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3.1.a Parco Archeologico Miniera di Gavà

IV Il paesaggio nella comunicazione e nella didattica museale IV.I Museo e paesaggio, storia ed evoluzione

IV.II. 3.1.a Parco Archeologico Miniera di Gavà

Il parco archeologico è stato costruito sopra una miniera neolitica di cui si conservano alcune gallerie fra le più antiche d‟Europa. I primi scavi vennero realizzati approssimativamente 6000 anni fa e la miniera rimase attiva per più di 1000 anni. L‟obiettivo era estrarre la Variscite, un fosfato di colore verde utilizzato con funzioni ornamentali che ricorda il turchese. La scoperta è stata effettuata casualmente nel 1975 durante i lavori di urbanizzazione del quartiere di Can Tintorer e nel 1997 l‟amministrazione comunale ha

174 avviato i lavori di progettazione del parco. Si tratta di una struttura museale di concezione moderna realizzata dall‟architetto Dani Freixes: al centro si trova la miniera (che è possibile osservare dall‟alto), mentre tutt‟attorno sono stati realizzati box multimediali su temi differenti: Il laboratorio dell’ambiente. Per conoscere il paesaggio e i suoi protagonisti; I

laboratori della tecnologia. Per sapere dove vivevano, come realizzavano gli utensili e quali strumenti utilizzavano; Il laboratorio dell’uomo. Per comprendere come erano fatti e cosa pensavano. Nel parco si trovano anche il giardino neolitico, la riproduzione di una capanna e

quella di una parte della miniera che è possibile visitare con l‟accompagnamento di una guida specializzata. Questo luogo è quindi un vero e proprio centro di interpretazione.

Rappresentazione museografica del paesaggio

Parque Arqueológico Minas de Gavà; provincia di Barcellona, Comunidad Autónoma de Cataluña – Spagna. Data del rilevamento: 29 giugno 2013

Rappresentazione storica Sincronica/diacronica: 3. Frutto di interazione Riferimento concettuale Punto di vista oggettivo

Rappresentazione identitaria Scala di identità: 1. Locale; 4. Multi identitaria Elementi di identità locale Segni di identità

Comunicazione patrimoniale

A. Modulo su base statica di rappresentazione territoriale, in fotografie, disegni e diorami.

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B. Modulo su base meccanica, animato e non, attraverso diorami, modellini in scala a grandezza naturale, ombre animate.

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C. Modulo audiovisivo, cioè che utilizza uno schermo per il suo funzionamento e che mostra una figura parlante, un diaporama, una scenografia, un documentario, una ricostruzione virtuale.

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D. Modulo su base informatica, come per esempio ciò che è interattivo e quindi simulatori di volo; tablet interattivi, tavole cronologiche.

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FIG. 1 Sulla destra un gruppo di bambini col caschetto è in attesa di visitare la

ricostruzione della miniera. Dalla piattaforma d’ingresso si dipanano due percorsi: uno, verso l’alto, permette di accedere ai moduli multimediali tematici (si distingue chiaramente quello dedicato all’essere umano dove adulti e bambini stanno osservando le repliche e guardando le immagini); l’altro, verso il basso, conduce alla miniera, la cui parte superiore, illuminata da luci artificiali, non può essere visitata, ma solo visionata appoggiandosi al parapetto centrale.

L‟allestimento è realizzato attraverso moduli concettuali articolati, all‟interno di box multimediali. Questi contengono repliche di reperti conservati nel museo cittadino sia nella parte esterna, visibile durante il percorso di guida, che in quella interna a cui si accede in piccoli gruppi. All‟esterno, gli oggetti sono posti in collegamento con pannelli esplicativi dal forte impatto visuale, perché formati da testi argomentativi accompagnati da grandi fotografie che aiutano a porre le repliche in relazione al contesto naturale e culturale. All‟interno, queste ultime sono disposte in un allestimento apparentemente tradizionale. In realtà ogni box è un teatro multimediale: al buio i fruitori si dispongono su un lato appositamente predisposto e possono osservare sulla parete opposta brevi filmati che accentuano la dimensione immersiva e suggestiva dell‟esperienza, senza trascurare i contenuti scientifici. I reperti sono mostrati in situazione e il territorio è lo scenario con cui l‟uomo si confronta costantemente. Quando il filmato termina, la voce narrante pone l‟attenzione sui reperti che vengono illuminati quando descritti. Non si tratta di descrizioni tecniche, poiché azioni umane e oggetti d‟uso sono raccontati rispetto alle ricostruzioni storiche della vita nel neolitico e all‟interazione fra uomo, ambiente naturale e paesaggio. All‟ingresso, un ampio spazio è dedicato al “giardino neolitico”, un giardino in cui sono stati piantati vegetali che, secondo gli studi, erano presenti sul territorio durante il neolitico.

