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18 C OMUNICAZIONE DEL R ISCHIO

1.10 OBIETTIVI DELLA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA

La presentazione della direttiva europea, approvata quest’anno, è avvenuta il 24 ottobre del 2002 da parte della Commissione Acque di Balneazione della Comunità Europea. Tale direttiva prevede un approccio innovativo e conforme alle più recenti politiche di programmazione e gestione delle risorse ambientali nell’ambito di quanto proposto dall’OMS e congruente alle disposizioni inserite nella Direttiva Quadro sulle acque. Questa direttiva sostituisce i parametri in uso nel DPR 470/82 con i soli Enterococchi intestinali e Escherichia coli, gli unici in grado di determinare conformità e classificazione. Il primo termine (conformità) indica il rispetto dei limiti “vincolanti” stabiliti dall’OMS per la tutela della salute dei bagnanti (200 ufc/100ml per EI e 500 ufc/100ml per EC) e le acque si dividono in conformi e non conformi. Il giudizio di qualità ambientale alle acque di balneazione lo si darà, sia che esse siano non conformi (classe “scarsa”), sia che siano conformi (classe “buona”). Tra i conformi viene introdotta un’ulteriore suddivisione, con il rispetto dei limiti di “riferimento” (100 ufc/100ml per EI e 250 ufc/100ml per EC) per una maggiore tutela sanitaria (classe “eccellente”). Oltre a questa innovazione, la classificazione si concretizza in una serie di adempimenti temporali(aggiornamento informazioni sul profilo della spiaggia, frequenza dei prelievi, ecc..) e gestionali (individuazione delle cause dei fattori di rischio, realizzazione di interventi, informazione dei cittadini, ecc..) che possono essere onerosi dal punto di vista economico, politico e sociale. Questo tipo di approccio alla gestione della balneazione è orientato verso una valutazione complessiva dell’ambiente, considerando le componenti fisiche, chimiche e biologiche degli ecosistemi, ma anche le attività umane e la tutela della salute. La direttiva persegue perciò il fine di “preservare, proteggere e migliorare la qualità dell’ambiente e di proteggere la salute umana”. In realtà nella nuova direttiva sono presenti anche altri parametri chimico-fisici di cui alcuni erano già presenti nella vecchia normativa (oli minerali, pH e altri), altri di nuova introduzione

Introduzione

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FIORENTINO

(residui bituminosi, catrame; materiale galleggiante), ma a questi viene lasciato un ruolo accessorio. Le principali novità si avranno però nella gestione della fascia costiera e del controllo delle acque di balneazione. Riguarderà le possibili differenze tra i due sistemi di attribuzione dell’idoneità (conformità) e l’introduzione del concetto di qualità (classe) nella tutela sanitaria. Dal punto di vista operativo, la classificazione comporta una diversa frequenza del monitoraggio in base alle classi. Tutte queste novità hanno spinto i vari Enti ad avviare la sperimentazione su tale direttiva in parallelo al controllo normale ai sensi del DPR 470/82, per vederne il possibile impatto delle modifiche normative. A distanza di qualche anno la direttiva è stata approvata testimoniando che le iniziali difficoltà hanno lasciato lo spazio ai vantaggi che la nuova impostazione può dare all’analisi del rischio di acque di balneazione.

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La ricerca di salmonelle sarà effettuata quando, a giudizio della autorità di controllo, particolari situazioni facciano sospettare una loro eventuale presenza.

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Solo per le acque dolci

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Scopo della tesi

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2 Scopo della tesi

Il mondo delle acque di balneazione sta vivendo un periodo transitorio per quanto riguarda il “controllo del loro stato di salute”.

Per venticinque anni la direttiva europea sulle acque di balneazione (76/160/CEE) ha indicato la via per un attento controllo della qualità delle nostre coste. Grazie all’esperienza accumulata in questi anni, e forte di un superiore supporto scientifico-tecnologico, la Commissione Europea ha verificato il bisogno di apportare modifiche a tale direttiva, per rendere così più agevole li lavoro degli operatori e trovare una conformità maggiore alle esigenze attuali.

