• Non ci sono risultati.

L’India come modello di Stato multiculturale nell’analisi politologica Come ho avuto modo di sottolineare in diverse occasioni 10 , la centralità dell’esperienza

STATO MULTICULTURALE E “DIVERSITÀ SOCIALE”: IL CONTRIBUTO DELL’UNIONE INDIANA

3. L’India come modello di Stato multiculturale nell’analisi politologica Come ho avuto modo di sottolineare in diverse occasioni 10 , la centralità dell’esperienza

indiana per la teoria dello Stato è oggi riconosciuta da politologi di calibro inernazionale, quali A. Lijphart ed altri. In particolare, essi considerano l’India come un importante tassello per la creazione di un modello di Stato multiculturale che definiscono con il termine State-Nation (contrapposto al tradizionale Stato-nazione, in inglese Nation-State). Secondo questi autori lo State-Nation si configura come un vero e proprio idealtipo di Stato contemporaneo in grado di fornire una risposta alla necessità di preservare l’unità dello Stato pur riconoscendo e assegnando rilievo giuridico e istituzionale alla diversità. Sotto il

5 Su questi aspetti è sufficiente rinviare a W. KYMLICA, Liberal multiculturalism: Western models, global trends

and Asian debates, in W.KIMLYCKA,B.HE (eds), Multiculturalism in Asia, Oxford, Oxford University Press,

2005, pp. 22-55.

6 H. BHATTACHARYYA, Multiculturalism in Contemporary India, in International journal on multicultural societies

(IJMS), vol. 5, n. 2, 2003, p. 152.

7 G. MAHAJAN, Indian exceptionalism or Indian model: negotiating cultural diversity and minority rights in a democratic

Nation-State, in W.KIMLYCKA,B.HE (eds), op. cit., p. 288.

8 S.K. MITRA, Constitutional design, democratic vote counting and India’s fortuitous multiculturalism, Working Paper n.

4, South Asia Institute, University of Heidelberg, 2001, p. 7.

9 W. KYMLICA, op. cit., pp. 39-40.

10 In particolare ho trattato diffusamente il tema nel volume D. AMIRANTE, Lo Stato multiculturale.

Contributo alla teoria dello Stato dalla prospettiva dell’Unione indiana, Bologna, BUP, 2014, dal quale ho ripreso, nel

profilo lessicale State-Nation è un termine introdotto per designare «quegli Stati, a carattere democratico, che non rientrano o non possono rientrare nella definizione di modello di Stato-Nazione alla francese basato su un senso di appartenenza risultante da un assetto omogeneo, sia esso preesistente o costruito»11.

Il presupposto metodologico di questa riflessione è il superamento della tradizionale nozione di Stato-nazione, considerando che «uno dei compiti più urgenti ai giorni nostri, dal punto di vista della riflessione scientifica, politica e normativa, è quello di interrogarsi su come sistemi che aspirano ad essere democrazie possano fronteggiare un’incredibile diversità socio-culturale nell’ambito dei confini di uno Stato unitario». Ma, per affrontare tale compito è necessario sbarazzarsi di «una vecchia “massima” ereditata dalle generazioni passate, secondo la quale i confini territoriali di uno Stato devono necessariamente coincidere con i confini culturali percepiti da una Nazione12. Secondo questa antica

massima ciascuno Stato dovrebbe contenere entro i propri confini «una sola nazione culturalmente omogenea, e non più di una», tuttavia «alla luce della realtà socio-culturale estremamente eterogenea di molti Stati nel panorama mondiale, tale convinzione appare fuorviante, se non addirittura pericolosa, dal momento che molti Stati non possono oggi ottemperare a tale aspettativa»13. Stepan, Linz e Yadav ritengono che la comparazione con

l’India sia inevitabile se si vuole correggere e quindi superare tale consolidato assunto, e possa rappresentare una sorta di cartina al tornasole anche per una riflessione a livello globale, che prenda in considerazione un novero molto ampio di Stati.

Nella teoria in esame le caratteristiche fondamentali del modello di State-Nation vengono individuate non soltanto in alcuni elementi ordinamentali e costituzionali (pur se la maggioranza degli Stati considerati è a carattere federale)14, ma anche in prassi politiche che

sono in netta contrapposizione rispetto alle politiche di assimilazione delle diverse componenti culturali presenti in un dato territorio all’interno di un unico Stato-Nazione. In tal senso «le politiche dello State-Nation seguono un approccio politico-costituzionale che rispetta le identità socio-culturali multiple ma compatibili» e comporta «l’incentivazione di un senso di appartenenza («we-feeling») alla comunità politica generale, e la contemporanea creazione di garanzie istituzionali per il rispetto e la tutela delle più rilevanti forme di diversità multiculturale»15. Lo State-Nation non si contrappone solamente al tradizionale

