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Una opportunità di qualificazione per il territorio

Milioni di euro

CAPITOLO 4 Il caso del PARCO NAZIONALE DOLOMITI BELLUNES

4.1 Una opportunità di qualificazione per il territorio

Il parco Dolomiti Bellunesi rappresenta una grande opportunità di qualificazione per l’intera area del Feltrino, rispondendo pienamente al bisogno di zone di pregio naturale.

La realtà del Parco va però intesa non come inavvicinabile santuario della natura e isola abbandonata, ma laboratorio del e nel territorio dove poter concretamente dimostrare che è possibile coniugare sviluppo e tutela, senso del limite e innovazione, elevata naturalità e qualità dell’abitare, del vivere e del produrre. La crescita nella selettività delle destinazioni in base al riconosciuto valore ambientale e alla qualità della gestione dei territori favorisce anche le realtà dei parchi naturali.

La presenza di un parco naturale comporta quindi un vantaggio per i territori che lo tutelano ed una maggiore riconoscibilità nel mercato grazie alla risposta al bisogno di conservazione ambientale, alla voglia di verde, alla ricerca di svago e ricreazione che i fruitori ricercano.

Per ciò il parco non deve essere solamente una risorsa territoriale da conservare rigidamente ma deve poter apparire come un contesto ambientale destinato al contatto di un’utenza turistica controllata, diventando così un “parco naturale turistico”.

Il territorio del Parco presenta dei valori e delle potenzialità che devono essere gestite correttamente, dal contesto ambientale (flora, fauna, paesaggi, panorami) di assoluto pregio agli elementi e risorse legate alle attività antropiche che rappresentano sia una testimonianza storica sia una potenzialità turistica.

L’uomo e i segni della sua attività vengono, infatti, considerati fonte di valore per il territorio del Parco, i segni di modellamento e di aggiustamento da parte dell’uomo sono portatori di maggiore peculiarità per la bellezza del paesaggio.

Grazie a questo valore aggiunto si da impulso a nuovi usi delle risorse montane prevalentemente legati al turismo e alle attività ricreative.

Non si tratta quindi di cristallizzare il territorio ma di prevedere per esso uno sviluppo equilibrato e una corretta fruizione delle risorse.

La presenza del Parco incentiva quindi una serie di attività proposte per i visitatori ma sempre coerenti con le necessità delle comunità locali e a supporto del tessuto economico originale.

Il Parco aiuta infatti l’incentivazione dei piccoli centri rurali, per tamponare l’emigrazione dai paesi dell’interno, rilanciando l’allevamento e sviluppando il turismo montano, tramite la predisposizione di strutture per diverse attività, percorsi per scalate, circuiti equestri e di trekking.

Scoprire e valorizzare questo territorio contribuisce quindi anche a mantenere in vita le attività economiche presenti nell’area pre-parco che sono le uniche a poterlo preservare e a consentirne uno sviluppo che lo renda appetibile ad una presenza turistica qualificata.

Di notevole importanza è anche la tutela del patrimonio edilizio che, grazie alla zonizzazione del territorio, ha bloccato la speculazione edilizia a favore della salvaguardia delle tipologie architettoniche tradizionali e al restauro del patrimonio storico-monumentale.

Un territorio caratterizzato quindi da un’elevata biodiversità floristica e faunistica ma che si distingue anche per l’ottima conservazione delle strutture eco sistemiche, la tutela delle importanti testimonianze della passata presenza antropica e il generale sostegno verso la storia e cultura del territorio, le attività tipiche come l’agricoltura di montagna, l’alpeggio estivo, il pascolo e la tutela della biodiversità agronomica locale.

Nei suoi anni di attività istituzionale il Parco ha realizzato numerosi interventi strutturali nei diversi settori di competenza, ha sostenuto e sta portando all’attenzione generale la ricchezza di storia e di biodiversità di aree spesso marginali esposte al declino e allo spopolamento, ha attivato innovative attività di ricerca scientifica, di interpretazione e di gestione di tutte le principali evidenze naturalistiche e culturali nei propri ambiti.

Risultati qualificanti raggiunti grazie al contributo propositivo di tanti enti, associazioni, singoli cittadini, alla positiva collaborazione dei diversi livelli istituzionali e ai cofinanziamenti di più soggetti fra cui il Ministero dell’Ambiente, l’Unione Europea, la Regione Veneto e le fondazioni private come la Fondazione Cariverona.

4.2 Il territorio

Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi viene istituito con Decreto Ministeriale il 20 aprile 1990 ma per la gestione attiva dell’area protetta bisogna aspettare il 12 luglio 1993, giorno in cui nasce l’Ente Parco con Decreto del Presidente della Repubblica.

Il parco copre un’area compresa nella Provincia di Belluno includendo 15 comuni: Sovramonte, Pedavena, Feltre, Cesiomaggiore, San Gregorio nelle Alpi, Santa Giustina, Sospirolo, Sedico, Belluno, Ponte nelle Alpi, Longarone, Forno di Zoldo, la Valle Agordina, Rivamonte Agordino e Gosaldo.

Il territorio risulta di grande importanza dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, grazie alla sua posizione geografica, tra le valli del Cismòn ad ovest e del Piave ad est, con propaggini a nord verso il bacino del Maè (Val Pramper) e nell’Agordino.

Un’area in cui spiccano tre gruppi montuosi, le Vette Feltrine, i Monti del Sole e il gruppo della Schiara, caratterizzati da zone impervie con rupi e prati aridi che conservano ancora il loro carattere selvaggio, ma, il territorio presenta anche pendii meno ripidi ricoperti da boschi fino a scendere nella vallata alpina del Piave.

Il Parco Dolomiti Bellunesi, con una superficie di 31.512 ettari, nasce quindi per tutelare un territorio di straordinaria e ampia valenza paesaggistica e naturalistica con una ricchezza floristica che vanta quasi un terzo delle specie presenti in Italia. In particolare l’aspra natura tipica di gran parte del territorio ha fatto sì che fossero conservati importanti aspetti ambientali che includono la presenza di

specie rare e l’eccezionale varietà dei paesaggi dovuti principalmente alla localizzazione geografica.

Aspetti ambientali e paesaggistici protetti in un primo tempo da riserve naturali e successivamente dal Parco Nazionale, di cui 16.000 ettari sono interessati dalle 8 riserve naturali statali, istituite a partire dal 1954.

Figura 4.1: Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e i sei accessi naturalistici.

L’estrema varietà degli ambienti e del paesaggio si riflette anche sulla flora e sulla fauna locali secondo le caratteristiche delle diverse fasce ambientali e quote. In particolare, le Vette di Feltre e il Monte Serva sono i gruppi montuosi che presentano una maggiore varietà nella vegetazione fra cui spiccano varie specie endemiche, rare e protette come la Campanula Morettiana.

La Campanula ha acquisito una maggiore rilevanza fra tutte le specie floreali perché scelta come simbolo del Parco, fiore a forma di calice di colore viola che ben si adatta a svilupparsi anche nelle fessure fra rocce e massi.