La mostra fotografica: Solivi, terre di confine. Architettura, Paesaggio,
Emigrazione, che si doveva tenere il 12 luglio 2015 a Fastro (comune di Arsiè) era nata
dall'idea di un gruppo di architetti quali: Marino Guadagnini, sua figlia Serena, Carlo Celotto, e da Agostino Cossalter di Veneto Agricoltura. Tramite Guido Trento (politico) hanno conosciuto Nicola Dall'Agnol, un ragazzo di Fastro che si sta laureando in agraria e specializzando in viticoltura, il quale ha collaborato ampiamente alla realizzazione di questo evento.129
Gli scopi della mostra erano quelli di sensibilizzare le persone che la visitavano, gli abitanti di Fastro, i vari attori imprenditoriali, politici e culturali alla possibilità di portare nuova vita a questi paesi di “mezza montagna”, tramite un lavoro di recupero architettonico, agricolo e culturale della zona. Qui sotto si evidenzia un estratto della bozza del programma speditomi da Marino Guadagnini.
«La mostra intende rendere esplicito il forte legame che esiste tra ARCHITETTURA, PAESAGGIO, IDENTITA’ e l’importanza che essi hanno avuto nell’evolversi delle trasformazioni di un territorio di confine, ampiamente antropizzato e caratterizzato
129Inizialmente si erano attivati tramite l'associazione universitaria IUAV ALUMNI dell'Università Ca'Foscari Venezia, di cui Serena Guadagnini fa parte.
dall’importanza di un’economia agricola, ma anche dal doloroso processo dell’EMIGRAZIONE. Attraverso l’uso delle fotografie storiche e di documenti sonori, si intende ricostruire un paesaggio e una storia di uomini che hanno saputo con impegno e minime risorse, modellare un territorio e ricavarne un valore economico per l’esistenza. E’ la storia di una seconda natura: antropica e culturale che merita rispetto e va salvaguardata. L’abbandono dei luoghi soprattutto di montagna ed intermedi, ha favorito l’avanzamento del bosco, facendo scomparire il paesaggio antropico creatosi nel corso dei secoli. Questa rinaturalizzazione spontanea – natura invasiva, ha modificato in maniera significativa il paesaggio agrario, facendone perdere la valenza economica , ma anche estetica. L’obiettivo è un freno all’avanzata della Wilderness.
La mostra affrontando il tema della memoria e delle testimonianza, intende anche stimolare una discussione culturale e una sensibilizzazione rivolta ai cittadini sulle condizioni dell’ambiente naturale di vita della comunità, dell’assetto urbanistico del territorio, del riassetto idrologico e uso dell’acqua, della manutenzione ordinaria che straordinaria, della valorizzazione delle colture tradizionali (vite, fagioli, canapa), del recupero dei borghi rurali storici.
La conservazione e la ricostruzione di paesaggi degradati nell’ottica della sostenibilità può diventare un importante elemento per sviluppare la qualità della vita, le relazioni umane e sociali, le funzioni culturali ed ecologiche ed un motore necessario allo sviluppo economico e del turismo».
Questo gruppo che si è creato, nei diversi mesi, (da ottobre circa a giugno) si è incontrato con gli abitanti di Fastro sia per far conoscere il progetto, sia per sensibilizzare le persone del posto a una partecipazione attiva all'evento tramite le loro osservazioni, critiche, proposte e anche aiuto pratico nella sua realizzazione. A una delle serate finali (11 aprile 2015) la sala del casel de Fastro si era riempita di persone, con la presenza anche di abitanti delle frazioni vicine, dello stesso comune di Arsiè. Questo progetto, a chi ancora non lo conosceva, era piaciuto ai molti presenti, e i dubbi sollevati sono stati soprattutto quelli delle poche forze disponibili sul campo alla sua realizzazione. Infatti, quest'anno a fine agosto c'è stata anche la tradizionale festa di S.Antonio che si tiene ogni 5 anni in paese, in cui effettivamente molti sono impegnati alla sua realizzazione già dall'autunno dello scorso anno. In più quest'anno erano presenti anche 100 persone circa arrivate dal Brasile, parenti delle famiglie dei primi coloni emigrati in quelle terre : i Dall'Agnol, i Brandalise, i Grando e altre ancora. Inoltre erano presenti altre 50 persone, migranti o parenti di migranti pervenute da paesi quali Francia, Belgio, e Germania. Tutte queste famiglie sono state ospitate nelle case degli abitanti di Fastro. Si è perciò presentato nuovamente il problema del numero ridotto degli abitanti di questi paesi (Fastro ne ha circa 400), nel momento in cui ci sono delle manifestazioni ed eventi importanti, anche se la mostra fotografica si teneva quasi 2 mesi prima della festa di S.Antonio, e qualche residente, come Ruggero e Nicola e i titolari delle case e delle cantine avevano dato la loro disponibilità. Un altro problema
evidenziato è stata la concomitante mostra fotografica sulla Grande Guerra a S.Vito, paese a un chilometro e mezzo di distanza da Fastro, un po' più a monte. C'era il disagio che la mostra di Fastro potesse deviare dei visitatori a quest'altra mostra ed era volata qualche accusa di mala organizzazione perché il paese di S.Vito si era organizzato per tempo, e gli organizzatori della mostra di Fastro avrebbero dovuto sapere dell'evento di S.Vito, perché inserito nell'elenco delle attività del comune da diversi mesi. La replica è stata che anche la mostra di Fastro era stata decisa da mesi e fatta conoscere ai suoi abitanti nonché all'amministrazione pubblica. Per ovviare a queste problematiche era stato proposto di unire i due eventi in un evento unico senza sovrapporre gli orari delle rispettive mostre fotografiche, o di posporre l'evento fastrese. L'idea era interessante perché il collegamento tra le due mostre poteva essere fatto con un percorso a piedi, tramite un sentiero appena riabilitato che collega S.Vito, le Scale di Primolano (di interesse storico culturale) e Fastro. Così, i visitatori potevano conoscere e vedere nella stessa giornata i due paesi creando maggiore unità fra gli stessi.