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FIG. 2 Il giardino neolitico situato nello spazio

di accoglienza ospita le specie vegetali che risalenti al neolitico, nel territorio.

FIG. 3 Nei pannelli esterni dei box

multimediali si alternano repliche, fotografie e video che coinvolgono il visitatore.

FIG. 4 Nel box dedicato al paesaggio, un

diorama è sfondo per le azioni dell’uomo e degli animali che vengono letteralmente proiettate su di esso.

FIG. 5 Un mistery didattico consente ai

bambini di contestualizzare i reperti in una dimensione economico-ambientale.

Il luogo di ritrovamento è descritto e mostrato attraverso tecniche differenti e, soprattutto, è pienamente inserito nel contesto territoriale. L‟impressione generale che si ricava dall‟esplorazione del parco archeologico è quella del sistema paesaggio così come si delinea nelle interazioni fra natura e uomo in epoca neolitica, anche se ogni singolo box affronta questioni per lo più territoriali.

Nel modulo dedicato esplicitamente al paesaggio, per esempio, la narrazione multimediale è realizzata proiettando su un diorama verosimile del territorio neolitico di Gavà (FIG 4), così

177 come restituito dagli studi, uomini e animali che interagiscono fra di loro e con le risorse ambientali.

L‟effetto è straordinario dal punto di vista della suggestione e l‟impressione che se ne ricava è quella di un territorio vivo, anche se i cambiamenti sono di poco rilievo (es. scompaiono alberi bruciati a causa di un fulmine). Dunque il paesaggio è ricostruito nella sua componente sincronica, in un certo periodo storico e non nella dimensione dinamica del divenire. Del resto, trattandosi di un parco a tema, centrato sul neolitico e sulla realtà del territorio legata alle miniere di variscite, questo è l‟obiettivo dichiarato dell‟allestimento.

Dopo aver visitato lo spazio didattico multimediale, è possibile visitare la ricostruzione di una capanna neolitica ed affacciarsi ad un ballatoio centrale da cui si vede la parte superiore della miniera: la parte terminale della visita consiste nell‟accesso in piccoli gruppi alla ricostruzione della stessa. I visitatori sono invitati ad indossare il caschetto protettivo e a seguire una guida che illustra le caratteristiche principali della galleria. All‟interno di quest‟ultima alcuni cunicoli presenti in sezione permettono al visitatore di osservare le riproduzioni degli strumenti e di quanto trovato dagli archeologi (le parti terminali di alcuni cunicoli sono stati utilizzati come tombe) e di comprendere le tecniche di scavo. In uno spazio più grande degli altri, quasi una stanza, si assiste alla proiezione di un video esplicativo. Il centro esprime un punto di vista sulla storia non legato all‟identità territoriale. L‟operazione di marketing sapientemente compiuta si rivolge a reperti significativi (come la cosiddetta Venere di Gavà, una figura antropomorfa di ceramica nera) che diventano simboli rappresentativi del complesso museale. Il punto di vista adottato è quello di una rigorosa ricerca scientifica e archeologica, il cui obiettivo è affascinare e coinvolgere il visitatore in un‟esperienza di piacere e di apprendimento.

