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L'acquisizione della lingua italiana L2 di iraniani adulti - Subordinazione e Coordinazione

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Academic year: 2021

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INDICE

INTRODUZIONE……….3

1. METODOLOGIE DI LAVORO ……….5

1.1. Conversazione libera……….5

1.1.2. Descrizione d’immagini………...7

1.1.3. Narrazione di vignette………..9

1.1.4. Narrazione del film………12

1.1.5. Verifica………..13

1.2. Strumenti e informatizzazione dei dati………18

1.2.1. Modalità di raccolta dei dati………..18

1.2.2. Modalità di trascrizione……….18

2. L’ordine degli elementi nell’enunciato……….20

2.1. Lo sviluppo della sintassi nelle interlingue………20

2.1.1. L’ordine delle parole in italiano………24

3. Analisi di dati degli apprendenti iraniani………28

3.1. Introduzione………..28

3.2. La Sintassi del periodo, analisi del corpus di dati………...31

3.3. Le Coordinate………...33

3.4. Le Avverbiali………50

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3.4.2. La nozione di scopo………54

3.4.3. La nozione di tempo………...56

3.4.4. La nozione di luogo………60

3.4.5. La nozione di ipotesi o condizione……….62

3.4.6. La nozione di conseguenza, di modo, paragone, causa negata ed

Eccezione………64

3.5. Le Argomentali………...68

3.5.1. La nozione argomentale di soggetto………..68

3.5.2. La nozione argomentale dell’oggetto e altri complementi…….70

3.6. Le Relative………72

3.6.1. Le relative restrittive……….72

3.7. Considerazioni conclusive sull’acquisizione delle frasi complesse..76

4. Analisi della Verifica………...79

CONCLUSIONE……….82

Bibliografia………..83

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INTRODUZIONE

L’apprendimento spontaneo di una lingua seconda rappresenta un’aerea di ricerca che ha visto un notevole sviluppo negli ultimi trent’anni. Il presente lavoro riguarda l’acquisizione della lingua italiana di immigrati iraniani adulti in Italia.

Obiettivo specifico è esaminare lo sviluppo della struttura frasale, dall’enunciato pre-basico espresso alle sequenze più complesse della subordinazione. Particolare attenzione, come vedremo, merita l’emergere e l’uso della coordinazione e della subordinazione nell’italiano. Fonti dell’indagine sono otto apprendenti iraniani adulti intervistati per un periodo complessivo di quattro mesi a Pisa.

Nel primo capitolo saranno descritte le metodologie di lavoro applicate per la raccolta dei dati linguistici che formano il corpus, a partire dalle indicazioni di metodo date da Perdue e Klein per le ricerche europee nel settore. Sarà anche descritto il lavoro svolto di trascrizione.

Il secondo capitolo offre una spiegazione del concetto di interlingua e del suo sviluppo nella sintassi, con riferimenti opportuni alla struttura del farsi (lingua iraniana) L1. Segue poi un breve cenno all’ordine delle parole nell’enunciato.

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Il terzo capitolo rappresenta il nucleo centrale della ricerca e consiste nell’analisi descrittiva dei dati raccolti e trascritti di otto apprendenti di livelli diversi. Vengono presi in considerazione le coordinate e le subordinate (avverbiali, argomentali e attributive) ed i diversi modi per esprimerli, con particolare attenzione ai morfemi connettivi e coordinativi utilizzati.

Il quarto ed ultimo capitolo consiste nell’analisi dei risultati ottenuti dall’esame del linguaggio spontaneo (dialogico, descrittivo e narrativo) controllato attraverso la somministrazione di un test agli apprendenti iraniani, inerente a morfemi connettivi di tipo coordinativo e subordinativo di vario genere. Seguono considerazioni finali circa i risultati dell’indagine.

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1. Metodologie di Lavoro

Per le interviste è stato utilizzato un registratore cellulare digitale e gli informanti sono stati avvertiti che sarebbero stati registrati e ad ognuno di loro è stato garantito l’anonimato, anche se sono stati loro a volere il contrario.

I metodi di lavoro ai quali sono stati sottoposti gli informanti sono i seguenti: conversazione libera, descrizione di un’immagine, narrazione di vignette e, infine, la narrazione di un cortometraggio muto. Durante le varie interviste è emersa anche un altro tipo di narrazione, la narrazione autobiografica, espressa liberamente dall’informante; ciò è stato possibile mettendo l’informante a proprio agio attraverso un rapporto fiducioso con l’intervistatore. Ovviamente questo dipendeva anche dal carattere dell’apprendente: i più timidi hanno semplicemente risposto a ciò che si richiedeva, i più aperti hanno incominciato a raccontare della propria vita e della propria esperienza in Italia o anche in Iran, paese d’origine. La libertà di raccontare è ovviamente condizionata anche dal livello di competenza del parlante: una persona di Livello Base risponderà in maniera diversa e meno efficace di una persona di Livello Intermedio o Avanzato, avendo meno vocabolario e non avendo la capacità linguistica necessaria.

1.1. Conversazione libera

La prima tecnica è stata la conversazione libera, basata su un dialogo informale, in cui l'intervistatore pone semplici domande di carattere generale all'intervistato iraniano; ciò è utile per creare una situazione iniziale il più naturale possibile, in cui l'intervistato può

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sentirsi libero, senza imbarazzo. Le domande riguardano la storia personale, avvenimenti particolari, abitudini del proprio paese d’origine, le differenze rispetto all’Italia, particolari disagi vissuti o difficoltà e così via.

La tecnica, usata anche da Vedovelli (1983), con conversazioni informali con 14 informanti immigrati, consente di ottenere materiale linguistico da studiare a livello morfosintattico. In alcuni casi l'intervistato ha mostrato difficoltà nel rispondere ed ha avuto atteggiamenti poco naturali inerenti al dialogo; ciò può essere a causa della riservatezza dell'informante, probabilmente bloccato dal tono troppo personale di alcune domande, oppure dalla difficoltà legata ad un livello di conoscenza basso della lingua italiana.

Le domande che sono state poste agli apprendenti sono le seguenti:

 Come ti chiami?

 Quanti anni hai?

 Di dove sei?

 Da quando vivi in Italia?

 Ti piace vivere qui?

 Mi potresti descrivere la tua città?

 Quali sono le differenze tra l’Italia e l’Iran?

 Avete qualche festa nazionale?

 Qual è il tuo hobby preferito?

 Qual è la vacanza più bella che tu abbia mai fatto?

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1.1.2 Descrizione d’immagini

La prima immagine mostrata agli intervistati è stata un disegno con vari gatti, i quali fanno ciascuno azioni diverse. Un gatto legge, un altro dorme su un recipiente della spazzatura, un altro ancora ha appena finito di mangiare e l’ultimo dorme per terra. (vedi Tav. 1)

Questa tecnica è stata usata perché in questo modo si può verificare se l’apprendente riesce a fare una descrizione lineare e corretta e per verificare la presenza di riferimenti spaziali nelle produzioni dei soggetti intervistati.

Per la quasi totalità dei casi, in questa fase, la descrizione è stata molto breve e concisa, caratterizzata da difficoltà presenti anche nei soggetti aventi un livello elevato di conoscenze della lingua italiana.

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1.1.3 Narrazione di vignette

Le vignette, al contrario, sono state scelte per stimolare e al contempo verificare il grado di capacità degli informanti di raccontare una storia in forma fluente secondo l'ordine delle immagini richieste. Sono state mostrate a tutti le stesse immagini; c’è chi ha mostrato interesse nel partecipare a questo tipo di lavoro e, a prescindere del livello di lingua, è riuscito a fornire informazioni molto utili, non cadendo in un atteggiamento poco collaborativo.

