Contaminazione e rimozione di microinquinanti emergent
2. Contaminazione e rimozione di microinquinanti emergenti nelle acque reflue e nelle acque destinate al consumo umano
2.12 Monitoraggio dei MIE e qualità tecnica del Servizio Idrico Integrato (SII)
Le filiere di controllo e trattamento degli attuali impianti di potabilizzazione e di depurazione lombardi non sono pienamente efficaci rispetto al monitoraggio e alla rimozione dei MIE e sono per la maggior parte da integrare per consentire un’efficacia adeguata nei confronti di questi inquinanti. Al momento non è disponibile una ricognizione qualitativa e quantitativa delle reali esigenze di adeguamento delle procedure e degli impianti esistenti del SII lombardo, cioè basata su dei criteri definiti e oggettivi sull’esempio di quanto previsto dalla strategia svizzera. Parte delle campagne analitiche già condotte sono sicuramente un utile strumento di conoscenza della problematica, ma è opportuno procedere, a valle della definizione di un quadro di riferimento univoco, allo sviluppo degli approcci Water
Safety Plans (WSP) e Sanitation Safety Plans (SSP), per realizzare un’analisi di rischio con
riferimento alla presenza dei MIE, da cui derivare sia le azioni di monitoraggio da attuare, sia gli eventuali interventi di adeguamento impiantistici da realizzare (nuovi o in sostituzione di quelli già programmati). Questo aspetto è ancora di maggiore importanza nel settore della depurazione, dove il differente destino delle acque depurate, ad esempio nel caso del potenziale riuso irriguo, può comportare la necessità di strategie radicalmente diverse da depuratore a depuratore.
È evidente che eventuali situazioni di criticità riscontate dal Gestore del SII in relazione al tema MIE devono essere successivamente valutate in un’ottica di azioni da intraprendere (investimenti e/o opere di miglioramento o contenimento). In questo contesto si inserisce il tema della valutazione del rischio approcciato tramite i piani di sicurezza dell’acqua trattati sopra.
In un’ottica di approccio preventivo e di prevenzione dei rischi, i Gestori (in accordo con ATS, Agenzia di Tutela della Salute, e ARPA, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) monitorano tutte quelle situazioni considerate critiche relative ai MIE e, se ritenuto necessario, programmano (secondo priorità) eventuali interventi (generando quindi CAPEX e OPEX). In un contesto di questo tipo, si possono teoricamente generare due scenari:
• nel primo il Gestore propone un aumento di tariffa rispetto al Piano d’Ambito (a valle di nuovi investimenti),
• nel secondo il Gestore non propone una modifica della tariffa, ma sostituisce investimenti inizialmente programmati e non destinati ai MIE con altri, relativi ai MIE, ritenuti prioritari.
In entrambi gli scenari, in ogni caso, una quota parte della tariffa viene comunque “destinata” a coprire investimenti fatti su inquinanti non ancora presenti nelle normative vigenti; pertanto è responsabilità dei Gestori valutare tecnicamente quali interventi possano configurarsi come prioritari e quali no. In tal senso, i piani di sicurezza dell’acqua (e la valutazione del rischio in senso lato) assumono un ruolo determinante. Successivamente, ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) calcola la tariffa su proposta dell’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) che ha il compito di asseverare la proposta di investimenti da parte del Gestore).
In relazione al tema di analisi dei rischi, i WSP e i SSP fungono da “guida” per i Gestori, indicando le aree in cui devono essere previste attività di miglioramento e/o mantenimento dell’infrastruttura idrica, sia da un punto di vista della qualità sia della quantità di acqua erogata e depurata. In tal senso, i macro-indicatori di qualità tecnica si allineano con il tema dell’analisi di rischio, in quanto si focalizzano sugli aspetti di performance qualitativa/ quantitativa. Un eventuale miglioramento della qualità dell’acqua erogata/depurata potrebbe portare ad una riduzione delle situazioni di non conformità, andando a migliorare (come meglio descritto successivamente) il valore di alcuni specifici macro-indicatori.