La Commissione Europea, dopo la Comunicazione del dicembre 2000 riguardante “Una nuova politica per le acque di balneazione” (COM(2000)860.def), ha presentato in forma definitiva, la proposta di nuova Direttiva (COM(2002)581.def), introducendo importanti novità dal punto di vista analitico e, al contempo, proponendo un cambiamento radicale rispetto all’ottica adottata fino ad oggi.

Nel documento presentato vengono introdotti due nuovi parametri microbiologici, suggeriti dall’ OMS, considerati più sensibili e significativi per valutare il rischio per la salute pubblica durante l’attività di balneazione e gli altri usi ricreativi della risorsa idrica. I parametri in questione sono: Enterococchi intestinali(EI) ed Escherichia coli (EC).

La classificazione in diversi livelli di “qualità” (eccellente, buona e scarsa) è del tutto innovativa in questo settore e si basa sui parametri secondari e l’utilizzo che viene fatto delle acque. Tale cambiamento porta con sé il vantaggio di poter ridurre il numero dei campionamenti stagionali in base ai risultati ottenuti nei vari siti, permettendo alle zone aventi un numero rilevante di siti con qualità “eccellente”, di diminuire lo sforzo e le risorse necessarie al controllo delle acque di balneazione. La Commissione evidenzia che “ la drastica riduzione dei parametri prescelti nella nuova direttiva sulle acque di balneazione comporta ingenti riduzioni dei costi, evitando duplicazioni, ma senza portare alcuna riduzione nel grado di protezione dei cittadini”.

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Quest’ultima affermazione della Commissione ha ispirato una tesi innovativa, che cerchi di affrontare il tema delle analisi delle acque di balneazione, confrontando l’aspetto tecnico analitico con quello di comunicazione ambientale. In altre parole, vista l’importanza del momento storico per quanto riguarda l’analisi delle acque di balneazione, con questa tesi ci siamo proposti le seguenti finalità:

- approfondire lo studio delle acque di balneazione secondo la legge in vigore, in riferimento ai dati del 2005;

- analizzare la nuova direttiva europea, approvata da poco, utilizzando i dati della sperimentazione, relativi agli anni 2002/2003;

- comprendere la percezione della popolazione nei confronti della qualità delle acque, allo scopo di capire quanto le persone sono informate delle problematiche ambientali e, di conseguenza, quanto possono essere coscienti dei cambiamenti che la nuova direttiva porterà.

Per la parte di “comunicazione ambientale” abbiamo formulato un questionario che è stato portato avanti per tutto il periodo della balneazione, nelle aree limitrofe ai siti di campionamento.

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3 Inquadramento territoriale dell’area

Figura 3.1 – Inquadramento geografico

Fonte: sito web www.villalabianca.com

In ogni Studio di Impatto Ambientale e di Analisi del Rischio, ruolo fondamentale è ricoperto dall’Inquadramento territoriale e socio/economico. Questa fase di studio è indispensabile per comprendere le dinamiche territoriali/antropiche, le condizioni socio-economiche e la loro possibile influenza sulla qualità delle coste.

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3.1 Cenni geografici, storici e socio-economici

La pianura versiliese fa parte della provincia di Lucca e comprende luoghi che hanno una grande importanza dal punto di vista turistico, industriale e agricolo ed inoltre presenta un paesaggio, tra i più belli del Mediterraneo, con tre tipologie:

- la costa, con spiagge di sabbia finissima, le folte pinete, i parchi naturali;

- la pianura e la fascia collinare, con i borghi ricchi di storia ed i fitti uliveti;

- le Alpi Apuane che danno un notevole contributo all’attività industriale con l’estrazione del marmo ed infine un particolare pregio naturalistico.

L’inizio dell’attività risale alla metà del secolo scorso, quando nei piccoli paesi della costa, fino ad allora prevalentemente abitati da marinai e pescatori, all’arrivo della stagione calda, confluivano i nobili e la borghesia agiata del tempo in villeggiatura.

La Versilia esercitò sempre di più il suo fascino sul mondo della cultura con la presenza di poeti come Percy, Shelley, Bayron, Manzoni, Puccini, D’Annunzio, solo per ricordarne alcuni.

