• Non ci sono risultati.

3.2 Museo della mezzadria senese

IV Il paesaggio nella comunicazione e nella didattica museale IV.I Museo e paesaggio, storia ed evoluzione

IV.II. 3.2 Museo della mezzadria senese

Nota introduttiva. Il 21 ottobre del 2013 questo bellissimo museo è stato devastato da

un‟alluvione che ha colpito tutto il senese. Lo sforzo di tanti volontari e il sostegno economico di coloro che hanno partecipato alle iniziative di finanziamento ne hanno permesso la parziale riapertura dopo pochissimo tempo. Al momento, però, i lavori di recupero proseguono e tutta la comunità appare impegnata nello sforzo di far tornare l‟allestimento a una forma ottimale. Questa scheda si riferisce al museo così come era al momento della mia visita.

Il Museo della Mezzadria senese può essere indicato come museo etnografico, antropologico e del territorio: la collezione esposta è di taglio etnografico, ma l‟allestimento e il percorso museali coniugano l‟utilizzo di impianti multimediali con un‟impostazione scientifica tradizionale. La resa è emotivamente coinvolgente in virtù delle caratteristiche del luogo (un antico edificio nelle mura di Buonconvento, usato per molto tempo come fattoria e successivamente come tinaia di una nobile famiglia locale) e per le gigantografie, le figure parlanti, le ricostruzioni a dimensione naturale e la presenza di macchinari agricoli di grossa taglia (come una trebbiatrice utilizzata fino alla seconda metà del secolo scorso). Gli spazi allestitivi sono distribuiti fra piano terra e primo piano secondo una scansione concettuale che ha l‟obiettivo di rappresentare in modo tangibile gli elementi strutturali del mondo sociale, economico e ambientale della mezzadria senese.

Non si tratta di un museo del paesaggio in senso esplicito, ma una parte cospicua dell‟allestimento è centrata sul rapporto fra mezzadria e territorio e mette in rilievo gli effetti che il mondo mezzadrile, nelle sua varie sfaccettature, ha avuto sul paesaggio. Uno spazio dell‟allestimento è dedicato alla rappresentazione artistica del paesaggio, attraverso box audio che permettono di ascoltare poesie e brani letterari ad esso dedicati, riproduzioni di quadri e di fotografie che hanno costruito nel tempo l‟immagine della campagna toscana consolidata nell‟immaginario comune.

Uno spazio è dedicato all‟iconografia dei santi legati a città e a centri urbani del territorio poiché la loro rappresentazione include anche quella dell‟insediamento di riferimento.

185 Rappresentazione museografica del paesaggio

Museo della mezzadria senese, Buonconvento - Siena Data del rilevamento: 17 giugno del 2012

Rappresentazione storica Sincronica/diacronica: 1. Statica; 3. Frutto di interazione Riferimento concettuale Punto di vista estetico; Punto di vista oggettivo

Rappresentazione identitaria Scala di identità: 1. Locale; 2. Regionale Elementi di identità locale Segni di identità

Comunicazione patrimoniale

A. Modulo su base statica di rappresentazione territoriale, in fotografie, disegni e diorami.

3, 5

B. Modulo su base meccanica, animato e non, attraverso diorami, modellini in scala a grandezza naturale, ombre animate.

5

C. Modulo audiovisivo, cioè che utilizza uno schermo per il suo funzionamento e che mostra una figura parlante, un diaporama, una scenografia, un documentario, una ricostruzione virtuale.

2, 5

D. Modulo su base informatica, come per esempio ciò che è interattivo e quindi simulatori di volo; tablet interattivi, tavole cronologiche.

1

In questo museo il paesaggio non è il tema principale, ma uno dei contenuti affrontati. Il vero protagonista è il mondo contadino così come si è venuto ad articolare nel senese in relazione ai contratti di mezzadria. Di conseguenza anche il paesaggio rappresentato ha un forte taglio culturale. Non assume una dimensione stratigrafica, ma orizzontale ed è legato alla comunità locale. Il rapporto fra gli oggetti esposti e il contesto d‟uso è reso attraverso grafici e gigantografie. L‟articolazione del territorio è proposta secondo gli occhi del mezzadro quasi a rappresentare una sorta di “paesaggio contadino”, dinamico perché cambia sotto gli strumenti di lavoro (dalla zappa, all‟aratro, alla trebbiatrice).

I diorami territoriali sono sostituiti dalle fotografie e dai grafici e i moduli su base meccanica servono per descrivere singoli elementi di questo mondo, come nel caso della casa colonica, oppure per mostrare in termini dinamici il rapporto fra uomo/contadino-clima-territorio. Il modello comunicativo del museo è essenzialmente trasmissivo e anche i pochi moduli

186 interattivi servono per interrogare con maggiore chiarezza l‟oggetto osservato. La rappresentazione dello spazio muta sotto l‟azione dell‟uomo, ma questi cambiamenti vengono mostrati e non resi in un percorso interattivo. Le ricostruzioni di ambienti riguardano gli spazi abitati senza un rapporto diretto col paesaggio e, attraverso espedienti multisensoriali, mirano alla conoscenza antropologica di questo mondo.

FIG. 17 Il cilindro girevole delle

stagioni agricole. Sullo sfondo, la ricostruzione di una cucina di campagna.

FIG. 18 “Il modello dell’insediamento” è

realizzato attraverso un modulo interattivo, mentre le immagini e il testo sullo sfondo aiutano a contestualizzare l’abitazione all’interno del sistema produttivo mezzadrile.

Riguardo la visione identitaria proposta nell‟allestimento, questo museo si colloca su una dimensione intermedia: il tema esplorato è marcatamente locale. Si tratta di un museo che ha ricevuto i reperti dalla comunità e che dunque ad essa si rivolge. Nello stesso tempo, descrive elementi della vita contadina comuni a gran parte delle esperienze rurali delle regioni italiane. Gli elementi che caratterizzano il paesaggio, più che definire una identità territoriale di appartenenza, sono proposti come segni distintivi di un territorio che cambia. Mancano grafici e rappresentazioni cartografiche che permettano di comparare il fenomeno con altre modalità di gestione della terra o con esperienze analoghe.

187

FIG. 19 La parte iniziale del percorso, al piano terra, in cui si alternano pannelli con

inserti multimediali, figure parlanti e strumenti originali.

FIG. 20 Nella parte destra, un aratro con l’erpice è messo visivamente in relazione

con una gigantografia di un campo arato col fine di rendere immediatamente comprensibile la funzione d’uso degli oggetti.

188