Stato-Nazione di tipo monoculturale, ma si differenzia anche dallo Stato multinazionale («pure multinationalism» nell’espressione usata dagli autori). Lo Stato multinazionale può essere identificato infatti come una struttura istituzionale nella quale convivono unità nazionali diverse senza che vi sia alcuna condivisione di valori. In tal senso può essere definito come «un contenitore vuoto» («an empty shell» nell’espressione originale) che comprende unità politiche che aspirano ad ottenere l’indipendenza o, «nel migliore dei casi come una confederazione piuttosto che uno Stato federale»16. L’elemento mancante in un

semplice Stato multinazionale è quindi un “nocciolo duro” di valori condivisi che

11 A.STEPAN,J.J.LINZ,Y.YADAV, Crafting State-Nations. India and other multinational democracies, Baltimore,

The Johns Hopkins University Press, 2011, p. 7. Ho preferito non tradurre l’espressione State-Nation per gli evidenti problemi lessicali che tale terminologia comporta nel passaggio dall’inglese all’italiano e viceversa. In effetti questo termine può rappresentare il più classico dei “falsi amici”, in quanto indica il contrario dello Stato-Nazione, come lo intendiamo nelle lingue latine (riprendendo ovviamente il francese Ètat-Nation che in inglese si traduce invece Nation-State).

12 A. STEPAN, J.J. LINZ, Y. YADAV, ‘Nation State’ or ‘State Nation’? India in comparative perspective, in K.

SHANKAR BAJPAI (ed.), op. cit., p. 50.

13 Ivi.

14 Gli autori specificano che «il federalismo non è sufficiente né necessario per l’esistenza dello State-

Nation, dal momento che quest’ultimo richiede un certo numero di misure a sostegno della diversità che non

trovano corrispondenza degli strumenti federali» (A.STEPAN,J.J.LINZ,Y.YADAV, Crafting State-Nations. India

and other multinational democracies, cit., p. 6).

15 Ibidem, pp. 4-5. 16 Ibidem, p. 12.

giustifichino la fedeltà verso il “centro”; in altre parole in queste forme di Stato «non vi è alcuna forma di attaccamento simbolico con lo Stato né di identificazione con lo stesso», in pratica fa difetto quello che i tre autori definiscono come we-feeling, paragonandolo al Verfassungspatriotismus della teoria habermasiana17. Quindi, per affrontare con successo le sfide

poste da società fortemente multiculturali e plurinazionali (robust multinational societies), salvaguardando una struttura statale, uno State-Nation deve avere sette requisiti fondamentali18.

Il primo richiede uno Stato a federalismo asimmetrico (può anche essere uno Stato regionale asimmetrico, ma mai uno Stato federale simmetrico o uno Stato unitario classico). In questa teoria, infatti, l’asimmetria rappresenta uno strumento fondamentale per garantire diversi gradi di autonomia e diversi poteri o funzioni ai variegati gruppi presenti sul territorio (è il caso dell’India, ma anche la Spagna offre utili indicazioni in tal senso).

Secondo requisito fondamentale è che l’ordinamento costituzionale garantisca, allo stesso tempo, sia i diritti individuali che quelli di gruppo, in quanto mentre i diritti individuali svolgono un ruolo importante per cementare l’appartenenza ad una struttura statale comune, i diritti collegati all’appartenenza a gruppi (di carattere linguistico, religioso, o culturale nel senso più ampio) rappresentano spesso delle precondizioni per l’esistenza stessa dei diritti individuali.

Il terzo elemento (che caratterizza in modo forte la proposta in esame) richiede una forma di governo parlamentare ed esclude, in linea di massima, le forme di governo presidenziali o semi-presidenziali. La forma di governo parlamentare si lascia preferire in quanto può garantire maggiori opportunità di scelte politiche condivise, ovvero, in altre parole, «offre la possibilità ai gruppi minoritari di apportare un contributo alle coalizioni di governo»19.

Il quarto requisito, di carattere spiccatamente politico, richiede la presenza contestuale sia di partiti federali (o “centrali”, vale a dire presenti in tutto il territorio) che di partiti federal-regionali (centric-regional in inglese), cioè di partiti che, pur avendo carattere regionale, si propongono di intervenire nella politica federale, anche attraverso una attiva partecipazione alle elezioni politiche (ed in caso di successo, ovviamente, di approdare in Parlamento).

La quinta condizione richiede la presenza di gruppi che siano politicamente integrati, ma non culturalmente assimilati, in quanto mantengono caratteristiche etno-culturali particolarmente spiccate. In questi casi se i gruppi etno-culturali riconosceranno allo Stato il merito di aver creato un sistema di diritti che li garantisce saranno propensi a formare coalizioni al centro e diventeranno quindi politicamente integrabili nel sistema politico nazionale, e di conseguenza, nell’ordinamento giuridico “centrale” (sia esso federale o regionale)20.