2. Contaminazione e rimozione di microinquinanti emergenti nelle acque reflue e nelle
acque destinate al consumo umano
Dall’altro lato, invece, data l’assenza di limiti normativi specifici, attraverso gli attuali indicatori di qualità tecnica non è possibile scorporare le attività effettuate esclusivamente nell’ambito dei MIE da quelle complessive.
2.12.1 Descrizione generale macro-indicatori M (ARERA)
Ai sensi della Delibera 917/2017/R/IDR del 27/12/2017 sono stati introdotti da ARERA dei criteri per la regolazione della qualità tecnica del Servizio Idrico Integrato, con l’obiettivo di migliorare la qualità delle prestazioni offerte dal Gestore all’utenza.
La valutazione delle performance tecniche dei Gestori si basa su 6 macro-indicatori (M1 - M6), ognuno dei quali volto ad indicare la qualità di specifiche aree di intervento, definendone anche eventuali obiettivi di mantenimento/miglioramento.
Di seguito si riporta una breve descrizione dei sopracitati macro-indicatori:
• M1 - “Perdite idriche”, cui è associato l’obiettivo di contenimento delle dispersioni con efficace presidio dell’infrastruttura acquedottistica, definito tenendo congiuntamente conto sia delle perdite idriche lineari (M1a), sia delle perdite percentuali (M1b);
• M2 - “Interruzioni del servizio”, cui è associato l’obiettivo di mantenimento della continuità del servizio, anche attraverso una idonea configurazione
delle fonti di approvvigionamento, definito come rapporto tra la
somma delle durate delle interruzioni annue e il numero totale di utenti finali serviti dal gestore;
• M3 - “Qualità dell’acqua erogata”, cui è associato l’obiettivo di una adeguata qualità della risorsa destinata al consumo umano, definito, secondo una logica multistadio, tenendo conto: dell’incidenza delle ordinanze di non potabilità (M3a), del tasso di campioni interni non conformi (M3b), del tasso di parametri da controlli interni non conformi (M3c);
• M4 - “Adeguatezza del sistema fognario”, cui è associato l’obiettivo di minimizzare l’impatto ambientale derivante dal convogliamento delle acque reflue, definito anch’esso secondo una logica multistadio, considerando: la frequenza degli allagamenti e/o sversamenti da fognatura (M4a), l ’ a d e g u a t e z z a normativa degli scaricatori di piena (M4b), il controllo degli scaricatori di
piena (M4c);
• M5 - “Smaltimento fanghi in discarica”, cui è associato l’obiettivo di minimizzare
l’impatto ambientale collegato al trattamento dei reflui, con
riguardo alla linea fanghi, definito come rapporto tra la quota dei fanghi di depurazione misurata in sostanza secca smaltita in discarica e la quantità di fanghi di depurazione misurata in sostanza secca complessivamente prodotta; • M6 - “Qualità dell’acqua depurata”: cui è associato l’obiettivo di minimizzare
l’impatto ambientale collegato al trattamento dei reflui, con riguardo alla linea acque, definito come tasso di superamento dei limiti dei campioni di acqua reflua scaricata.
2.12.2 Focus sul macro-indicatore M3
Per quanto concerne il macro-indicatore M3, esso individua 5 classi di merito (A – E), come mostrato in Tabella 2.11, alle quali è associato un obiettivo specifico calcolabile sulla base di tre indicatori M3a, M3b e M3c.
L’incidenza delle ordinanze di non potabilità (indicatore M3a) è determinata come numero di utenze interessate da sospensioni o limitazioni dell’uso della risorsa ai fini potabili,
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Inquinanti Emergenti
correlato al numero di giorni nell’anno per cui sono risultate vigenti le medesime sospensioni o limitazioni d’uso, e infine rapportato al numero complessivo di utenti finali allacciati al servizio di acquedotto. Per ciascuna ordinanza di non potabilità il gestore è tenuto a conservare i provvedimenti cautelativi adottati dal sindaco per un periodo di 10 anni.
Tab. 2.11 – Descrizione del macro-indicatore M3 (ARERA).