Ancora oggi notiamo come l’attrazione che essa esercita sul mondo della cultura sia viva con manifestazioni come il premio letterario Camaiore e diViareggio; inoltre qui si svolge una tra le più grandi manifestazioni di Carnevale d’Europa.

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Figura 3.2 – Carta turistica della Versilia

Fonte: sito web www.accademiadelturismo.com

I maggiori centri turistici della costa sono:

- Forte dei Marmi, nota stazione balneare che deve il suo nome al fortilizio fatto costruire da Leopoldo I nel1788 a guardia della costa, e peril traffico di marmo;

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- Marina di Pietrasanta, che è la prima delle quattro località che costituiscono questo centro e cioè le Nocette, Motrone, Tonfano e Fiumetto;

- Lido di Camaiore;

- Viareggio: la cui origine risale alla metà del XII secolo come villaggio di pescatori pisani e successivamente, dopo varie contese tra Pisa e Lucca, sotto il dominio di quest’ultima. Questa città riveste un ruolo molto importante dal punto di vista economico in quanto è una dei più importanti centri ittici del Tirreno; è inoltre sede di una importante attività cantieristica, specialmente nel settore delle imbarcazioni da diporto. Infine, come già accennato, svolge una importante manifestazione carnevalesca ed è insieme alle altre località costiere un importante centro turistico balneare.

Proseguendo verso l’interno della pianura abbiamo una attività agricola e coltivazioni intensive di fiori in serra specialmente nella parte meridionale e centrale mentre in quella settentrionale esistono numerose industrie per la lavorazione del marmo, specialmente nelle località come Querceta, Pozzi, Ripa, Seravezza.

A Viareggio, abbiamo un’attività estrattiva di sabbia silicea largamente usata nell’industria del marmo, in quella siderurgica e in quella vetraria. Lo sfruttamento del giacimento risale alla fine dell’800 a seguito dell’introduzione nella coltivazione del marmo del filo elicoidale per i tagli al monte, e questo tipo di impiego richiedeva enormi quantitativi di sabbia. Attualmente il filo elicoidale viene sempre più sostituito dal cavo diamantato.

L’antropizzazione della pianura Versiliese si è inizialmente localizzata nella fascia pedemontana ed in particolare sui coni di deiezioni, in quanto la fascia litoranea era molto bassa e costellata di laghi e paludi. Il prosciugamento di queste zone estremamente umide è stato eseguito fino al XVI secolo con l’abbattimento di numerose aree boschive, lasciando come unico lago testimone di tali paesaggi, quello di Massaciuccoli. In un

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diploma del 1081, si attesta che il Lago di Massaciuccoli si estendeva fino a Pietrasanta (Federici, 1987). Il paesaggio naturale era costituito da fitte coperture boschive, interrotte da vie di comunicazione precarie.

Tra il 1000 e il 1250, ci fu un aumento demografico ad est del Lago, a causa delle attività portuali in continuo sviluppo. In seguito, dalla fine del duecento, fino al settecento, ci fu un forte calo nella popolazione a causa della malaria.

Nel 1488 la Repubblica di Lucca, istituì una società per bonificare i terreni e renderli coltivabili. Nel XVI secolo i lucchesi deviarono l’antica confluenza del Serchio nel delta dell’Arno, con una nuova foce (l’attuale), dato che durante le piene del fiume, il Lago si gonfiava. Il primo emissario del Serchio era il canale della Bufalina, ma a causa delle correnti marine che ostruivano la foce, fu creato l’attuale canale della Burlamacca, che assicurava la comunicazione tra il mare ed il Lago di Massaciuccoli.

Nel 1741, Lucca fece costruire nel Canale di Burlamacca, le porte Vinciane, attualmente esistenti, che permettevano alle acque dolci di defluire verso il mare, e impediscono il riflusso delle acque marine verso il Lago. La fase delle bonifiche, iniziata nel XVIII secolo, coincide con l’esplosione demografica, durata fino ai giorni nostri.

