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BIBLIOTECA NAZ. Vittorio Emanuele III. IxxTx POLI. %*y.

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(1)
(2)

BIBLIOTECA NAZ.

VittorioEmanueleIII

IxxTx 19 POLI

%*y.

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•)

\

(4)

.

s

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(15)

LE CENERI

DELL'

iì

OLIMPO

VENTILATE DA PAOLO CASA

P

I

A C E N T

I

N

Della Compagnia

DI G I E

Si di/corrc

i

Se

il

Monte Olimpo

èia

pioggie

,e

da

aventi.

IN PARMA

> Per

Galeazzo

Rofati.

Con

licenzade’Superiori* 1077*

(16)

\

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,

(17)

ALL* ILLVSTRISSIMA

A CAD E M

I

A

De

gli

SCELTI

NelCollegio dè Nobiliin Tarma.

* '

% *

L’

A V T O R

E.

C

ileio

V

imiti,Illufìriffìmsigtt<h

n

j#falirecon lamente sula ci-

m

Monte Olimpo

,nonriufci- j"4granealta/ubhmità de* vo/ìri ingegni) 7ieflimareteindecente alla nobiltàde'\o- firi/piritil>abbaffarui à rime/colare quelle

cotantocelebìate ceneriperricono/cere ,fe nesfamilialcunafcintilla diverità-

No»

giudicate temeritàil voler e/aminareciò$ chefingacontrouerfia

fiammette;poiché fen^aderogar lafedeàgli antichi Scrit- tori circailfattodiqUe'tempiSolamente ficerca,a qualc agione douejje attribuirfi; eben(apete cjTernecejjanofciegliertlvero dalfintole fall'apparente>pernonfoggia-.

(18)

f?radinganno nel confiderare

V

opere del- la NaturaVoiprofetate particolarmen- te cnditiane, e Filofofia; a voi

dunque

tohtitolo /peci alepare douutoquefìOpti

-

/colo,in cuificercaleilraccontodelle ceneridell'Olimpointatte dalle pioggie,

e

daiventi pregiudichiallordinarioopera- redella-Naturafenga cagionefondata nel- la Natura medefima. Gradite l*affetto, concuivi prefinto quefto feorfo della

mia

pennadepderofod'ognivojìroauan^atnen- to nellebuone lettere,

&

animateuiàfar (hola/dentainvoi campeggivgualmente conlaNobiltàdel/angue,con lafelicità dell*ingegno,coni1innocenza de'cojlumi; afinocheque' pregi,cheall*Olimpofiattri- buisconocomeadombrati,invoicon veri- tà maggiorefi riconofcano,efiammirine»

\

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(19)

'

LE GENERI

DELL* OLIMPO VENTILATE.

On

hà dubbio che l’Italia^

•t deue Japarte

maggiore

del- lafua erudì tione alla

Gre-

cia :

ma

l’vfotroppofre- quente delle

forme

iperboliche nel dire,ela facilitàdel fauoleggiare-»

familiari à gli antichi fcrittori di quella natione,fonodi

non

pìccolo pregiudicioalcredito,che pretendo-

no

le

Morie

de*Greci;mentre fidu- bita,fe

nuda

efchietcafi rapprefen-

ti,òpure

compariscatraueftitacon inuentioniPoetichelaverità.

Quin-

di febenetaluolta

come

veri fifup-

pongono

iloro racconti

,

quando

al- tro

non

fi ricercachefar

pompa

d*

erudì tione,

ò

prenderne qualcheor*

namento

perildifcorfo,cernedalle fauòle mànifefte;

non

èperòt

non

fipoffalodeuplmcnteiqueftigare,dl

che

pefo riefcaho sùlebilànciedel- laFilosofia quellecofe,che

cóme

ef- fettimirabili dellanaturafidiuoiga-

A t

no;

(20)

no:gìache pochifiritrouano,?quali, fenza efaminare la qualitàdell*

oro

capitato perauuenturanelle Tue

ma-

ni,voglianolufingarfi

con

lafolaap- parenzad*

vn

incerto teforo.

Di

talforte parraichefiail

famofo

rac- contodel

Monte Olimpo

,ilquale-»

palla

comraunemente con

riputatio- nedigoderenella

cima

vna pacein-*

alterabile,

non

foggetta al tumulto de’Venti,neefpoftaall*ingiuriedel- la Pioggia:

onde

da vn*

anno

all'al- tro vi fi conferuaflero le Ceneriri- mafte de'fagrifici nealterate dall*

vmidità , ne agitate dal foffio de’

venti.

Mà non

sò, fevntale,che an- noiato dalla flagione piouofa, che correua,difievnavoltadi

bramar vn

calino su là

fommità

del

Monte-»

Olimpo

per goderui

vna

perpetua ferenità, volelfe facilmente impe- gnarli al confronto di

vn buon

Ft- lofofo in foftenere

con

ragionina- turaliquella

immunità

dell'Olimpo dalle pioggie,edai venti. Perche fefidelle

ad

intendere,

ò

prctendefle di perfuader

ad

altri, cfferepartico- larenaturalezzae proprietà dellzu

parte

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(21)

parte fuperiore diqtael

monte

di Sì- paredi talmanierai vaporifolleua-

,ti in alto, che

non

fi pollano con- gregarinnuuola,

ne

condenfarin pioggia,e

che

luifi arrediil corfo de'venti,comel'arenedellidorintuz-

zano

ilfuroredell*

onde marine

;

non

fembrarebbeciò

vn manifedo

fano- leggiare , ricouerandofi nel folito afilo,cheall’ignoranza,

&

allaliber-

tàdiopinare,fpalancatofitiene dal- leocculte qualità?

Conuien dunque

èchidefiderainqualche

maniera

ac- cordare quell’iftorico racconto

con

v

ì dettati dellapiù lineerà Filofofia.»

per

fodisfaralla curiofità dicoloro,

i quali

danno

dubbiofi della verità, rintracciarne nella natura delle-»

pioggie,e

de*venti,inrifguardo di

quedo monte

,qualche probabilear-

gomento, da

cui fiano particolar-

mente

determinati

ad

affermarlo,

oda

negarlo.

Draio

douendo

impiegarla

mia penna

percompiacereà chi vorfta intende- reciò,che fopra

quedo

particolare

habbiaà

tenerli,

non

fapreiche ap- portare di vantaggiooltrequello*

A i che

(22)

6

che vna

volta',annifono,fi

andò

dis- correndo datréCaualieriper

fangue

Illuftrilfimi,epereruditionc,e

bontà

dicoftumiriguardeuolisfimi,cioèil

Signor

Marc’ Antonio

Morofini,Si-

f

nor

Gafparo Dandolo

ilgiouine,e ignor

Girolamo Gradenigo

, iquali inVenetia frequentemente

mi ono- rauano

della fua gentilisfima

con-

uerfatione .

