Il contesto, gli interrogativi di ricerca, l’impianto metodologico
1. La Network Society e i suoi abitant
La nota espressione di Castells (The Rise of the Network Society, 1996) è particolarmente adatta per riflettere sulla natura delle tante connessioni che al giorno d’oggi ci circondano e ci riguardano in prima persona. Partendo dalle brillanti intuizioni sulle reti complesse e sui sistemi generali di Erdös e Rényi (1959, 1960) e di von Betalanffy (1968), si è arrivati a comprendere che le caratteristiche strutturali di una rete di interazioni molecolari all’in- terno di una cellula risultano essere condivise con quelle di altri sistemi, come Internet, il Web, i microprocessori di un computer, ecc., fino alla stessa realtà sociale1. La «Società in Rete», infatti, non fa eccezione.
Date le domande conoscitive di questa indagine – rispetto a quanto soste- nuto in precedenza (cfr. cap. 1, parr. 1, 4) – si considerano Internet e il Web quali driver di mutamento socio-culturale, tecnologie abilitanti che permet- tono agli abitanti del cyberspazio di sperimentare (e appropriarsi di) nuove pratiche di interazione basate su un rinnovato senso di appartenenza, di “cit- tadinanza”. In tal senso, come è noto, il più generale progresso tecnologico, unito inestricabilmente all’abbattimento delle barriere spazio-temporali, ha consentito la formazione e l’estesa adozione di una serie di usi e costumi, derivanti da quelle diete mediali contemporanee in cui la componente digi- tale si rivela essere l’elemento comune più innovativo. Pertanto, il contesto
1 Alcuni spunti essenziali sui princìpi generalizzabili rispetto alle diverse reti esistenti in
natura saranno presenti nel cap. 5. Per un approfondimento esaustivo, si rimanda al prezioso lavoro di sistematizzazione compiuto da Barabási (2002, trad.it. 2004).
generale d’indagine – al di là delle più strette esigenze e finalità di rileva- zione2 – non può definirsi se non attorno a questa società in Rete, che fa dei
suoi netizen un agglomerato (apparentemente) caotico di «nodi», e dei le- gami sociali (forti, deboli, diretti, indiretti) una pluralità di «link» a partire dai quali dispiegare altrettante conversazioni, relazioni e appartenenze.
Secondo le recenti rilevazioni di Hootsuite-WeAreSocial (2019a)3, oggi
gli internauti sono circa 4,3 miliardi (pari al 56% dell’intera popolazione mondiale). Oltre 3,5 miliardi di utenti posseggono uno o più account perso- nali su qualche Social Network Site (46% di penetrazione) e quasi la totalità di essi (3,4 miliardi, 45% di penetrazione) accede ai/l propri/o profili/o tra- mite dispositivo mobile (cfr. fig.1). Si tratta di un trend in continua crescita, ben visibile anche di anno in anno (cfr. fig. 2), sebbene tale andamento ri- fletta perlopiù la condizione comune dei Paesi occidentali o in fase di “occi- dentalizzazione” (cfr. figg. 3, 4).
Fig. 1 – Principali statistiche sull'uso del digitale nella Network Society Fonte: elaborazione da Hootsuite-WeAreSocial (2019a)
2 Come si è potuto intuire finora – e come si riscontrerà con maggiore puntualità attraverso
le note metodologiche di questo capitolo – questa ricerca si fonda sull’analisi di alcuni contesti specifici della socializzazione online. Inoltre, per la stessa rilevazione dei dati ci si è avvalsi di strumenti utilizzati in Rete. Dunque, in questa circostanza specifica, il cyberspazio diviene al tempo stesso oggetto e strumento di indagine.