All’apprendente è stato chiesto di raccontare le sequenze di una storia disegnata permettendo cosi all’intervistatore di avere il pieno controllo su ció che viene detto. Le vignette sono le seguenti:

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Durante le narrazioni delle vignette si è potuta constatare la difficoltà degli informanti nel descrivere le varie azioni; quasi tutti hanno avuto un atteggiamento molto timido soprattutto di fronte alla vignetta Vita/Morte. All’apprendente è stato chiesto di descrivere la vita di una persona immaginaria partendo dalla sua nascita fino al giorno della sua morte. Alcuni addirittura hanno saltato interi passaggi perché si sono trovati in difficoltà nel descrivere specifiche situazioni. Un’omissione particolare fatta da tutti è stata il momento della “Pensione” – nessuno, infatti, ha nominato questo momento. Forse per mancanza e lacune nel vocabolario, forse per età oppure per motivi culturali.

1.1.4 Narrazione del Film

La capacità di linguaggio narrativo è ulteriormente saggiato in una successiva intervista attraverso la presentazione ai soggetti di un cortometraggio muto – The Lion´s Cage di

Charlie Chaplin della durata di 4 Minuti. Dopo aver visto il film, agli apprendenti si è

chiesto di raccontare ciò che avevano visto, facendo un resoconto o anche semplicemente un riassunto della storia.

Il cortometraggio è un must delle tecniche di intervista a immigrati adulti, cosicché consente la comparazione delle diverse L1 a confronto con la L2 (progetto Pisa) oppure con altre lingue europee L2 (Inglese, tedesco, francese) e L1 europee come l’italiano. La scelta è caduta su questo cortometraggio poiché esso è pieno di azioni. Molti, però, hanno omesso alcune azioni; altri si sono lamentati di non avere un vocabolario sufficiente in modo tale da eseguire la richiesta.

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13 The Lion’s Cage

Charlie Chalot Chaplin scappa da un cavallo e trova rifugio in una gabbia. A sua insaputa, peró, questa gabbia è di un leone. Sfortuna vuole che la porta della gabbia si chiuda da sola. Charlie Chalot Chaplin ovviamente prende paura, però per fortuna l’animale selvaggio dorme e non si accorge dell’intruso. Charlie, morendo di paura, non sa come risolvere questa situazione; vede una porticina, la apre, e si trova di fronte ad una tigre. Sconvolto, chiude la porta e si ritrova nella stessa situazione orribile di prima: con il leone che ancora dorme. Arriva una donna, lo vede, e dalla paura sviene. Dopodiché arriva un cagnolino, ed inizia ad abbaiare. Charlie Chalot fa di tutto per farlo smettere, per fortuna il leone non si sveglia.

Ad un certo punto però, si sveglia il leone, si avvicina a Charlie, lo annusa e torna a dormire. A questo punto lui si ritiene forte e prende coraggio e va vicino al leone, stuzzicandolo un po’. Nel frattempo la donna si sveglia, e gli apre la porta della gabbia per liberarlo. Però per fare bella figura dinanzi alla donna, Charlie va vicino al leone di nuovo per farle vedere quanto sia coraggioso. Mossa sbagliata, però, perché a questo punto il leone si è alzato. Charlie, dalla paura, corre fuori dalla gabbia e salta su un albero. Dopo un po’ scende e abbraccia la donna.

1.1.5. Verifica

In aggiunta alle interviste cosi articolate secondo lo schema ESF, dopo aver analizzato i dati contenenti nel Corpus relative al componente sintattico dell’enunciato minimo

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appena o non del tutto strutturato, fino a verificare giustapposizioni, coordinate e subordinate, è stato deciso di preparare una sintetica verifica di quarantacinque esercizi, in cui altrettante frasi chiedevano di essere scelte o completate in base a parametri della coordinazione o subordinazione.

In tal modo, anche elementi non emersi nelle interviste, magari per casualità, hanno potuto essere prese in considerazione, per esempio attraverso la richiesta di connettivi coordinativi o subordinativi.

Il test è il seguente:

1. Scegli la frase che preferisci:

o Ho comprato una maglietta ma un paio di pantaloni.

o Ho comprato una maglietta e un paio di pantaloni.

2. Scegli la frase che preferisci:

o Mi piace né il vino rosso né il vino bianco.

o Non mi piace né il vino rosso né il vino bianco.

3. Scegli la frase che preferisci:

o Carlo è simpatico, però a volte parla troppo.

o Carlo è simpatico, altrimenti a volte parla troppo.

4. Scegli la frase che preferisci:

o Natalia ci ha spiegato la lezione, perciò ora abbiamo capito.

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5. Scegli la frase che preferisci:

o Marco è molto bravo, dunque qualche volta sbaglia.

o Marco è molto bravo, tuttavia qualche volta sbaglia.

Completa la frase:

6. Oggi non è Lunedi, ______ Martedì.

7. Puoi fidarti di lui, ______ è una persona onesta.

8. Non puoi fidarti di lui, ______ sia una persona onesta.

9. Arriverà venerdì, _______ in treno e non in auto.

10. Non credo che riuscirò a venire, ______ ci proverò.

11. Credo _____ non arriveremo in tempo:

12. E' intelligente ______ non si applica

13. Ho preso un taxi _______ essere uscita da teatro

14. _______ è il compleanno di mia nonna, andremo a mangiare al ristorante

15. Nel pomeriggio ho studiato storia ______ ho fatto tutti gli esercizi di matematica 16. _______ andavo a scuola, ho visto un gatto nero

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18. Vuoi continuare ______ decidi di smettere? 19. _____ non ho soldi, non vado al cinema.

20. Vado al supermercato _______ comprare il pane. 21. Resto a casa, ______ piove troppo.

22. Angelo non viene scuola, _______ è ammalato. 23. Ci impegniamo molto _____ vincere il campionato.

24. È suonato il campanello ______ l’insegnante stava ancora spiegando.

25. Mara dice ______ è tornata alle sei di pomeriggio. 26. Mara dice _______ essere tornata alle sei di pomeriggio. 27. Penso ______ abbia detto la verità.

28. Gli studenti, _______ conoscevano l’inglese, sono stati ammessi all’esame.

29. Paolo non aveva studiato, _______ ha preso la sufficienza. 31. .Non ho ancora pensato ____ cosa devo dirle.

32. Andiamo al cinema ___ prendiamo i pop-corn al botteghino. 33. ____ sono a casa da solo, accendo sempre la TV.

34. Ti faccio volentieri quel favore _____ mi hai chiesto. 35. Lui è l’amico giusto _____ andare a giocare a calcio.

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37. Aspetto il treno delle tre, _______ sono già trenta i minuti di ritardo. 38. Mimmo non è uscito, _____ doveva ancora studiare a lungo.

39. Spero ____ non cominci a piovere.

40. Il mio gatto mangia troppo, _____ è molto grasso. 41. Lo sport fa bene alla salute ____ rilassa la mente. 42. Vado in palestra ____ avere un bel fisico.

43. Per scuola leggo dei libri, _____ non mi piacciono. 44. ______ esce il sole, esco a fare una passeggiata. 45. _____ andavo al supermercato, ho incontrato Paolo.

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1.2 Strumenti e Informatizzazione dei dati

1.2.1 Modalità di raccolta dei dati

I dati cosi acquisiti vengono utilizzati quindi per le analisi del ricercatore; tuttavia è di fondamentale importanza che lo stesso sia stato presente al momento delle interviste, in quanto informazioni utili possono essere ricavate da canali differenti rispetto a quello orale, come ad esempio nel caso di accentuate gestualità o espressioni facciali. (Messaggi di natura non-verbale)

1.2.2 Modalità di trascrizione

Il Corpus contiene ovviamente tutta la durata delle registrazioni. Per dare quindi la esatta trascrizione di ciò che è stato detto, si ricorre a un sistema di trascrizioni, con simboli diversi.

Di seguito vengono riportate alcune convenzioni per la trascrizione delle interviste: // Quando una persona viene interrotta o si interrompe

´ Quando il tono di voce sale

, Quando il tono di voce diminuisce With Quando la persona parla con enfasi (.) Pausa breve

(…) pausa piú lunga

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((laughing)) non verbale, ad esempio sorridendo, incrociando le braccia.. […] commenti del trascrittore

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2. L’ORDINE DEGLI ELEMENTI NELL’ENUNCIATO

2.1 Lo sviluppo della sintassi nelle interlingue

Emigrare e trasferirsi in un altro paese non è facile. Ci sono tante problematiche a cui vanno incontro adulti e bambini nel momento in cui cambiano completamente la loro vita, i loro usi e costumi, le loro abitudini. In tale contesto, il bisogno linguistico – comunicativo diventa una necessità essenziale da soddisfare.

