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I cannabinoidi sintetici - molecole prodotte in laboratorio che agiscono sugli stessi recettori su cui agisce il principio psicoattivo della cannabis mimandone gli effetti sono oggetto di osservazione e di allerte sia in Italia che in Europa dal 2009. Il fenomeno è sotto monitoraggio da parte del Sistema di Allerta. Nel 2014 è stata registrata l‟identificazione del cannabinoide sintetico AM-694 in campione urinario di un soggetto ricoverato per trauma maggiore; non sono stati segnalati nuovi casi di intossicazione acuta da cannabinoidi sintetici lasciando invariato il numero totale di 43 intossicazioni registrate ad oggi dal Sistema. Nonostante le segnalazioni di questa tipologia di prodotti possano sembrare in diminuzione, cannabinoidi sintetici di diversa tipologia sono stati rilevati in alcuni casi di intossicazione in corso di valutazione (dati non ancora diffusi dal CAV di Pavia e dal N.E.W.S.). Dall‟inizio del 2014 sono inoltre stati registrati 11 nuovi sequestri di cannabinoidi sintetici, portando a 135 il numero delle segnalazioni complessive ad oggi registrate dal Sistema a partire dal 2010. Tra i nuovi sequestri, quasi la metà (6) erano relativi a cannabinoidi sintetici di nuova generazione per la prima volta identificati in Italia e non inclusi nelle Tabelle del D.P.R.309/90 e s.m.i. Nello specifico si trattava delle molecole 2NE1; 5F-AMBICA; AB- FUBINACA; BB-22; AKB48 (APINACA); AKB-48F ( UNODC- “Early Warning Advisory on New Psychoactive Substance” NEWSLETTER on New Psychoactive Substances May 2015 Vol.4)

Anche i catinoni sintetici, sostanze ad effetto stimolante, sono in continuo monitoraggio ed oggetto di allerta sia in Italia che in Europa sin dal 2009. Nel 2014 il Sistema non ha segnalato nuove intossicazioni correlate, o correlabili, all‟assunzione di questa tipologia di sostanze, attestandosi ad un totale di 8 i casi segnalati in Italia dal 2009.

Similmente ai cannabinoidi sintetici, tuttavia, alcuni catinoni sintetici sono stati rilevati in casi di intossicazione in corso di valutazione (dati non ancora diffusi dal CAV di Pavia e dal N.E.W.S.).

Si continuano inoltre a registrare numerosi sequestri di catinoni sintetici effettuati sul territorio italiano: 76 nuove segnalazioni dall‟inizio del 2014 relative a sequestri effettuati tra il 2013 e gennaio 2015 dove i catinoni più frequentemente rilevati sono stati il 4- metiletcatinone (4-MEC) con 16 segnalazioni; il 3-metilmetcatinone (3-MMC; n=13); il 3,4-metilendiossipirovalerone (MDPV; n= 11); metilone (n=7); pentedrone (n=5); alfa- PVP (n=5); mefedrone (n=4).

59 Diverse segnalazioni pervenute al Sistema nel 2014 riguardano fenetilammine. Le fenetilammine rappresentano una classe di molecole ad azione psicoattiva e stimolante piuttosto ampia che include anche l‟amfetamina, la metamfetamina e la 3,4- metilendiossimetamfetamina (o MDMA, anche nota come ecstasy), molecole controllate dalla Convenzione Internazionale del 1971. Le fenetilammine si distinguono in diversi sottogruppi in funzione della sostituzione sull‟anello aromatico, sulla catena alchilica e/o sull‟azoto. Gli anni 2013-2014 sono stati caratterizzati dalla presenza sul territorio italiano di numerose nuove fenetilammine della serie denominata “NBOMe”. Si tratta di fenetilammine dove sull‟atomo di azoto è presente un gruppo 2-metossibenzilico, una modifica strutturale che conferisce effetti non solo stimolanti ma anche allucinogeni. Si tratta di molecole molto potenti tanto che molti dei prodotti sequestrati (contenenti ad esempio 25I- NBOMe, 25B-NBOMe, 25C-NBOMe), erano francobolli (“blotters”), o altri supporti cartacei tipicamente utilizzati per adsorbire e dosare allucinogeni ad elevata potenza, molecole attive a dosi anche sub-molari. Delle 63 segnalazioni giunte dall‟inizio del 2014 relative a sequestri di fenetilamine effettuati nel corso del 2013-2014, 20 erano sotto forma di francobolli, i rimanenti 43 erano sotto forma di compresse o polvere. Alcuni casi di intossicazione da fenetilamine (prevalentemente della classe 2-C) sono stati identificati e verificati analiticamente nel 2014: è stato previsto di poter diffondere la relativa segnalazione al sistema nel 2015, una volta terminate le procedure analitiche necessarie per confermare/escludere la contemporanea presenza di altre sostanze d‟abuso. Confermando la tendenza registrata nel 2013, sia ketamina che metossietamina sono state identificate in numerosi casi di intossicazione, anche molto gravi. Anche per queste intossicazioni è prevista la diffusione delle relative segnalazioni al sistema nel 2015, una volta terminate le procedure analitiche necessarie per confermare/escludere la contemporanea presenza di altre sostanze d‟abuso. Nel periodo di riferimento sono stati registrati un sequestro di metossietamina e tre di ketamina sul territorio italiano.