3 L’attendibilità del report in questione, quindi la sua scelta oculata, deriva dal fatto che i
dati in esso presenti sono il frutto di una virtuosa collaborazione con varie aziende e istituti di ricerca, fra i quali ONU, U.S. Census Bureau, ITU, GSMA Intelligence, Eurostat, Global Web
Index, CNNIC, TRAI, APJII, Statcounter, Ookla, SimilarWeb, Reuters Institute, Techrasa, Ke-
Fig. 2 - Andamento dell'uso del digitale nella Network Society Fonte: elaborazione da Hootsuite-WeAreSocial (2019a)
L’utilizzo odierno della Rete è caratterizzato da un desiderio prevalente di immediatezza, per cui si registrano sempre meno visite a blog e portali – sebbene navigati da importanti nicchie – mentre dominano i motori di ricerca e soprattutto i social media4 (ComScore, 2017). Il social network più usato
risulta essere Facebook, con quasi 2,4 miliardi di visitatori unici al mese5,
seguito da Youtube (circa 2 miliardi); mentre fra i servizi di instant messa-
ging spiccano Whatsapp (acquisito il 19 febbraio 2014 dal gruppo Facebook
Inc. per oltre 19 miliardi di dollari) e FB Messenger, rispettivamente con circa 1,6 miliardi e 1,3 miliardi di visitatori unici al mese (cfr. fig. 5). Il nu- mero medio di account posseduti va dal picco massimo di 9,1 per le fasce d’età 16-24 anni e 25-34 anni; al minimo di 5,1 per gli individui fra i 55 e i 64 anni (cfr. fig. 6).
4 Il primo servizio di social networking è considerato SixDegrees.com, lanciato nel lontano
1997 (anno in cui fu registrato il dominio Google). Il passaggio dagli avatar virtuali alla pos- sibilità di personalizzare il proprio profilo con foto reali è avvenuto nel 2003, dapprima con
Friendster e poi con MySpace (nello stesso anno aprì i battenti LinkedIn). Il 4 febbraio 2004 fu messo online Facebook, mentre il 15 luglio 2006 fu la volta di Twitter. Google+ fu la risposta del “gigante di Mountain View”, ma, a causa dell’importante ritardo rispetto ai prin- cipali competitor (online dal 28 giugno 2011), il 2 aprile 2019 è stato chiuso al pubblico per restare un servizio offerto esclusivamente ai clienti G Suite.
5 Il calcolo dei visitatori unici (unique users) appartiene alle counting metrics basilari. Gli
utenti vengono conteggiati una sola volta nell’arco di un determinato periodo di tempo (giorno, mese, ecc.), a prescindere dal numero di accessi effettuati. Ciò permette di ottenere dati più adatti in termini di reach.
Fig. 3 - Paesi con i livelli più bassi di penetrazione del mezzo Internet
Fonte: elaborazione da Hootsuite-WeAreSocial (2019a)
Figura 4 - Sviluppo del mezzo Internet per aree geografiche
Fig. 5 - Piattaforme più utilizzate in base al numero di utenti attivi mensili (valori in milioni)
Fig. 6 - Numero medio di profili social posseduti per fasce d'età Fonte: elaborazione da Hootsuite-WeAreSocial (2019a)
La navigazione è garantita dalla proliferazione dei dispositivi mobili, che – data l’incessante evoluzione tecnologica in un settore a rapida obsole- scenza – possono essere acquistati a cifre quantomeno ragionevoli. Difatti, rispetto ai 5,1 miliardi di utenti unici che si connettono da smartphone (66% della popolazione mondiale), le SIM telefoniche da cui si accede a Internet sono oltre 7,8 miliardi, pari 1,53 dispositivi per utente (cfr. fig. 7).
Fig. 7 - Utilizzo di Internet da dispositivi mobili Fonte: elaborazione da Hootsuite-WeAreSocial (2019a)
La connessione da mobile risulta la più utilizzata (50,6% dei casi), seguita dall’accesso tramite PC o laptop (45,5%) e da altri dispositivi meno diffusi.