Imparare una L2 è un processo che richiede tempo e può essere agevolato soprattutto integrandosi e comunicando, in modo strumentale, con i parlanti nativi. E’, infatti, qualcosa di diverso e di molto più articolato rispetto al saper comunicare in modo strumentale e anche dal conoscere le regole e le strutture: significa piuttosto imparare ad abitare la lingua, a entrare a far parte della nuova comunità linguistica e culturale e a condividerne i principi e le regole1.

Il termine “Interlingua” (IL) è stato coniato da Selinker nel 1972, che propose la teoria, osservando che, in una data situazione, le espressioni prodotte dal discente sono differenti da quelle che i parlanti nativi produrrebbero se tentassero di trasmettere lo stesso messaggio. Bettoni la descrive con le seguenti caratteristiche: “Essenzialmente è

un sistema. E’ dinamica. Si sviluppa in una serie di stadi. Questi stadi sono generalmente comuni agli apprendenti ma al loro interno c’è notevole varietà. Inoltre, è influenzata dalla L1.”2 1 Favaro, 2002, pp.257-258 2 Bettoni, 2001

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Le varietà di apprendimento possono essere collocate lungo un ideale continuum di stadi. Klein e Perdue classificano il continuum nelle seguenti fasi: prebasic varieties, basic varieties, e ultra basic varieties.

1. Varietà Prebasiche. Sono caratterizzate dal pragmatic mode, cioè dall’utilizzo di mezzi pragmatici di comunicazione quali l’uso della gestualità e la chiamata in causa del contesto. La difficoltà nella comprensione e nell’espressione è alta, ed infatti l’apprendente ha bisogno di continue ripetizioni e suggerimenti da parte dell’interlocutore.

2. Varietà Basiche. In questa seconda fase, si comincia a sviluppare la morfologia, che nella fase precedente non era al centro dell’attenzione perché poco chiara, molto complessa, e legata a elementi poco visibili quali desinenze o suoni terminali delle parole. L’apprendente è molto più autonomo dal punto di vista comunicativo e il suo lessico, più ricco, gli consente di farsi comprendere in modo esauriente, seppure con uno stile “telegrafico”. In questa fase sono ancora presenti strategie lessicali per rendere la morfologia. Le frasi cominciano ad organizzarsi attorno a un verbo, anche se in una forma non finita, nella quale restano inespressi morfologicamente molti tratti (modo, tempo, persona, ecc.). Essi sono prodotti in una forma basica, cioè all’infinito o al presente. Le regole che sono state apprese spesso vengono sovraestese e generalizzate: usate cioè anche in contesti non appropriati.

3. Varietà Oltrebasiche. È la fase più avanzata e la competenza linguistica in questa fase comincia ad assomigliare sempre di più a quella della lingua obiettivo. In particolare comincia ad avvicinarsi alla lingua che i parlanti nativi usano in contesti informali, la

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morfologia diviene più ricca e regolare e la sintassi più complessa: cominciano a comparire subordinate, i verbi sono flessi.

Klein e Perdue hanno curato un volume nel quali sono presentati studi sulla struttura dell'enunciato in interlingue di immigrati adulti. Le lingue di arrivo sono inglese, olandese, tedesco e francese. Le conclusioni generali possono essere riassunte in cinque punti:3

1. Ci sono tre tipologie diverse di espressione: Nominal Utterance Organization (NUO), Infinite Utterance Organization (IUO), Finite Utterance Organization (FUO). NUO prevede l'uso di strutture frasali semplici formate da sostantivi, avverbi e frasi sconnesse. Questo perché il verbo è ancora assente. IUO è caratteristica della basic variety. La transizione da NUO a IUO e successivamente a FUO è graduale.

2. La struttura dell'enunciato, indipendentemente dalla sua struttura, è governata dall'interazione fra costrizioni frasali, semantiche e pragmatiche. Le costrizioni frasali sembrano avere un ruolo minore nell'organizzazione dell'enunciato, ma sono importanti all'interno del sintagma. Invece per quanto riguarda le strutture semantiche, il sintagma nominale che ha maggior controllo viene per primo. Infine, sul piano pragmatico, possono essere individuate in due modi: a) il focus viene per ultimo b) meccanismi di introduzione o mantenimento dell'informazione (topic).

3. Lo sviluppo del sintagma nominale dipende dalla funzione che svolge nel mantenere o introdurre un referente. Gli apprendenti sviluppano vari meccanismi, come ad esempio pronomi, distinzione fra definito/indefinito, però comunque sia, il loro sviluppo é fortemente legato alle L1 e L2 specifiche.

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4. Gli avverbi spaziali e temporali si trovano sempre in posizione finale o iniziale a seconda che facciano parte del topic o del focus.

5. Lo sviluppo della lingua è guidato da principi universali. Tutti gli apprendenti riescono ad arrivare ad una basic variety e raggiungono IUO, ma solo alcuni FUO. Banfi invece, divide il continuum delle interlingue in quattro stadi:4

1. IL molto iniziali: il parlante ha difficoltà di comprensione anche in relazione ad argomenti della quotidianità e delle abitudini. Non è in grado di realizzare e mantenere una conversazione elementare.

2. IL iniziali: il parlante è in grado di mantenere una conversazione a livello base e legata alla quotidianità.

3. IL intermedie: il parlante interagisce con i nativi su temi di interesse generale, relativi alla vita sociale e alle esperienze personali. Seppur questo stadio rappresenti tratti semplici, a livello sintattico si giunge all'espressione di funzioni sintattiche fondamentali, quali strutture esprimono la causa e il tempo.

4. IL avanzate: Il parlante è in grado di esprimersi in maniera quasi completa e capisce e comprende tutto ciò che gli viene detto.

Nell’analisi seguente verrà descritta appunto la sintassi presente nelle interlingue di apprendenti adulti di italiano L2 di L1 iraniana. L’analisi si basa sull’ordine dei costituenti maggiori della frase facendo alcune osservazioni sui meccanismi sintattici di focalizzazione presenti nei dati.

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Banfi, L’altra Europa linguistica. Varietà di apprendimento e interlingue nell’Europa contemporaneo, La nuova Italia, Firenze 1993

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2.1.1 L’ordine delle parole in italiano

La sintassi studia il modo in cui le parole si combinano tra loro dando luogo a unità di livello superiore di vario tipo.5 Dunque, le parole in italiano possono essere ordinate in varie forme e si possono ottenere diverse combinazioni. Per esempio, se si prendono in considerazione le parole Luigi, saluta e Gianna, si possono formare liberamente diverse combinazioni, ottenendo risultati differenti:

(1) Luigi saluta Gianna (2) Gianna saluta Luigi (3) Luigi, saluta Gianna! (4) Gianna, saluta Luigi! (5) Gianna, saluta Luigi. (6) Luigi, saluta Gianna

Gli esempi da (1) a (6) sono frasi diverse, utilizzando però i medesimi elementi, che però ordinati in diversa successione e pronunciati in modo differente, hanno significati diversi.

L'analisi sintattica punta a individuare e visualizzare con opportune tecniche la struttura incorporata nella sequenza lineare delle parole. Se si prende in considerazione una semplice frase come:

(7) Gianni dorme in camera sua

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Si puó scomporre la frase in (7) Gianni dorme.

Operando in successione per analogia con frasi più semplici possiamo gradualmente arrivare a una procedura di scomposizione come la seguente:

(8) a. dorme + in camera sua

b. in + camera sua

c. camera + sua

Scomponendo le frasi, si ottengono i costituenti immediati della sezione. Così quindi,

dorme da un lato e in camera sua dall'altro sono costituenti immediati di dorme in camera sua, ma sono costituenti di Gianni dorme in camera sua. Questa scomposizione

può essere rappresentata nella seguente tabella:

Dunque, l’italiano è una lingua SVO, vale a dire che l’ordine delle parole segue lo schema Soggetto, Verbo, Oggetto.