Onde bafterammi

,

ad

efempiodi Cicerone nella

maggior

partede*Cuoi TrattatiFilofofici,

an-

dar efponendo ciò, eh’esfidisputa-

rono

,conquel

poco

,cheiotal’ora

aggiongeuo

,

come

portaualaliber- tà del difeorfo.

Diede

occafione alladifputa il Signor

Gradenigo

col far

mentione

dello- deuole reggimento fattoinvnaPrin- cipal Cittadi quei Serenifs.

Domi-

nio da

vn

Caualiere ripatriato di frefco,à cui perlatranquillitàdell’

animo

fuperiore à tuttele vicende, equietonella turbolenta moltitudi- ne de gli affaridiflie poterli giufta-

mente

applicare ciò, che

con

ele-

ganza

cantòil Poeta Claudiano (de Conj.

Manie

ri»205.)

applaudendo

al

*

. ;

A Confo-

*•»— * -0 .

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(23)

7

>:

Confolato dì

Manlio, &

allafuaJ giuftitia...„.*vtaltus Olympi Fertexjqui[patiovetos byemefprelinquit,

"Perpetuumnulla temeratusnube ferenum

C

elfior exurgitpluuijs,auditque ruentcs ' Su!?pedibusnibosy&raucatonitrua calcati Sicpatiens animusper tanta negotialiber Emergit,ftmilijquejui;iuftiquetenorem Flettere non-odiumcogitinotigrafia fuadet.

Fu

da tuttiriceuuta

con

plaufolacoir- tele

&

erudita efpresfione delmerito di quel Caualiere fatta dalSignor

Gradenigo

, e confeflarono eflerli

molto

ben douuta: anziaggionfeil

SignorMorofini conuenirfelianche, perche, oltrel'hauer deliramente»*

co mpofte

alcune diflenfioni,

hauea con

lamoderatione delfuo

gouerno

conferuata gran pacete tranquillità intutti quei cittadini. Pofcia con-,

modella

gratiaSorridendofoggion- fe,ch’eiperò conofcea qualc'vnojche

non

inuidiaua à

Manlio

lode cosi elegante, erinonciauaal Poeta co- tal ingrandimento,

non

curandoli puntod’eiferportato tant* alto sùla

cima

dell’

Olimpo

perdfer mefloin veduta,

come

quello,

che

fiftimareb-

A 4 >

'

(24)

*

beburlato

con vna

lode dì pocafof- fiftenza,e/fendo fondata fopra

vna

fomiglianza,ch’ei ftinoaua

poco men

che

fauolofa.

Non ammetterà dunque

quel fuo

ami- co (

difleall’orail Signor

Dandolo

)

T

etimologia,

che communemente

fi

fuppone

del

nome

d*

Olimpo

,quafi òlos lampròs totusfulgcns peria_»

perpetua ferenità,che flimosfi

go-

dere nellafuaforamità nonoffufca- tadanuuole;laquale perciò daivi- cini habitatori era onorata colno-

me

di Cielo,

come

raccontaSolino (cap.14.) excelienti verticetantus

au

*tollituryvt

fumma

eius catlumaccolse vocent,elecafedelli

Dei

credeuanfi fabricate foprai gioghi dell*Olira-

pOjCome

càtò

Omero(

7/i«d.1 1.w.77.)

£

che? replicòilSignor Morofini; riaper auuentura mettere temera- riamente la bocca inCielo, fe noi andassimo fiuzzicandoquelle

famo*

fe ceneridell*

Olimpo

conferuatein- tattevn*annoiutiero

,pervedere,fe nesfauiili alcunaScintilla di verità?

Io per

me

,fe così lorpiace,

mi

ve- llicòper

vn poco

de* fencimentidi

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(25)

quel

mio amico,

e volontari

impa-

reròciòyche potràdir/]periftabiiir il credito à quella diuoìgatisiima«j

^

Illoria.

Piacque

àtutti la propolladiventilare

con

amicheuole diTputa quelle ce- neri> che fonoil

fondamento

dell' opinionecollante,che la

cima

dell’

Olimpo

fia Tempre ferena, efami-

nando

fe,

&

inqual manierapotefle auuenire chele ceneriiuirimallede*

fagrifici

non

follerò

punto

turbate^

dallepioggie,edaiventi.Iopoine fentij

fommo

piacere, poichéidif- corli di quellitré Caualieri erano

Tempre

pienid'ingegno

accompa-

gnato da

vna lomma

moderatione fenza contefa,feguitandofemplice-

mente

l’orme,cheliTcorgeuanodel- laverità.

perefporreil tenore di quel difcorfo,fperoriufcirà piùgra- to alLettore, feintrodurrò quegli ileslià parlare,

appunto come

prat-

icò

Cicerone, ilqualenella

prima

Tufculanafcrifle

,quocommodiusdtf-

putationes noflr* explicentur,ftceas exponam, quafi agaturres,nonqua/i

|wrretur: fi ciòforti perla ragione

A X

a«een:

(26)

IO

accennatadal

medefimo

nel princi- pio del libro de Amicitia ,

quando

difle,Eiusdifputatìonis fententias

me-

moria mandaui

,quasinhoc libroex*

pofui

meo

arbitratu. JQua/i

emm

ipfos induxi loquentes, ne

INQfAM

,

&

INQTIT

fapius interponenti^: atq

;

ideò feci tanquamà prafentibusha- berifermo videretnr.

E

perche

non

erafacilecheio

mi

rimanesfi

muto-

io,doue

mi

occorreràriferir alcuna cofa da

me

foggerita,Padditarò col

mio

femplice

nome

diPaolo.

DISCORSO PRIMO*

Se la

Cima

dell*

Olimpo

fia efentedalla pioggia

.

SignorMorofini, Signor Dandolo9 Signor Gradenigo,Taolo*.

•» '. t t T

!

Sìg.Morof

T O

fono,à dirvero,alquan-

X

todifficilea

crederei

tan-

topiii,quanto

maggior

apparenza di llraordinario,e di marauigliofo

hanno

i raccontij,perchefebene-»

moderna

è

P

inuentionee laprattica delliMicroscopi/,

chem vna.forms

-.