Partendo dalla miniera, gli ideatori del progetto affrontano temi universali che chiunque può sentire come propri: la ricerca del cibo e delle materie prime, il sentimento religioso, le tecniche necessarie per vivere interagendo con l‟ambiente (la costruzione di vasi, di strumenti per tagliare e per realizzare vestiti e ripari, ecc…). Le testimonianze di archeologi, scienziati e archeobotanici sono riportati in video all‟esterno dei box di approfondimento per coloro che desiderano informazioni più tecniche. Il visitatore non ha mai l‟impressione di trovarsi in un parco divertimenti, ma in un luogo in cui la storia e il paesaggio vengono ricostruiti con grande cura e attenzione, eppure il tempo che si passa in questo parco è caratterizzato proprio da un senso continuo di stupore e di divertimento.

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FIG. 6 Un ampio spazio ruota attorno al giardino neolitico circolare: vi si trovano il

bookshop, la biglietteria, il ristorante e lo spazio didattico fruibile liberamente.

Una componente essenziale della fruizione consapevole è costituita dalla possibilità di accedere a numerose proposte didattiche che diventano una strada quasi naturale offerta ai bambini. È evidente che gli investimenti in questo campo sono stati cospicui: ampi spazi dedicati, ulteriori repliche e strumenti appositi di alta qualità testimoniano il peso dato alla formazione storica infantile in chiave educativa. L‟approccio è di tipo ludico ed è articolato per fasce d‟età e conoscenze tematiche. Alcuni blocchi e laboratori puntano alla conoscenza di tecniche e strumenti secondo i principi dell‟archeologia sperimentale, altri alla comprensione della vita durante la preistoria e altri ancora al rapporto fra l‟uomo e l‟ambiente.

IV.II.3.1.b Museo di Gavà

Presso il museo si trova la collezione permanente Gavà, le voci del paesaggio. L‟intero allestimento, inaugurato nel 2002, è fondato sul concetto di paesaggio quale mosaico di elementi in costante interazione ed evoluzione, calato in situazione. Si tratta di un museo che ha fatto propri gli strumenti dei centri di interpretazione: il percorso allestitivo si propone

179 come un viaggio attraverso le diverse componenti del paesaggio osservate nello scorrere del tempo, su scala locale e globale, e i reperti sono contestualizzati con l‟aiuto di disegni, fotografie, strumenti interattivi e multimediali, e un video introduttivo.

Rappresentazione museografica del paesaggio

Museo di Gavà; provincia di Barcelona, Comunità Autonoma di Cataluña –Spagna Data del rilevamento: 29 giugno 2013

Rappresentazione storica Sincronica/diacronica: 2. Dinamica; 3. Frutto di interazione Riferimento concettuale Punto di vista oggettivo

Rappresentazione identitaria Scala di identità: 1. Locale; 2. Regionale; 4. Multi identitaria

Elementi di identità locale Segni di identità

Comunicazione patrimoniale

A. Modulo su base statica di rappresentazione territoriale, in fotografie, disegni e diorami.

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B. Modulo su base meccanica, animato e non, attraverso diorami, modellini in scala a grandezza naturale, ombre animate.

5

C. Modulo audiovisivo, cioè che utilizza uno schermo per il suo funzionamento e che mostra una figura parlante, un diaporama, una scenografia, un documentario, una ricostruzione virtuale.

5

D. Modulo su base informatica, come per esempio ciò che è interattivo e quindi simulatori di volo; tablet interattivi, tavole cronologiche.

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Il museo è un esempio di come si possa parlare del paesaggio storico coniugando la dimensione locale con quella generale. Anche il percorso allestitivo è stato pensato, sala per sala, in senso stratigrafico e con l‟obiettivo di approfondire le modifiche paesaggistiche nel corso del tempo:

Sala 1 ¿Qué es el paisaje?

La prima sala è articolata attorno al paesaggio in quanto sistema composto da una moltitudine di elementi in costante trasformazione. Da un parte quelli naturali che permettono di scoprire i

180 sedimenti dei paesaggi passati, e dall‟altra quelli legati all‟azione umana per procurarsi il cibo, per difendersi e trovare rifugio, per produrre strumenti e per viaggiare e commerciare.

▲FIGG. 7-8 Le rocce, gli elementi naturali e i paesaggi del passato▼

◄ FIG. 9 Il tempo dell’uomo e quello del paesaggio. Questo modulo meccanico consente di rendere un concetto difficile da spiegare a parole: il tempo del paesaggio naturale è rappresentato dalla ruota più grande, lentissima, mentre quello dell’uomo da quella piccola, in alto a sinistra, velocissima. Sono tutte contemporanee e collegate le une alle altre, ma hanno ritmi molto diversi.