(9) Carlo ama Maria.

Gianni dorme in camera sua Gianni dorme in camera sua Gianni dorme in camera sua

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Molte volte il soggetto non si esprime lessicalmente; ciò specialmente con i verbi impersonali o usati impersonalmente, quando il soggetto sia indeterminato e contenuto nel verbo stesso. Per esempio, piove.

In italiano il soggetto può venire dopo il verbo. In questi casi però il soggetto è posposto in quanto viene presentato dal verbo.

(10) È arrivato Carlo (11) Ha suonato Gianni (12) Ha telefonato mia madre.

L'Ordine SVO in italiano non è rigido. In generale si tende a seguire un ordine topic/comment. Sono possibili spostamenti dall'ordine sintatticamente non marcato. Nella lingua italiana si notano costruzioni marcate dal punto di vista sintattico: dislocazioni, frasi scisse e passivo.

La dislocazione può essere di due tipi: un elemento viene spostato a sinistra o a destra. In quella a sinistra un elemento può trovarsi in posizione iniziale e successivamente ripreso da un pronome, in quella destra invece segue il contrario: si trova in posizione finale dopo essere stato anticipato da un pronome. Un esempio di dislocazione a sinistra: La palla, gliel'avevano quasi regalata. (Duranti – Ochs 1979). Invece un esempio di dislocazione a destra è Lo porto domani, il dolce. 6

La frase scissa invece ha la funzione di rendere tematica una parte del Rema. In questo tipo di frase, un elemento si muove verso sinistra e si sposta all'interno del sintagma discontinuo. Possono essere di vari tipi:

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1) oggetto

è questo libro che voglio

2) Circostanziali

è con il motorino che non voglio che tu esca

3) Predicati

è venire fino a Napoli che non voglio

4) Impossibile invece con il pronome soggetto

*é io che sto parlando (Sono io che sto parlando)

La forma passiva invece non è logicamente il contrario della forma attiva. Infatti, tanti verbi attivi possono avere la forma corrispettiva del passivo. Il passivo serve a dare codifica a una tipica struttura di azione, nella quale un'entità dotata di un basso grado di controllo sull'evento subisce un cambiamento di stato prodotto o dall'evento oppure da un agente fisicamente definito. Dunque, il ruolo fondamentale della costruzione passiva è quello di riuscire portare in secondo piano l'agente, che infatti è espresso in tal modo:

Il libro è stato comprato (da Mario).

Nel parlato il passivo è meno frequente che nello scritto. Invece la dislocazione è usata maggiormente, e permette di cambiare l'ordine delle parole senza ulteriori cambiamenti.

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3. Analisi dei dati degli apprendenti iraniani

3.1 Introduzione

In questo capitolo verranno analizzati i dati di otto apprendenti iraniani adulti: Arman, Atihe, Bahare, Hamid, Nargusa, Neda, Pardis e Parya.

Ho scelto apprendenti di vari livelli così da poter confrontare diversi stadi di sviluppo della varietà di apprendimento. In base alle fasi dell’apprendimento descritte da Klein e Perdue, si possono ascrivere a varietà come nella tabella seguente:

Varietà basica Varietà Postbasica Varietà Oltrebasica

Neda Pardis Hamid Atihe Parya Nargusa Arman Bahare Per ogni soggetto sono state analizzate le frasi estratte dalle interviste; con l’ovvia varianza secondo il livello linguistico dell’apprendente. Ci sono meno frasi da analizzare per Neda, che è a livello prebasico che per Atihe, che è a un livello avanzato, e le cui capacità espressive sono maggiori. Le tecniche usate, come già spiegato nel primo capitolo, sono state: comunicazione libera, descrizione di immagini, descrizioni di vignette e infine la narrazione del film (The Lion’s Cage – Charlie Chaplin).

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Non ritengo inutile, ai fini di questo lavoro, accennare la grammatica della lingua persiana: la lingua persiana, farsi dal nome di una regione meridionale dell’Iran7 e una lingua indoeuropea: appartiene alla stessa famiglia linguistica, delle lingue romanze (italiano, francese, spagnolo, ecc) e delle lingue germaniche ( tedesco, inglese, ecc); fa parte del ramo indoiranico (come lo hindi) e del sottogruppo iranico che comprende altre lingue parlate nell’area o nelle aree vicine, dal pashto a esta al kurdo a ovest. Per rendersi conto della parentela di alcune lingue europee con il persiano, è sufficiente considerare alcune parole di uso comune di cui è possibile intuire il valore comparativo:

pedar  padre (dal tedesco “Vater”, dal latino “Pater”)

dokhtar  figlia (dal tedesco di “Tochter”, dall’inglese di “daughter”)

baradar  fratello (dall’inglese di “brother”)

ast  terza persona singolare del presente del verbo essere, simile a “est” del latino.

Per quanto riguarda il vocabolario del farsi, si presenta formato da due branche di parole. La prima comprende i termini semplici, che sono i basilari temi verbali, pronomi, numerali semplici, preposizioni, avverbi: che sono o monosillabici o bisillabici. La branca secondaria, invece, con l’aumento dei termini, tramite desinenze e suffissi, comporta anche la loro combinazione, l’insieme dei termini compositi.

La struttura della frase persiana è Soggetto Oggetto Verbo (SOV), al contrario dell’italiano che è Soggetto Verbo Oggetto (SVO).

Per esempio: Pietro ketab ra avard in italiano è: Pietro il libro ha portato.

Ra è un marcatore dell’oggetto. 7

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Per quanto riguarda le congiunzioni, in persiano è possibile ometterle; per esempio la congiunzione che oppure quando o dove. Invece sono completamente assenti le preposizioni locativi.

Il farsi ha perso completamente il genere grammaticale (maschile, femminile e neutro) delle lingue indoeuropee. Ciò spiegherebbe il motivo per il quale spesso, durante le registrazioni, gli apprendenti iraniani hanno avuto difficoltà sul genere corretto e sulle preposizioni.

Per quanto riguarda il sostantivo, lo conserva al singolare per il relativo plurale:

pā  piede o piedi.

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3.2. La Sintassi del periodo, analisi del corpus di dati

In italiano si possono distinguere tre diversi tipi di relazione che legano le singole

clauses all’interno di un periodo complesso: giustapposizione, coordinazione,

subordinazione. Il legame tra queste è espresso da una congiunzione, che può essere talvolta omessa.8

Nelle Coordinazioni, le frasi mantengono la proprio autonomia sintattica e semantica. Questo permette di far sì che in uno stesso periodo possono esserci due o piú frasi con funzioni equivalenti, poiché ciascuna esprime una frase dotata di senso. Si possono distinguere diversi tipi di coordinazione:

1. Copulativa, caratterizzata dall’uso di e e né

2. Avversativa, caratterizzata dall’uso di ma. Le due frasi quindi vengono contrapposte l’una all’altra

3. Disgiuntiva, caratterizzata dall’uso di oppure e ovvero. Viene indicato quindi un rapporto di esclusione reciproca tra i due elementi.

4. Conclusiva, caratterizzata dall’uso di dunque, quindi, perciò, pertanto. Questa frase è espressa quando si vuole intendere una deduzione di quello che è stato detto precedentemente.

5. Esplicativa, caratterizzata dall’uso di infatti. È un enunciato che spiega ciò che è stato detto prima.

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Le subordinate invece sono quelle frasi che servono quando ci sono frasi che assumono un senso compiuto solo se stanno in stretto collegamento con altre, alle quali servono da chiarimento o dalle quali possono ricevere chiarimenti. Per esempio: Quando arriva

Gianni, partiamo insieme. La prima è una subordinata, perché non può occorrere da

sola.

Le subordinate possono essere implicite o esplicite. Le prime possono essere costruite senza connettivo, invece quelle esplicite sono normalmente introdotte da una congiunzione. Le frasi subordinate possono essere divise in due gruppi: Le argomentali e le avverbiali.

Argomentali: nella forma implicita per lo più introdotte dalla congiunzione che.