"

''

a

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(27)

1 1

ca diftinguonole più minute parti- celle, portandoneall’occhio

con

1*

inclinationede*raggi vifualiingran- dital’imagine,ond’ellapar

vn gran moftro

dell’Africa; antichisfimo pe- ròèilcoftumedi efaggerare ampli- ficandolecofe piccole

con aggion-

ger ad vn

poco

divero veduto,

mol-

todiverifimile imaginato, per

non

direfinto*

Di

quefta fatta

ha

(lima- to potefie efiere ciò,chedell’

Olim-

.

po

efente dalle

pioggieeda

i venti,

fiè

tramandato

alla credenza de*

pofieri.Saràper auuentura(diceuo iotra

me

fteflò

J

farà,dico,corfo

vn anno fenzanembidi

pioggie,efen- zaprocellediventi impetuofi,

onde

siil’altare rimaferole ceneri,

come

vifuronolafciate

doppo

TvltimoSa- crificio: ìfche ofieruatoda alcuno de’più fuperftitiofifaràfubitoftato raccontato

come vn

prodigio

degno

dimarauiglia: indi TeneSparfela-»

fama

ridicendo,che leceneri intatte

, vi fi confcruauano

da vn anno

all*

altro;

pocoà poco

ciò, chefu

cafuale

vn anno

, cominciòà diuol-

garficome

cofaordinaria-Per altrQ

A $ P

ot

^

(28)

1

1

potea darcredito

ad vna

talvoce,

che

correua,ilvederli,chelenuuole,

quando

minacciauano pioggia,to- glieuanoagli habitaroridelpianoin que*contornila villa delia

fommità

dell»

Olimpo

;coinèpureappretto dì noifuoleffere contcafegnodipiog- giailveder coperta

con

nuuolelaci-

ma

diqualcheparticolar

montagna, quando

(

come

parlanoi contadini,) ellalimetteilcapello:

E

perciò len-

za

eccettione li animileil celebre-»

NubcsexccdttOlympus

.

Sig,

Band

.

Anch’

io per

poco mi

farei condottoànumeraretralefauole

vn

tal racconto,

& ha

urei /limato dì

* crederetroppo leggiermente,fe

non mi

fotteflatoinoltratoiltettoefpref- fo delgran

Dottore

dejjaChiefa S.

Agoftinonellafpiegationedella

Ge-

nelicontroiManichei;^lìb.i.deCen cont.7ttan.cap.ii, )douedichiarando' perqualcagione daprincipiolipro- ducefferogli vccellidall*acque, dop-

po

hauerdetto,chea parered*

huo- mini

dottislimiconl’acquainlieme11

annoueraquell’aria inferiore ingrof- fata,

&

inumidita da’vapori,laqua-

(29)

le dibattuta

con

1*alifoflieneàvoi»

glivccelli,ne portain

confermano-

ne chefoprala

cima

dell’

Olimpo non

fi

vedeuano

volarvccelli à cagione dellafottigliezzadell'ariafenza va- pori,ond’anchegli

huomini

,chevi ialiuano, trouandola

poco

conface- uolealla refpirationel'ingroffauan®

applicandoallenarici fpugne inumi- dite;effendochequellaforamità,co-

me

firiferifce,foprauanzaquell'aria

vmida

,eperciòfuinefifenteilven- to,nefiraccolgonolenuuole;comefu olferuato da coloro, che ogni

anno

vifaliuano perfacrificare,

&

hauea-

do

fegnati nella poluere alcunica*

ratteri,1*

anno

feguentelirìconofce-

uano

intieri.Se

dunque

ad

vn

sigra-

ue

eSanto

Dottore non

parueleg-

gerezza

di cuore il confentire

che non

cadefferopioggiesbla

cima

deli*

Olimpo

, io

non

ardireidinegar il

~

fatto fenza gagliardeproue,che

mi

firapprefentafleroincontrario.

Sig*Gra,SeilSig.March*

Antonio

volefle metterlialfcrte,enegarciò all’Olim- pobifognarebbepoi,che parimente negafleal

Moijte Atho,

detto

còma*

fremente-

*--

(30)

»4

,

nemente Mote

Saco,dicuifileggono

lecotemedefime:ondefenile

Pompo-

nioMeh,(//b.z.defituOrbiscap.z.ad fin,)Athos monsefladeaelatut,vtere- daturaltiks,quartivndèimbres cadunty furgere. Captiopimofidem

,quoniam dearti

,quasinvertice fujiinet,non ab- luitur cinti;fedquorelmquitur aggere*

manet.

E

quali conleparolemedefi-

y

me

PatteftaSoVmo(cap.iy.fint)riqua- le per

argomento

dellaTua altezza-*

marauigliofa apporta> che eflendo quello in

Macedonia

vicinoal mare,

,didantedall’Ifoladi

Lemno

ottanta

.feimilapalfi,gictaua1*

ombra

in

Mi-

riiia(che oggifi

chiama

col

nome

dr tutta PIfola,

Lemno

) e veniua

Pom-

,hradel

monte

à caderenellaflatuad*

vna

giouencadi bronzopollanella,*

piazzadiquella Città, conforme al

volgatiifimo

Iambico, Athos obum-

bratlatera

Lemma

^o«/j,regidrato

da

Plutarconellibro de macultiìnfacia Luna».

Sig.Morof.Noncredereimicadi far

gran

torto all*autoritàdìSolino,fe dicefiì efler imperfetto il fuo

argomento

,

mentre

non

accennaxinche giorno^

«U

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(31)

f

f.

&

àqual orafuccedeffe quellotermi- narlidell’ombra nella tal parte de- terminatadellapiazza;poiché quan- to piu vicino èilSoleal tramontare»

tanto maggiorififanno 1*

ombre

an- che da

monti

affai più baffi deli*

Atho; come

manifèftamente vedia-

'

mo

indue OrologiSolari,che loIti- lepiù piccolo farà1*

ombra

piùgran- dealle ventitréore, che

non

fa

vna

Itile

maggiore

alle venti* Siche farà tutta cortefiail paffareper credibili taliracconti del?

Atho

,edell*

Olim-

po,e delle loraltezze*

Sig.Dand.Auuerta V.S-chequellagrand*

altezza

non

deueattribuirlià tuttoil

.

monte Atho,ma

àquella fola parte, chepiùs’inoltranel

mare» &

èlapiù

. Orientale*effendochetuttoil

monte

_è

come

vn Cherfonefo,

ò

Penifola, congjonto alia

Macedonia

con

vn Ifhnotrà

lidueSeni,oGolfi,Strimo-

; nico,e Singicico:

&

èappunto, quiui nell*!fimo,chefiriferìfce effereItaca tagliatoil

Monte Atho

da Serfejfe

ben

a giorni nofiri di quello taglia niunvestigio ne apparile».,

ma

five-

.

de

congiunta alla terra ferma,

come

fenile

(32)

J

6

fcriflcPietro Bellont/.I.o»35*fin.

