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Nexive contro Poste Italiane

Capitolo 2: POSTE ITALIANE: L'INNOVAZIONE COME STRATEGIA

3.3 Nexive contro Poste Italiane

Nel luglio 2015 è stata fatta una denuncia all'antitrust da parte di Nexive S.p.A con la quale la società ha segnalato diverse condotte attuate da Poste Italiane che potrebbero rivelarsi di natura abusiva. In tale denuncia, Nexive lamenta che Poste Italiane – nelle aree geografiche dove Nexive non è presente con la propria rete e dove quindi deve affidare a Poste Italiane il recapito della propria corrispondenza – si rifiuti di offrirle il servizio Posta Time, vale a dire il servizio che in quelle stesse aree Poste Italiane offre ai clienti finali. Per contro, Poste Italiane renderebbe disponibile a Nexive solo il servizio di Posta Massiva, che ha prezzi superiori a Posta Time. Inoltre, Poste Italiane applicherebbe nei confronti di alcuni clienti di Nexive una politica di sconti finalizzata ad ottenere l’affidamento in via pressoché esclusiva del loro fabbisogno.

Nelle aree dove è presente con la propria rete, vale a dire quasi tutte le aree metropolitane, quasi tutti i capoluoghi di provincia e alcune aree extra urbane, Nexive offre il proprio servizio Formula Certa in concorrenza con Poste Italiane, mentre, nelle aree dove non è direttamente presente – sostanzialmente la restante parte delle aree extraurbane –, si avvale, per offrire alla propria clientela un servizio a copertura nazionale, del servizio di Posta Massiva di Poste Italiane, benché questo sia, per alcuni profili, un servizio di qualità inferiore poiché privo di tracciatura. Essendole precluso

l’accesso a Posta Time, Nexive si avvale del servizio di Posta Massiva nelle aree dove non è direttamente presente per garantire al cliente finale un’offerta avente copertura nazionale. Nexive ha, allo scopo, in essere un contratto con Poste Italiane per la fornitura di Posta Massiva.13

Nexive (e, verosimilmente, anche altri operatori), nelle aree dove non è direttamente presente con la propria rete, corrisponde a Poste Italiane - per un fattore produttivo necessario ad assicurare ai propri clienti un servizio a copertura nazionale - un prezzo superiore a quello del prodotto finale che Poste Italiane vende ai propri clienti.

Le condotte di Poste Italiane sopra illustrate riguardano l’offerta ai concorrenti della sola Posta Massiva a prezzi ben più elevati di Posta Time, con conseguente compressione dei margini fino a renderli addirittura negativi. A ciò si aggiunge, da parte di Poste Italiane, l’applicazione di sconti sui prezzi di listino di Posta Time ai clienti finali e di una copertura territoriale “variabile” di quest’ultimo servizio nonché di altre condizioni finalizzate ad ottenere l’affidamento pressoché esclusivo del fabbisogno del cliente.

Risulta il diniego opposto da Poste Italiane ad erogare il servizio Posta Time ai concorrenti, in un contesto in cui questi ultimi devono necessariamente accedere ai servizi di recapito di Poste Italiane nelle aree dove non sono direttamente presenti con la propria rete. Conseguentemente, i concorrenti devono utilizzare la Posta Massiva, incorrendo in un margine negativo.

Le condotte qui in esame potrebbero configurare un abuso escludente ai sensi dell’art. 102 TFUE nei mercati rilevanti sopra descritti. Tali condotte, apprezzabili anche singolarmente (ad esempio, compressione dei margini e sconti fidelizzanti), potrebbero essere valutate nella prospettiva di un’unica strategia escludente, finalizzata a rendere non replicabile la propria offerta dai concorrenti altrettanto efficienti nel mercato. Pertanto, l'Agcm ha ritenuto di avviare un’istruttoria nei confronti di Poste Italiane per accertare se le condotte poste in essere da tale società costituiscano abusi di posizione dominante ai sensi dell’articolo 102 del TFUE.

A seguito di tale istruttoria l'Antitrust ha deciso di infliggere una sanzione di 37 milioni di euro a Poste Italiane.

Secondo quanto ricostruito dagli uffici, Poste Italiane, a partire dal 2007, ha sfruttato il proprio potere di mercato, detenuto nei servizi postali tradizionali e fondato, tra l’altro, sul possesso di una rete integrata, per entrare sia nel mercato del servizio di recapito ‘a data e ora certa’ che in quello del servizio di notifica attraverso messo. La società ha posto in essere varie condotte connesse al trattamento della corrispondenza dei concorrenti e soprattutto applicando prezzi predatori, non praticabili da concorrenti in quanto resi possibili dalla mancata imputazione di costi relativi all’utilizzo della rete già usata per il servizio universale. Tali comportamenti, che rientrano in un’unica strategia, hanno anche avuto l’obiettivo di mantenere integra la propria posizione dominante sui mercati della posta massiva e del servizio di notifica tramite il servizio postale.14

Il comportamento di Poste Italiane, una volta entrata nel mercato liberalizzato dei servizi a valore aggiunto, è stato quello di adottare strategie di prezzi predatori e offerte selettive offrendo il servizio PostaTime proprio a quei clienti-mittenti dei concorrenti oggetto della procedura di restituzione descritta, sfruttando la rete utilizzata per il servizio universale senza imputare il relativo costo.

La stessa strategia consistente nel formulare prezzi predatori - sempre con l’uso della rete integrata e al fine di conservare la posizione dominante nei servizi postali tradizionali - è stata seguita anche in occasione delle gare del Comune di Milano e di Equitalia, bandite nel 2008 e aventi a oggetto la consegna attraverso messo notificatore di multe e atti amministrativi e il servizio di recapito ‘a data e ora certa’ sopra citato: Poste è risultata vincitrice della gara del Comune di Milano e di tre lotti su quattro della gara Equitalia (Agcm 2011).