Avverbiali: hanno una funzione di sfondo all’interno del periodo e possono essere di tipo causale, finale, consecutivo, temporale, concessive, comparativo, modale oppure ipotetico. Le proposizioni causali indicano la causa di quanto è espresso nella principale e sono introdotte con la congiunzione che, perché, poiché, giacchè.

Le consecutive indicano la conseguenza di quanto è detto nella reggente e sono introdotte da che, cosicché, tanto che.

Le temporali sono introdotte da quando, mentre, nel momento in cui. Invece le concessive da anche se. Le comparative esprimono un paragone dalla frase principale e sono introdotte da come oppure come se, seguite dal modo congiuntivo del verbo. Le modali invece vengono espresse maggiormente con l’uso del gerundio.

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33

3.3. Le coordinate

La coordinazione è più semplice da costruire rispetto alla subordinazione. 9 I dati

ricavati evidenziano che le frasi coordinate sono presenti fin dalla fase iniziale dell’interlingua, dove prevalgono frasi e costruzioni dell’enunciato semplici.

Le congiunzioni più usate sono le copulative ("e" "né" "non... né" "né... né"), le avversative (“ma” “però”), e le disgiuntive (“o” “oppure”). Invece le conclusive (“quindi” “dunque” “perciò”) e le esplicative (“infatti” “difatti”) sono state utilizzate con minor frequenza e solo dagli apprendenti con un livello più alto della lingua italiana.

Come già detto nel capitolo precedente, due degli apprendenti iraniani si trovano a livello basico (Neda e Pardis), tre invece a livello post-basico o intermedio (Hamid, Parya e Arman) e tre a livello oltrebasico o avanzato (Atihe, Nargusa e Bahare).

Livello Basico:

Neda, una ragazza di diciannove anni, studentessa di economia, si trova in Italia da circa sei mesi. Il suo livello linguistico è basico caratterizzato dall’uso di costruzioni dell’enunciato molto semplici, corte e concise. Tuttavia non è un livello del tutto iniziale, ma elementare. Nel corpus il contributo di Neda comporta quattro frasi con congiunzioni copulative e tre enunciati con avversative e qualche subordinata

9A. Giacalone Ramat, Le strategie di collegamento tra proposizioni nell’italiano di

germanofoni. Una prospettiva di tipologia funzionale, in D.Norbert – A.Giacalone Ramat (a cura di), Grammatik und Diskurs/Grammatica e discorso. Studi

sull’acquisizione dell’italiano e del tedesco / Studien zum Erwerb des Deutschen und des Italienischen, Stauffenburg Verlag, Tübingen 1999

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34

(avverbbiale) e una relativa in una frequenza di frase scissa, favorita dal contesto che stimola un output descrittivo.

(1) È una ragazza che dorme, poi sua madre arriva per alzarsi e poi vestirsi. Poi,

(…) e poi, ah, si prepara.

(È una ragazza che dorme, poi arriva sua madre per svegliarla e poi vestirsi e poi si prepara.)

(2) Comprano i soldi, eh no, la casa, e poi ((laughing)) l’ultima e muore. (Comprano i soldi, eh no, la casa e poi nell’ultima immagine muore.)

(3) Mentre corre (…) e va da un gabbia di un leone.

(Mentre corre, scappa in una gabbia di leoni.)

In un caso si è potuto notare che la congiunzione copulativa “e” è stata forse usata anche per esprimere la congiunzione disgiuntiva “oppure”:

(4) E per esempio abbiamo festa (…) “Ialda” e anche “Di Nobruske”, cambia

anno?

(E per esempio abbiamo la festa “Ialda” o anche “Di Nobruske”, che è il capodanno.)

Le tre frasi avversative emergono da enunciati con gravi lacune di grammatica e sintassi:

(5) La vacanza? Qui ((laughing)), ma quando sono arrivata qui, circa un mese,

(35)

35

(La vacanza? Qui. Ma quando sono arrivata qui, per me, il primo mese, era una bella vacanza)

(6) Ci sono tanti (…) no, ah, ci sono tanti (…) aspozzature nel naturale, ma gatti

sporcano naturale.

(C’è tanta spazzatura nell’ambiente, ma sono i gatti a sporcarlo.)

(7) Poi (…) dopo non può lasciare, fa tante cose fare per lasciare ma non può. ( Poi dopo non può scappare, cerca di fare tante cose per scappare ma non ci

riesce.)

Pardis, studentessa di radiologia di ventitré anni, è di Teheran ed è venuta a Pisa cinque mesi fa. Il suo livello linguistico si può definire basico, come quello di Neda, anche se, al contrario di quest’ultima, ha cercato di costruire frasi più complesse. Pardis infatti, prima di venire in Italia, ha frequentato un corso d’italiano di sei mesi all’ambasciata italiana di Teheran.

Il corpus di Pardis include tre enunciati con congiunzioni copulative, undici con avversative e una con disgiuntiva.

La prima, dopo una causale (perché), presenta una coordinativa con ripresa del topic: (1) No, perché sono nata a Teheran e Teheran è capitale dell’Iran.

(No, perché sono nata a Teheran, che è la capitale dell’Iran)

(2) Poi abbiamo l’aggetto e poi (…) poi si, cioè abbiamo centesimi, specchio. (Poi c’è l’aceto, e poi ci sono centesimi e uno specchio.)

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36 (3) Lei è nata nel milnovecentdieci (..) Poi, e poi e vuole andare in scuola.

(È nata nel millenovecento dieci e poi vuole andare a scuola.) E ben undici avversative, con valore filtrato copulativo:

(4) Un anno fa sono andata al mare con i miei amici con la macchina, ma era

buonissimo.

(Un anno fa sono andata al mare con i miei amici in macchina, ed era bellissimo)

(5) Poi, non so, perché sei mesi fa che volevo andare in Italia, ho estudiato la

lingua italiana ambasciata Italia a Teheran, ma sempre mi hanno detto che ora, anche ora È cosi, che devo parlare, ma non mi è piaciuto. Mai.

( Poi non lo so. Sei mesi fa, quando volevo venire in Italia, ho studiato la lingua italiana all’ambasciata italiana a Teheran e mi hanno sempre detto anche lí, che

devo parlare, ma non mi è mai piaciuto.)

Invece la frase contenente l’avversativa, che è stata usata al posto di una conclusiva, contiene allo stesso tempo anche la disgiuntiva, che però è stata usata al posto di una copulativa:

(6) Poi ho già studiato marina biologia, ma ho fatto foto del mare o delle spiagge. ( Poi ho studiato biologia marina, perció ho fatto foto del mare e delle spiagge.) Invece i restanti enunciati con le congiunzioni avversative sono stati usati in modo corretto:

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37

(7) Teheran è capitale dell’Iran, ma Pisa è piccola città, non mi piace.

(Teheran è la capitale dell’Iran, ma Pisa è una città piccola. Non mi piace.)

(8) Volevo conoscere una nuova cultura perché mi hanno detto che gli italiani sono

simpatici, ma ora dico che si, sono simpatici, ma la gente in Iran un pochino (…) no seria no, ma (…) pochino non so come si dice in italiano, seri.

(Volevo conoscere una nuova cultura perché mi hanno detto che gli italiani sono simpatici, ma ora penso che sono simpatici, ma la gente in Iran è un pochino più

seria, no seria no, ma un pochino più seri, non so come si dice in italiano. Ci sono comunque subordinate causali (8), temporali (5) con il che polivalente preceduto da temporale e subordinate argomentali dichiarative (5) a conferma che il livello basico non deve essere inteso come iniziale o prebasico, ma elementare.

Quando le è stato chiesto di riassumere il cortometraggio di Charlie Chaplin, ha avuto molta difficoltà nell’esprimersi, e, infatti, ha fornito poche informazioni. (Ciò però si è potuto notare nella maggior parte dei partecipanti.):

(9) Ho visto un omo, che aveva aveva pauro de animali, che (…) è rimasto con du

leoni. Due leoni che non poteva andare via (.) ma penso che la sua moglie è venuto per aiutare.