E

chi dalungi riguarda tutto que- llo

monte dando

nella

fommità

de’più alti

monti

della

Macedonia, con

ladiuerdtàde*Tuoialzamentine*

gioghi,

&

abbaflamenti nelle valli pare

appunto

vn grà Colofib di

huo-

modiftefofui

mare,

e riuoltato all*

insù,cheritirate à fe le

gambe

folleui in altoleginocchia;e tenga i piedi appoggiatiallariua.onde quellapar- te cherifpondeal

capo

,e tondeggì- andófi folleua in alto, è quella

che

gitta

l’ombra

nell*IfoJa di

Lemno.

Quindi

non

fu difficileà Stadcrate->

(

mi

ricordohauer ietto,

non

sòdo-

ue,che Amiano

il

chiama Chinoc-

rate,StraboneChiromocrate,Plinio

Dinochare

,altri

Denocare

f,pro- métter/i di poter formarne

vna

(ìa- tua ad Aleflandrof

come

nell*orat.

z»de Fortuna JLlexandrine fà

men-

rionePlutarco)invnadellecui

mani

fode

vna

città capace di dieci

mila

perfone,nell’altra

vna

tazza,

da

cui icorreffe

vn

fiume perennenei

mare;

giàchedallanatura

mededma

è

da-

to quali

abbozzato vn

Umilecoloflo*

Ora

DigitizedbyGoogle

(33)

«7 Ora

anche

nella

cima delPAthoH

conferuauanoleceneri così

ammon-

ticellate,

come

vi filafciauano,pare

ficonfermila veritàdiguanto dicefi dell*

Olimpo.

Sig*Moro/. Ioperò

mi

Tento dall* ifteflo

monte Atho

confermarildubbiocir- ca1*

Olimpo:

perche so chechihà viaggiatoinquelle parti,econ

Com-

ma

curiofità Calialla piu alta

cima

dell*

Atho,

la quale eflendorotonda è finendo in punta,

come

vn pero, fui fofiiene vna piccola Capelìetta, trouò efleruicosìgranfreddo nelbel

mezzo dìd*vno

de*piu caldi giorni dell*efiate,chegliconuenne benpre- tto partirfene,cosidiCefiefioraccon- tail Bellonil.

i.c.4^ Dal

cherac- colgo cheiui,doue fhTempre

vn

ef-

tremo

freddo,fiala fecondaregione

dell’aria,in cui Tonole nuuole,efi

fannoleimpreflioniMeteorologiche cagionateda'vapori:

E

quello è

ma-

nifefto

,perche inquella

fommita

il

conferuanole neui,che durano fin all*ellate,masfimedallaparte,cheri-

guarda

Tramontana

.

Or

io

non

veg-

go

perche

non

fiapioggia,doue Tono

(34)

iS -

leneui?eflendo chequegli ftesfi

va-

pori,che

con

lamefcolanzadìfpiri- tifalnitrali,

&

aluminofifiraccolgo-

no

eftringonoinfaldedineue,

man- cando

ditali /piriti

non

piuinneue,

ma

infempliceacqua

fipuonnocon-

denfare.

E mi

pare chefoloquella

fommitàdi monte

polla e/ferefente dalle pioggìe e dalle neui,la quale

conia

fua altezza agguagli tuttala prima,etutta la feconda

regione^

dell’aria,inoltrando/inellaterza,do- ue regnanoleefalationifeccheecal- de,che fono materiadellepiù princi- pali impresfionimeteorologiche in- fuocate,emasfimedelle

Comete

ge- nerateCottola

Luna

. Quindi argo-

mento

chela

cima

dell’Olimpo

non

folkuandòfi fopra tutta la feconda regionedell*aria

può

efferattorniata da*vapori,cherifoluendofi inacqua vi facciano pioggia.

Certoèche lafua altezza

non

partan- ta,che badià renderlo efentedalle pioggie.*e/Tendo cheil

Monte

Pelio da Dicearcofutrouatoil più altode’

monti

della Teffaglia,ch’ei

mi

furò d’ordine regio,

come

riferifcePlinio

lib.‘

DigitizedbyGoogl

(35)

t

19

lib.z»c.6f»efidetermìnò.dal

mede-

fimo

Geometra,non

hauered’altezza perpendicolare più dimille

dugento

cinquantapasfi;

Onde

effendoilPeli©

poco

lontanodall’

Olimpo

,conuiene dire,che

anche

quello

non

ila piùal-

.

to

dellaflettamifura d'vn miglio,

&

vn

quarto.

Et non habbiamo

noial- .tre

montagne

affaipiùalteì

cpme

fo-

no

leAlpi,che feparanol’Italiadalla Francia,alla

cima

dellequali

non

fi fale d’ordinario dachi viene in Ita- lia,checolviaggiodicinque giorna- tejdoue cheinvn giornofi

ardua

al- la

fommità

del

Rodope

,dell*Olim- po,delPeiio,dell’

Emo

,

come

lafciò notato Stabonelib.

4

.e1*haueaoffer- uato Polibiolib.

paragonando

le fodetteAlpico’piùalcimontidella»*

Grecia, e dellaTracia.

E

contutto ciò

non vediam

noileAlpi coperte dineui,

&

infettate dalie pioggie,e daiventi?

Non

fi

può

giànegare che l’Atlante nellaMauritaniacosì alto, che puote daràPoeti

fondamento

di fingere,chefotteneffeil Cielo, eda

Martiano

Capella(lib.6vbi de jìfn- ca.)fidiceiperboleggiando v/quein

confi-

(36)

xo

confata lunarie circuii eue&us vltra nubiumpoteflatem,fuveduto da Sue- tonioPaulino(ilqualfupoi Confole al

tempo

diPlinio,eh*ilriferiTcc lib.

5.e.i.fa.) haueril

capo

nelJ*eftate->

mede/ima

copertod’ alteneuì:neef- fendouiarriuatocoll*efercitoalla ci-

ma

che in dieci

marchie

,pareche^>

h

abbiad'altezza

almeno

cinque

mi*

glia,falendo

mezzo

miglio pergior- no.

Ma

Zia

no

foldue migliae

mezzo,

ela /alita foffe

vn

quartodi miglio per giorno; egliè purpiu alto dell*

Olimpo

?