ID Indicatore Categoria tariffaria ID Classe Classe Obiettivi
M3
M3a - Incidenza ordinanze di non potabilità [%] M3b - Tasso campioni non conformi [%] M3c - Tasso parametri non conformi [%] RES A M3b ≤ 0.5%M3a = 0 M3c ≤ 0.1% Mantenimento B M3a ≤ 0.005%M3b ≤ 0.5% M3c > 0.1% M3a = 0 -10% M3c C 0.5% < M3b ≤ 5.0%M3a ≤ 0.005% precedente entro 2 anniRientro nella classe
D M3a ≤ 0.005%M3b > 0.5% precedente entro 2 anniRientro nella classe
E M3a > 0.005% precedente entro 2 anniRientro nella classe
Per ciascun anno a, l’indicatore M3a relativo a ogni gestore operante in ciascun ATO è esplicitato secondo la formulazione che segue:
dove:
• Uia [–]: rappresenta il numero di utenti finali interessati dall’ordinanza di non
potabilità i-esima avvenuta nell’anno a; nel caso di utenze condominiali deve essere conteggiato il numero di utenti indiretti sottesi;
• tia [giorni]: rappresenta la durata dell’ordinanza di non potabilità i-esima
avvenuta nell’anno a, intesa come durata dal momento di avvenuta pubblicazione dell’ordinanza al momento di ritiro della medesima da parte dell’autorità preposta; • Utot,ACQa [–]: rappresenta il numero complessivo di utenti finali serviti dal gestore
per il servizio di acquedotto, riferito alla data del 31 dicembre dell’anno a; nel caso di utenze condominiali deve essere conteggiato il numero di utenti indiretti sottesi. Il tasso di campioni da controlli interni non conformi (indicatore M3b) è determinato come numero di campioni di acqua analizzati dal gestore nell’ambito dei controlli interni, effettuati sulla rete di distribuzione a valle di eventuali impianti di potabilizzazione, per i quali è stata rilevata una non conformità per uno o più valori di parametro, ai sensi del D.lgs. 31/2001 e s.m.i., rapportato al numero complessivo di campioni di acqua analizzati dal gestore nell’ambito dei detti controlli interni.
Per ciascun anno a, l’indicatore M3b relativo a ogni gestore operante in ciascun ATO è esplicitato secondo la formulazione che segue:
M3a
a=
�
Ui a •t
i a Ua tot,ACQ •365
•100 [%]
M3b
a=
Ca ACQ-tot Ca ACQ-cnc •100 [%]
dove:
• CACQ-cnca [–]: rappresenta il numero di campioni di acqua analizzati nell’anno a dal
gestore nell’ambito dei controlli interni effettuati sulla rete di distribuzione a valle di eventuali impianti di potabilizzazione e risultati non conformi all’Allegato I, Parte A e/o B e/o C del medesimo decreto;
• CACQ-tota [–]: rappresenta il numero complessivo di campioni di acqua analizzati
nell’anno a dal gestore nell’ambito dei controlli interni effettuati sulla rete di distribuzione a valle di eventuali impianti di potabilizzazione.
Il tasso di parametri da controlli interni non conformi (indicatore M3c) è determinato come numero di parametri non conformi all’Allegato I, Parte A e/o B e/o C del D.lgs. 31/2001 e s.m.i. nei campioni di acqua analizzati nell’anno dal gestore nell’ambito dei controlli interni, effettuati sulla rete di distribuzione a valle di eventuali impianti di potabilizzazione, rapportato al numero complessivo di parametri analizzati nell’anno dal gestore nell’ambito dei detti controlli interni.
Per ciascun anno a, l’indicatore M3c relativo a ogni gestore operante in ciascun ATO è esplicitato secondo la formulazione che segue:
dove:
• PACQ-pnca [–]: rappresenta il numero di parametri non conformi all’Allegato I, Parte A
e/o B e/o C del D.lgs. 31/2001 e s.m.i. in tutti i campioni di acqua prelevati nell’anno a dal gestore nell’ambito dei controlli interni effettuati sulla rete di distribuzione a valle di eventuali impianti di potabilizzazione;