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Uno scorcio fuori dalle regole

4.2 Non-binary

Cosa è consonamente femminile? Cosa è consonamente maschile? Cosa rende un uomo tale? E cosa una donna una “donna”? Sono quesiti da me posti più volte nel corso delle interviste e, nonostante la mia personale volontà di tenere a debita distanza le generalizzazioni, per il rischio di agglomerare differenti pensieri ed esperienze in un’unica, tutti i miei interlocutori mi hanno esposto come per loro non significhi nulla essere una donna o essere un uomo; come questi non siano altro che costrutti sociali creati con l’unico scopo di differenziare e categorizzare. Atteggiamento necessario quello della categorizzazione per l’essere umano, che necessita di conoscere l’altro così da scacciare il rischio di pericolo dell’ignoto e dello sconosciuto.

«G: Il genere è una cosa culturale per dividere persone perché tutti sintetizziamo perché conviene a tutti. Però la divisione in genere fa male a tutti, tutte tuttu, anche ai cis, ma soprattutto a chi non ha un genere conforme al sistema maschio femmina. S: Qualcosa di negativo?

G: Si esatto, perché il genere è comunque sempre una forma di potere e sotto questa divisione c’è sempre un gioco di potere. La femminilità viene vista come succube, la mascolinità come rinforzo al potere. Che poi quest’ultimo ha mille sfaccettature: sociali, politiche e culturali»45

All’interno delle dinamiche imposte dal modello eteronormato non necessariamente tutti gli individui riescono a trovare giusta rappresentazione di sé. La categoria non-binary può ricadere sotto il più ampio ombrello delle identità Trans anche se non tutte le persone con genere non conforme si identificano come transgender46.

Allora cosa s’intende per non-binarismo di genere? Cosa significa essere una persona non-binaria?

45 Giuseppe 12/12/2019, Bologna

Ritengo che il modo migliore per rispondere a queste domande sia lasciare la parola a chi effettivamente si trova in questa posizione e che, attraverso la propria esperienza, possa far comprendere la complessità di tale realtà all’altro.

Una prima e più immediata definizione del termine può essere costruita sulla sua ovvia contrapposizione alla sua controparte, ovvero il binarismo di genere:

«Identificarsi come non-binary significa differire dal binario di genere […]. Il termine non binary è un termine ombrello, che va proprio a prendere un sacco, ce puoi essere non-binary, agender, bigender, demigirl, demiboy, quindi anche li è uno stratificarsi di concetti, di identificazioni varie.»47

Nell’occidentale moneta della categorizzazione del genere su un lato son stati posizionati modelli strutturati lungo il passare del tempo, caricati sempre più di significati, e concetti di uomo e di donna, mentre sull’altra tutte le identità che non seguono questi dettami prestabiliti. Queste ultime rifiutate e a lungo accusate (sovente ancora oggi) di essere la materializzazione di perversioni e malattie mentali. All’interno di questo insieme vi è però una moltitudine di soggettività la cui esistenza sarebbe bene riconoscere e tenere a mente nell’approcciarsi all’altro.

In generale il termine “non-binario” viene utilizzato all’interno del contesto LGBTQ+, che sia attivistico, accademico o di volontariato, q da parte di come aggettivo per riferirsi all’identità di una persona e non ai suoi caratteri fisio-biologici, sebbene esso però non escluda persone intersex o con diversità riguardanti lo sviluppo sessuale a livello fisico.

«Ce per me essere... la mia esistenza come non-binary ricade molto sull’esistenza fisica […] Chiamiamola fisica estetica ma è proprio un qualcosa che ti rende quello che sei. Che non cambia! Non è una transizione, non arrivi da uno stato e arrivi ad un altro, sei sempre te.»48

Il non-binarismo non si caratterizza esclusivamente come una questione riguardante il genere ma può infatti avere delle specifiche connotazioni riguardanti il corpo della persona all’interno del quale questa può non sentirsi completamente a proprio agio. Non si tratta quindi solo di specifici modelli comportamentali socialmente imposti e non rappresentativi per la molteplicità di persone e identità che sono le soggettività non-binarie ma anche di una questione riguardante il proprio sé personale, una realizzazione fisica di un sentire intimo e personale.

«Ce non-binary, anche lì, dipende molto da come lo interpreti, nel senso. C’è chi pensa che non-binary significhi necessariamente non intraprendere un percorso medicalizzato. Per come la vedo io le persone non binarie, sono tutte quelle persone che non riconoscono la società fondata sul binarismo sociale, quindi non riconoscono nella società solo uomo o donna ma anche lo spettro di genere ivi compreso. Quindi io ad esempio ad un occhio poco attento per l’espressione di genere collocabile estremamente molto nel mascolino e con gli interventi che ho fatto potrei esser percepito come una persona binaria. In realtà io non vivo nel mondo interpretandolo come basato su un binarismo sociale, quindi, in questo senso, mi sento di definirmi come non binario. Poi che per il mio benessere abbia intrapreso un percorso di transizione, abbia preso degli ormoni e abbia fatto degli interventi, è tutto molto soggettivo […] Nel senso, non-binary è un approccio proprio»49

Può un ragazzo trans definirsi non-binario? Non sta a nessuno deciderlo se non al diretto interessato. Stando alle parole dei miei interlocutori, sulla scia di concetti propri delle correnti femministe e queer, nella sfera dell’autodeterminazione, con lunga analisi e riflessione, un singolo individuo può decidere di definirsi come persona non-binary. Non essendovi nessun limite prestabilito a ciò che il termine in questione va ad identificare esso si apre ad una moltitudine di significati e interpretazioni.

«[…] potenzialmente le persone cisgender possono essere non-binary…»50

Anche una persona cis ed etero, quindi senza distanziamento alcuno dai modelli di genere e sessuale prestabiliti ed insegnati a livello sociale, è libera di dichiararsi non-binaria nel momento in cui si rispecchia nel termine secondo un significato personale che essa gli ha conferito.

Uno specifico esempio di non-binarismo è quello di Laura che a livello identitario concepisce il proprio sé attraverso la categoria dell’agender:

«Io nello specifico mi definisco agender, e rientra diciamo sotto lo spettro del non binario, dal momento che non mi identifico né maschio né femmina.»51

Il non-binarismo può quindi scaturire da due differenti posizioni che sono quella identitaria da una parte e quella ideologica dall’altra, senza che però l’una prevarichi o primeggi sull’altra.

49 Christian, 19/12/19, Bologna. 50 Christian, 19/12/19, Bologna. 51 Laura 18/12/19, Bologna