• Non ci sono risultati.

3. Modificazione dei nomi semitici

3.1 La nunazione come linker

Owens (1998) suggerisce che in arabo la nunazione sia una sorta di linker nominale, la cui funzione è relazionare testa e modificatore. Fassi Fehri (2009) accomuna la nunazione al linker del farsi, l’ezafe. Nei dati in (30) (da Cowan 1958: 34) il contesto è di modificazione genitivale. A presentare la nunazione è il modificatore, anche, come detto in precedenza, nei casi in cui il modificatore è un nome proprio (30). Anche nei dialetti dell’arabo dell’Asia centrale (parlati in un’area che comprende Iran, Afghanistan, Tajikistan, e Uzbekistan), i possessor presentano la nunazione anche quando sono nomi comuni (30d, da Watson e Retsö 2009: 24):

(30) a. 'āb-u Maḥmud-i-n padre-NOM Mahmud-GEN-NUN ‘il padre di Maḥmud’ b. 'ab-ā Maḥmud-i-n

padre-ACC Mahmud-GEN-NUN ‘il padre di Maḥmud’ c. 'ab-ī Maḥmud-i-n

padre-GEN Mahmud-GEN-NUN ‘del padre di Maḥmud’

Nella modificazione aggettivale dell’arabo, nelle configurazioni con nomi testa indefiniti i modificatori ne copiano la nunazione (Fassi Fehri 1999: 107) (31b) – come avviene per l’articolo nei contesti definiti (31a).

129

(31) a. l-kitab-u [l-ʔaxḍar-u [ṣ-ṣaġiir-u]] DEF-libro-NOM DEF-verde-NOM DEF-piccolo-NOM ‘il piccolo libro verde’

b. šaay-u-n [ṣiiniiy-u-n [ʔaxḍar-u [jayyid-u-n]]] tè-NOM-NUN cinese-NOM-NUN verde-NOM eccellente-NOM-NUN ‘un eccellente tè verde cinese’

Owens (1998: 216 e riferimenti ivi indicati) riporta dati in contesti di modificazione nominale che testimonano la variazione riguardo all’occorrenza della nunazione nelle varietà locali dell’arabo, quali l’arabo di Spagna (32a), e l’arabo afgano (32b): (32) a. muslim-īn-an liṭāf

musulmano-pl-NUN cattivo ‘cattivi musulmani’ b. ḥintit-in ḥamra

grano-NUN rosso

‘chicchi rossi di grano’

La nunazione appare anche nelle locuzioni avverbiali come quelle temporali in (33) (Fassi Fehri 1999: 121-2 in (33a-b)), (Fassi Fehri 2012: 161 (33d)) e Owens (1998: 216) per l’arabo sudanese (33c), dove però è il nome testa a presentare la nunazione come in (33e) per l’arabo dell’Asia centrale (Watson e Retsö 2009: 24), dove a presentare la nunazione è altresì la testa. La realizzazione delle espressioni temporali è un ulteriore contesto di realizzazione del linker del farsi, l’ezafe (33f):

(33) a. l-xabar-u l-muḏaa’u muʔaxxar-a-n DEF-notizie-NOM DEF-trasmissione tardo-ACC-NUN ‘il notiziario dell’ora tarda’

b. l-ḥukm-u ma’ruufun musbaq-a-n DEF-giudizio-NOM sapere.pst anticipo-ACC-NUN ‘il giudizio è saputo in anticipo’

c. ba-jī-k wakt-a-n garīb io-venire-tu tempo-ACC-NUN vicino ‘verrò subito da te’

130

d. marr-i-n ḥalu, marr-i-n murr a volte-GEN-NUN dolce a volte-GEN-NUN amaro ‘a volte dolce, a volte amaro’

e. nuṣṣ-in lēl metà-NUN notte ‘mezzanotte’ f. sobh-e zood

mattino-LKR presto ‘il primo mattino’

I contesti di realizzazione della nunazione sinora presentati chiariscono quindi che sebbene l’indefinitezza sia il tratto pervasivo delle costruzioni nelle quali questa si realizza, non è comunque desiderabile descrivere la nunazione in quanto elemento inerentemente indefinito.