La rapidità con cui si cercano e si trovano contenuti di interesse nel cy- berspazio ha reso la Rete il luogo preferito per la fruizione di notizie, supe- rando anche l’informazione televisiva (cfr. fig. 8), sebbene un’alta percen- tuale di utenti si preoccupi dell’attendibilità del mezzo in riferimento alla circolazione di fake news (cfr. fig. 9).
Fig. 8 - Dieta mediale e informazione tra canali online e offline Fonte: elaborazione da Hootsuite-WeAreSocial (2019a)
Riguardo all’e-commerce e alla capacità del Web di comunicare con i consumatori, di intercettare la domanda di consumo e di facilitare lo scam- bio, lo stesso report registra una grande efficacia degli spazi online (cfr. fig. 10)6. Infatti, l’84% del campione in esame ha dichiarato di aver utilizzato
Internet nell’ultimo mese per cercare un prodotto/servizio, il 91% ha visitato uno store online, il 57% ha consultato un sito di comparazione di prezzi, il 46% ha acceduto ad un sito di aste (es. eBay) e il 77% ha dichiarato di aver acquistato in Rete (cfr. fig. 12).
Il mercato delle App e il suo trend crescente rappresentano un’ulteriore prova delle potenzialità di business che risiedono nell’e-commerce (cfr. fig. 13). Solo nel secondo trimestre 2019 sono state scaricate oltre 30 miliardi di App (+ 6,7% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente), con una spesa complessiva di 22,6 miliardi di dollari.
6 Sebbene permanga la preoccupazione generale sulla questione della privacy e sull’uti-
Fig. 9 - Percentuale di utenti che si dichiarano preoccupati dell'attendibilità dell'informazione online
Fig. 10 - La brand awareness tra canali online e offline
Fig. 11 - Percentuale di utenti che si dichiarano preoccupati dell'uso dei propri dati per fini commerciali secondari
Fig. 12 - Utenti attivi e propensione all'e-commerce Fonte: elaborazione da Hootsuite-WeAreSocial (2019a)
Fig. 13 - Il business delle mobile Apps Fonte: elaborazione da Hootsuite-WeAreSocial (2019a)
È indubbiamente un trend dalle cifre importanti: secondo alcune rileva- zioni (Nielsen, 2019; Statista, 2019) il valore dell’intero e-commerce mon- diale B2C per il 2018 si è attestato sui 2.875 miliardi di dollari, con un au- mento del 12% rispetto all’anno precedente. Si tratta di una quota pari all’11% del commercio mondiale al dettaglio (offline e online), la cui stima pare sia destinata a salire costantemente negli anni a venire (cfr. fig. 14).
Fig. 14 - Andamento dell'e-commerce mondiale ($T = migliaia di miliardi di dollari) Fonte: Statista.com (2019)
La regione dell’Asia Pacifica (APAC) risulta essere la più importante in termini di volume d’affari (con la sola Cina che ha già da tempo superato gli Stati Uniti, e oggi “pesa” per 740 miliardi di dollari). Per di più, si prevede che nel 2023 la sua quota sarà maggiore rispetto a quella del resto del mondo. Sebbene il mercato dei servizi vanti una certa predisposizione verso l’e- commerce – date le minori difficoltà di gestione legate alla logistica e ai costi di struttura – anche l’acquisto online di beni durevoli e di largo consumo (FMCG7) cresce visibilmente (cfr. figg. 15-18), costringendo milioni di
aziende a ridefinire politiche di comunicazione, di partnership, di costi e di distribuzione, pur di rimanere competitive in quest’epoca di grandi cambia- menti.
Fig. 15 - Incidenza degli spazi d'acquisto online per macro-categorie merceologiche Fonte: Nielsen (2019)
Fig. 16 - E-commerce per area geografica e principali categorie merceologiche Fonte: Nielsen (2019)
Fig. 17 - Propensione all’acquisto online per area geografica e categorie di merce Fonte: Nielsen (2019)
Fig. 18 - Fonti di supporto al processo di decision making precedente gli acquisti online (consumer journey)
Fonte: Nielsen (2019)