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Partite anomale di droghe “classiche

Cannabis con elevate percentuali di principio attivo

Anche nel corso del 2014 numerose segnalazioni provenienti dalle Forze dell‟Ordine hanno riguardato sequestri di cannabis e derivati con elevate percentuali del principio attivo 9- Tetraidrocannabinolo (THC). Si è trattato nello specifico di 24 segnalazioni giunte da varie Regioni d‟Italia, relative a cannabis, infiorescenze, hashish, con percentuali di THC tra il 6% e il 44% con un picco del 60% in reperti sotto forma di olio.

Metamfetamina ed ecstasy con elevate percentuali di principio attivo

Nel corso del 2014 il Network del Sistema di Allerta è stato informato circa segnalazioni di metamfetamina e di ecstasy (3,4-metilediossimetamfetamina o MDMA), sequestrate dalle Forze

dell‟Ordine nel periodo 2013-2014 con elevate percentuali di principio attivo o in miscela con nuove sostanze psicoattive. Si è trattato nello specifico di 11 segnalazioni giunte da varie Regioni d‟Italia da parte dell‟Arma dei Carabinieri, relative a sequestri di metamfetamina e di MDMA ad elevata percentuale di principio attivo (fino al 94%) e di una preparazione denominata “Ya-Ba” costituita da metamfetamina e caffeina. Per la prima volta in Italia è stata individuata MDMA in copresenza con l‟antipsicotico quetiapina e MDMA in reperti contenenti anche la fenetilammina 2C-E o con la PMMA. Eroina ad elevata percentuale di principio

Nel 2014 il Sistema di Allerta ha registrato anche sequestri di eroina (diacetilmorfina) ad elevata percentuale di principio attivo.

61 Campionamento

La ragione principale di una procedura di campionamento è quella di produrre una corretta e significativa analisi chimica. Poiché i metodi di analisi, qualitativa e quantitativa, usati nei laboratori di Tossicologia Forense per esaminare le sostanze psicotrope sequestrate, richiedono delle piccole aliquote di materiale è quindi di fondamentale importanza che queste ultime siano completamente rappresentative rispetto all‟intera partita di droga (L'Esame dei Reperti Giudiziari, E. BERTOL - F. MARI M.G. DI MILIA - R. SNENGHI - C. TERRANOVA ,S.D. FERRARA edizioni PICCIN)

Procedure Operative Standard

L'impiego di procedure standard per l'esecuzione di accertamenti tecnici in tema di stupefacenti su reperti non biologici, concetto che comunque può essere esteso anche ad altre aree delle scienze forensi, è utilizzabile non solo per ottenere dati affidabili relativi al singolo caso giudiziario, il più vicino possibile alla "verità", intesa in senso giuridico "al di là di ogni ragionevole dubbio", ma può fornire dati omogenei sul territorio nazionale, condizione essenziale per la possibilità di elaborare e confrontare i risultati servendosi di sistemi computerizzati.

Il comportamento analitico da adottare, al di là della scelta di una metodologia del modo di operare dei laboratori, conformemente a quanto è riportato nella norma internazionale UNI EN ISO 9000:2000, che esprime i concetti e i fondamenti dei sistemi di la qualità e la terminologia, e la UNI EN ISO 9001:2000, sui requisiti dei sistemi di gestione per la qualità che un'azienda, o un'organizzazione o che un laboratorio devono soddisfare per dimostrare la propria capacità di rispondere alle esigenze di qualità nel settore.

