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cepimento nella Circolare n.263 della direttiva di Basilea per la gestione del rischio di tasso di interesse ha messo in evidenza la costruzione di un modello principale, il supervisory test

con shock parallelo a +/- 200 punti base, come opzione standard da utilizzare per la misu-

razione dell’esposizione a bilancio nei confronti di tale rischio in situazione di ordinarietà o di stress di mercato. In alternativa, in seguito all’aggiornamento della normativa del 2011, è stata proposta l’adozione del modello dei percentili con shock non parallelo nella stima in situazione di ordinarietà. I due modelli, sebbene possano di fatto essere utilizzati per lo stesso scopo, basano la loro operatività su due principi completamente differenti che si tramutano in una diversa determinazione della quantità necessaria di capitale interno.

6.2 Supervisory test e modello dei percentili a confronto 89

Il Supervisory Test è, di fatto, il modello di più semplice implementazione in quanto prevede l’attribuzione di uno shock parallelo per tutte le fasce temporali indipendente- mente se i tassi a lungo o a breve siano più o meno reattivi a variazioni nelle condizioni di mercato. Dal punto di vista della misurazione dell’esposizione al rischio di tasso, l’adozione di questo modello basato su di uno shock fisso identificato a priori comporta la determi- nazione di un accantonamento indipendente dalle reali variazioni dei tassi registrate nel mercato e in quanto tale potrebbe essere eccessivo in un contesto di tassi poco volatili (come quello attuale) andando a sottrarre capitale utile che potrebbe essere utilizzato per aumentare la redditività dell’istituto bancario.

Il modello dei percentili, all’opposto di quanto accade nel supervisory test, permette il calcolo di uno shock non parallelo e diverso per ogni fascia temporale andando a prendere come riferimento la massima variazione negativa e positiva (1◦ e 99◦ percentile) registrata negli ultimi sei anni nel comportamento dei tassi di interesse nel mercato. Ciò significa che tale modello, non essendo determinato su di un range fisso ma su di uno variabile correlato alle variazioni registrate nel mercato, permette alle banche di dover detenere un ammontare di capitale inferiore rispetto quello calcolato con il supervisory a 200 punti base quando ci si trova in un periodo temporale in cui i tassi si mantengono stabili1 (situazione attuale

di mercato), mentre può ipoteticamente comportare l’assorbimento di maggiore capitale di secondo pilatro nel caso in cui tutte le maturity legs subiscano uno shock simultaneo superiore ai 200 punti base. D’altro canto l’adozione di questo secondo modello, con l’opportunità di ridurre l’assorbimento di capitale, comporta l’inserimento di un ulteriore variabile di rischio all’interno del processo in quanto la banca potrebbe ritrovarsi nella condizione in cui le sia richiesto un maggiore ammontare di capitale interno.

La normativa stabilisce inoltre che venga rispettato il vincolo di non negatività, ovvero per ciascuna scadenza, in caso di shift al ribasso la variazione dei tassi determinata non deve risultare superiore al valore rilevato nelle curve dei tassi utilizzati alla data alla quale viene riferita la misurazione dell’esposizione al rischio.

Di fatto in un’ottica di determinazione del capitale di secondo pilastro relativamente al rischio di tasso di interesse, per la banca si tratta di attuare una scelta tra la sicurezza e stabilità fornita dalla misurazione tramite il supervisory test, indipendente dalla variabilità registrata nei tassi di mercato, ma con l’imposizione di un ammontare che in condizioni di mercato dei tassi stabili potrebbe essere eccessivo, o l’adozione del metodo dei percentili che, a scapito dell’inserimento all’interno della banca di un ulteriore variabile di incertezza, potrebbe permettere il risparmio di capitale utile per l’espansione dell’attività della banca stessa.

La questione relativa a quale dei due modelli utilizzare non si limita solamente all’a- nalisi nel contesto di ordinarietà ma ha conseguenze anche nell’adozione del modello per

1È più comune rilevare una condizione di bassa volatilità quando i tassi si trovano a livelli bassi e

l’analisi nel contesto di stress test. Infatti la normativa all’interno della Circolare n. 285 (Titolo III, capitolo 1, allegato C) sancisce indirettamente che il supervisory test a 200

punti base è già di per sè un modello di stress test per cui, qualora si utilizzasse il mo-

dello dei percentili in modalità ordinaria, dovrà essere utilizzato come modello di stress test; al contrario qualora il supervisory a 200 punti base venga utilizzato in condizioni di ordinarietà allora le banche dovranno utilizzare un range più ampio per il modello in situazione di stress2 (in questo caso la prassi generalmente adottata dalle banche italiane è quella di incrementare lo shock di ulteriori 100 punti base utilizzando in questo modo un supervisory test a 300 punti base).

Dunque, una banca di classe 2 o 3 che utilizzi la metodologia standard proposta da Basilea per misurare l’esposizione al rischio di tasso per la determinazione del capitale ai fini del parametro di adeguatezza patrimoniale può optare generalmente tra due binari:

Figura 6.1: Adozione dei modelli standardizzati in ottica di scenario ordinario e di stress

In particolari fasi di instabilità del mercato dei tassi (situazioni di alta volatilità), il modello dei percentili utilizzato in fase di ordinarietà potrebbe paradossalmente definire un range superiore allo stesso range fisso di 200 punti base del modello nello stress test. In questo caso la disciplina non si esprime direttamente determinando particolari implemen- tazioni ma richiede alla banca di presentare analisi di scenari ulteriori che devono essere rilevanti riguardo la condizione di mercato dei tassi di interesse, dovranno essere quindi effettuate valutazioni di scenario che permettano di determinare l’esposizione della banca a variazioni rilevanti dei tassi di mercato che pongano in uno stato di stress le componenti sensibili della banca.

2

Nel momento in cui si va a valutare l’esposizione in una situazione di stress test si vanno a stressare le singole componenti della banca, ragione per cui è tipicamente richiesto uno shock superiore a quello utilizzato per la valutazione in situazione ordinaria. All’interno dell’analisi di mercato effettuata (paragrafo

6.5) è risultato il caso di banche che, date le particolari condizioni di mercato con tassi ai minimi e bassa volatilità, hanno ritenuto sufficiente utilizzare il supervisory test a 200bsp sia per la definizione nel caso di ordinarietà sia in quello di stress.