Come

dunqueall'altezza di quefìo tanto più baffo douràattri- buirli,che

non

vi

cadano

pioggie-* £ felipiùaltiZicaricanodineue.E che

]*

Olimpo non

Zìatant'alto,cheentri nella terza regionedell*aria, affai chiaramenteZiraccoglie dalla mifu- rae/atta,che nelafciò

Senagora

ap- preffo Plutarco nella vita di Paol*

Emiliopag*2,52,. poiché

hauendolo

inrTurato daltempiodiApollinePi- thiocon moltadiligenza,(

come

no- tò Plutarco dicendo,Xenagoram non obiti r,ftd via,

&

ratione,atqfafiru^

mentisinijffe menfuratn apparti,)tro-

DigitizedbyGoogl

(37)

«oliodaquelluógod'altezJjaperpen- dicolaredieci ftadi;

&

vnfello,

meno

quattropiedi,

come

apparifcedall*

Epigramma

del

medefimo

inquello

fenfo >

xA.fattoTythij vertex [ublìmisOlympi

Men/uram

(ìadijdeciesfujìollitin altu,&•

Scxtantìs\perpendiculoiptdimefiofattaeji ,

%At pedibns quatuoYefltamen illaminor.

Filius

E

urneli menfuramprodiditiflam Xenagoras:at tu, ficxbone,fauftusades»

E

percheiltempioPithio

non

era

mol-

tolontano dal Delfico,e cosi1*

vno come

l’altro

non

erasinotabilmente diftante dal

mare

verfoil

Seno

di

Co-

rinto,chevi.potetteefièrvna grand*

altezzadiquelluogo foprala fuper*

fide dell’acqua;fivede chetuttal’al-

tezza alfolutadell*

Olimpi

{opra il .

mare non

palfauagli vndici fta di/, cioè

vn

miglioe tré ottanid*altez-

za^

per confeguenza

non

efiendole dueinferioriregioni dell'arialimita- teà così piccolo /patio, appariteci*

chiaroenei*

Olimpo non

fi folleua fopralaregione de*vapori.

Sig.Band.Quello

mi

parcerto:poiché la

prima

regionedell*aria

commune*

mence

(38)

mente

fi firma chefuihafcbiai Tuoi virimi confini,doue

giongouo

i

rag-

giriflesfidelSole giàridottiàul

dcb-

boleintenfionedicalore,chti

aggiun-

ti all!raggi diretti più

non

facciano accrefcimento nota&ledi caldo:ef- fendocheivapori,iquali fofiantial-

mente

fono

acqua

,rarefatti perfor-

za

delcalor internodella terra,

ò

dell’

efterno del Sole,

ò

dagl’ influsfid’ al- treStelle,diuenutiin fpecie più leg- gieri di quell* ariabadar,fifpiccano dallaterra,edall*acque,efpontanea-

mente

falgonoinalto

(

nella

maniera

chetuttelecofe,lequalifi trouano in

vn mezzo

di

maggiore

fpecifica grauità

vanno

all*insù,fenza chefia-

no

tiratelecontinuanoà falire,finche fomentatidai calore dell'ambiente cftrinfecoconferuano,

od

accrefco-

nola

rarità,eperconfeguenza

laJ

fpecifica

leggerezza maggiore

del- laleggerezzadell’aria,percuipada- no.

Quando

poiceflaogniefficacia dell*ambientecaldo,all'orailvapore perdendoà

poco

à

poco

il caloreri- ceuutodall*eftrinfeco,fivà riducendo allafua naturalefredezza>e riflrin-

gea-

DigitizedbyGoogle

(39)

gendofinellaTua

mole

, fivàabbaf- fando per trouar luogo nell»ariadi

minor

leggerezza,

come

quellache piùfiauuicinaallaterra ,

&

alcentro

dellecofégrauie delle leggieri.Cosi

vengono

aformarli lenuuole

,quan-

do

li vapori prima a flottigliati e diafani

come

l’aria,polcracondenfa-

ti

come fumo,

e radunatili infieme, con la moltitudine delle loro fuper- ficiecomincianoà perderelatrafpa- renza,

&

adefleropachi.Etàquella

condenfationedel vaporeaiuta

non

folamentelavicinanza d’altrifomi-

- glianti vaporifreddi,

ma

anchela-*

compreslìone cagionata dal moui-

mento

dell’aria,

ò

d*altrivapori,ne*

qualis’incontra,

ò

chel’vrtano:ab-

- braccandolifacilmentedallanatura

1*opportunitàd’ogni ancorché pic- colo vantaggio per liberarli dallo flato,incui violentementefitroua.

Sig'Graden.

Non

hàdubbio chela

com-

presone

aiuta grandementeàcon- denfare più prettoivapori,ond*an- chenafeeilcaderdellepioggieinpiù grotte gocciole: Cosi

vediamo

for- marfitalora

nembi

moltoimpetuofi.

(40)

^4

quando

inalto contra (landòventi gagliardi

premono

le

nuuok

,eleco*

denfano$

onde

le goccie fuperiori piùgrofle,eperciò più pefanti, arrì- ua ndonelcaderead vnirficon lein- ferioritantopiùs*ingroffano,e

con maggior

impetoprecipitanoàbaffo.

Quindi,maflìme

inefiate,in certe vali,

ò

doueil vento portaivapori contro qualche

montagna, ò

qualche

folta felua,offeruiamocader pioggie più gagliarde,perche

davna

parte refiftendo il

monte

òla felua,e dall*

altra

premendo

ilvento,forzaè

che

molti vaporicondenfati prettoritor- ninoalla primiera grauità diacqua.

E

perla fteffa cagione

quando

nei

mezzo

della pioggiafiode qualche grantuono,indiàpochifilino

tempo,

e quali Cubito lapioggia rinforza:

perche1*efalatione rarefatta dentro

lanuuola

occupando

fpatio

maggio-

re,ecorrendo per elfaàfine ditro- uarne Pvfcita fquar

dandola,

necef- fariamente

comprime

ivapori,eque*

ilicondenfatirendonopiùcopfofa 6c abbondantela pioggia.Quindi

pure

filmanoalcunidebbaprenderlilaca*

gionet *

DìgitizedbyGoogle

(41)

.

M:

#

gione>percheliventi Auliràliporti- no pioggia:etfendo che,diconoeffi>

andando

ilvento Aultrale caldo ver- ro Settentrione incontroal freddo

,

dal contrario fi ripercuote,e ridette all’indietro,ecosiraduna, econdenfa

ivaporiinnuuole,chepoifirifoluo*»

no

in pioggie.

Ma

io

non

apporta*

reiciò in confermationedi quanto

andiamo

dicendo:perche

non

credo facilmente,cheilventoAuilrale,il qualeà noi portapioggia,arriui tan- toin,chegì

onga

finin

Germania, onde

habbiaà tornar indietroper or- roredel freddo.