3.2.1 Il fallimento dell'evento
Alla fine, però, queste problematiche sono cadute perché l'evento di Fastro non ha avuto esito felice a causa dei mancati finanziamenti, sia quelli promessi dal comune, sia della difficoltà a riceverne dai diversi possibili sponsor contattati. Del denaro promesso dal sindaco del comune non si è capito bene se è stato “dirottato” verso altre spese, più importanti di questa, o altro. Quello che si è riuscito a fare, rispetto al progetto originario, è stata una mostra fotografica, con gli stessi scopi, ma molto ridotta rispetto all'intento iniziale, all'interno di una cantina in località “Baroni”, sempre ai solivi (soliù) di Fastro, il 28 agosto, in concomitanza con la festa di S.Antonio. Forse una replica (già inserita nel progetto originario) si terrà nel giorno della Fiera delle anime ad Arsiè130.
Non si sa poi se all'insuccesso momentaneo ci siano stati dei retroscena a sfondo politico, se questo evento a carattere non solo culturale ma anche di tipo economico con una possibile trasformazione del territorio non sia piaciuto ad altri. Sicuramente l'idea di ri-trasformare il territorio come quello di Fastro tramite un progetto di esbosco per riportare un'agricoltura che possa essere spendibile sul mercato, anche quello turistico e
130 La replica c'è stata. La mostra è stata inserita in una stanza piccolissima, in una via laterale al flusso principale dei visitatori, tanto che gli organizzatori spesso stavano in strada per riuscire a coinvolgere i passanti. Il rischio, palesato dagli organizzatori, è che probabilmente, a malincuore, cambieranno zona per dei progetti futuri.
culturale, è un tipo di cambiamento mentale, culturale e sociale che non si esplicita in poco tempo e che ha bisogno di essere elaborato dagli abitanti; soprattutto dovrebbe andare a toccare i desideri delle nuove generazioni (ma non solo) in una prospettiva di lunga durata. In un territorio dove l'agricoltura e l'allevamento sono stati fino a qualche decennio fa uno dei punti cardine della vita pratica e simbolica delle persone, e ora non più per i diversi motivi visti nei capitoli precedenti, forse non è facile proporre anche in chiave moderna un ritorno all'agricoltura come fonte di reddito. Forse, la mancata mostra per come era stata progettata (prendendo anche in considerazione il periodo di crisi economica che persegue il nostro paese) segna anche questa incertezza, sia dell'amministrazione pubblica sia dei vari sponsor. Inoltre un problema aggiuntivo, può anche essere dato dal fatto che, a livello generale, si teme la presenza di un'agricoltura costituita di fitofarmaci, soprattutto a ridosso dei paesi. 131Era una mostra che si sarebbe
snodata lungo le vie della borgata, entrando nelle vecchie case e nelle cantine ancora parzialmente abitate. Si prospettava, oltre la visione delle foto e di alcuni video, la promozione e vendita di prodotti gastronomici tipici locali e l'intrattenimento con musica e altri eventi artistici. Come si nota tutto questo rientra anche nella visione del progetto S.Co.Re.
Nei vari incontri organizzativi che hanno preceduto l'evento, (parte dei quali ho partecipato personalmente), ho potuto constatare la passione degli organizzatori per l'architettura rurale di questi luoghi, che è unica nel suo genere, soprattutto le case dei Solivi, ma anche di quella di altre borgate rurali, come il paese di S.Donato a Lamon. Una passione anche contro l'abbandono progressivo della montagna prealpina, che seppur molto interessante a uno sguardo paesaggistico e naturale, offre al momento poche opportunità di lavoro.
