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TESTIMONI CON TRATTI DELL’OVEST

Per il Bestiaire d’amour trasmesso assieme alla Rose del manoscritto Milano, Biblioteca Ambrosiana, I 78 sup. – copiato da un’unica mano –, Gian Battista Speroni parla di «ambito linguistico […] inequivocabilmente occidentale, e, più precisamente, normanno» 163 . La commistione, in entrambi i testi, di tratti occidentali e più specificamente normanni – alcuni dei quali estranei all’orleanese come l’impiego di forme nasalizzate del pronome quali «jen» per «je» e «cen» per «ce» – con tratti prevalentemente franciani – passaggio del dittongo ei < [ē], [ĭ] ad oi e del dittongo ou < [ō], [ŭ] ad eu – suggerisce la sovrapposizione, nel codice, di almeno due strati linguistici distinti. Secondo Speroni l’ipotesi di un copista occidentale al lavoro su di un antigrafo franciano appare più logica di quella di un’«influenza spinta del franciano» su di un antigrafo occidentale, «contraddetta dal mantenimento massiccio di esiti locali»164. Il fatto stesso che, come si è visto, anche gli elementi della decorazione del manoscritto – iniziali e miniature – guidano al di fuori di Parigi, supporta l’ipotesi di Speroni.

Elenco di seguito i principali tratti linguistici comuni al Bestiaire e alla Rose del manoscritto ambrosiano:

vocalismo tonico

• ē, ĭ toniche in sillaba libera ˃ ei / e

Il mantenimento del dittongo ẹi – che non passa ad oi – e la sua differenziazione in ęi, con conseguente riduzione ad [ę] è caratteristica dei dialetti dell’Ovest (Anjou, Maine, Touraine, Perche, Bretagne, Normandie centro-meridionale e Poitou) dell’Anglo-Normanno e

163 S

PERONI 1980: 344.

164 S

46

dell’Orleanese165. Nella Rose abbiamo grafie come: «chandeles» in rima con «estoiles» (vv.997- 98); «avet» (vv.879, 1854) per «avoit», nel corpo del verso. In entrambi i testi l’esito ei/e si alterna a quello – franciano – oi, prevalente.

• ĕ tonica + palatale ˃ ie

Nella Rose il dittongo ie si trova, spesso, in corrispondenza di [i] secondaria + [r] intervocalica, come tipico dei dialetti dell’ovest, in particolare del normanno, e dell’orleanese166. Leggiamo ad esempio: «matiere (<*matire<*matieire<matĕriam)» (v.39), all’interno del verso, «mistiere (<*mistire<*mistieire <mystĕrium)» in rima con «matire» (v.1602) e, nel corpo del verso, «enpiere» (3965) per «empire». Nel Bestiaire l’esito ie è esteso anche ad altri casi come «piez (<peius)» o «iest (<exit)».

morfologia

• forme nasalizzate dei pronomi

Il pronome personale nasalizzato «jen» per «je», tratto tipico del normanno, è ben rappresentato nel Bestiaire, così come la forma occidentale del pronome dimostrativo neutro «cen» per «ce»167. Nella Rose queste forme sono più rare, ma comunque attestate – sempre nel corpo del verso –, come ad esempio ai vv. 1622 («jen»), 2132 («cen»).

TESTIMONI CON TRATTI DELL’EST

Nella sua descrizione del codice Paris, BnF, fr. 1576 Langlois ipotizza che la trascrizione del testo sia opera di un copista dell’est dato che nella scripta si rintracciano «nombreuses particularités dialectales qu’on attribue généralement à la Lorraine, bien qu’elles puissent être de la Bourgogne ou de la Franche-Comté»168. In effetti fra i tratti linguistici che ho riscontrato nel codice169 almeno tre sono riconducibili ai dialetti orientali:

vocalismo tonico

• a tonica + l/ bl ˃ aul /aubl

165 F

OUCHÉ 1966-692: II, 270-271; POPE 19735: 104 §226, 106 §230, 498 §iv, 502 §vi.

