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La nozione di causa sembra essere tra le prime informazioni a essere trasmesse dagli apprendenti attraverso l’uso di frasi complesse. Infatti, sin dalle prime interlingue sono presenti subordinate causali espresse nella forma esplicita ed introdotte da “perché”, collocato a destra della principale:

(1) Non so che cosa devo dire, perché non so come si dice in Italia.

( non so cosa dire, perché non so come si dice in Italia)

Negli stadi iniziali sono presenti soltanto subordinate introdotte da perché:

(2) Le differenze? La gente. La gente in Iran (..) perché prima (…) prima volta che

volevo andare in Italia, volevo conoscere una nuova cultura perché mi hanno detto che gli italiani sono simpatici, ma la gente in Iran un pochino seri. [Pardis]

51 (Le differenze? La gente. La gente in Iran; La prima volta che volevo venire in Italia era perché volevo conoscere una nuova cultura, perché mi hanno detto che gli italiani sono simpatici, ma le

persone in Iran sono un po' più seri)

Solo Parya e Nargusa hanno prodotto causali introdotte da siccome:

(3) Prima pensavo che la vacanza più bella che abbiamo fatto era la vacanza che

abbiamo fatto in Grecia, ma siccome faceva caldissimo e io non è che mi sono goduta tanto. [Parya]

(Prima pensavo che la vacanza più bella che abbiamo fatto, era la vacanza in Grecia, ma siccome faceva caldissimo, non me la sono goduta tanto.)

(4) Prima di tutto siccome noi siamo musulmani ti devi comportare.. no vestire in

modo che sono mostrati i capelli e poi i vestiti larghi e lunghi per le donne.

[Nargusa]

(Prima di tutto, siccome noi siamo musulmani ti devi comportare bene, cioè i capelli non possono essere mostrati e le donne devono mettersi vestiti larghi e lunghi.)

Nell’interlingua di Hamid, si potrebbe intendere la locuzione per questo che in sostituzione della congiunzione causale poiché:

(5) Vogliono fare come paesi occidentali e per questo che i giardini sono

importanti (…) tutte le feste si fa in giardini.

( Vogliono comportarsi come [le persone] nei paesi occidentali e poiché i giardini sono importanti, tutte le feste vengono organizzate nei giardini.)

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È necessario considerare però, che in ogni stadio dell’interlingua sono presenti frasi giustapposte, che possono essere interpretate come causali in cui è stata omessa la congiunzione introduttiva:

(6) Ragazzo che va dal mare, sona (.) poi il suo amico non può sonare, lui lo va

aiutare, poi arrivano nel spiaggia. [Neda]

(C’è un ragazzo che va al mare, nuota e poiché il suo amico non può nuotare, lo va ad aiutare e tornano in spiaggia.)

(7) Ma Pisa è piccola città, non mi piace. [Pardis]

(Poiché Pisa è una città piccola, non mi piace.)

(8) La cultura è completamente diverso da noi si mettono il velo e (..) poi non loso,

è diversa. [Bahare]

(La cultura è completamente diversa, perché da noi bisogna mettere il velo, poi non lo so, è diverso.)

Bisogna notare in Bahare la cultura accordata con diverso.

(9) C’è un tempo rilassato che lui preferisce di andare al mare. [Bahare]

(poiché il tempo è bello, lui preferisce andare al mare.)

(10) Leone sta dormendo, lui cerca di fuggire da un’altra porta dietro ma

quando apre la porta vede un tigre e chiude la porta (…) giustamente. [Hamid] (Siccome il leone sta dormendo, cerca di fuggire da un’altra porta, ma quando la apre vede una

tigre giustamente la chiude.)

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(11) Vuole allenarsi un po' sulla spiaggia nel mare, qui è in mare sta nuotando. [Atihe]

(Vuole allenarsi un po' sulla spiaggia al mare. Qui è in mare perché sta nuotando.)

In tutto il Corpus invece non appaiono mai le subordinate causali implicite. Il Gerundio compare nella forma di aspetto implicito sta nuotando (11), ma non con valore di avverbiali impliciti. Nel caso ci si potrebbe soffermare su frasi implicite (o pseudo – implicite), cioè quelle frasi costituite con il participio passato del verbo, una sorta di ablativo assoluto in funzione di gerundio:

(12) E poi reso conto da dove entrato, si chiude improvvisamente la porta e non può uscire. [Hamid]

(Poi, resosi conto da dove è entrato, si chiude improvvisamente la porta e non può più uscire.)

La sequenza di acquisizione nel caso dei connettivi di causa sembra quindi essere:

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3.4.2. La nozione di scopo

La nozione di goal è una delle nozioni maggiormente espressa tra gli apprendenti iraniani dell’italiano L2 ed è riscontrabile già a partire dallo stadio iniziale dell’interlingua. In tutto il corpus sono presenti 26 enunciati, aventi il connettivo per oppure a con valore finale. Non sempre però l’espressione è accompagnata da una costruzione corretta, cioè per/a + infinito. In realtà per ben il 76% delle frasi. Gli errori sono stati fatti solamente da apprendenti allo stadio avanzato nell’interlingua italiana L2. Per esempio:

(1) Si usano come (…) un giardino per pubblico possono entrare. [Hamid]

(Vengono usati come dei giardini per far entrare il pubblico/le persone.)

Nell’interlingua di Pardis (livello elementare) ci sono finali implicite con a/per:

(2) Poi per magistrale che posso parlare bene l’italiano vorrei andare a Roma per

vivere. [Pardis]

(Poi per la magistrale, quando potrò parlare bene l’italiano, vorrei andare a Roma a vivere.)

(3) È rimasto con due leoni che non poteva andare via ((laughing)) ma penso che la

sua moglie è venuto per aiutare. [Pardis]

(È rimasto con due leoni, dai quali non poteva scappare, ma penso che è venuta sua moglie ad aiutarlo.)

Notare in (3) l’argomentale oggettiva penso che la sua moglie è venuto, con evidenti difficoltà di accordo (maschile in luogo del femminile)

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Lo stesso comportamento di Pardis in (4) è presente in Parya, che però si trova a livello intermedio:

(4) Poi vede la sua amica (….) per aiutarlo.

(Poi lo vede la sua amica, e lo va ad aiutare.)

Hamid a sua volta impiega una copulativa, quando la frase avrebbe potuto portare a una finale, però con il costrutto corretto dell’infinito:

(5) È alzata e sta lavando il viso e iniziare la giornata.

(Si è alzata e si lava il viso per iniziare la giornata.)

In tutto il resto del corpus, gli apprendenti hanno comunque formato enunciati corretti per esprimere la nozione di scopo, da Neda (principiante) a Bahare o Nargusa (sadio avanzato). In Nargusa (8) emerge il pronome esplicito: salvarlo:

(6) Poi dopo non può lasciare, fa tante cose fare per lasciare ma non può. [Neda]

(Poi dopo non può scappare, fa tante cose per scappare, ma non ci riesce.)

(7) Poi lei sta lavando il viso, si mette il vestito poi mangia la colazione per andare

a scuola. [Bahare]

(Poi lei si sta lavando il viso, si mette il vestito e poi mangia la colazione per poter andare a scuola.)

(8) Qua sta per morire e qualche adulto viene a salvarlo e adesso è tranquillo e va

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(9) Ha comprato un cane per poter riempire la sua (…) il suo solitudine [Arman]

Riassumendo, l’acquisizione nell’esprimere la nozione di scopo, sembra essere:

0 > per/a

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