A tal riguardo apro una parentesi stimolata da un breve colloquio avuto con Rudy, un giovane uomo di nazionalità austriaca, sposato con una donna di Fastro il quale ha partecipato alla festa di S.Antonio. Percorrendo le vie del paese mi racconta, in tono preoccupato, che è un peccato che ci siano molte case disabitate e in vistoso degrado. In Austria (lui abita a Lienz), per evitare lo spopolamento dei paesi di montagna, vengono stanziati fondi dati dalle maggiori entrate che si creano nelle città. È la politica anche del presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Durnwaller. Più volte ho ascoltato i suoi interventi a riguardo di problemi simili a quello di Fastro, e i suoi ragionamenti e
131 Questo dubbio è stato sollevato da una persona coinvolta nell'evento la quale mi ha spedito una mail a riguardo.
la sua politica (anche nella sua parte pratica) corrispondono a ciò che Rudy mi ha riferito per la vicina Austria. Mantenere vitali e popolati i paesi di montagna è utile sia per la sicurezza idrogeologica, ma anche perché la discesa della popolazione verso le città causerebbe problemi di vario genere, come il sovrapopolamento urbano di Bolzano, che non si può espandere molto vista la vicina presenza delle montagne. 3.2.2 Fastro come caso della montagna di mezzo
I Solivi di Fastro sono stati scelti come luogo della mostra per diversi motivi: perché hanno un'architettura ancora integra di quando sono stati costruiti, e potrebbero tornare ad essere abitati; perché sono collocati in un luogo facilmente accessibile in quanto vicini a una strada principale; perché potrebbe essere possibile ampliare la coltivazione della vite (o anche altre colture) che ora viene coltivata da pochi appassionati, e perché è un luogo carico di storia in quanto zona di confine e di transito tra la montagna bellunese, Venezia e l'Austria. Infatti ci troviamo in un paese che si situa come svincolo e collegamento tra il Bellunese e le direttrici per Trento-Brennero o verso Bassano del Grappa, Vicenza e Venezia. Ora la strada che passa per Fastro, che è una diramazione della Via Claudia Augusta Altinate, è poco frequentata da automobili e camion, ma fino a quando non fu costruita la galleria situata tra col del Gallo e col della Spina, essa è stata per anni punto di passaggio obbligato per dirigersi verso le due direttrici menzionate. Non per nulla tra Primolano e Fastro sono stati costruiti i forti Tagliata della Scala e Tagliata delle Fontanelle132a difesa dei confini italiani. É un un complesso
di forti interessante, perché i loro muri si snodano lungo la strada Primolano Fastro. Tra il 2014 e il 2015 sono iniziati anche i lavori per un loro restauro, per un uso turistico- culturale.
Anche altri luoghi e borghi sarebbero stati interessanti per un loro restauro a fini abitativi, culturali e per una ripresa economica, come per esempio il paese di S.Donato, a Lamon, ma questo paese a detta del gruppo di architetti si situa in una valle troppo interna rispetto a Lamon e alle strade principali, ed è quindi difficile, soprattutto d'inverno, raggiungerla.
Alla possibilità di creare economia tramite un'agricoltura legata a un sistema turistico-culturale ci crede Faustino Mores, presidente dell'associazione Casel di
132La Tagliata della Scala e la Tagliata delle Fontanelle furono costruite tra il 1892 e il 1904 a difesa dei confini Italiani contro l'Impero Austro -Ungarico. I forti si situano nel territorio di Primolano e Fastro Bassanese, frazioni del comune di Cismon del Grappa.
Mellame, persona molto attiva su diversi fronti: sociale, imprenditoriale e politico. Tramite dei colloqui personali Faustino mi ha esposto le proprie idee che sta già cercando di realizzare, come il tornare a fare il formaggio e derivati nel suo paese, creando così un'attività economica locale con tutti i risvolti positivi che essa può apportare al suo piccolo ma interessante paese. Inoltre tutto ciò è collegato anche a una rete sociale sia paesana che con una onlus di Feltre (Porte aperte), mostrando, quindi, una visione ampia in cui economia, territorio e sociale possono contribuire l'uno all'altro. A livello politico Faustino è convinto che siano necessarie delle scelte atte all'esbosco di parte della vegetazione spontanea che è sorta negli ultimi decenni, se si vuole pensare praticamente a uno sviluppo agricolo del territorio. Ancora però le varie amministrazioni succedute negli anni, e presenti ora, non sembrano aver colto l'importanza di questa prospettiva. Ciò impiegherebbe comunque delle risorse ed energie che dovrebbero coinvolgere partner come la provincia e la regione per poter essere attuate.