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NASCITA DI UNA CITTÀ IN ETÀ CONTEMPORANEA :

identità urbana

La Città di Venezia è, nell’immaginario collettivo, spesso circoscritta ai confini del centro storico e alle centodiciassette isole del suo arcipelago. Costituita da ben quattrocentodiciassette ponti, che attraversano gli oltre centocinquanta canali lagunari1, che la sminuzzano e

pertanto definiscono la città in lungo e in largo, ne sono certamente noti e magnificati in tutto il mondo i suoi molteplici e sontuosi palazzi, i campanili, gli oltre quaranta splendidi musei frequentati eterogeneamente, le aree pubbliche e gli spazi privati, oltre ad essere conosciuti in profondità gli eventi culturali che ogni anno si dispiegano sulla laguna. Ogni pietra

1 Fiorillo S., Venezia. Il meglio da vivere, da scoprire, Lonely Planet. Pocket, EDT, Torino, 2016.

di Venezia, da John Ruskin2 in poi, è nota, censita e celebrata

ovunque. Ma tutt’intorno a queste pregevolezze sembra che ci sia il nulla, come se i più di 400 kmq che restano della superficie del quindicesimo3 più vasto comune italiano

fossero deserti, disabitati, ininfluenti. Invece essi ospitano da soli la popolazione dell’undicesima città italiana per numero di abitati4.

Eppure, è proprio qui che si stanno configurando, già da qualche anno, i più significativi mutamenti economici e infrastrutturali del Nordest italiano. E proprio Mestre, la parte in terraferma del Comune di Venezia – caso esemplare e paradigmatico delle grandi trasformazioni occorse nel Novecento, dall’urbanizzazione all’industrializzazione, dalle evoluzioni demografiche e sociali ai cambiamenti paesaggistici e territoriali – sta affermandosi come centro di

2 Fra il 26 e il 27 ottobre 1840 John Ruskin entra per la prima volta in Italia dalla Costa Azzurra. Il viaggio era stato programmato dai genitori del giovane in seguito ad un improvviso malore verificatosi ad Oxford nell’imminenza della laurea. Al momento di mettersi in viaggio in una comoda carrozza padronale, al giovane debilitato venne proibito di dedicarsi a studi troppo intensi, ma gli è concesso di eseguire acquerelli e tenere un «diario di bordo». A lungo studiato in ogni dettaglio, il viaggio ricalca l’itinerario canonico del Grand Tour e si svolge nel consueto arco temporale di nove mesi. Ruskin J., Le pietre di Venezia, Oscar Mondadori, Trento, 2014. 3 Elenco dei comuni più estesi d’Italia, in ordine decrescente di superficie, secondo i dati dell’ISTAT riferiti al 9 ottobre 2011, website: http://www.istat.it/it/archivio/82599, data di pubblicazione 19 febbraio 2013.

4 Elenco dei comuni Italiani con più di 50.000 abitanti secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), aggiornati al 28 febbraio

gravità di quell’area metropolitana, la cui struttura a rete innerva le provincie di Venezia, Padova e Treviso, tra le più produttive dell’intero sistema paese. Nuova capitale di un’«Euroregione» che, superando i limiti del Triveneto, si spinge anche oltre i confini nazionali, la parte di terra di Venezia riporta anche i siti storicamente edificati sull’acqua a strutturarsi come crocevia indispensabile nella geografia dei traffici europei.

Venezia è sempre stata, storicamente parlando, un luogo aperto, luogo in qualche misura autorizzato alla visita turistica temporanea unita all’occasionale incetta di beni di valore e di consumo inconsueti, soprattutto dei vicini paesi balcanici. Dopotutto la Jugoslavia di Tito e dei suoi primi successori non era poi così chiusa come si potrebbe credere oggi, e degli scambi con il mondo capitalistico qui se ne aveva un’eco fisica, palpabile soprattutto nei pressi della stazione ferroviaria. Ma con la caduta del Muro di Berlino l’apertura all’Est non solo non è fu più prettamente ferroviaria, ma neppure circoscritta ai singoli arrivi personali: autobus, autotreni e automobili con targhe provenienti sia dall’Europa comunitaria che dalla neonata Europa dell’Est, movimentavano una media di duecentomila veicoli al giorno con conseguente congestione del traffico e relativo aumento di incidenti e di inquinamento atmosferico. I lati negativi sono solo l’altra faccia della medaglia di un fenomeno complesso che colloca comunque Venezia e la sua parte in terraferma al centro dell’Europa in movimento, originando un disagio locale strumentale alla crescita del mondo europeo. Tale disagio si