166

POPE 19735: 188-189 §500, 498 §viii, 502 §xi; ROQUES ***: 269.

167 B

URIDANT 2000 : 124 §93, 418 §334.

168 L

ANGLOIS 1910: 35-36.

169 Tralascio, considerandoli meno significativi ai fini della localizzazione del codice, i seguenti tratti già segnalati da

Langlois (LANGLOIS 1910: 35-36): la grafia «mont» per «mout»; la frequente caduta di [h] iniziale; l’assimilazione del gruppo rl ad ll, non esclusiva del piccardo, ma attestata anche a Parigi (GOSSEN 1970: 113); la grafia ig per ign; la sporadica caduta di [t] finale in «dont», «quant», «mont»; la caduta della prima [r] in «arbre»; «lors» e «leurs» per «lor», «lors»; «por» per «par».

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La velarizzazione di [a] davanti ad [l] a al gruppo [bl] è tipica dei dialetti orientali170 e si rintraccia, nella Rose, in forme come «cristaul» (1547) per «cristal», attestate nel corpo del verso.

• a tonica + s ˃ e

La palatalizzazione di [a] tonica , anche in sillaba chiusa, ad [ę] davanti ad [s] è tratto tipico dell’area lorenese171. Nella Rose leggiamo «besse» per «basse», «lesse» per «lasse», «messe» per «masse» ecc.

morfologia

• articoli

Nei dialetti dell’est, ma anche in quelli dell’ovest172, si mantiene più a lungo la forma arcaica del cas régime dell’articolo maschile (lo, lou) rispetto alla forma le. Nella Rose leggiamo, ad esempio, «lou monde» (1529) per «le monde».

Tratti comuni ai dialetti dell’est, in particolare il lorenese, e al piccardo sono:

vocalismo

• ar tonico e atono + consonante ˃ er

Il fenomeno è attestato in piccardo, ma solo raramente in sillaba accentata173. In Lorena e nel sud-est il fenomeno è più diffuso e non ha luogo solo in corrispondenza di [r]174. Nella Rose, dove il passaggio da ar ad er è frequente anche in sillaba tonica, sono attestate forme come «Mercel» per «Marcel», «ergent» per «argent», «couerdie» per «couardie», «terderez» per «tarderez» ecc. Esempio di palatalizzazione di [a] tonica + affricata dentale è, nel corpo del verso, «soulez» (606) per «solaz».

consonantismo

• a + l + consonante ˃ a + consonante

La caduta di [l] nel gruppo [a] + [l] + consonante è attestata, oltre che nel lorenese, nel vallone, nel normanno e, più sporadicamente, nel piccardo, dove prevalgono però le forme con [l] vocalizzata ad [u]175. Nella Rose del fr.1576 la caduta di [l] è quasi costante: «chacier (<calceare)» 170 P OPE 19735: 189 §502, 494 §xvi. 171 P OPE 19735: 494 §xv. 172 POPE 19735: 496 §xxv; BURIDANT 2000 : 106 §72. 173 G OSSEN 1970: 50-51. 174 P OPE 19735: 494 §xv. 175 G OSSEN 1970: 115.

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per «chaucier»; «savage» per «sauvage»; «maves» per «mauves»; «satier» per «sautier»; «loiaté» per «loiauté» ecc.

morfologia

• -ai ˃ -a, desinenza della prima persona singolare del perfetto dei verbi con vocale tematica in [a] Attestata in piccardo e in lorenese oltre che in anglo-normanno, champenois e borgognone176. Nella Rose si trovano forme come «cuida» (635) per «cuidai», nel corpo del verso.

Le forme orientali convivono, nel manoscritto, con diverse forme tipiche del piccardo:

vocalismo

• ai tonica e protonica ˃ a

La monottongazione di ai in sillaba tonica e protonica ad [a] è tipica del vallone e delle regioni nord orientali (Fiandre, Artois e Hainaut) della piccardia177. Nella Rose leggiamo: «mas (<magis)» per «mais»; «brat (<bragit)» per «brait»; «lassast» per «laissast»; «plaroit» per «plairoit»; «fasoient» per «faisoient» ecc.

morfologia

• desinenza della prima persona singolare del futuro in [a]

Caratteristica del piccardo178. Nella Rose si legge, ad esempio, «je fera» per «je ferai».

