure delle larghezze delle 4 zone nelle quali si può presentare deformazione plastica. Dato però che la larghezza di queste strisce non risulta essere costante lungo lo spessore, come sembra invece dallo schema di Figura 4.3, cautelativamente è stata riportata la larghezza maggiore per ciscuna zona. Nella Figura 4.8 è mostrato un esempio del graco in uscita dalla simula- zione della tensione. Nell'esempio le dimensioni della cava 2 sono state ssa- te in modo da avere una larghezza della stessa elevata e far sì di avere una plasticizzazione estesa della zona di contatto.

Figura 4.8: Esempio dell'andamento della tensione equivalente di Von-Mises sulla linea di contatto a ridosso del foro.

64 CAPITOLO 4. STATO DEFORMATIVO DEL COLLEGAMENTO

4.3 Analisi dei risultati

Le simulazioni sono state svolte inizialmente per il compressore preso in esame nel Capitolo 3, ossia MCL1402 1101988. In particolare sono state ana- lizzate alcune delle congurazioni geometriche delle cave nelle quali, nel Ca- pitolo precedente, è stata determinata la pressione di perdita del compressore nei due diversi casi di larghezza del dente a cavallo delle due cave.

Nella Tabella 4.1 sono riportati i risultati delle simulazioni nel caso di dente stretto (ZC1 = ZS2 − 20 mm) mentre nella Tabella 4.2 il valore del dente è stato aumentato (ZC1 = ZS2 − 30 mm). ZS2 ZD2 δv δc δs δd [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] 90 360 0.0 0.0 5.6 2.2 380 0.0 0.0 5.6 4.4 400 0.0 0.0 7.5 4.4 420 0.0 1.9 7.5 6.5 440 0.0 3.8 11.3 6.8 105 360 0.0 0.0 5.6 2.2 380 0.0 0.0 5.6 4.4 400 0.0 0.0 7.5 4.4 420 0.0 0.0 7.5 4.3 440 0.0 0.0 11.3 6.8 120 360 0.0 0.0 3.8 2.2 380 0.0 0.0 5.6 4.4 400 0.0 0.0 5.6 4.4 420 0.0 0.0 7.5 4.3 440 0.0 0.0 7.5 6.8

Tabella 4.1: Larghezze delle zone deformate plasticamente in caso di dente tra le due cave stretto, ZC1 = ZS2 − 20 mm (SMPR=5).

Da questi risultati si può vedere come il valore della larghezza della zona deformata a ridosso della cava 1, dalla parte interna del marciapiede, sia sempre nulla (δv). Questa zona è quella che richiedeva la maggiore attenzione, dato che

una perdita del contatto tra le superci delle ange si traduce immediatamente in perdita del uido compresso attraverso la cava di controllo (cava 1).

Mentre per quanto riguarda l'altra zona, sempre adiacente alla cava 1 (δc),

si presenta deformazione plastica solamente in due casi, cioè quando la lar- ghezza della cava 2 ha le dimensioni maggiori ed il dente tra le due cave è di larghezza ridotta. In questi casi si ha che la porzione di supercie compresa tra le due cave plasticizza del tutto o quasi. Questa situazione è da evitare

4.3. ANALISI DEI RISULTATI 65 ZS2 ZD2 δv δc δs δd [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] [mm] 90 350 0.0 0.0 3.8 4.4 380 0.0 0.0 5.8 4.4 410 0.0 0.0 5.8 4.4 440 0.0 0.0 7.7 6.8 105 350 0.0 0.0 3.8 2.2 380 0.0 0.0 5.8 4.4 410 0.0 0.0 5.8 4.4 440 0.0 0.0 7.7 6.8 120 350 0.0 0.0 3.8 2.2 380 0.0 0.0 5.8 4.4 410 0.0 0.0 5.8 4.4 440 0.0 0.0 5.8 6.8

Tabella 4.2: Larghezze delle zone deformate plasticamente in caso di dente tra le due cave più largo, ZC1 = ZS2 − 30 mm (SMPR=5).

perchè la cava di controllo perderebbe la sua funzione in quanto sarebbe sem- pre direttamente in comunicazione con l'esterno tramite il foro del prigioniero sulla angia superiore.

Inne, per tutti i casi analizzati, si presenta deformazione nelle due por- zioni di supercie ai lati della cava 2 (δs e δd). Naturalmete maggiore è la

dimensione della larghezza della cava di scarico e maggiore è la larghezza delle due parti deformate. L'importanza posseduta dalla zona più esterna (δd) è mi-

nore rispetto a quella interna (δs) dato che, se si pensa di poter sopportare una

piccola deformazione plastica, questa non dovrebbe pregiudicare nel complesso la tenuta del compressore.

Le congurazioni che presentano la minore deformazione plastica di tutte e quattro le zone denite sono quelle con:

• ZS2 = 105 mm, ZD2 = 350 mm e ZC1 = ZS2 − 30 mm • ZS2 = 120 mm, ZD2 = 350 mm e ZC1 = ZS2 − 30 mm

in questi due casi, facendo riferimento alla Tabella 3.8, l'incremento della pressione di perdita è minore rispetto alle altre congurazioni con cava di scarico più larga, ma comunque si ha un vantaggio sulla tenuta rispetto al caso senza cave del 9.3%.

Bisogna ricordare che tutta l'analisi presentata in questo Capitolo, sullo stato di deformazione delle superci a contatto una volta applicato il precarico al prigioniero, è una indagine preliminare. Sono necessarie ulteriori analisi del problema supportate da veriche sperimentali.

Capitolo 5

Risultati altri modelli

Lo studio sul comportamento della tenuta del compressore centrifugo dovu- ta all'introduzione della cava di scarico (cava 2) e della cava di controllo (cava 1) nel collegamento angiato metal-to-metal è stato eettuato nel Capitolo 3 e nel Capitolo 4 per il compressore modello MCL1402 1101988. In questo Capitolo vengono presentati i risultati ottenuti per tutti gli altri modelli di compressori centrifughi appartenenti alla medesima famiglia.

DN DV/2 SV L1 Z1 H1 HD DF DB DD H1

Figura 5.1: Dimensioni principali della geometria della angia del compressore.

68 CAPITOLO 5. RISULTATI ALTRI MODELLI

5.1 Geometrie modelli

Per ciascuno dei vari modelli di compressore sono riportate le dimensioni principali legate al collegamento con prigioniero dei due semi-vessel. Si riporta,

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