10 IL BIO-DISTRETTO DELLA VALLE DEL SIMETO: UN’ESPERIENZA DI AGGREGAZIONE PER LO SVILUPPO
10.5 Quale modello di sviluppo per il territorio della Valle del Simeto?
Il Bio-distretto, attraverso l’opera di AIAB Sicilia, nel perseguire la mission che l’aggregazione si è data, ha cercato di affrontare, nel corso degli ultimi anni, le criticità individuate come elementi di debolezza per gli operatori economici del territorio e per lo sviluppo del territorio nella sua interezza. Tra queste iniziative, ad esempio, va citata la formazione di tecnici specializzati in agricoltura biologica, in grado di supportare le aziende che sono già certificate e quelle che si preparano a convertirsi al metodo biologico.
Sono stati organizzati due corsi di formazione di ottimo livello, ai quali hanno partecipato anche ricercatori del CREA di diversi centri di ricerca. Altra importante iniziativa è la costituzione del GAS attraverso il quale le
130 aziende, sia quelle di piccola dimensione sia quelle più grandi, hanno la possibilità di rivolgersi al consumatore finale e a chiudere la filiera produttiva valorizzando al meglio le produzioni. Il GAS che opera nel Bio-distretto è un esempio di aggregazione tra consumatori e aziende agricole del territorio in continua crescita, in grado di offrire occupazione ai giovani e consente alle imprese locali di vendere i loro prodotti.
Il percorso intrapreso dal Bio-distretto è ancora molto lungo e richiede grandi sforzi. Una delle sfide più pressanti per il territorio è sicuramente quella di confrontarsi con l’elevata disoccupazione, soprattutto giovanile, che raggiunge quote di oltre il 50%. I giovani, in mancanza di opportunità e prospettiva lavorative, sono spesso costretti a lasciare il paese d’origine, alimentando così l’impoverimento del tessuto economico e sociale delle aree rurali. Nei comuni di Adrano, Biancavilla e Centuripe, di contro, tra il 2001 e il 2011, si è assistito a un forte incremento di popolazione straniera residente, la cui variazione percentuale (+281,8%) è risultata notevolmente più alta rispetto alle medie regionali e nazionali delle Aree Interne (Comitato tecnico Aree Interne). Esiste un rischio concreto molto alto che questi “nuovi abitanti” possano essere imbrigliati nelle dinamiche del caporalato.
Quindi, da un lato, si esacerba la crisi occupazionale, lasciando spazio a forme di lavoro controllato da meccanismi illegali, e, dall'altro, si rischia di produrre un progressivo abbandono delle aree rurali, con conseguenti ricadute anche in termini di decadimento fisico e perdita di qualità ambientale del territorio. In questo scenario il Bio-distretto Valle del Simeto è impegnato in un confronto continuo e nella ricerca di soluzioni convincenti e concrete.
Uno degli obiettivi del Bio-distretto è quello di favorire un maggior coinvolgimento dei giovani e dei migranti nella gestione delle aziende agricole, costruendo percorsi positivi e di legalità. I giovani rappresentano la garanzia per il futuro, spesso sono in grado di accogliere i cambiamenti e nuove conoscenze, coniugandoli con i saperi e le tradizioni più profonde dei territori. Possono occuparsi di agricoltura con uno sguardo nuovo, innovativo e multifunzionale.
L'azienda agricola ha un’importante responsabilità nei confronti delle emergenze naturali, e può rappresentare un baluardo per la protezione delle risorse archeologiche, architettoniche, ambientali e paesaggistiche, anche attraverso la costruzione di percorsi di turismo rurale, culturale, esperienziale e relazionale. Il Bio-distretto, grazie alla partecipazione delle numerose associazioni che presidiano la valle, intende incidere sullo sviluppo del territorio attraverso un’ampia produzione colturale e culturale, con la costruzione di una nuova narrazione del territorio, in armonia con gli ecosistemi e il cibo, che parla anche di storie e volti degli abitanti, vecchi e nuovi.
Sebbene questo percorso sia stato già tracciato dal movimento volontaristico che si è posto a difesa del territorio, il Bio-distretto riconosce che per contribuire al percorso di costruzione di una governance locale di lungo termine occorre attrezzarsi adeguatamente. Per consentire una valida auto-sostenibilità duratura nel tempo e sviluppare la capacità di proporre delle alternative strutturate occorre lavorare di concerto con l’intero tessuto socio-economico-culturale. Occorre continuare nel percorso di sensibilizzazione attraverso momenti pubblici, seminari, ecc., anche con un coinvolgimento sempre più organico del mondo della ricerca, che pur essendo già partecipe va supportato e potenziato. Il Bio-distretto si propone, inoltre, di potenziare il percorso operativo delle aziende, attraverso la formazione e la consulenza, ma anche attraverso la rottura degli schemi individualistici, a favore di azioni cooperativistiche e di reti d'impresa e di comuni strategie di marketing. Reti forti, democratiche e partecipate rappresentano un antidoto per resistere alle dinamiche di sfruttamento delle risorse naturali e umane operate dai processi di globalizzazione dell’economia e dalle organizzazioni criminali e mafiose.
Il Bio-distretto Valle del Simeto si pone nel territorio come strumento per catalizzare la coesione e partecipazione degli attori della filiera del cibo attraverso la costruzione di reti e si proporre di creare un’offerta capace di soddisfare la crescente domanda di prodotti di qualità, locali, etici.
131 Le produzioni del territorio, attraverso la vendita diretta, i GAS, i mercati locali, potranno trarre vantaggio da campagne di sensibilizzazione e disseminazione in merito all'importanza di consumare prodotti della filiera etica e solidale.
Promuovere la conoscenza del territorio e delle sue coltivazioni tipiche, attraverso fattorie e aziende didattiche, fattorie sociali, può rappresentare un’opportunità di sviluppo. Le scuole costituiscono un elemento indispensabile, per innescare questo cambio di passo, e creare un valore aggiunto in grado di incoraggiare e incentivare l’interlocuzione tra Bio-distretto e pubbliche amministrazioni. Il Piano del cibo, ad esempio, sta favorendo l’attivazione di progetti di educazione alimentare e alla salute nelle scuole.
Gli obiettivi sui quali puntare per lo sviluppo del Bio-distretto sono legati, quindi, agli investimenti nel territorio e alla sua capacità relazionale. Vanno incentivati gli investimenti, non solo nelle attrezzature, nelle infrastrutture fisiche e nella comunicazione, ma soprattutto nelle risorse umane, relazionali e nella formazione. Riguardo a quest’ultimo aspetto le aziende del Bio-distretto potranno avvalersi di tecnici specializzati in agricoltura biologica, formati con progetti attivati dall’AIAB Sicilia.
Una figura in grado di svolgere funzioni di presidio e tutela dell’ambiente naturale è quella dell’agricoltore “custode del territorio”, che opera come osservatore diretto sia nei confronti delle emergenze fisiche (si pensi ai problemi legati alla difesa idrogeologica) sia per quanto riguarda l’istaurarsi di possibili dinamiche illegali.
10.6 Bibliografia
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