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5.2 Metodologie semplificate proposte dal Comitato di Basilea

5.2.2 Modello semplificato Banca d’Italia

La circolare n. 263/2006 presenta nell’allegato C, Titolo III - Capitolo 1, le linee guida per la realizzazione di un sistema semplificato per la misurazione del capitale interno a fronte del rischio di tasso nel banking book in condizioni ordinarie e in ipotesi di stress. La metodologia si articola nei seguenti punti:

1. Determinazione delle valute rilevanti

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per cento sul totale dell’attivo e del passivo del portafoglio bancario. Le posizioni rilevanti vengono considerate valuta per valuta, le altre, invece, vengono aggregate.

2. Classificazione delle attività e delle passività in fasce temporali

Tutte le attività e passività vengono classificate all’interno di 14 fasce temporali dipendentemente dalla loro vita residua, mentre quelle a tasso variabile vengono ri- condotte sulla base della data di rinegoziazione del tasso di interesse (si veda fig. 5.1

per la distribuzione delle fasce temporali).

L’inserimento delle poste attive e passive all’interno delle fasce temporali è regola- mentato secondo i criteri elencati nella Circolare n. 272 ("Manuale per la compilazio-

ne della matrice dei conti") e nella Circolare n. 115 ("Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni di vigilanza su base consolidata degli enti creditizi"). In partico-

lare la riserva obbligatoria è collocata nella fascia fino ad un mese, i derivati sono assegnati alle diverse fasce temporali sulla base di criteri indicati nell’ambito dei re- quisiti patrimoniali sui rischi di mercato, i prestiti in sofferenza sono collocati nella fascia da cinque a sette anni (sulla base di uno studio dei tempi medi di recupero passati). Per quanto riguarda la trattazione dei c/c un aggiornamento della circola- re del dicembre 2010 ha sancito che i c/c attivi sono classificati nella fascia a vista mentre la somma di quelli passivi e dei depositi liberi va attribuita per il 25% nella fascia a vista (componente non core) e per il 75% restante (componente core) nelle successive otto fasce temporali in misura proporzionale al numero di mesi in esse contenuti; previo aggiornamento i c/c passivi e i depositi liberi venivano ripartiti per una ammontare pari ai c/c attivi nella fascia a vista, mentre l’importo residuo nelle successive quattro fasce temporali.

Curcio e Gianfrancesco (2011) hanno evidenziato che l’adozione di diversi criteri per la distribuzione dei depositi a vista ha un impatto maggiore sulla misura dell’espo- sizione al rischio di tasso di interesse della banca di quanto lo abbia l’applicazione di una diversa procedura di mapping delle poste a bilancio o l’utilizzo di metriche di quantificazione del rischio diverse da quella fornita dalla normativa di vigilanza.

3. Ponderazione delle esposizioni nette all’interno di ciascuna fascia

All’interno di ogni fascia si ottiene una posizione netta derivante dalla compensazione delle posizioni attive e di quelle passive. Tale posizioni nette vengono moltiplicate per i fattori di ponderazioni (visibili sulla tabella), ottenuti come prodotto tra una variazione ipotetica dei tassi (nel caso in esame si tratta di una variazione parallela di 200 basis points) e una approssimazione della duration modificata relativa alle singole fasce. Quanto sopra enunciato può essere scritto in termini analitici:

∆P Ni = P Ni∗ DMi∗ ∆r (5.1)

5.2 Metodologie semplificate proposte dal Comitato di Basilea 81

• ∆P Ni è la stima della variazione subita dal valore economico della posizione

netta relativa alla i-esima fascia temporale;

• P Ni è la posizione netta relativa alla fascia i-esima;

• DMi è la duration modificata approssimata alla fascia i-esima;

• ∆r è la variazione del tasso d’interesse ipotizzata (nel caso della metodologia semplificata tale variazione di +/- 200 bp è uguale per tutte le fasce temporali).

4. Somma delle esposizioni ponderate delle diverse fasce

Le esposizioni ponderate delle diverse fasce vengono sommate al fine di ottenere un’esposizione ponderata netta che approssima la variazione del valore delle poste denominate in una certa valuta nell’eventualità di uno shock dei tassi di interesse ipotizzato. In termini analitici:

∆V Ej =

n

X

i=1

∆P Ni (5.2)

5. Aggregazione delle esposizioni nelle diverse valute

Nel passo finale vengono sommati i valori delle esposizioni delle singole valute e dell’aggregato delle valute non rilevanti. In questo modo si ottiene un valore rap- presentante la variazione del valore economico della banca nel caso dell’accadimento dello scenario del mercato dei tassi ipotizzato.

Il risultato ottenuto tramite l’aggregazione delle esposizioni rappresenta una riduzione del valore economico del portafoglio di attività e passività detenute dalla banca. Tale valore viene rapportato al valore del patrimonio di vigilanza e messo in confronto con la soglia limite del 20% imposta dall’autorità di vigilanza.

∆V Ep

P V ≤ 20% (5.3)

Nel caso degli stress test per l’esposizione al rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario la normativa richiede esplicitamente l’applicazione del metodo del supervisory

test, inoltre le banche di classe 1 e 2 devono tenere conto anche degli spostamenti della

curva dei rendimenti diversi da quelli paralleli e delle differenze di volatilità dei tassi con riferimento alle diverse scadenze e alle diverse valute. Le banche di classe 3, dipendente- mente al proprio business, possono formulare simili scenari addizionali, motivando le scelte compiute. In condizioni ordinarie, invece, può essere utilizzato il metodo alternativo dei percentili (1◦ in caso di ribasso, 99◦ in caso di rialzo) che fa riferimento alla serie storica di variazioni annuali dei tassi d’interesse registrati in un periodo di osservazione di 6 anni.

In quest’ultimo caso verrà utilizzata la variazione massima e minima storica rilevata nel periodo di osservazione (1◦ e 99◦ percentile) come shock di tasso ipotizzato anziché l’im- posizione di una variazione standard di 200 basis point.

"Nella determinazione del capitale interno in condizioni ordinarie si può fare riferimento

alle variazioni annuali dei tassi di interesse registrati in un periodo di osservazione di 6 anni, considerando alternativamente il 1 percentile (ribasso) o il 99 (rialzo). Nella stima del capitale interno in ipotesi di stress, le variazioni ipotizzate dei tassi sono determinate sulla base di scenari prescelti dalla banca, oltre a quello della variazione parallela di +/- 200 punti base. In caso di scenari al ribasso deve essere garantito il vincolo di non nega- tività dei tassi" [4]

5.3

Aggiornamento 2016 degli standard di gestione del ri-