Tratti orientali sono presenti anche nel primo fascicolo del manoscritto Torino, BN, L III 22 (cc.5r-12v), copiato, ricordo, da una mano distinta da quella del resto del codice e provvisto di iniziali filigranate molto vicine a quelle del fr.1576. Così la lezione «saule (<*salo)» (198) per «sale», nel corpo del verso, testimonia la velarizzazione di [a] tonica davanti ad [l] già osservata per il fr.1576 e tipica dei dialetti orientali179; la mancata vocalizzazione di [l] + consonante, particolarmente attestata nel lorenese180, sembra documentata da grafie come «maltalent» (322) per «mautalent» e «veritelment» (323) per «veriteument»; la lezione «matere» (39) per «matire» suggerisce la mancata dittongazione di [ę] < [ĕ] tonica + palatale tipica delle aree orientali e nord- orientali181. Tratto non prettamente orientale è, invece, il dileguo di [s] in posizione implosiva – 176 B URIDANT 2000 : 254 §207. 177 G OSSEN 1970: 52-53. 178 BURIDANT 2000 : 270 §217. 179 P OPE 19735: 189 §502, 494 §xvi. 180 P OPE 19735: 495 §xx. 181 P OPE 19735: 491 §i, 494 §x.

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presente in anglo-normanno182 e nei dialetti del sud-ovest183 – qui documentato limitatamente alla terza persona singolare del congiuntivo imperfetto: «venit» (259) per «venist»; «feit» (296) per «feist»: «vosit» (308) per «vosist»; «veit» (325) per «veist» ecc.

TESTIMONI CON TRATTI PICCARDI

vocalismo tonico

• e + nasale + consonante ˃ en184

La distinzione fonetica tra gli esiti di [e] + nasale + consonante e di [a] + nasale + consonante è tratto distintivo del piccardo e del vallone. Ne ritroviamo traccia nel manoscritto Dijon 526 nella rima – che manca nel fr.1569 per l’assenza dei vv.2349-2352 – «pres sent» : «present» (2351-2352) – ricca, se si considera la frequente confusione, in piccardo, tra fricativa alveolare sorda e sonora185 – che sostituisce «pres sent» : «apressant», inaccettabile nel sistema piccardo. In altri casi il copista si limita a ritoccare graficamente le rime sostituendo -an ad -en etimologico – altro fenomeno ben attestato in area piccarda – cosicchè leggiamo, ad esempio, «agaitant» : «attant» (1421-1422) per «agaitant» : «atent». Così nel fr.1569 leggiamo «dolant» : «talant» (333-334) per «dolent» : «talent».

• Dĕus ˃ Diu

Nel manoscritto fr.1569 la forma piccarda «diu(s)» per «dieu(s)» è prevalente (440, 866, 907 ecc.).

• mĕlius ˃ mius

La forma piccarda «mius (<mielz<mĕlius)» è prevalente nel fr.1569 (66, ).

• -īlis > -ius186

La vocalizzazione di [l] complicata ad [u] nel gruppo –il+s si rintraccia nel manoscritto Dijon 526, dove compare anche in rima, «gentius (-īlis) : ententius (-īvus)» (1949-50), in

182 B URIDANT 2000 : 263. 183 POPE 19735: 152 §378. 184 G OSSEN 1970: 65. 185 G OSSEN 1970: 107. 186 G OSSEN 1970: 70-71.

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concomitanza con un altro tratto piccardo, il mantenimento di [u] dopo la caduta della labiale intervocalica nel gruppo –ivu187.

• ŏcu > -ieu > -iu188

Nel Dijon 526 e nel fr.1569 si rintracciano con frequenza le grafie piccarde «liu/lius» per «leu/leus» (Dijon 526: 1550; fr.1569: 317, 613. 616 ecc.).