A

noi ballailfape- re,chelivapori

com

predificonden- fano,efifanno piògraui,doue che

rimanendo

rarefattireflanoleggieri, efi

fermano

inaria inluogopiù alto.

Sig»Dand.

Accade

peròper lopiù,cheli

vapori

non

fonofchietti e foli,

ma

mefcolaticonefalationi(lequalifo-

no

difuanatura,

ò

perlararitàcona- municataloro dal calor eftraneo

,più leggieriaffai dell’aria

) fanno

vna mole

di

maggiore

fpecifica legge- rezza,limilea quelladell’aria,incui <

fi

fermano

più lontani dalla terra,

r

‘*’ ' '

'

B

che

(42)

1 6

cheTe fofiero Teparatidalle Toelette efalationi. Perciò è manifefto

non

poterli in tuttiiluoghi, ne Tempre, determinar

vna medefima

altezza dellenuuole, ede’vapori; perche il

riTcaldamento fatto dalia rifleflìone de* raggiTolari è diuerfo

conforme

allavaria politurade*luoghiinterra*

&

àragionede*paralleli diuerfi ,per

iqualiinCielo

camina

ilSole:

Onde cadendo

iraggi foprala terra

con^

varia inclinatone, perneceffitàfon anchediuerfe,e diTugualile rifldfioni;

aHequali parimente concorrela po- litura delle

montagne,

edellaTuper- fidede*laghi è fiumi.

Paolo. Così

vediamo

cheTe lungo

vn

fiume, ilquale feorra per qualche trattoda LeuanteàPonente,fia

vna

collina riuolta à

mezzodi

,iui le vi- -

gne

meglio

maturano

levue,

anche

ne*pàefiperaltro freddi,

( come

lun-

go

l’Elbatrà ftieiffeneDreTdainSaf- fonia)effóndocheoltreiraggidi ret- tidelSole riceuonanchequelli,

che

dall*

acqua

vifiriflettono.

Sig.Dandk ^Perciònell*Inuernoofieruil-

mo

lenuuoiceffer affaipiùbaffe>

che

'

l*Ef-

DigitizedbyGoogle

(43)

1*Ettate

,perchel'obliquità de*raggi è cagionecheà

minor

altezza

gióga

ilcaldo,chefifà dallaloro riflefiìo- ne;

onde

più prettofirimettonoiva- pori nella Tua naturaifreddezza,efi

condenfano. Aggiongcfi che nell' Ettate

maggior

quantitàd’efalationi

lieauadaliaterra;e queftemefcolace

-co*ivaporili

tengono

affaipiùfolle- uati.

Or

quellochefidiced’vnmede-

limo

paefeinrifguardoà diuerfeCa- gionidell*

anno

,

con

la douutaprò*

portionedeueapplicarfialla diuerfi- tàde*climi,e de* paefi per

4

diuerfa

obliquità de’raggifolari,chericeuo*

no,

eper la varietàdeli*efalationi, deliequali

mancano

,

ò

abondano.

Taolo

.

Per

quetta cagione alcuni fti-

mano

,chel’

Atmosfera

,dacuivien attorniatalaterra,

non

debba pren- derli

come

Sferica,

ma come

Ouaie;

poichéfottoiPoliperla freddezza delpaeferimiratoobliquamentedai Sole

poco puonno

folleuarfii vapori,

doue che molto

s’inalzano fotto la

Zona

Torrida àcagionedel caldo,

che

vifiproduca*da* raggifolari, I quali

con

piccola obliquità cadea»

£ z do

(44)

zS

- ^

_

do

eriflettendoti, più facilmente-»

s’vnifcono.

Ma

io

non

faprei

come

fottofcriuermiad vntal Sentimento*

perche nellaguifache allarotondi- tà della terra nulla pregiudica 1*al- tezzaedifuguaglianza ditante

mò*

cagne,ancorché habbianodiperpen- dicolo alcune miglia*

non

pofiò per-

vadermi,come

tanta differenzad'al- tezzafitrouitralivaporidell’Atmo- sfera,chelafaccia fenfibilmentede- generaredalla figurasferica.Perche fenoiprédeflìmovnoSferoide Ellip- tico,dicuiil diametro minore folle dieci piedi,&ii

maggiore

crefceile

più chela grolfezzad’vn

grano

d'

orzo

per parte, certo ècheriusci- rebbeinfenfibile la differenza,dal globo veramente sferico* mentre

P

eccello del femidiamecro

maggio-

re al Semidiametro

minore

faria in proportionediià

510

(poichécin- quepiedifonòla grolfezzadi grani 32,0)

e

fi prenderebbe Tificamente per

vna

sfera; Per qual cagione 1*

Atmosfera,quand’anche portaHe la differenzadi diecimigliad'altezza^,

maggiore

de* vapori,

non

douradirli

tìfica-

.

DigitizedbyGooglt 4

(45)

ip

fiocamente sferica ? eflendocheco^

me

i

à$zo

, così miglia

ioà 5100

miglia, mifuraaffai minore del fe-

midiametro

deliaTerra,cdella Aia Atmosfera:

Onde

faria quell' altez-

za

rifpetto della Terra,edell'

Atmo-

sfera in

minor proportene

diquella, chehaueffevn granod’orzoallo Sfe- roide Ellipcico di dieci piedi;

Sig>Dand,Così /limo anch’iochel’At- mosfera

non

debba riputarli

meno

rotonda chelaterra.

Ma

perritor- nare,

onde mi

diparti;

,quantunque fecondola diuerfità de*luoghi, ela

mutatione

delleftagioni, varia

da

1*

altezzade' vapori,

non

però pare probabile,chela

cima

dell’

Olimpo

ilafopra tuttelenuuole;altrimenti

« Jafeconda regione pofleduta da i

vapori faria

molto

riftretta,e così vicina àterra*cheinaltezzadi

due

miglia già

A

farebbe nellaterza re- gionedell’aria:ilche

non

corrifpon- deall*altreifperienze,

chehabbia-

mo.

Sig.Morof.

Anzi

il (ito

medesimo

dell

'

Olimpo

ci

può

darà conofcere,che

ivapori

non

A

fermano

tantobaili,

B

3 che

(46)

$3

che

non

fi folleuino punto foprala

cima

diquel

monte

; poichéla

Tef-

figliaèdiariatanto temperata,

che

in etta fi celebra in particolare 1*

amenità diquella famofa valle tri l’Ofla,e1*

Olimpo

larga

doue vn

Ple- thro,cioècentopiedi,doue alquanto più,

come

(criueEliano,l,^»ya.Hifl.

cap.i.elungacinque migliarchia-

mata Tempe

vicinoal fiume Peneo,

ilquale vfcito dalPindo fcorre alle radicidell’Olimpo.Al cheféaggion-

gelfi,chequefto

monte non

hà dila- titudine Geografica piu di

40

gra-

di,benfivede,che niun

argomento può

pervaderci , che iui il caldo delia

prima

regionedell*ariaman-»

chi cosi pretto, cheTempre molto battehabbianoàrimanerelenuuole.

