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L'educazione è rivoluzione: il gruppo di Parigi e il movimento di studio-lavoro

L'A NARCHISMO PARIGINO

L’Anarchismo di cui Wu, Li e gli altri si fecero avvocati, aveva marcate differenze rispetto a quello di Liu Shipei e del suo gruppo. L’atmosfera che si respirava a Parigi era completamente diversa rispetto a quella di Tokyo. Le diverse centinaia di studenti in Europa erano immersi in un ambiente che a livello popolare trasudava fiducia nel materialismo, nel progresso e nell’invincibilità della scienza. Parigi, in particolar modo, era una città cosmopolita, da sempre culla del pensiero radicale europeo. Il governo di sinistra Clemenceau concesse anni di libertà di tolleranza per le politiche radicali e il movimento sindacale e garantì libertà di parola, stampa e assemblea, rendendo giustizia alla fama progressista francese. L’affare Dreyfus aveva inoltre riacceso il radicalismo francese per la decade a venire, influenzando indirettamente anche gli studenti cinesi, che in questa città entrarono in diretto contatto con importanti figure dell’Anarchismo europeo come Jean Grave e Paul Reclus (nipote del geografo anarchico Eliseé Reclus) e con le opere di Kropotkin, Proudhon, Eliseé Reclus e Malatesta.1 L’Anarchismo cinese che qui si sviluppò fu quindi più influenzato dalla

corrente internazionalista del movimento, e ciò, sebbene lo allontanasse dalla rivoluzione cinese nelle sue analisi sociali, gli regalò una visione cosmopolita e progressista.2

1 ZARROW, Anarchism and Chinese Political Culture, p. 79.

2 In particolare la Comune Parigina del 1871 accese le fantasie dei radicali cinesi (oltre che di tutto il mondo), ed ebbe una duratura influenza rilevabile almeno fino alla Rivoluzione Culturale Maoista degli anni Sessanta. Per una

Nel 1906 Wu, Li e Zhang fondarono la Società Mondiale (Shijie she), il centro dell’Anarchismo cinese in Europa. Nel 1907 la Società fondò il proprio organo di stampa: Il Nuovo Secolo (Xin

Shiji), il cui primo numero uscì il 22 giugno dello stesso anno.3 Distribuito tra gli studenti cinesi in

tutta Europa e in Giappone, era progettato specificatamente per venire contrabbandato in Cina (le sue dimensioni erano perfette per nascondere i volumi tra le lenzuola dei mercanti cinesi).4 Alcune

copie vennero perfino fatte arrivare a Shifu durante la sua prigionia negli anni 1907-1909, e probabilmente la lettura della rivista contribuì alla sua conversione dal nichilismo.5 L’impero Qing

si rivolse varie volte al governo francese perché costringesse alla chiusura il giornale sedizioso, ma le insistenti richieste vennero sempre disattese, in nome della libertà di parola e di stampa.6

L’Anarchismo diffuso dal Nuovo Secolo seguiva il trend dell’Anarchismo internazionale e i suoi articoli erano meno concentrati sulla concreta situazione cinese rispetto a quelli del Giustizia

Naturale. Esso era ispirato da un ottimismo rivoluzionario i cui più importanti principi si

riassumevano in giustizia e altruismo (gongli yu liangxin). La fiducia nella scienza era massima, e questa diventava un elemento fondamentale della rivoluzione, anzi, la scienza era rivoluzionaria di per sé, in quanto, esattamente come la rivoluzione, essa è alla ricerca del principio (yuanli).

Scopo della scienza è la scoperta della verità (gongli). Da parte sua, la rivoluzione cerca la realizzazione della verità. Scienza e rivoluzione hanno entrambi l'obiettivo di cercare questa verità. La loro distinzione risiede nella differenza tra principio (yuanli) e pratica.7

Il principio è assieme morale e scienza, ed essendo parte della natura, esso si riferisce a modelli corretti, determinando cosa sia giusto. Il principio scientifico implica tre importanti conseguenze: l’abolizione delle superstizioni fisiche (gli elementi soprannaturali del folklore, come fantasmi, magia e religione), l’abolizione delle superstizioni sociali (l’autorità, la monarchia, l’inferiorità della donna, l'ineguaglianza) e infine la formazione di una visione del mondo corretta e soprattutto verificabile. Per il gruppo di Parigi, principio scientifico e rivoluzione reagiscono dialetticamente,

discussione su questi temi, si rimanda a Maurice MEISNER, Marxism, Maoism and Utopianism: Eight Essays, Madison, University of Winsconsin Press, 1982.

3 ZARROW, Anarchism and Chinese Political Cutlure, p. 81.

Il giornale ricevette il personale permesso di Jean Grave di usare il nome del proprio giornale Les Temps Noveaux, nonché il suo indirizzo. Il Nuovo Secolo uscì a cadenza settimanale (con qualche interruzione) dal 1895 agli anni Venti. Si occupava principalmente di questioni francesi, ma comprendeva anche una breve colonna dedicata a argomenti internazionali, alla quale Li Shizheng contribuiva occasionalmente con note sulla rivoluzione cinese. 4 Ibidem, p. 77.

5 KREBS, Shifu, Soul of Chinese Anarchism, p. 48.

È lo stesso fratello di Shifu, Liu Shixin, a menzionare la consegna del giornale al fratello che effettuava personalmente in “Guanyu wuzhengfu.”