• ŏ + l + consonante > au189

L’apertura, tipica del piccardo, del dittongo ou esito della semi-vocalizzazione di [l] in au si ritrova nel fr.1569 nell’imperfetto congiuntivo «vausist» (472) per «vosist». Lo stesso fenomeno è documentato per [ŏ] in posizione protonica: «taudra» (440) per «toudra».

vocalismo atono

• ei protonico + s > i190

Questa riduzione, tipica dell’area piccarda e attestata, sporadicamente, anche in vallone e in lorenese, si rintraccia nel manoscritto Dijon 526 e nel manoscritto fr.1569 in cui leggiamo «pasmison (<*pasmationem)» (1703) per «pasmoison».

• -er > -re191

Esempi di metatesi del gruppo –er sono: nel manoscritto Dijon 526, «fremal» per «fermal» (1169-79)

• e iniziale > i (solo in alcune parole)192

Nel fr.1569 rintraccio le forme «hiritez» (187) per «eritez» e «infer» (960) per «enfer».

• ō protonica + yod > ui193

Il trattamento piccardo e anglo-normanno di [o] protonica davanti a yod è attestato da forme come «uiseuse (<otiosam)» per «oiseuse» (582) nel Dijon 526.

187 Ivi. 188 G OSSEN 1970: 77. 189 G OSSEN 1970: 73-76. 190 GOSSEN 1970: 88. 191 G OSSEN 1970: 114. 192 G OSSEN 1970: 90. 193 G OSSEN 1970: 82.

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consonantismo

• c + a iniziale, consonante + c + a interna > k194

Il manoscritto Dijon 526 ha in rima «acroquier (<krokkja)» : «chier (<carum)» (193-194) per «acrochier» : «chier» e ancora «treske» : «fresque» (745-746) per «tresche» : «fresche». A queste rime se ne alternano altre, come «treche» : «noblece» (761-762) che confermano come in Piccardo i due esiti di c+a – velare e palatale – potessero alternarsi195. Nel fr.1569 segnalo, ad esempio, all’interno del verso «cose (<causam)» (165) per «chose» e «kiens» (209) per «chiens». • c + i / e, consonante + t + yod > -ʃ (fricativa palatoalveolare sorda)196

Nel Dijon 526 e nel fr.1569 leggiamo «tenchonneresse» (142) per «tençonerresse», «fachon (<factionem)» : «garchon (<*wrakjo)» (873-874) per «façon» : «garçon». Nel Dijon 526 si noti anche la rima «coureche (corocier < corrŭptiat)» : «maneche < (minaciam)» (3733-3734) che sostituisce la rima «roille» : «roille», attestata nella forma «rouelle» : «rouelle» nel fr.1569 (c.26r).

• g + a iniziale e interna dopo consonante ˃ [g]197

Il mantenimento della velare di origine latina o germanica, comune al piccardo e al normanno, è documentato, relativamente al fr.1569 in forme come «gardin» (500) per «jardin».

• -rl > -ll198

Esempi di assimilazione del gruppo –rl a –ll sono: nel manoscritto Dijon 526, «oullee (<orlatam)» (1062) per «orlee».

• -atum > -et199

La conservazione di t finale dopo vocale accentata è fenomeno comune al piccardo, al lorenese, al vallone e alla scripta delle Ardenne. Nel Dijon 526 leggiamo, ad esempio, «fronciet» (147) per «froncié».

• assenza di b consonante intercalare nel gruppo -ml200

194 G OSSEN 1970: 95. 195 G OSSEN 1970: 97. 196 G OSSEN 1970: 91. 197 GOSSEN 1970: 100-102. 198 G OSSEN 1970: 113. 199 G OSSEN 1970: 104. 200 G OSSEN 1970: 116.

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Attestata in piccardo, vallone, lorenese, borgognone e dialetto della Franca Contea. Nel manoscritto Dijon 526 leggiamo, ad esempio, «biau sanlant» (949) per «biaus semblanz» e «ressanlables» (971) per «resemblables».