In un’analisi della nunazione nella lingua ciadica bade30

Schuh (2007: 590) riporta che tale elemento si è sviluppato a partire da un dimostrativo. Nell’accadico la nunazione realizzava il plurale duale dei nomi (Caplice e Snell 1988). Nell’ebraico, alcuni nomi dalla semantica duale presentano la bilabiale nasale -m (da cui mimazione invece che nunazione) in luogo di-n i.e. enayim, ‘occhi’, ophanayyim ‘bicicletta’ (Solomon 2006). La nunazione nelle lingue semitiche sembra quindi poter realizzarsi in contesti possessivi ma altresì plurali (cf. -or del romeno e - orum del latino) come nelle frasi possessive della varietà araba in (30), per i duali dell’accadico e per alcuni nomi nell’ebraico, dove questa è residuale ma designa N dalla natura inerentemente plurale come per nomi quali bicicletta. Se la nunazione fosse un elemento del tipo D, questo unirebbe le proposte presentate in Fassi Fehri (2009) e Owens (1998) secondo i quali la nunazione non è altro che un linker.

30 La nunazione non caratterizza solo il ramo semitico delle lingue afro-

131

In Fassi Fehri (1993, 2012) la nunazione realizza dunque una testa del tipo D31. L’incorporazione di N in D per i nomi comuni

indefiniti avviene tramite il movimento di N a D, giustificato tramite la postulazione di un tratto indefinito non interpretabile in N, reso interpretabile tramite il movimento.

(34) [DP [D šaay-u-n [NP [N šaay-u]]]]

L’ipotesi del movimento innescato da un tratto indefinito non interpretabile è dubbia in quanto (e come sostenuto altresì da Fassi Fehri stesso) la nunazione non può essere caratterizzata solo in quanto elemento dai tratti indefiniti, e dunque non può funzionare da trigger per il movimento. Un’altra conferma che la nunazione non può essere descritta in quanto elemento indefinito è il dato in (35) (da Fassi Fehri 2012: 227):

(35) ʔakbar-u jabal-i-n

più.grande-NOM montagna-GEN-NUN ‘la montagna più grande’

Come sappiamo, nella modificazione dei nomi indefiniti, i modificatori ne copiano la nunazione (31b). In (35), il modificatore superlativo presenta invece solo la morfologia di caso. Da ciò ne consegue una ulteriore conferma della natura non indefinita della nunazione. Possiamo considerare, come Fassi Fehri, la nunazione come un elemento del tipo D. Caratterizziamo la nunazione come determinante enclitico sia a nomi propri che comuni, con la variante che per i nomi comuni la nunazione può veicolare altresì un’interpretazione indefinita (al contrario dei nomi propri).

Proponiamo qui che il semitico abbia a disposizione due sintagmi determinanti (vedi anche Fassi Fehri 2012: 181 per l’arabo, che però propone DemP-DP). Gli articoli definiti che

31 Fassi Fehri (2012: 219) propone che il determinante un- dello spagnolo

sia un elemento grossomodo equivalente all’arabo -n, essendo compatibile con contesti sia specifici che non specifici.

132

nell’ebraico precedono i dimostrativi vengono realizzati solo in caso di nomi testa articolati, esternalizzando così una relazione di accordo, e pertanto considerati come una sorta di flessione del dimostrativo stesso. L’accordo via D dimostrato dai dimostrativi nell’ebraico ricorda quanto visto per la relativizzazione nell’arabo in (29) suggerendo che forse i due fenomeni sono strettamente connessi.

Riteniamo in linea con Shlonsky (2012: 41) che le costruzioni con nomi testa allo S. C. possano essere quindi delle strutture dalla natura binaria e che contengano al loro interno un solo determinante – ovvero quello che precede il genitivo. Ritorneremo su questo punto nel paragrafo dedicato agli approcci teorici alla S. C.