6 ZARROW, Anarchism in Chinese Political Culture, p. 77. Il primo tentativo risale al 1907 e le vicende a esso collegato sono raccontate da Chen Linghai, “Nianpu”, e in “Daiwei guangdeng gaobai-xiexie” (Grazie per la pubblicità!), Xin Shiji, no. 19, 26 ottobre 1907, pp. 32, 75. L'anno seguente vedrà un secondo tentativo fallimentare, riportato da Wu Zhihui, “Manzhou zhengfu zhi wulai er kelian” (Malvagità e disperazione del governo mancese),

Xin Shiji no. 54, 4 luglio 1908, pp. 228-229.

7 Li Shizheng, “Geming yuanli” (Il principio della rivoluzione), Xin Shijii no.22 (16 novembre 1907), riportato in ZARROW, Anarchism and Chinese Political Culture, p. 115.

spingendosi vicendevolmente in un processo migliorativo naturale che conduce a sua volta a un progressivo e costante miglioramento sociale.

Per Li Shizeng e Wu Zhihui, la rivoluzione è una manifestazione dell’evoluzione (jinhua) e in quanto tale, naturale e inevitabile. Il loro però non è un approccio deterministico, che avrebbe tolto entusiasmo e forza allo sforzo rivoluzionario. La rivoluzione necessita comunque del volontarismo individuale per compiersi. Per Li, l’evoluzione è un progresso senza fine, un cambiamento perpetuo (genghua). Se il progresso si ferma o rallenta, è la rivoluzione la risposta agli impedimenti di questo processo naturale. Le masse sono l’agente della rivoluzione, solo loro hanno lo “spirito e l’abilità rivoluzionaria” adatta a creare una società “corretta”.8

Il principale compito degli anarchici è quello di accrescere la virtù civica (gongde) del popolo, badare alle relazioni reciproche tra individuo e società e abolire tutti i privilegi (quanli) per programmare la fortuna e la felicità comuni. Questo significa discutere di educazione non di rivoluzione. La rivoluzione sarà l’effetto di quanto accadrà una volta che l’educazione sarà diffusa e tutti avranno abbandonato le vecchie abitudini per iniziare una nuova vita. Proprio per questi effetti, è mia intenzione indicare la via per un’educazione pre-rivoluzionaria, in preparazione alla rivoluzione. Questo si dice promuovere la rivoluzione[…].9

La chiave per la rivoluzione secondo Wu è diffondere l’educazione. Questa deve essere “vera educazione,” l’educazione anarchica, che contribuisca ad accrescere la “virtù civica” dei singoli. La virtù civica è altruismo, che si forma quando “tutti gli individui si riuniscono per fare del loro meglio.”10 L’educazione anarchica poco ha a che fare con quella tradizionale delle scuole pubbliche,

che altro non è che “educazione alla schiavitù.”11 Una volta che la vera educazione si sarà diffusa

con la sua opera moralizzatrice, la rivoluzione avverrà spontaneamente, quando le masse si saranno liberate delle loro superstizioni e avranno abbracciato una nuova vita.

Nell’ottica dei membri del gruppo di Parigi, l’educazione è rivoluzione, perciò la rivoluzione sarà graduale e inarrestabile, ma non violenta. L’ignoranza non è una condizione naturale, ma risultato della manipolazione iniziata dal principio della storia dell’evoluzione sociale, quando i leader religiosi diffusero la superstizione sulla quale fondare il proprio potere. L’opera anarchica deve sbarazzarsi di queste superstizioni attraverso un’azione educativa rivoluzionaria, in cui Li Shizeng e Chu Minyi identificano cinque metodi: 1) propaganda (libri, lezioni, opuscoli, riviste); 2) associazioni di massa; 3) rivolte di massa; 4) resistenza popolare (opposizione alle tasse, scioperi e boicottaggi); 5) assassinio.12 L’inclusione dell’assassinio tra i metodi rivoluzionari di un gruppo dai

8 ZARROW, Anarchism and Chinese Political Culture, p. 117.

9 Ran (Wu Zhihui), “Wuzhengfu yi jiaoyu wei geming shuo”, Xin Shiji no.65, 19 settembre1908, in Wuzhengfu zhuyi

sixiang ziliaoxuan p. 210.

10 Ibidem. 11 Ibidem.

12 Li Shizeng e Chu Minyi, Geming (Rivoluzione), Parigi, Xin shiji congshu, 1907. Citato in DIRLIK, Anarchism in

metodi non-violenti può risultare sorprendente. In realtà, sebbene il militarismo (shangwu) non fosse accettabile in nessuna sua forma, per Wu Zhihui, la violenza, in un contesto di dispotismo politico, sarebbe a volte necessaria, per permettere agli uomini di mettersi nelle condizioni di compiere la loro azione umanitaria. In ogni caso, essa sarebbe giustificabile solo fintanto che avesse una funzione pedagogica ed educativa nello “smuovere il cuore del popolo” e accrescere l’appoggio delle masse alla rivoluzione.13

L’opera di educazione e moralizzazione del popolo cinese avrebbe dovuto essere immediata, ma gli anarchici parigini non si sarebbero aspettati risultati se non dopo un lungo tempo, addirittura migliaia di anni, secondo Wu Zhihui.14 Nel frattempo, però, la società avrebbe comunque proseguito

nel suo percorso evolutivo, e il regime repubblicano rappresentava rispetto al dispotismo un passo in avanti verso il socialismo. Al contrario del gruppo di Tokyo, quindi, quello di Parigi supportava la rivoluzione repubblicana, in quanto il governo repubblicano sarebbe stato una forma di governo storicamente più avanzata rispetto alla monarchia nella volontà di condividere il potere con il popolo, per quanto ancora imperfetta.15