(Ho visto un uomo che ha avuto paura di un animale ed è rimasto intrappolato da due leoni, dai quali non poteva scappare, ma penso che sua moglie sia venuta ad

aiutarlo.) Livello Post-basico:

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38

Hamid è studente di Storia dell’Arte all’Università di Pisa, proviene da Shiraz, città localizzata nella regione di Fars. Hamid vive a Pisa da due anni e mezzo, è al terzo anno del suo percorso di Studi. Si è mostrato molto interessato alle interviste e ha partecipato attivamente. Essendo qui da due anni e mezzo, padroneggia l’italiano in maniera molto buona e il suo livello si potrebbe definire post-basico e avanzato.

Nel suo corpus si trovano ventidue congiunzioni copulative, di cui una è stata usata con valore di conclusiva, tredici avversative, una disgiuntiva, otto conclusive ed una esplicativa, tutte in modo corretto.

Di seguito alcuni esempi:

(1) Si, mi piace vivere in Italia e soprattutto a Pisa.

Nel seguente dato, si possono trovare sia una congiunzione copulativa, che una conclusiva ed anche un’avversativa:

(2) Il primo famoso re di quella dinastia è Ciro, che la sua tomba si trova vicino,

tipo mezz’ora dalla mia città, quindi ci sono monumenti e poi ci sono anche giardini famosi che prima vivevano diversi dinastie, diversi re in quelli giardini,

ma ora non ce l’abbiamo più una dinastia, tra virgoletta.

( Il primo famoso re di quella dinastia si chiama Ciro e la sua tomba si trova a mezz’ora dalla mia città, quindi ci sono monumenti e anche giardini famosi, dove prima vivevano diverse dinastie, diversi re, ma ora non abbiamo più una

dinastia, fra virgolette.)

(3) Poi reso conto da dove entrato, si chiude improvvisamente la porta e non può

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( Poi appena si è reso conto da dove è entrato, si chiude improvvisamente la porta, e quindi non può più uscire.)

Nell’esempio (3) si può verificare che ha usato una congiunzione copulativa “e” al posto di una congiunzione conclusiva “quindi”.

Emergono alcune congiunzioni avversative, e nello stesso enunciato anche una conclusiva:

(4) È grande, non è il più grande in Iran, ma è grande, quindi pensavo che non

posso vivere in una città piccola ma ho scelto Pisa per alcuni altri motivi, ma dopo un anno, non so (…) sono abiutato.

( La mia città è grande, non è la più grande in Iran, ma è grande, quindi pensavo di non poter vivere in una città piccola, ma ho scelto Pisa per altri motivi, ma

dopo un anno.. non so, sono abituato.)

Si noti l’argomentale oggettiva dopo il verbo pensare.

Anche il prossimo esempio è uguale a (4). C’è sia una congiunzione conclusiva che una avversativa:

(5) È un distinzione abbastanza grave, perché in pubblico non si può fare tante cose

e riguardo a legge, ma la cultura è cambiato durante questi anni, quindi la gente hanno scelto una vita privato (…) privacy, che fanno le cose che contro legge ma vogliono fare.

( È una distinzione abbastanza grande, perché in pubblico non si possono fare tante cose per legge, ma la cultura È cambiata durante questi anni, quindi la

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gente ha scelto una vita privata, cioè fanno le cose che vogliono fare, anche se sono contro la legge.)

(6) Per esempio (…) la spirito di Mafia, comportamento mafioso, esiste in iraniani

e anche in italiani, quindi è una cosa che ha rovinato tutto, anche in Iran che in Italia. In Italia è più famoso, ma anche in Iran abbiamo diversi tipi.

(Per esempio la Mafia: esiste sia in Iran sia in Italia, quindi è una cosa che ha rovinato tutto, sia in Iran che in Italia. In Italia è più famosa, ma anche in Iran

abbiamo diversi tipi di Mafia.)

Il prossimo esempio è una frase contenente una congiunzione disgiuntiva:

(7) Per questo i giardini sono importanti: tutte le feste si fa in giardini perché non

c’è locale pubblico o se c’è devi rispettare tante cose, tante regole che alla fine vedi che non è una festa più; non puoi bere, non puoi ballare...devi esere separato.

(Per questo i giardini sono importanti: tutte le feste vengono fatte nei giardini, perché non esiste un locale pubblico oppure se c’è devi rispettare tante cose, tante regole; cosi non è più una festa perché non puoi bere, non puoi ballare, e

uomini e donne devono essere separate.)

(8) Shiraz, si, in generale si può dire che è una città abbastanza vecchio, come città.

Ci sono tanti monumenti antici di tanto tempo fa, infatti torna dal periodo di Impero persiano, il centro d’impero persiano era la mia città.

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(Shiraz, si, in generale si può dire che è una città abbastanza vecchia. Ci sono tanti monumenti antichi di tanto tempo fa, infatti risale al periodo dell’Impero

persiano; la mia città era il centro dell’Impero.) Si noti il genere maschile dell’oggetto vecchio. Si ricorda l’assenza del genere grammaticale in farsi.

L’esempio (8) mostra l’uso di una congiunzione esplicativa.

Hamid, essendo a un livello intermedio, usa le congiunzioni correttamente e mostra di non avere difficoltà nella conversazione libera. Invece si possono notare delle difficoltà nelle descrizioni d’immagini e soprattutto delle vignette, e ha usato costruzioni semplici e corte, senza usare congiunzioni, se non poche volte una congiunzione copulativa. Un esempio segue della vignetta “Vita e Morte”:

(9) Viene una macchina, un convenzione di lavoro e poi inizia una storia

dell’amore. Anello, si sposano, si festeggiano, matrimonio, vengono i bambini.

(Ha una macchina, trova un lavoro e poi comincia una storia d’amore. Regala l’anello, si sposano, festeggiano il matrimonio ed infine hanno dei bambini.)

Parya, una ragazza di ventiquattro anni di Teheran e studentessa di Farmacia, che vive qui a Pisa da due anni e mezzo e anche lei, come Hamid, può essere a un livello post- basico. Ha usato quindici congiunzioni copulative, undici avversative e una sola disgiuntiva, di cui una congiunzione avversativa è stata usata al posto di una copulativa. (1) Teheran è una città grande, numerosa ma vivace i negozi sono aperti fino a

(42)

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(Teheran è una città grande, numerosa e vivace e i negozi sono aperti fino a mezzanotte diciamo, ma anche fino a più tardi.)

Una volta si è potuto notare che una congiunzione copulativa è stata usata quando invece non serviva nessuna congiunzione:

(2) Una volta che stavo parlando con Francesco e mi ha detto: Dove stai andando? (Una volta che stavo parlando con Francesco, mi ha detto: Dove stai andando?)

Un altro esempio dove la congiunzione copulativa non c’è in italiano è il seguente :

(3) Prima pensavo che la vacanza più bella che abbiamo fatto era la vacanza che

abbiamo fatto in Grecia, ma siccome faceva caldissimo e io non è che sono goduta tanto.

(Prima pensavo che la vacanza più bella che abbiamo fatto, era la vacanza in Grecia, ma siccome faceva caldissimo, non me la sono goduta tanto.) Si noti la oggettiva argomentale (pensavo che), la relativa del soggetto (vacanza che

abbiamo fatto) e la causale (Siccome), con la principale coordinata con e nel tour

sintattico e io non è che, probabilmente una routine.

L’unica disgiuntiva che si è potuta notare è stata espressa in maniera corretta in italiano, tramite la congiunzione “o”:

(4) Allora è una commedia, è un uomo che vuole scappare da un asino o un cavallo

e va per sbaglio dentro di una gabbia che c’è dentro un leone con tigre.

(Allora, è una commedia: c’è un uomo che vuole scappare da un asino o un cavallo e per sbaglio va in una gabbia di un leone ed una tigre.)

(43)

43

Si noti la relativa gabbia che, dove che sostituisce il locativo relativo in cui/nella

quale/dove.

Il resto delle congiunzioni usate sono state usate in maniera corretta.