Sala 2 Los primeros habitantes del paisaje

▲ FIG. 10 La rappresentazione cartografica della regione, in alto a sinistra, è presente in tutte le sale e rende visibili le differenze geografiche e degli insediamenti nel corso del tempo. A destra, la teca di alcune punte di frecce.

La seconda sala è dedicata ai reperti del paleolitico. Anche in questo caso il ruolo del paesaggio è fondamentale, ma forse in modo invertito: è l‟uomo che si adatta ad esso e che ha una ridotta capacità di modificarlo, forse poco più degli altri animali. I reperti, di provenienza locale, sono contestualizzati attraverso fotografie e riproduzioni di alcuni graffiti rupestri che permettono immediatamente di comprenderne la funzione d‟uso.

181 Sala 3 Los primeros payeses

▲FIG. 11 Testo e carta introduttivi.

Con la comparsa dell‟agricoltura e dell‟allevamento l‟uomo inizia a intervenire sul paesaggio e a trasformarlo radicalmente.

Sala 4 Payeses y comerciantes en la Antigüedad

▲FIG. 12Testo e carta introduttiva per l’età antica.

La quarta sala è dedicata all‟età antica, sec. VI aC - V dC, quando lungo la costa e lungo il fiume Llobregat, navigabile, esistevano numerosi insediamenti iberici e romani. L‟agricoltura e gli scambi commerciali erano molto sviluppati. I pannelli mostrano queste interconnessioni e il Mediterraneo ne diventa il motore principale.

Sala 5 Caballeros, monjes y payeses

◄▲FIGG. 13-14 Anche in questo caso, la cartografia, le fotografie, e le riproduzioni, associate alle didascalie, aiutano a contestualizzare i reperti nel territorio e nel paesaggio.

182 Da questa sala dedicata al Medioevo, al castello come simbolo di un nuovo sistema sociale ed economico (il feudalesimo) e al paesaggio - agrario e urbanizzato -, inizia una riflessione sull‟equilibrio fra le azioni dell‟uomo e il suo contesto: compaiono nuovi sistemi produttivi, nuovi modelli urbani, il controllo dell‟acqua che dà vita ad un nuovo paesaggio agrario, nuove strade. Questi ed altri elementi trovano compimento nella ultima sala, improntata alla

riflessione sui modelli e stili di vita della contemporaneità.

Sala 6 Los paisajes contemporáneos

Questa sala si pone obiettivi dichiaratamente educativi: la trasformazione del paesaggio è presentata come un fenomeno noto perché vi facciamo parte. Il museo mostra le componenti che maggiormente hanno concorso ai cambiamenti attuali mettendo in rilievo come ognuno di noi debba sentire la responsabilità per l‟ambiente in cui viviamo.

FIG. 15 Il rapporto fra uomo e paesaggio

contemporaneo è mostrato con una strumentazione articolata, fatta di cartografia comparata, fotografie contestualizzate e moduli meccanici.

◄ FIG. 16 Solo noi possiamo decidere il

paesaggio che vogliamo.

Noi uomini, in quanto parte attiva e cosciente del paesaggio, abbiamo la responsabilità di valutare le nostre azioni per ottenere un paesaggio armonico e equilibrato.

In questo museo, i reperti sono costantemente inseriti nel contesto in cui sono stati trovati e nel paesaggio che viene presentato secondo fasi stratigrafiche lette attraverso la lente dei processi di cambiamento.

Non sono presenti diorami, né isolati né in serie, ma le mutazioni territoriali vengono

trasmesse attraverso filmati e pannelli posti in sequenza. I moduli interattivi sono pensati per i fruitori più piccoli e non creano modelli, ma sono uno strumento di interrogazione di alcune

183 variabili.

La dimensione di approfondimento locale non contiene una chiave di lettura identitaria, poiché i fenomeni sono sempre letti su scale differenti. Piuttosto si mettono in rilievo i reperti e gli elementi paesaggistici in quanto segni distintivi di un territorio che cambia.

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