• Non ci sono risultati.

Nel frattempo, tuttavia, mentre guardavo, mentre osservavo mera-

all’illustrissima principessa Anna d’Este

X. Nel frattempo, tuttavia, mentre guardavo, mentre osservavo mera-

vigliato questi incarichi e doveri dei demoni, il Genio, salendo, mi condu- ceva verso le stelle. E già entravamo nel regno di Mercurio, dove mi rifulse una luce più intensa perché vedevo, attorno a Mercurio, numerosi bagliori divisi in manipoli e schiere che seguivano figure eminenti e comandanti, ed esibivano tutte quelle immagini delle nostre attività che Plauto racconta nel prologo dell’Anfitrione, esordendo così:

“Voi, nei vostri commerci, nelle compere e nelle vendite che fate, volete avere la mia protezione.45

In questo cielo le cose vere seguivano chi è veritiero e quelle verosimi- li la verità; e i religiosi ricercavano la religione, gli àuguri l’augurio, il tripudio e il tripudio solìstimo, così come gli arùspici gli altari e le viscere; i vati, poi, esprimevano vaticini, oracoli e responsi divini scrivendoli sulle foglie o pronunciandoli.

Ormai con il Genio ero asceso tanto che stavo quasi per entrare nel santissimo pianeta di Mercurio, quand’ecco che alle mie orecchie giunse

44 La corrente dello stretto di Euripo di Calcide (in Grecia, tra l'isola di Eubea e la terraferma) era uno degli esempi più famosi nell'antichità della complessità del fenomeno delle maree: essa infatti alternava il suo moto di flusso e riflusso, a seconda dei diversi giorni del ciclo lunare, da quattro a quattordici volte al giorno. L'interazione tra i moti lunari e le maree era nota in Occidente fin dal secondo secolo a. C., quando Seleuco, sulla base dei precedenti studi di Pitea ed Eratostene, nonché della teoria eliocentrica di Aristarco di Samo, elaborò la prima teoria astronomica delle maree, fondata sull'idea dell'equilibrio tra attrazione della Luna e del Sole e forze centrifughe: una teoria che peraltro forniva una prova fisica dell'eliocentrismo. Per un approfondimento cfr. L. Russo, Flussi e riflussi. Indagine sull'origine di una teoria scientifica, Milano, Feltrinelli, 2003. | 45 Traduzione da: Plauto, Anfitrione, a cura di C. Carena, Torino, Einaudi, 1975.

Mercurii ingrederer, cum suavissimus quasi canentium sonus ad aures pervenit ac in sermonem huiusmodi formabatur:

«Ego, ex Iove satus, Maia matre conceptus sum – ut credis – sed errorem depones. Attamen, quicquid sit veritas, vocor Mercurius, nec minus nobilitate sum clarus quam Luna, siquidem numquam laboro 20

tenebris et semper luceo, utpote qui adeo excelsus sim ne umbra terrae me contingere valeat; ac ut ipsa vertitur quinque pedisequis animis et mentibus, quinque etiam caelestibus machinis, ego vero sex impero ac ut mihi placet iubeo ut sex globos quibus defero<r> circa imperium Lunae ac vestrum mundum convertant.

25

Globos vero ille opifex [54v] mundi, cui me beatum creare placuit, ita molitus est ut alter alteri circumpositus illum undique ambiat. Primus autem in eius sinu concavo coelum ultimum Lunae circum amplectitur, indeque alii per ordinem unus super alium coagmentati sunt. Insuper, videre potes, per illum circulum auro depictum per altitudinem coeli 30

circumferor a globulo qui in illius capacitate strictim inseritur, ut ductor ille tuus, cum regnum Lunae peragrabas, illam per altitudinem coeli versus sydera, et a syderibus ad elementa circum volutare te docuit. Sed dum per hunc circulum feror, et meorum daemonum laetitia ovantium et animarum quae ad me circumfluunt choream duco, ille meus globus, 35

quem primum tu ingressus fuisti et regnum Lunae circumplectitur, cum quinta ac penultima mea regione et globo conformis concorsque vertitur, amboque alios tres, inter utrosque inclusos, ea tarditate agunt qua et nonum coelum supra moveri intelliges. [55r] At secundus in ordine repertus ab illis qui ab elementis ad me altius evolant, et quartus, 40

concordes, hunc medium globum in quo resideo, contra illos primos connumeratos, ad eas partes quo motus diurnus inclinat, volvere enituntur ea velocitate qua Apollinem circumagi reperies. At hic medius, in quo depictus est circulus in quo meas sedes posui, contra illos a carcere

un suono soavissimo, come di voci che intonassero un canto, e quel suono si modulava in un discorso di questo genere:

«Stando a ciò che pensi tu, io, generato da Giove, fui concepito in seno a mia madre Maia: ma deporrai l’errore. Ciò nonostante, qualunque sia la verità, sono chiamato Mercurio, e quanto a nobiltà non sono meno illustre della Luna, se è vero che non subisco mai eclissi e brillo sempre, essendo posto ad un grado talmente elevato che l’ombra della Terra non riesce a raggiungermi; e come la Luna gira con cinque anime e menti ancelle assieme a cinque macchine celesti46, io invero ne comando sei e

ordino loro a mio piacimento di far girare attorno al regno della Luna e al vostro mondo le sei sfere dalle quali sono trasportato.

L’artefice dell’universo, che volle crearmi beato, edificò invero le sfere in modo che una circondasse completamente quella attorno a cui fosse posta: ora, la prima cinge tutt’intorno all’interno della propria conca- vità l’ultimo cielo della Luna, e quindi le altre sono sovrapposte in ordine l’una sull’altra. Oltre a ciò – lo puoi vedere – sono fatto ruotare nella profondità del cielo attraverso quel circolo tracciato in oro47 da una sferun-

cola strettamente incastonata all’interno del circolo stesso, allo stesso modo in cui la tua celebre guida, mentre percorrevi il regno della Luna, ti ha insegnato che questa volteggia in cerchio nella profondità del cielo in direzione delle stelle, e dalle stelle in direzione degli elementi. Ma mentre sono trasportato attraverso tale circolo, e conduco la danza dei miei demo- ni esultanti di gioia e delle anime che mi affluiscono intorno, quella mia sfera nella quale per prima sei entrato, e che cinge il regno della Luna, gira in accordo ed armonia con la mia quinta e penultima regione e sfera; e ambedue ne spingono altre tre, racchiuse tra l’una e l’altra, con la stessa lentezza con cui noterai muoversi, sopra, anche il nono cielo48. Ma la sfera

che incontra, nell’ordine, per seconda chi dagli elementi si leva maggior- mente in volo verso di me, e la quarta, in accordo, si sforzano di far ruota- re contro il moto delle sfere enumerate per prime questa sfera mediana, nella quale mi trovo io, nella direzione in cui è rivolto il moto diurno49,

con la stessa velocità con cui scoprirai che Apollo compie la sua rivoluzio- ne50. D’altro canto questa sfera mediana, in cui è tracciato il circolo nel

quale ho posto le mie sedi, gira contro il loro moto dal punto di partenza

46 Ovvero quattro sfere celesti più l'epiciclo. | 47 L'epiciclo. | 48 Il nono cielo completa una rotazione in 49000 anni. | 49 Da est a ovest. | 50 Ventiquattr'ore.

ad metas syderum vertitur ea celeritate qua lampas Solis proprio motu 45

universum mundum peragit. Sed hi quinque globi ambientes mundum ab uno vertice versus alium coeli verticem, ab Antarctico videlicet versus Arcticum, me sub via Solis transverse per zodiacum agerent, ni ultimus, qui limites Veneris contingit, cum vix sub linea Phaebi ingressus sum, illico pedetentim me retraheret ad meridiem; verumtamen nec extra 50

zodiacum transfer<r>e potest nec profecto sic verti placet, quia adhuc Typhoeum expavescam si ad septentrionem accederem: sed [55v] melius accomodatiusque vobis mortalibus ad Austrum proficio.

De figuris et formis vero globorum nihil memoro, cum sine instrumentis maxima difficultate demonstrari queant: sane dictu et 55

cognitu difficillimae sunt, quam ob causam et Genius etiam et Luna suas subticuit, et huius difficultatis gratia coeterarum errantium stellarum figurae regni et regionis te preteribunt. At si uno verbo meas demonstrari desiderares, illas profecto tibi ostenderem quas tu saepius docuisti discipulos.

60

Nitidi vero spiritus qui me circumvolant, hi sunt quorum princeps sum, quibus dominor, qui meas facultates ad mortales deferunt. Sed iam versus sydera ascendite ad Venerem, in qua tu maiore laetitia et pulchritudine frueris.»