Le line guida in generale nascono dall'esigenza di adottare un linguaggio comune nella catena della qualità, avvertendosi la necessità che ci fosse un riconoscimento dei risultati a livello non solo nazionale, ma anche internazionale.

In questo settore il quadro normativo è in continua evoluzione: fino al 1990 la base per la gestione della qualità e l'accreditamento in Europa era la norma DIN EN 45001 mentre nelle altre parti del mondo veniva usata prevalentemente la Guida ISO/IEC 25'. In seguito entrambe sono. state sostituite dalla UNI CEI EN ISO/IEC 17025, approvata definitivamente il 15 dicembre del 1999, cui è seguito un periodo transitorio di con- vigenza delle tre norme, fino al 31 dicembre 2002, da cui vale l'applicazione della sola 17025.

62 Attualmente la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 relativa ai "requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e taratura", stabilisce due categorie di requisiti rilevanti per i servizi resi dal laboratorio:

-requisiti organizzativi e gestionali; -requisiti di competenza tecnica.

La 17025 espone i requisiti per la competenza dei laboratori di prova e taratura, incluse le attività di campionamento, con riferimento a metodi normalizzati e non. La norma può essere applicata a qualsiasi laboratorio, pubblico e privato, indipendente o aziendale, inteso come insieme strutturato di risorse umane e strumentali impegnate, modo organico e sistematico, nello svolgimento di attività sperimentali. Nella sua formulazione fornisce inoltre i riferimenti per la verifica e l'attestazione della conformità ed incorpora, al suo interno, i requisiti esposti nella ISO 9001 e 9002, significativi per lo scopo e il campo di applicazione dei laboratori.

Anche in campo tossicologico forense è importante assicurare che il risultato di un'analisi sia di adeguata qualità, ovvero capace di soddisfare le esigenze associate ai processi di produzione/fornitura e utilizzo/funzione. L'analisi di qualità comprende le attività volte ad assicurare che le misurazioni eseguite siano sempre accurate ed affidabili, ed è perciò un obiettivo da perseguire mediante la ricerca l'innovazione e lo sviluppo tecnologico.

I fattori da considerare nel controllo di qualità nel campo delle scienze forensi sono quindi ancora più peculiari, e possono influenzare non solo i metodi d'indagine ma anche la procedura legale. I problemi più importanti riguardano:

- la raccolta delle prove;

- la manipolazione dei campioni;

- la documentazione della catena di custodia; - i metodi di analisi;

- l'addestramento degli esperti; - la stesura delle relazioni;

- la testimonianza in fase di giudizio.

Ambiente, personale e norme di sicurezza.

Tra i requisiti di un laboratorio di tossicologia forense per gli accertamenti in tema di stupefacenti su materiale non biologico deve essere dato rilievo anche all'organizzazione

63 del personale, di cui si devono individuare i compiti specifici e le relative responsabilità. Ciò ad opera del direttore che, deve essere all'altezza di assumere responsabilità professionale, organizzativa, educazionale ed amministrativa. Secondo il modello americano una tale competenza e esperienza può essere acquisita ad esempio con l'American Board of Forensic Toxicologist, o con le Farmacopee Europea e Italiana. Fondamentale rimane comunque la frequenza per un periodo di 3, 5 o 7 anni, a seconda della precedente formazione, di un laboratorio di tossicologia forense da parte di un aspirante tossicologo forense, oltre ad una laurea in discipline specifiche e ad eventuali specializzazioni.

L'intero personale di un laboratorio deve dimostrare .di essere competente nello svolgere il lavoro richiesto, di possedere le adeguate conoscenze nel settore, di avere una educazione professionale adeguata alle particolari responsabilità che ricopre all'interno del laboratorio e una particolare conoscenza della normativa specifica sulle sostanze d'abuso. Il direttore del laboratorio ha il compito di qualificare il personale allo svolgimento delle varie funzioni in base alla preparazione, alla cultura e all‟esperienza dei singoli, assicurando allo stesso tempo che il personale rispetti le procedure che regolano le attività di laboratorio. Deve inoltre garantire continui corsi di aggiornamento per i membri del laboratorio, perché siano sempre a conoscenza delle metodiche moderne e dei sistemi di analisi più affidabili.