Arman, studente all’Università di Pisa e di origine iraniana, di Teheran. Lui è a un livello intermedio. Nel suo caso è molto forte l’influenza dello studio della lingua spagnola sulla pronuncia delle parole in italiano. Le congiunzioni usate da lui sono state diciannove copulative, dieci avversative, due disgiuntive, cinque conclusive e tre esplicative. Produce numerose coordinate, piuttosto le giustapposizioni. La maggior parte anche in questo caso è di tipo copulativo e avversativo, espresse rispettivamente con le congiunzioni e e però, talvolta seguite da poi, per dare al discorso una certa scansione temporale. Ecco alcuni esempi delle coordinate:

Di tipo copulativo ed avversativo:

(1) Si deve vestirsi secondo le regole islamiche, però non come nei paesi arabi e poi

non lo so, le differenze oggettive per esempio, le differenze fra i piatti, fra l’ambiente.

( Bisogna vestirsi a seconda delle regole islamiche, però non come nei paesi arabi e non lo so, le differenze oggettive, come per esempio, le differenze

culinarie, ambientali.)

Di tipo disgiuntivo:

(2) La està svegliando perché deve andare a suo lavoro o a scuola. (La sta svegliando perché deve andare a lavoro o a scuola.) Si nota la causale (perché).

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Esempio di tipo conclusivo:

(3) Vuole andare in mare a nuotare, quindi ha bisogno di scaldarsi. Ed infine, di tipo esplicativo:

(4) Siamo stati una vacanza da un amico e abbiamo conosciuto la cultura di questa

città, i piatti, i monumenti storici, infatti Shiraz è una città molto molo storica.

( In una vacanza siamo stati da un amico e abbiamo conosciuto la cultura di questa città, i piatti, i monumenti storici e infatti Shiraz è una città molto molto

storica.)

Livello oltre-basico:

Ad un livello oltre-basico o avanzato si trova Bahare, studentessa di Farmacia. Ha diciannove anni, proveniente da Teheran. Si trova a Pisa da cinque anni, dal 2011. Il lessico che usa è semplice e quotidiano, fa pochi errori e si è mostrata molto sicura al momento delle interviste. Nel corpus dei dati, per quanto riguarda le congiunzioni, si trovano tredici copulative, sei avversative e una disgiuntiva. Al contrario delle due ragazze di livello base, ha usato tutte le congiunzioni in maniera corretta.

Congiunzioni copulative:

(1) Perché è piccola, e non ho trovato una città come città mia.

( Perché`(Pisa) è piccola e non ho trovato una città come la mia)

(2) La cultura è completamente diverso. Da noi si mettono il velo e (..) poi non lo

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(La cultura è completamente diversa. Da noi bisogna mettere il velo e poi non lo so, è diverso.)

Nella frase seguente, si trovano sia congiunzioni copulative che una avversativa:

(3) Come si mettono a una tavola e sulla tavola si mettono sette cose che quelli sette

i parole si inizia con “S” e tutte e sette devono essere cosi e ognuna ha un concetto particolare. Come mettono specchio e mettono mela, mela rosso, si mettono aglio, monete, poi aceto si, ma da noi tutte questi si (..) si iniziano con “s, qua no.

(Per esempio, ci si mette intorno ad un tavolo e su questo ci sono sette oggetti che cominciano con la “S” su un tavolo e ogni oggetto ha un significato particolare. Come per esempio c’è uno specchio e una mela rossa, aglio, monete

e poi aceto, ma da noi i nomi di questi oggetti cominciano tutti con la “s”, qui no.)

(4) Ah, poi due giorni prima di capodanno c’è “Shashatesi”, che si fanno fiera.

Fuoco e si saltano sul fuoco. Anche questo ha un concetto che dicono quando saltano, dicono che in questo anno perdo tutte (…) tutte le cose brutte, le malattie e do a fuoco e prendo da fuoco un bel viso, un viso rosso, giallo, una vita (…) con felicità.

(Ah, poi due giorni prima di capodanno c’è “Shashatesi”, dove si fa un fuoco e si salta sopra. Anche questo ha un concetto, cioè si dice che con il salto, si

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perdono tutte le cose brutte e le malattie. Si da fuoco a queste cose e il viso diventa rosso, giallo e si ha una vita piena di felicità.)

(5) I: Se vincessi tanti soldi, cosa faresti?

B: Penso che prima risparmio ((laughing)), perché non sono sicura che riesco a mantenere la borsa di studio per finire lo studio e poi viaggio.

(Penso di risparmiare, come prima cosa, perché non sono sicura di riuscire a mantenere la borsa di studio per finire l’università e poi viaggio.)

Notare la subordinata causale con perché in (5) e la finale implicita (per finire)

(6) Può essere anche una famiglia di gatti, un babbo, una mamma e un bambino. C’è un solo caso in cui Bahare ha utilizzato una congiunzione avversativa al posto di una copulativa:

(7) Però a Teheran per esempio è una cosa semplice: i negozi chiudono a

mezzanotte, però a Pisa al massimo alle nove.

( Però a Teheran per esempio è una cosa semplice: i negozi chiudono a mezzanotte e a Pisa invece sono aperti al massimo fino alle nove.)

(8) Le persone secondo me molto simpatico. Anche in Italia si, però alcuni non

hanno un trattamento buono con i stranieri.

(Le persone secondo me sono molto simpatici. Anche in Italia lo sono, si, però alcuno non hanno un comportamento giusto con gli stranieri.)

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Invece all’interno del corpus di Bahare si può trovare solo un’unica congiunzione disgiuntiva; nella stessa frase c’è anche una congiunzione avversativa:

(9) Ma non ho capito, perché ci sono qualche, quattro gatti o c’è uno che fa.. ?non

so.

(Ma non ho capito, perché ci sono quattro gatti o c’è uno che fa (qualcosa) ? Non so.)

Atihe, anche lei studentessa a Pisa, si trova in Italia dal 16 di Agosto del 2014. Nel suo corpus emergono nove congiunzioni di tipo copulativo, sei avversative e due

disgiuntive, tutte utilizzate correttamente. Ecco alcuni esempi:

(1) Poi fa colazione, poi dai suoi vestiti e dalla faccia si vede che è piccolissima e

va a scuola ed è felice.

(2) C’è tanta differenza secondo me, anche se sempre dicono che non c’è tanta

differenza, però quando tu specialmente quando vivi con un italiano o italiana o entri in famiglia italiana, poi vedi che ci sono tante differenze.

(C’è tanta differenza secondo me, anche se dicono sempre che non ce n’è, però specialmente quando vivi con un italiano o un’italiana o entri in una famiglia

italiana, poi vedi che ci sono tante differenze.)

(3) Per esempio per voi è normale o tante cose che facciamo noi per voi è brutto. Nargusa ha 32 anni, vive a Pisa da un anno e mezzo ed è anche lei della capitale iraniana, Teheran. Nel corpus dei suoi dati si trovano tredici copulative, tre avversative, due conclusive e un’esplicativa. Il suo italiano è a livello avanzato. Ha costruito

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enunciati semplici e quindi la presenza di congiunzioni è minore e le coordinate sono corrette.

Congiunzioni di tipo copulativo:

(1) Il bambino va a scuola tanti libri e vuole portare anche la bambola.

(Il bambino va a scuola con tanti libri e vuole portare anche la bambola.) Di tipo avversativo:

(2) Cosa che c’è è la vita notturna, che ad alcuni piace, però a me no.

(Una cosa che c’è a Teheran è la vita notturna, che ad alcuni piace, però a me no.)

Di tipo conclusivo:

(3) E poi succede che vede il leone e vuole scapparsi perciò siccome la porta è

chiusa, cerca di scappare da un altro modo.

(E poi succede che vede il leone e cerca di scappare, perciò, siccome la porta si è chiusa, cerca di scappare in un altro modo.)

E infine di tipo esplicativo:

(4) Ci sono dei gatti molto impegnati, che non sono normali, infatti c’è un gatto che

sta leggendo.

In tutto il Corpus si trovano 126 copulative, 65 avversative, 10 disgiuntive, 21 conclusive e 5 esplicative. Facendo una somma di tutte le congiunzioni presenti, circa il 96% possono essere considerate coordinative.