E

chequiuiilpaefe

non

habbiapun- to del freddo,ficonferma dall’efiere frequentato da'leonine'qualifcrifle

PauTanialib.z.Eliac»pag. 181.Gr<ec.

pag.1Ródati».Erranthiplerunque per (ubiacentemOlympo monti agrumieius enimmontislatus alter

um

inMacedo- niam,in

T

heffaliamalter

um

,

&

ad

Ve

-

nenmamnem

connerfus e{l*

Sig.

DigitizedbyGoogle

(47)

%'

1

Stg.Graden. Per auuentura la figuraJ dellaTenaglia circondata

da monti può

concorrereàfar chelivaporial- zati,erarefatti,

predo

infiemefirif- tringano; eforfianchelamoltitudine de*vapori fomminidrati dalla terra faràcagione,chelenuuolepiùàbaf- fodifceodano;effendoche ioleggo

appredò Erodoto,

cheraccontauafi dellaTeffagliaeffer elladataantica-

.

mente

vn lago attorniato da altif- fimi

monti

,cioè àletantedal Pelio e dall'Offa,a

Tramontana

dall’Olim-

po

,a PonentedalPindo,

& ad Odro

dall’Otri. lib.j,Tolymma.pag.qii

jn

8.Narraturautem Tbejfalia.,dic’cglr,

quondam

Incusfuijfe,,

w

potèconcbufct

irndiquèpraaltismontibus

;nam

quod Tbejfaliaad

Auroram

fpettatjd Telion

&OJfa

iunftis interfe radicibuspra- cludunt;quod

ad ventum Aquilonem

, idOlimpus;quod ad Hejperum>idTin- dus;quod ad Meridiem,

& Auflrum

,

id Otbrys.Certoèche quefta coro-

na

dimonti,

come

al

tempo

di

Deu-

calione cagionò quella celebratif-

fima

inondatane

(chepoi

fommini-

ftròsìabondante materiaallefauole

B q Gre-

(48)

Greche) tramandando

à torrenti le acque cadute in

nembi

dalCielo, e

chiudendo

Jorilpallósi,che

non po-

tendo liberamente/correrefialzaro-

no

à difmifurajcosid’ogn* intorno

com manicando

alle foggette

cam- pagne

1*acqua,che vààTuoi

tempi

riceuendodallenuuole,rendelapia- nura

abondante d'humore

, ilquale fatto poiraro per forza delcaldoli

alzainvapori.

Può dunque

auueni- re,chelivapori

non

diifìpatidalven- to,dacuifan loro riparolecircoftà- ti

montagne,

edalle

medefimé impe-

ditiche

maggiormente non

fidilati-

no

,ritornandoin fefie/fi,epremuti daaltrivapori,chefi

muouono,

pre- ttofiriftringino,

onde

ce/fino di fa-

lirepiualto,

come

fòrfifarebbonofe ilpaefefolleaperco>edi tal

maniera

tanto badefi

rimangano

lenuuole, cheloro fourafti1*

Olimpo.

SigMoro].

Non

difapprouo ciò, che-*

V.S. ingegnofamente

mi

foggerifce:

Ma

fel’Olimpo dalla parte Setten- trionalechiudelaTeflaglia,eladi- fende dall’Aquilone, per neceflità quellaco,.che lariguarda,ftaefpofio

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(49)

al

mezzodì

,

onde

riceucoltreiraggi diretti delSole

anche

irifleflidalia fottopofta pianuraje perciò ne fe- guita chela rifleflionedeiraggifof- ficienti à riscaldarl*aria molto più altodebbafalire,chedalla parteche riguardala

Macedonia.

:Sig.Graden.Io credereichefenza dipar- tirlidalledottrine propoftedal Sig.

Gafparo

nonriufcilfedifficilela fo- lutionediquella controuerlia fenza pregiudicio delPIlloricaverità. Poi- chéle nuuole

non

fonoquellaCola__,

parte,chenoidiquagiùrimiriamo,

ma hàno

lafua altezza,

ò

diciamola cosi,grofiezzamoltevoltealiaino- ta bile;però

o

(Temiamoin elle

vna

differenza

;che douenoi,fopra de*

. qualiellefiilendono,ne

vediamo

ca- derlepioggieingoccie ora

maggio-

ri, ora minori,quellichenella ci-

ma

dell'Apenninoiu

mezzo

allenu- uole 6 trouanocircondati

come da

nebbia

molto

denfa,allevolte

non veggono

cadérlegoccie,maattacca*

doti alle velli il vaporeli trouano

non meno

bagnaci, che

da

vna piò largapioggia,enerimane inzuppa-

li

j

(50)

taiaterraCosìnell* Ifola diS.

To- ma

fofotto!•Equinoziale

leggiamo

J{amustorri*l*pag>uy.trouarfi

vna montagna

altisfimadimoltemiglia, lacui

fommicà

è ingombrata da

vna

perpetuanebbia,cheattaccatali alle foglie degli Alberi,iqualifoltisfimi vifono,ficondenfaingoccie,eque-

llecadendo interra fcorrono poiin copiofirufcclJi*

Sig'Dand*

Che

lenuuolehabbiano que- llagrolfczaa,manifello

argomento

cene fomminiftrail vedereche mol- te voltein diuerfa maniera firifol-

uono

nellaparteinferiore ingoccie dipioggia ,eneilafuperiorefi rap-

prendono

infiocchi,e faldedineue;

ij

che

fpefiòofleruiaraonellepiùal- te

montagne anche

d’ellate

,

quando

finita qualche pioggiapiulunga li ..riafrefca notabilmentel’aria, e

da

.. lungi

vediamo

lacimad*effe

monta- gne

copertadineuementrea ballo fon cadutelepioggie»fiquello è

non

ofcuroindiciochelivapori, de’quali vienformatalanuuola,

occupano

in

.altezzamolto

grande

(patio,e

con

qualchediuerfità li condenfano li

piùalti,elipiùbasii, *

'

DigitizedbyGoogl

(51)

JJ

Sig.Graden. Quindilenzachela io

m-

njitàdell*

Olimpo

formontitutta Ja feconda regionedell'aria

,

può

auue- nire chel'eftremicà inferiore deJJa nuuolafia più balia,

onde

livapori nel difendere vnendofi

cadono

in

Poggia

,efcorrono,mentretratan- tola

cima

del

monte

inuoita nella nuuola

può

inzupparlidi vapore;

e

cosileceneri

mi

lattiate co'icaratte- rialtamenteimprelfi

(

come

accade- rebbeinvn.vafodicenere efpoffoal- lanebbia)poteano imbeuerfi diac- qua tenza perderelaprimierafigura, perche iuil'acqua

non

feorreua;ra-

< feiugatepoile ceneri dalSolerima-

.

neuano come prima

.Siche

può am-

. metterliche ne l'Olimpofialzi affat- to fopratutte lenuuole,neìafuacc-

'

ma

fìalauatadapioggie,chevifeor-

. rana.

