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modo medefimo che concedo efferfi refi oracoli nel tempio Delfico da

Sigjtioróf. Io

non nègo

ilfatto,

&

am-.mettoilracconto pervero;

ma

nel

modo medefimo

che

concedo

efferfi refioracoli neltempio Delfico da

A

polline, cioè davna

morta

ftatua

animata

da

vno

fpiritod'inferno:

percheà fine difomentarela fuperfti-tione dicoloro, che faliuanosii 1'

Olimpo

adofferire profanifacrifici;

ad

vn

nume

d'

Auerno

,queglifpiriti maligni diffendeuanole ceneririma-ilejfi che

non

foffero ne fconuolte da' venti,ne portate via dall'altare

con

l'acquacadutanelle pioggie.

E

che?

vorrem

noi direchela

cima

diquel

monte

follevnavirtùnatura^

4e

di conferuarvn

anno

intierofenza putrefarli l'interioradegiianimali

fa-"crificati à

Gioue? E

pure l’iftefiò, -chedelle lettere impreflenella cene-re,fiaffermadell'interioradegli ani-malilafciatcsùquell'altare,e gene-ralmenteditutto ciò,che iuifi

con-facrauaà

Gioue

,che intutte le

Ca-gioni,equalfiuoglia

tempo

che fa-celle,ficonferuauafenzaefierguaito

ò

corrottodali’aria.

Teftimonianza

aliaichiara, emanifeftane rende

So-lino

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lino nel

capo i^doue

afferma che,

non

edereflatotroppoardito

Omero

incelebrarel'Olimpo,ildiinoltrano

Jecofe,che

lux fi

veggono

,oltre

&

notabile altezza,laqual ottenneda*

padani

il

nome

diCieloallafua

ci-ma

;epoi foggiongc,

Ara

efl(ò più toflo

Area

)incacumineioni dicata

,

euius altaribusfiqua de extis inferun -tur,necdiffiantux ventofis /piritibus,, necpluuijsdiluuntur ,fed voluente

alte-•roanno,cuiufmodirelittafuerint, eiuf

-Triodireperiuntur:

&

acciòfi

vegga

la

ragionedi ritrouarfi quell'interiora inticrc,coinevifuronolafciate

vn

an-no

prima,edere perche furono

confa-vate àGioue,

ildichiara

con

dire,

tfr*omnibus tempeflatihusàcorruptelis

aurarum

vindicatur,quicquidibi fe-niciefiDeoconfecratum.

Al

che poi

Immediatamente aggionge

dellece*

neriJiterain cinere{criptavfquead al-terane anniccremoniampermanent.

Se dunque

lincorrotcionedi quell* inte-riorad*animalideueattribuirli

ò ad

Incantefimodique* profani Sacerdo-ti,

À

àfpontaneamalitia deglifpiriti iaferoaliiallamedefirna cagione

doli-ci rà

* rà afcriuerfila

conferuatfonede*ca-' ratteriimpreffinellacenere;eperciò

y indarnoci affatichiamoà voler di

*

vantaggio

cercare»

come

poflano i

venti

non

infettarela

cima

dell'Olim-po

:poichétt

come

peroperadi que*

. maligni/piritital'oratteccitano

ven-tigagliardi(fimi»eproceHe»cosìpuon*

no

itoedettmi ributtare

da vn

luogo particolareilvento»che

naturalmen-' te foffia*Etàfine

che

ttriconofca nó efiere fiatoeffetto naturale»

mi

par

degno

diofleruatione,che

fi

pren-da

altrondel'argométodella

roacan-za

delvento,fe

non

dall'incorrottio-nedellecoferimattede'/acrificij.

Co-sìArittotelenella atf'fettione de'Pro-blemialla Quettione58. lafciòferie*

to,SuperexcelfijjimosmonteiJpiritu:

nulliexcìtantur$ vtfuperjltbon,ac reliquos generis eiujdem: indiciuni

*

,

quod quareliqucrintattianno}uperiori facrijìcarunt3poflerioritncortupta

com

-perire affirmant*

Ammettatt

dunque per veroil racconto

degK

fcritcori,

chelecenerinell'

Olimpo

tiraa-ftede' facrificijne foderolottiate viadalli venti»ne portate già dalcario delle

- ~

' piog' ,

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ploggie;

non

peròfacilmentecredafi % ..checiòprouenifle

ò

dallequalitàdì

: quel terreno,

è

dalla battezza delle

- nuuole,

ò

dallanaturade* venti;

men-» trequel

monte non

hàforzadiditti*

parivaporinell*auuicinarfeli,ne

tant* altezza,

che non

vi pollano giongerePali de’venti,e

portami

le nuuole,e

con

lenuuolele pioggie,

. Se bene>adirilvero,contentateui

che

iodica

vnmio

fofpecto* Io

mi

ricordodiquel,chefilegge

nelPvltì-mo capo

dellaProfeti* di Daniello,

doue

per operadel'Santo Profetafi

fcoprìlafurberiade’Sacerdoti Babi-lonesi,i quali

dauano

ad intendere

che

l’idoloBelmangiaffe,efe gli fa-ceua buoniflìma tauola,chefi

carica-^

naia

feradiviuande,elamattinafi trouauanotutte

confumate

;

mercè che

per

vn

rlpoftigliofotto

P

altare vfciuanoque’facerdoti

con

leloro fa-miglie,

&

allefpefedell*idolos* in-graflauano,Cosi

può

eflere

bcniflì-* ino,cheque*Sacerdotidi

Gioue

tro-liafferomanieradiandaredinafcofto -

su

la

cima

dell’

Olimpo

,quand*era

t c.« vicinoilgiorno annualede’telitifa*

;

•“

*

D %

grifi'

7*

enfici*;, vi portaflero interiora tré*

(ched’animali» e

nuoua

cenere, incui rinouatterolicaratterifcrittil’

anno

pattato,e cosiingannattcrolafetn«

piicica dique’fciocchiidolatricon*

ciliando à quei

luogo

veneratione conielor impofture.

Che

fe l’effetto fotte (latonaturale, per-che

non

èdurato

anche

ànoffri gior-ni ? lo

ho

letto apprettò

Lodouico

Viuesne*

Commentari,

eh’ ei fà fo-prailibri diS.

A

gettinodellaCittà di

Dio

lib. 15.cap.ij,che Francefco Filettò

non

puotetrouar alcun

rif-controdella verità diquello raccon-to,all'orchefalìalla

fommità

dell*

Olimpo

efprehamente per vedere,fe iuiregnatteroi venti, ele pioggie.

Onde mi

pare dipoterconchiudere,

che

fe le cenerid’

vn anno

fi

confer-nauano

illefe fin*

ad

vn’altr*anno, quelle deglianni futteguenti vnice alle precedentihauriano fatta

vna

grandiffima mattaindecorfodi

tem-po

,giache

mai

v’erapioggia

ò

ven-tochele turbatte,òportatte via;

e

pure di ciòniuna

memoria

è

rima-na,

ne vi fifeorge alcunveftigio,

b

DigitìzedbyGoogle v*

almeno

fa parte« famigliarne quello,chefidice dei

Monte

Tetta*

ecoin

Roma.

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