• w iniziale in parole di origine germanica > w201

In piccardo, vallone e lorenese la bilabiale iniziale di origine germanica si mantiene come vediamo nel manoscritto Dijon 526 che scrive «wigne<wjnkan» (2170) per «guigne».

morfologia

• articoli202

Sia nel manoscritto Dijon 526 che nel manoscritto fr.1569 si rintracciano numerosi casi di impiego di «le» per «la» nel cas régime femminile (fr.1569: 430, 728, 804 ecc.), come tipico della

scripta piccarda e di quella vallona.

• pronomi personali

Per il cas régime del pronome femminile atono sia il manoscritto Dijon 526 che il manoscritto fr.1569 impiegano spesso la forma piccarda «le» per «la» (fr.1569: 250-251, 1031-1032 ecc.)203.

• aggettivi possessivi204

Forma piccarda del cas régime maschile è «sen» per «son» (fr.1569: 566). Per le forme piccarde del cas régime femminile segnalo «sa» per «se» (fr.1569: 227).

• pronomi e aggettivi dimostrativi205

Le forme piccarde dei pronomi e degli aggettivi dimostrativi si caratterizzano per il trattamento fonetico di [k] iniziale prepalatale, che passa ad affricata palatale sorda, [tš] – grafia ch –, anziché, regolarmente, ad affricata dentale sorda e poi a fricativa alveolare sorda. Così nel fr.1569 troviamo, ad esempio, l’aggettivo «chis» per «cil» (669) al cas sujet maschile singolare.

• cadēre > keïr206 201 G OSSEN 1970: 108. 202 G OSSEN 1970: 121-122. 203 BURIDANT 2000: 418. 204 G OSSEN 1970: 125-128. 205 G OSSEN 1970: 123-124, 128-129. 206 G OSSEN 1970: 67.

53

Si tratta di una forma dell’infinito tipica del piccardo e del vallone, attestata nel manoscritto Dijon 526 nella rima «morir» : «keir» (1535-1536) che sostituisce «morir» : «tarir». Nel fr.1569 (c.12r) la lezione originale del v.1536 è stata erasa, limitatamente alla prima sillaba, e sostituita con la lezione «erir» che pure non dà senso.

• aggiunta di –e svarabhaktica al futuro e condizionale dei temi della III e IV coniugazione con terminazione in dentale o labiale207

Fenomeno attestato in piccardo, anglo-normanno, vallone e lorenese. Nel manoscritto Dijon 526 si legge il condizionale «buveroit» (1480) – in cui va notato anche il passaggio di e davanti a labiodentale ad u, altro tratto piccardo208 – per «bevroit». Nel fr.1569 si legge «meterai» (982) per «metrai».

• imperfetto congiuntivo in –uisse209

Tipico del piccardo e del vallone. Nel manoscritto Dijon 526 leggiamo, ad esempio, «euist» : «seuist» (305-306) per «eust» : «seust»

• imperfetto congiuntivo dei verbi della I coniugazione in –aisse210

Tipico del piccardo, del vallone e del lorenese. Alcuni esempi, nei manoscritti Dijon 526 e fr.1569, sono «alaisse» : «desiraisse» (711-712) per «alasse» : «desirasse», e «carolaisse» : «i’osaisse» (793-794) per «querolasse» : «j’osasse». Nel fr.1569 leggiamo, ancora, «entraisse» (491) per «entrasse» e «harlaissent» (563) per «halassent» nel corpo del verso.

• *puteavisset ˃ puchast

L’imperfetto congiuntivo «puchast» (1126) per «puisast» dal verbo «puisier», ‘attingere da un pozzo’, a sua volta derivato da «puteum», con passaggio di [t] + palatale a occlusiva prepalatale sorda – rappresentata dalla grafia ch –, è forma piccarda e normanda. La ritroviamo nel fr.1569 oltre che in altri testimoni piccardi della Rose come il manoscritto Città del Vaticano, BAV, Ottob. 1212.

207 GOSSEN 1970: 131. 208 G OSSEN 1970: 87. 209 G OSSEN 1970: 130. 210 G OSSEN 1970: 129.

55 CAPITOLO II