Onde

caffigatamcace parlò Solino cap. 17.

quando

delmonte-#

«Athofcriffeefferecosi folleuato,yg alitarcefiimetur

,

quàm

meteimùres ca*

parlandodelleceneri,chevi

rimaneuano

de’fagrificij

non

dille-*

'

che mai

fib^gnaffero,

ma

chel'alta- cre

non

eralauato dalleceneri,

mn~

\>

.' guata

(52)

.

,

quarncinerueluuntur >nec

qmcqudm

exaggeribus^ fuisperdunt. Delta

me-

defima maniera parlapure deHiftef- fo

Àtho Pomponio Mela

lib.x.cap-z*

fin.cheè piu alto,

ìWe

imbres cadunt,e delleceneri

Umilmente

dice,

' ho»abluìturcinis:ilchetutto

può

ve-

rifica r(I,benle ceneri s’inutiidi f- fero,e

bagna

fiero dallenuuole,epoi

(1rafciugafierodal Sole. Confeffo però

non

(odisfarli

con

ciò piena- raetate alSignor

Marc* Antonio

,ef- fendo che quelle cofe

non puonno

' verificarli, fe

non

in quantofi confi- deranolepioggie cagionatedalliva- pori, che efconodalla terra,e dall*

" acquedellaTeffaglia:poiché rimane ancoraladifficolta dellepioggie,che

cadono

dalle nuuole portate dilon-

tano^

Palide* vepri.

Ne

fi

può

dire

afi'olinamente,e

coq

generalità,

che

tuttelenuuole grauide di acqualia-

na

piùbaffedell*

Olimpo

,mentretal efentione dallepioggie

non

fiattri- buifceadaltre

montagne

affaipiù.

alce;

Onde

fequellenuuole,chealtro- uefariano pioggia,folleròdalvento portate

foprarOlimpo,

chi fi

pù&

pcrfua-

.

DlgitizedbyGoogle

(53)

persuadere,che

anche mi non

fifci#- glieffero ingoccie, e fcorreffero daila

cima

in rufcelli fin alia radice del

monte

?

Ma

percheciòdipendedall*

altrapartedellapropoftacoritrouer- fia,fesiila

cima

dell*

Olimpo

foffi/no liventi,el’oraè tarda,farà megli®

chenerimettiamoàdimaniildecor- rerne

con

più

commodità.

*

Sig-TttoYof.Cosìappunto ftimo anch’

b

fiapiuopportuno;Solamente1?pre-

go

ficontentino,cheioaccenni pa- fermi neceffarioàfaluarildettode!

Sig.Giroiàmo,

chele nùuole

non*

fiatidi quelle,che

abondano

affaldi vaporipiùched'efalationi,epoi an- che

non

durino molti giorni.‘altri-

mentil'vmidità fariatanta,

chein^

zuppateleceneri finalmente l*acqtià feorrerebbe: Etildirechefempre'Ier nuuoJefull’Olimpofia

no

di talcon- dicione3

non

pare che habbia

gran fondamento

:pure facciam peradef- fo quella corcefiaà gliantichi><$£

ammettiamolo. Aggiongo

foloper quelchefidicedella fottigliezsadtfl*

aria

non

atta à refpirarifondefi

ado4

peraltro lefpugnebagnate periq

J

g

rof3

(54)

groflarla,che,fi

come

noi permiti- garelamoleflia,chenelrefpirareca- gionanell* eftatelagranpoluere del-

Jefirade,

ò

nell’inuernoil

fumo

della fianca,

ò

altr*odore ingrato,appli-

.

cando

la

fommità

delledita allenari-

, ci procuriamo che

non

entrila pol- uere,

o

’1

fumo

,

ò

1*odore con tanta furia,

come

nelle nariciaffattoaper-

f te,cosipuoteauuenire,chenella ci-

ma

dell'Olimpo abondaflero alcuni /piriti nella refpiratione molefti al

pulmone,econ

applicarele fodette /pugne inumidite (1 mitigafle lalor acrimonia:eperche gli vccelli

non poteano

vfare di fomigliante rime- dio,nevitrouaua

no

allettamentodi

. acqua

òdi

cibo, perciò

non

vifive-

deano

volare

come

ne

meno

volano fopra illago

Auerno,non

perche1*

ariavifialenza vapori,

ma

caccia- tine dal fetore*

Ma

quelle cofefiati dette per canferuarin qualche

ma-

niera ilcredito alracconto degl*ifi>

tori ci,rendendoloin qualcheparte.

Ycrifimile*

(55)

r Hr .

DISCORSO SECONDO.

.

* - * V

Senellafommìtà dell’Olimpi

fojfiinoi

yentw

Stg.Graden*

\Jf

Irìufcbhieri in

qu$- IVjL

che maniera raggi- rarmi tantocirca ienuuole,

che mi

sforzaidiriparar dallepioggielece*

neridell’Olimpo;

ma hauendo

ripeti- fatofopralanaturade’venti,citrouo affaipiùdi difficoltà.

E'ilventovn*

anima

cosimobile,

vno

fpiritocosìfuggitiuo,che

non

fi

può

facilmenteraggiungere perricono*, fcerlo.

Non

fisadouefiala culla,ouc nato bamboleggi,ncqualfiala

tom-

ba,incui

vada

àfepelirfi;effendonaf- coftocofi ilprincipio

doue

cornine eia,

come

iltermine

doue

finifee*

Se

de’ fiumireali

ammiriamo

il corib veloce, e1*

abbondanza

dell*acque,nc rinueniamo le

prime

forgenci fu’I

monte,

ene

vediamo

lefocial

mare

:

Ma

delvento,qualunqueegli fia,al- tro

non Tappiamo

fc

non

verfoqua!

partedcU’Qrizoqjtcdirizzili corfo,

lenza

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