Per ultimo, ma non di minore importanza, si considera il ruolo che un laboratorio di tossicologia forense riveste: lavorando e compiendo analisi a scopo forense, essendo cioè implicato il fine legale, al personale è richiesto un comportamento etico e morale conforme al fine per cui l'attività del laboratorio è svolta.

Il personale preposto alle analisi deve essere adeguato in relazione al numero degli Per ultimo, ma non di minore importanza, si considera il ruolo che un laboratorio di tossicologia forense riveste: lavorando e compiendo analisi a scopo forense, essendo cioè implicato il fine legale, al personale è richiesto un comportamento etico e morale conforme al fine per cui l'attività del laboratorio è svolta.

Standard di Riferimento

Le analisi sul reperto devono essere accompagnate da analisi eseguite su campioni standard di riferimento e su campioni bianchi, privi degli analiti, utilizzati come controllo. Gli standard impiegati devono essere idonei al tipo di analisi effettuata e devo- no riportare una

64 etichettatura sulla quale compare il nome della ditta produttrice, la data di acquisizione e quella di scadenza. È preferibile comunque riferirsi ai classici reference materials (RM). È bene tenere presente che gli standard di farmaci, droghe e metaboliti hanno una stabilità limitata, questi tendono infatti a degradare alla luce, con l'umidità o a basse temperature e il loro stato di conservazione deve perciò essere periodicamente controllato.

Campionamento materiale

Le operazioni di campionamento del materiale in esame devono essere diverse a seconda del fatto che esso sia rappresentato da polvere o da materiale vegetale o ancora a seconda se si tratti di piccoli o grandi quantitativi .

In caso di grossi quantitativi di polveri, anche se frazionati in numerose singole confezioni, si devono eseguire prelievi da ciascun reperto dopo aver resa omogenea ciascuna polvere. Se si tratta di confezioni di peso rilevante, per ognuna di esse vanno eseguiti più prelievi ed in più parti fino ad ottenere una rappresentatività sufficiente verificabile poi in sede analitica (qualora la rappresentatività non fosse soddisfacente ottenendosi dei valori quantitativi troppo diversificati - sarà necessario provvedere ad ulteriori campionamenti). Nell'evenienza di polveri suddivise in piccoli quantitativi il prelievo deve comunque essere effettuato su ogni singolo reperto, almeno per le preliminari indagini qualitative. Ove ciò si renda impossibile stante l'elevato numero dei reperti di un grande sequestro, sarà possibile procedere a campionamento randomizzato secondo direttive standardizzate da norme internazionali, ma comunque sempre concordate con il magistrato committente ed eventualmente con le parti.

Non è raro (e purtroppo nella pratica consulenziale e/o peritale se ne constata la prassi) che talune categorie di operatori, demandate dalla autorità giudiziaria per gli accertamenti tecnici abbiano la scorretta ed antiscientifica abitudine, nel caso di numerosi reperti, di mescolare i contenuti delle sostanze contenute nelle singole confezioni, con conseguente irrimediabile impossibilità di eseguire, ove necessari, accertamenti analitici comparativi. Nel caso di materiale vegetale (ad esempio di reperti le cui caratteristiche indirizzano verso la loro identificazione in derivati della Cannabis, oppio, pasta di coca) se si tratta di grossi quantitativi in più confezioni di «pani» di hashish, di oppio o di pasta di coca, sarà necessario che i prelievi (eseguiti per ogni singolo «pane») siano rappresentativi di ciascun reperto, essendo noto che per sua natura il materiale vegetale non è omogeneo nella sua parte centrale rispetto all'esterno. Per piccoli quantitativi, ove non sia possibile esaminare

65 ogni singolo reperto per l'eventuale elevato numero, dovrà essere posta attenzione alle caratteristiche organolettiche in quanto l'allestimento di “pools” dovrà avvenire su reperti uguali. Nel caso di Cannabis il prelievo andrà eseguito solo sulle parti utilizzabili della foglia (pianta e infiorescenze) e sul materiale secco.

Detto prelievo dovrà essere il più omogeneo possibile se si tratti di grosse piantagioni, i prelievi andranno effettuati su un numero consistente in modo da essere rappresentativo. Per i reperti in compresse o capsule, esse o aliquote di ciascuna dovranno essere analizzate per raggruppamenti simili. Questa fase operativa è di estrema importanza, basandosi sui successivi procedimenti analitici e i conseguenti risultati sulla corretta modalità con la quale sono state eseguite le operazioni di prelievo.

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