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49

e (coordinate copulative – presenti in tutti i livelli)

ma > però (coordinate avversative – presenti in tutti i livelli)

o (coordinate disgiuntive – presenti in tutti i livello, escluso quello basico)

quindi > perciò (coordinate conclusive – presenti solo nei livelli alti)

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50

3.4. Le avverbiali

Seguendo lo schema tipico delle subordinate che divide queste ultime in tre gruppi fondamentali (avverbiali, argomentali, attributive) saranno analizzate, nei paragrafi successivi, tutte le frasi complesse che, espresse nella forma di frasi secondarie, sono rinviabili al gruppo cosiddetto delle avverbiali. Cioè, le subordinate portatrici di un’informazione che costituisce lo sfondo della reggente.

Sono comprese quindi le nozioni di causa, tempo, ipotesi, scopo, conseguenza, nozione di luogo, modo, paragone, causa negata e nozione d’eccezione.

3.4.1. La nozione di causa

La nozione di causa sembra essere tra le prime informazioni a essere trasmesse dagli apprendenti attraverso l’uso di frasi complesse. Infatti, sin dalle prime interlingue sono presenti subordinate causali espresse nella forma esplicita ed introdotte da “perché”, collocato a destra della principale:

(1) Non so che cosa devo dire, perché non so come si dice in Italia.

( non so cosa dire, perché non so come si dice in Italia)

Negli stadi iniziali sono presenti soltanto subordinate introdotte da perché:

(2) Le differenze? La gente. La gente in Iran (..) perché prima (…) prima volta che

volevo andare in Italia, volevo conoscere una nuova cultura perché mi hanno detto che gli italiani sono simpatici, ma la gente in Iran un pochino seri. [Pardis]

(51)

51 (Le differenze? La gente. La gente in Iran; La prima volta che volevo venire in Italia era perché volevo conoscere una nuova cultura, perché mi hanno detto che gli italiani sono simpatici, ma le

persone in Iran sono un po' più seri)

Solo Parya e Nargusa hanno prodotto causali introdotte da siccome:

(3) Prima pensavo che la vacanza più bella che abbiamo fatto era la vacanza che

abbiamo fatto in Grecia, ma siccome faceva caldissimo e io non è che mi sono goduta tanto. [Parya]

(Prima pensavo che la vacanza più bella che abbiamo fatto, era la vacanza in Grecia, ma siccome faceva caldissimo, non me la sono goduta tanto.)

(4) Prima di tutto siccome noi siamo musulmani ti devi comportare.. no vestire in

modo che sono mostrati i capelli e poi i vestiti larghi e lunghi per le donne.

[Nargusa]

(Prima di tutto, siccome noi siamo musulmani ti devi comportare bene, cioè i capelli non possono essere mostrati e le donne devono mettersi vestiti larghi e lunghi.)

Nell’interlingua di Hamid, si potrebbe intendere la locuzione per questo che in sostituzione della congiunzione causale poiché:

(5) Vogliono fare come paesi occidentali e per questo che i giardini sono

importanti (…) tutte le feste si fa in giardini.

( Vogliono comportarsi come [le persone] nei paesi occidentali e poiché i giardini sono importanti, tutte le feste vengono organizzate nei giardini.)

(52)

52

È necessario considerare però, che in ogni stadio dell’interlingua sono presenti frasi giustapposte, che possono essere interpretate come causali in cui è stata omessa la congiunzione introduttiva:

(6) Ragazzo che va dal mare, sona (.) poi il suo amico non può sonare, lui lo va

aiutare, poi arrivano nel spiaggia. [Neda]

(C’è un ragazzo che va al mare, nuota e poiché il suo amico non può nuotare, lo va ad aiutare e tornano in spiaggia.)

(7) Ma Pisa è piccola città, non mi piace. [Pardis]

(Poiché Pisa è una città piccola, non mi piace.)

(8) La cultura è completamente diverso da noi si mettono il velo e (..) poi non loso,

è diversa. [Bahare]

(La cultura è completamente diversa, perché da noi bisogna mettere il velo, poi non lo so, è diverso.)

Bisogna notare in Bahare la cultura accordata con diverso.

(9) C’è un tempo rilassato che lui preferisce di andare al mare. [Bahare]

(poiché il tempo è bello, lui preferisce andare al mare.)

(10) Leone sta dormendo, lui cerca di fuggire da un’altra porta dietro ma

quando apre la porta vede un tigre e chiude la porta (…) giustamente. [Hamid] (Siccome il leone sta dormendo, cerca di fuggire da un’altra porta, ma quando la apre vede una

tigre giustamente la chiude.)

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53

(11) Vuole allenarsi un po' sulla spiaggia nel mare, qui è in mare sta nuotando. [Atihe]

(Vuole allenarsi un po' sulla spiaggia al mare. Qui è in mare perché sta nuotando.)

In tutto il Corpus invece non appaiono mai le subordinate causali implicite. Il Gerundio compare nella forma di aspetto implicito sta nuotando (11), ma non con valore di avverbiali impliciti. Nel caso ci si potrebbe soffermare su frasi implicite (o pseudo – implicite), cioè quelle frasi costituite con il participio passato del verbo, una sorta di ablativo assoluto in funzione di gerundio:

(12) E poi reso conto da dove entrato, si chiude improvvisamente la porta e non può uscire. [Hamid]

(Poi, resosi conto da dove è entrato, si chiude improvvisamente la porta e non può più uscire.)

La sequenza di acquisizione nel caso dei connettivi di causa sembra quindi essere:

(54)

54

3.4.2. La nozione di scopo

La nozione di goal è una delle nozioni maggiormente espressa tra gli apprendenti iraniani dell’italiano L2 ed è riscontrabile già a partire dallo stadio iniziale dell’interlingua. In tutto il corpus sono presenti 26 enunciati, aventi il connettivo per oppure a con valore finale. Non sempre però l’espressione è accompagnata da una costruzione corretta, cioè per/a + infinito. In realtà per ben il 76% delle frasi. Gli errori sono stati fatti solamente da apprendenti allo stadio avanzato nell’interlingua italiana L2. Per esempio:

(1) Si usano come (…) un giardino per pubblico possono entrare. [Hamid]

(Vengono usati come dei giardini per far entrare il pubblico/le persone.)

Nell’interlingua di Pardis (livello elementare) ci sono finali implicite con a/per:

(2) Poi per magistrale che posso parlare bene l’italiano vorrei andare a Roma per

vivere. [Pardis]

(Poi per la magistrale, quando potrò parlare bene l’italiano, vorrei andare a Roma a vivere.)

(3) È rimasto con due leoni che non poteva andare via ((laughing)) ma penso che la

sua moglie è venuto per aiutare. [Pardis]

(È rimasto con due leoni, dai quali non poteva scappare, ma penso che è venuta sua moglie ad aiutarlo.)

Notare in (3) l’argomentale oggettiva penso che la sua moglie è venuto, con evidenti difficoltà di accordo (maschile in luogo del femminile)

(55)

55

Lo stesso comportamento di Pardis in (4) è presente in Parya, che però si trova a livello intermedio:

(4) Poi vede la sua amica (….) per aiutarlo.

(Poi lo vede la sua amica, e lo va ad aiutare.)

Hamid a sua volta impiega una copulativa, quando la frase avrebbe potuto portare a una finale, però con il costrutto corretto dell’infinito:

(5) È alzata e sta lavando il viso e iniziare la giornata.

(Si è alzata e si lava il viso per iniziare la giornata.)

In tutto il resto del corpus, gli apprendenti hanno comunque formato enunciati corretti per esprimere la nozione di scopo, da Neda (principiante) a Bahare o Nargusa (sadio avanzato). In Nargusa (8) emerge il pronome esplicito: salvarlo:

(6) Poi dopo non può lasciare, fa tante cose fare per lasciare ma non può. [Neda]

(Poi dopo non può scappare, fa tante cose per scappare, ma non ci riesce.)

(7) Poi lei sta lavando il viso, si mette il vestito poi mangia la colazione per andare

a scuola. [Bahare]

(Poi lei si sta lavando il viso, si mette il vestito e poi mangia la colazione per poter andare a scuola.)

(8) Qua sta per morire e qualche adulto viene a salvarlo e adesso è tranquillo e va

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