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La multifunzionalità dell’agricoltura

CAPITOLO 2 Le AREE PROTETTE e lo SVILUPPO RURALE

2.4 Gestione e sviluppo delle attività in chiave sostenibile

2.4.2 La multifunzionalità dell’agricoltura

L’istituzione di parchi in aree già caratterizzate dall’attività agricola è stata spesso decisa dalla necessità di individuare confini che tenessero conto delle esigenze di tutela ambientale e di difesa del paesaggio.

Le zone agricole non sono però solamente un tessuto di collegamento tra aree particolarmente rilevanti dal punto di vista naturalistico ma costituiscono anche un fattore fondamentale di qualità e possibile sviluppo territoriale.

Infatti, tutte le aree protette “in cui l’agricoltura occupa una porzione rilevante del territorio ma un ruolo marginale sotto il profilo economico, essa può diventare decisiva per la gestione del territorio e la conservazione del paesaggio, senza però prescindere dal contesto rurale ovvero dall’insieme delle attività connesse direttamente e indirettamente al settore primario.” [Arzeni, Chiodo, 1999]

L’antico conflitto fra agricoltura e ambiente si risolve con l’acquisizione del concetto di multifunzionalità dell’agricoltura che permette di integrare lo sviluppo socio-economico con la protezione ambientale.

Attraverso la multifunzionalità, l’attività agricola ha infatti assunto un significato più complesso, oltrepassando la primaria funzione produttiva, per assumere anche quella di gestione del territorio e di salvaguardia dell’ambiente

A favore del nuovo binomio agricoltura-ambiente vengono in seguito introdotti il Regolamento (CEE) n. 2081/93 e le misure di accompagnamento previste dai Regolamenti (CEE) n. 2078/92 e n. 2080/92 adottati allo scopo di favorire l’estensivizzazione, il riposo colturale e l'imboschimento dei terreni agricoli. Con la Riforma MacSharry e il Regolamento CEE 2078/92 è introdotto il metodo di produzione agricola compatibile con le esigenze di protezione ambientale e, grazie all’agricoltura biologica, è possibile impostare una gestione sostenibile del territorio.

Nel caso specifico delle aree protette, questa forma di agricoltura, che favorisce l’incremento della biodiversità del territorio, si trova in perfetta armonia con il principale obiettivo di conservazione naturale.

Mentre, infatti, negli anni passati, a causa delle tecniche agronomiche troppo invasive, l’attività agricola era ritenuta in parte responsabile dell’aumento dell’inquinamento ambientale e della scomparsa di molte biodiversità, oggi con

l’utilizzo di tecniche biologiche contribuisce alla tutela ambientale favorendo la diversificazione delle colture e uno sviluppo rurale di lungo periodo.

L’esercizio di una forma di agricoltura caratterizzata da un minore impatto ambientale, esente dall’uso di sostanze chimiche e di OGM e integrata al contesto territoriale di riferimento coincide con un’agricoltura di qualità. L’utilizzo di questa forma di agricoltura nelle aree protette può costituire quindi una strategia di gestione per la conservazione e allo stesso tempo lo sviluppo.

Secondo i dati forniti dal CRA6, le finalità raggiunte attraverso la multifunzionalità e la sostenibilità dell’attività agricola riguardano la protezione della biodiversità e la gestione integrata dei biotopi, il ripristino degli elementi naturali del territorio, la cura del paesaggio agrario e la prevenzione di alcuni rischi naturali creando un nesso diretto fra agricoltura e ambiente.

In aggiunta la multifunzionalità dell’agricoltura svolge anche una funzione nello sviluppo delle zone rurali attraverso la diversificazione delle attività economiche e assume un importante ruolo nell’assetto del territorio e nella tutela della continuazione di particolari pratiche legate alle tradizioni e produzioni tipiche a sostegno delle economie locali.

Il ruolo multifunzionale dell’attività agricola è introdotto con il duplice scopo di migliorare il benessere delle popolazioni rurali e di incoraggiare uno sviluppo di tipo sostenibile attraverso la manutenzione dell’ambiente rurale, la gestione e la tutela paesaggistica, la valorizzazione dei prodotti tipici strettamente legati al territorio per rispondere alla crescente richiesta di qualità da parte del consumatore, d’interesse verso la salute e di tempo libero da trascorrere nel verde. In particolare, la conservazione e valorizzazione del paesaggio diviene uno dei fattori chiave per il miglioramento della qualità della vita e del benessere individuale e collettivo, nonché un valore aggiunto in grado di aumentare la capacità attrattiva dell’area e un incentivo allo sviluppo economico.

L’aumento della qualità del paesaggio è direttamente proporzionale alla crescita nella fruizione e valorizzazione turistica della zona considerata e nel saper

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Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura, Ente nazionale con competenza scientifica generale nel settore agricolo, agroindustriale, ittico e forestale.

riconoscere il ruolo dell’agricoltura come fornitore di servizi sostenibili e promotore della politica della qualità dei prodotti locali.

Per far sì che ciò avvenga, le aree protette devono agire come sistemi e non come singoli enti isolati favorendo così un’azione integrata in grado di gestire il territorio risolvendo i possibili problemi ambientali.

Il rapporto fra aree protette e mondo rurale deve consolidarsi, attivando sinergie e strumenti allo scopo di raggiungere il principale obiettivo della difesa del territorio e del paesaggio, la cui ricchezza è dovuta anche alle attività agricole che tradizionalmente vi si sono sviluppate.

In aggiunta, per lo sviluppo di politiche rurali concrete nelle aree protette bisogna garantire una coerenza fra le scelte di gestione ambientale e quelle riguardanti l’attività agricola presente in modo che gli agricoltori siano partecipi delle decisioni prese anche nelle importanti azioni di pianificazione contenute nei Piani dei parchi e nei Piani pluriennali di sviluppo socio-economico.

Promuovere alleanze e rapporti di collaborazione fra aree protette e comparto agricolo aiuta a integrare le rispettive attività e a tracciare percorsi di valorizzazione che includano il settore produttivo e i produttori ma anche quello ristorativo, dell’ospitalità e della commercializzazione promuovendo uno sviluppo rurale completo.

La definizione di standard di qualità da assegnare ai beni prodotti all’interno dei parchi, che possono essere di origine agroalimentare, artigianale o legati ai servizi turistici di ristorazione e di ospitalità permette di valorizzare in un’ottica integrata le diverse attività che si svolgono nel territorio.

L’uso dei marchi di qualità del Parco è concesso solo alle aziende agricole che svolgendo la loro attività realizzano azioni a favore dell’ambiente; per gli altri beni prodotti vale la stessa regola, ricevono il logo d’identificazione solo dopo aver superato i test di eco-compatibilità produttiva. Si tratta di uno strumento pensato a favore della promozione economica, turistica, commerciale e sociale dei parchi nonché a supporto delle attività ecocompatibili per incoraggiare un uso appropriato di queste aree.

Per quanto riguarda le attività turistiche, il settore dell’ospitalità e ricettività può essere di supporto al recupero e all’integrazione del territorio agricolo mediante la

ristrutturazione di edifici agricoli tradizionali per l’apertura di strutture ricettive legate al mondo rurale come agriturismi, malghe e rifugi caratterizzate da un’architettura compatibile allo scopo di mantenere e incrementare le fonti di reddito per le comunità locali.