scioglie improvvisamente nel 2009, grazie ad un semplice raddoppio stradale che permette una nuova agibilità del territorio e una nuova fioritura territoriale. Si presenta così un nuovo volto urbano: circolazione più aperta e fluida, allargamento della città dovuto ad un massiccio flusso di interventi finanziari di commistione pubblico-privata orientati verso un nuovo ospedale a nord, la creazione di un

moderno quartiere direzionale, commerciale e universitario a sud-est e un intervento di rigenerazione urbana di un ettaro nel pieno centro della città. Il porto e

l’aeroporto, entrambi di grossa taglia e pertanto essenziali per l’Italia, portano la città di terraferma subito a contatto con il mondo economico e le conferiscono un terziario avanzato dotato di una funziona amministrativa importante ed efficiente. Venezia dunque non è più considerata solamente un terminale mondiale di attività culturali.

Si apre così il nuovo capitolo di Venezia metropoli: strade- mercato, shopping center, multisale cinematografiche, fabbrichette e show-room, discoteche, stazioni di servizio e parcheggi, case di varia foggia e dimensione. Oggi al centro è il margine, l’interstizio, la frontiera tra un dominio e l’altro: dello spazio, della città, del territorio.

Nei settant’anni di questo dopoguerra Venezia ha dunque subìto una profonda trasformazione delle destinazioni d’uso del suo limitato patrimonio fondiario ed edilizio, che l’ha portata a specializzarsi e, quindi, a perdere le caratteristiche

storico, di parte di una grande città che si estende oggi ben oltre i confini amministrativi che furono fissati nel lontano 19265.

Il concetto tradizionale di città e del rapporto con il suo territorio stava per trasformarsi radicalmente e in modo rivoluzionario. Venezia non poteva più avere, in quest’ottica, un ruolo dominante e di centro assoluto. Mutare consapevolmente il concetto di città e di territorio diventava una condizione per la sopravvivenza, significava gettare le basi per poter riprogettare un ruolo da protagonista.

Una città funzionale sicuramente peculiare, se non altro perché dotata di un centro eccentrico, ubicato sul mare, separato dall’hinterland dalla conformazione lagunare. Una città bipolare e policentrica, per dirla con Leonardo Benevolo e gli autori del nuovo Piano Regolatore Generale

di Venezia6.

5 Nell’agosto del 1926 con l’accorpamento dei quattro comuni di terraferma, Mestre, Chirignago, Favaro Veneto e Zelarino, si conclude un processo di assorbimento territoriale che decreterà i nuovi confini territoriali del Comune di Venezia. Nel suo assetto territoriale definitivo la “più grande Venezia” nasce ufficialmente il 28 giugno 1926 sulla base di un decreto ministeriale presentato da Giuseppe Volpi: in quella circostanza egli agisce allo stesso tempo in veste di membro del Consiglio dei ministri e di industriale coinvolto in prima persona nella creazione della nuova zona portuale e industriale. Tale decreto ministeriale sarà però approvato nell’agosto successivo.

6 Il lavoro ha riguardato la consulenza generale per la materia urbanistica finalizzata alla redazione del nuovo Piano Regolatore Generale, secondo le procedure stabilite dalla legislazione

Venezia è una città che è andata allargandosi e specializzandosi in modo del tutto analogo a quanto avvenuto ad altre città italiane come Milano, Firenze o Bologna. Ma se in quelle città il diminuire della popolazione nei centri storici, di solito sostituita da posti di lavoro in gran parte destinati a pendolari residenti nel comprensorio, è stato sempre percepito come specializzazione del centro in una città funzionale che si allarga al di là del continuum costruito, lo stesso fenomeno, pur con le sue peculiarità, continua ad essere definito a Venezia come “esodo” da una città finita, della quale si continuano a sognare improbabili ripopolamenti.