Il sesto ed il settimo requisito presentano caratteristiche prettamente culturali, richiedendo la presenza di gruppi nazionali culturalmente integrabili (cultural nationalists) invece che di gruppi «culturalmente secessionisti», da una parte, e l’esistenza di forme di identità multiple ma complementari. Quest’ultimo requisito è ritenuto molto importante all’interno dell’idealtipo dello State-Nation in quanto «è probabile che in una società multinazionale i cittadini si identifichino in modo deciso e restino fedeli contemporaneamente ad una entità di carattere regionale, purché sia sufficientemente forte, ed al livello centrale»; in tal modo questi cittadini conserveranno «una forte fiducia nel livello centrale perché riconoscono al centro, ed alle istituzioni storicamente collegate ad esso, la capacità di garantire alcuni beni collettivi di grande valore quali l’indipendenza […]

17 Ibidem, p. 13, vedi anche J. HABERMAS, Lotta di riconoscimento nello Stato democratico di diritto in J.

HABERMAS,C.TAYLOR, Multiculturalismo. Lotte per il riconoscimento, Milano, Feltrinelli, 2006, p. 63 ss.

18 A.STEPAN,J.J.LINZ,Y.YADAV, Crafting State-Nations. India and other multinational democracies, cit., p. 18 ss. 19 Ibidem, p. 20.

la sicurezza nei confronti di minacce da parte di Stati confinanti e la partecipazione ad un mercato comune di ampie dimensioni»21.

Il modello politologico dello State-Nation con i suoi sette requisiti fondamentali, rappresenta, a mio avviso, un contributo di grande rilevanza al dibattito relativo alla diversità nella società multiculturale di oggi, che vale la pena sottoporre ad una verifica in termini costituzionalistici. In effetti sotto il profilo della teoria costituzionale lo State-Nation presenta una originale ed inedita commistione di tre precondizioni istituzionali per l’individuazione di uno Stato multiculturale: federalismo (o regionalismo) asimmetrico, riconoscimento e tutela contestuale dei diritti soggettivi e di diritti collettivi o di gruppo, preferenza per una forma di governo parlamentare. Si tratta di una “piattaforma concettuale” di notevole rilevanza e che indica la necessità di allargare il dibattito sul multiculturalismo dalle questioni relative alla sola tutela di situazioni giuridiche soggettive (diritti individuali versus diritti collettivi), ad una riconsiderazione della stessa struttura dello Stato, ed in particolare ad una verifica “incrociata” fra forma di Stato e forma di governo.

Per approfondire tali questioni l’esperienza dell’Unione indiana, considerata dagli autori in esame come il «campione» (in entrambi i significati del termine) del modello di State- Nation, si presenta come un punto di partenza privilegiato, in ragione delle sue forti componenti multiculturali e della sua lunga esperienza istituzionale. Tuttavia una approfondita analisi di questa esperienza esige da parte dei comparatisti di stampo occidentale notevoli sforzi, sia nella ricerca pratica che nell’elaborazione teorica. Innanzitutto considerare l’India come modello di State-Nation richiede il superamento del tradizionale approccio, teso a considerare questo Stato come mero ordinamento post- coloniale in via di sviluppo. Se è infatti indiscutibile che i problemi che l’Assemblea Costituente indiana dovette affrontare alla fine degli anni Quaranta erano quelli tipici di una transizione post-coloniale (con tutte le relative implicazioni socio-economiche), è altrettanto indubitabile che il risultato di tale processo fu una Costituzione innovativa, che ha percorso sentieri non battuti nella costruzione dello Stato e nell’individuazione di una identità comune in una società pluralista e multiculturale. Per quanto qui ci riguarda, la caratteristica più interessante del multiculturalismo ante litteram indiano è probabilmente l’idea di combinare la concezione della persona come individuo non isolato, ma come soggetto sempre collegato a gruppi sociali (impostazione condivisa con molte Costituzioni europee del dopoguerra, in particolare quella italiana e quella tedesca), con il riconoscimento non solo dei gruppi sociali e delle associazioni (pluralismo), ma anche di comunità preesistenti allo Stato stesso (multiculturalismo). In altre parole, come è stato giustamente notato, «la realtà esistente costrinse a riconoscere che le comunità culturali definiscono, almeno in parte, l’individuo, e che l’individuo porta tali identità ed interessi collettivi nell’arena pubblica»22. Nel tentativo di coniugare l’individualismo occidentale con

il comunitarismo orientale, la Costituzione indiana ha elaborato alcune interessanti soluzioni pratiche, generando al contempo ottimi risultati in termini di stabilità istituzionale ed offrendo nuove prospettive teoriche. Di ancora maggiore utilità risultano inoltre quei meccanismi costituzionali segnalati in precedenza, fra cui, in particolare, un federalismo di tipo asimmetrico e “dinamico”, che descriverò brevemente nel paragrafo 5.

4. I diritti nello Stato multiculturale indiano: il difficile equilibrio fra dimensione

Outline

Documenti correlati