L’Antitrust ha intimato a Poste Italiane di cessare immediatamente i comportamenti abusivi e di inviare entro tre mesi una relazione che illustri le misure adottate per rimuovere i comportamenti stessi.

Conclusioni

Il caso di Poste Italiane è un caso molto interessante e che ha suscitato non pochi dibattiti. Essendo stata per molti anni caratterizzata da inefficienza ed associata a luogo dove parte della politica assegnava posti di lavoro in cambio di voti in sede elettorale, ha dovuto fare i conti, a seguito della liberalizzazione del settore, con tale passato e quindi ha dovuto sostenere uno sforzo più significativo per modificare l'atteggiamento verso di sé e i propri prodotti. Poste Italiane però risulta interessante dal punto di vista aziendale, perché abbiamo visto che è un’azienda che ha saputo innovare dal punto di vista tecnologico sfruttando la rete di distribuzione in un settore che in tutto il mondo, invece, è in gravi difficoltà. È anche un caso interessante dal punto di vista della politica industriale, perché offre servizi pubblici essenziali che vanno ben oltre la posta in aree del paese in cui non sarebbe conveniente operare in questi ambiti per altri operatori, senza sottostare ad alcuni dei vincoli e dei costi a cui sono invece sottoposti questi operatori. Si pensi, per esempio, ai servizi offerti da BancoPosta. BancoPosta è uno dei segmenti più rilevanti del gruppo, è stato tuttavia molto criticato dal punto di vista della concorrenza poiché, pur offrendo prodotti bancari non è assoggettato alle stesse regole di vigilanza delle banche. Infatti, al fine di aumentare il grado di concorrenza nel settore bancario e di garantire maggior trasparenza nel settore postale tradizionale, l’Antitrust ritiene necessaria la separazione societaria dell’attività di BancoPosta dalle attività postali tradizionali con la conseguente acquisizione di tutti i necessari requisiti di un operatore bancario.

Ma il punto cruciale, emerso dalla liberalizzazione, è l'Universalità del Servizio. In questo settore, infatti, l’individuazione dei servizi da escludere dal perimetro del servizio universale andrebbe effettuata dall’Autorità di regolazione preposta ed essere oggetto di una periodica revisione in funzione dell’evoluzione delle dinamiche competitive del mercato. Andrebbe altresì previsto un affidamento del servizio universale di più breve durata attraverso lo svolgimento di procedure trasparenti e non discriminatorie.

Sono molti i casi in cui Poste Italiane è stata accusata di non rispettare la concorrenza, in particolare di sfruttare la propria posizione dominante.

Lampante è il caso di H3G per cui la compagnia telefonica denunciava il fatto che Poste Italiane gli negasse la possibilità di vendere le proprie Sim agli sportelli postali abusando della propria posizione di leader e violando così la disciplina della concorrenza.

Allo stesso modo, Nexive ha denunciato all'Autorità garante il fatto che Poste Italiane avesse adottato strategie di prezzi predatori e offerte selettive abusando così della propria posizione dominante.

Anche l'arrivo in borsa è stato non poco criticato, infatti Poste Italiane è un azienda conglomerata assai complessa, con una sovrapposizione inestricabile di servizi postali, finanziari, e di altro tipo e ci si chiede se questo aspetto non permetta una corretta valorizzazione degli asset dell'azienda che invece avverrebbe nel caso della separazione delle varie linee di business per poi essere vendute in modo che chi sia interessato alla banca compri la banca e non altro, e così via.

Ovviamente, smontando questo conglomerato, il monopolio verrebbe depotenziato. Senza la presenza capillare degli uffici postali, Poste Italiane non sarebbe una banca diversa dalle altre. E anche le normali imprese telefoniche “virtuali” non riescono certo ad attirare gli investitori quanto PosteMobile, che ad esempio conta sul potere di mercato negli altri servizi per sostenere i suoi servizi finanziari tramite rete telefonica. Un altro punto critico dal punto di vista concorrenziale riguarda il fatto che ad oggi solo Poste Italiane può inviare gli atti giudiziari. Il decreto per la liberalizzazione del mercato di tali atti è stata rinviata a metà 2017.

Molte altre modifiche legislative sono state ampiamente criticate poiché ritenute lesive della concorrenza. Una di queste è finalizzata a rimandare al 2019 le verifiche sulla qualità del servizio universale, proprio in corrispondenza della scadenza del contratto di programma. Un'altra invece, serve a liberare Poste da eventuali obblighi di terzietà nell’accesso alla rete, nel momento in cui la rete serve a vendere prodotti che non afferiscono al servizio universale (non solo prodotti banco-assicurativi ma anche libri o elettrodomestici). Infine, il costo del servizio universale sarà verosimilmente calcolato

sui costi di Poste italiane senza che si provi neppure a fare una gara per capire chi potrebbe effettuare quel servizio e a quali costi.

La liberalizzazione del settore è stata completata e la privatizzazione parziale ha avuto comunque luogo.

Alla luce dell'analisi svolta in questa tesi possiamo affermare che il settore postale, è sottoposto a grandi pressioni che minacciano la sostenibilità del servizio universale nel lungo periodo, per cui un'efficace sistema di regolamentazione diventa imprescindibile per conciliare le opposte esigenze di tutela della concorrenza e di garanzia di una fornitura sostenibile del servizio postale universale. Spetta quindi al legislatore e alle autorità nazionali, in ragione delle specificità locali e naturalmente entro le coordinate fissate a livello europeo, individuare il giusto e necessario trade-off tra tutela della concorrenza e sostenibilità del servizio postale.

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