Nella seconda metà del XVIII secolo furono eseguite numerose opere idrauliche più impegnative per migliorare le condizioni igieniche e abitative della bassa pianura litoranea. La realizzazione di tali opere, era reso difficile dalle condizioni politiche del tempo, in quanto vi era una tripartizione politico-amministrativo della pianura tra Lucca, gli Estensi ed il Granducato di Toscana. Nella seconda metà del settecento, furono tagliate le macchie fra Montramito e Viareggio, e la macchia fra questa città e Torre del Lago. Queste aree furono prosciugate e messe a coltura. Nel 1878 esisteva un progetto, che prevedeva il prosciugamento del Lago con delle pompe a vapore, ma non fu mai realizzato. Successivamente, con l’uso del lago da parte dell’Aeronautica con idrovolanti, fu messo il veto ad ogni progetto di prosciugamento. A partire dal 1900, la regione del Massaciuccoli, veniva classificata bonifica di primo grado e nel 1927, si

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formarono i consorzi idraulici e furono eseguiti numerosi lavori di completamento come l’arginatura del Fiume Camaiore, della riva meridionale del lago. Infine, furono costruiti canali interni ed installate delle idrovore.

Oggi questa pianura ci appare ricca di centri abitati, ville sparse ed alberghi, ma se tornassimo indietro di tre secoli, vedremo una pianura nella quale i centri abitati come Carrara, Massa, Pietrasanta, Massarosa ed altri minori sorgevano sui coni di deiezione, mentre il litoraneo era ricco di boschi, specchi d’acqua, torri e fortilizi, costruiti per difendere e controllare le coste. L’unico villaggio che sorgeva sul mare era Viareggio, in cui l’attività principale era la pesca.

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3.2 Inquadramento geologico-geomorfologico

La Versilia costituisce una pianura costiera formata da successioni di depositi incoerenti accumulatesi durante il Quaternario, per i continui cambiamenti climatici che hanno contribuito nel verificarsi di trasgressioni marine con l’intera sommersione della pianura, e fasi di regressione marina con il denudamento dell’intera pianura.

Il versante orientale della pianura Versiliese è delimitato dalle rocce incassanti appartenenti alle principali formazioni dell’ Appennino Settentrionale. Quest’ultimo fa parte di una catena montuosa a falde di ricoprimento, derivata dalla deformazione terziaria di un settore della placca italo-dinarica prospiciente al dominio oceanico ligure.

Le successioni sedimentarie che lo compongono si sono sviluppate in distinti domini paleogeografici (Giannini et Alii, 1962; Baldacci et Alii, 1967) che si susseguono dall’interno verso l’esterno nel seguente ordine:

- Dominio Ligure.

Comprende l’Unità del Monte Caio che deriva da un dominio oceanico composto da formazioni in facies di flysch.

- Dominio Sub-Ligure.

Comprende l’Unità di Canetolo derivata da un Dominio oceanico e continentale toscano.

- Dominio Toscano.

Attualmente si distinguono:

a) Dominio Toscano Interno (Falda Toscana) che comprende formazioni non metamorfiche o debolmente metamorfiche di età compresa tra il Trias sup. e il Miocene.

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b) Dominio Toscano Esterno (Unità di Massa, Monti Pisani e Autoctono Apuano) comprensivo, oltre che di una copertura mesozoica-terziaria metamorfica (facies degli scisti verdi), di formazioni paleozoiche del suo basamento ercinico.

Sotto il profilo geomorfologico, la pianura della Versilia si può suddividere in tre fasce:

- fascia pedemontana;

- fascia pianeggiante;

- fascia dunare.

Fascia pedemontana.

Si tratta della zona di raccordo tra la pianura vera e propria ed i rilievi e risulta, costituita da coni di deiezione formatesi in più fasi pleistoceniche e oloceniche.

Sono coni piuttosto piatti che da quote di circa 30 metri scendono a quota 5 metri dove sono sommersi dai sedimenti più recenti.

Nessuno di questi coni è attivo anzi talvolta, dove i corsi d’acqua non sono arginati e canalizzati, sono in erosione.

Fascia pianeggiante.

E’ caratterizzata da bassi morfologici, spesso con quote inferiori al livello marino. Si tratta di una serie pressoché continua di aree depresse come l’Alveo del Lago di Porta a nord ed il Trentino a sud, colmate da depositi di facies continentale (argille e torbe).

Fascia dunare.

Si tratta di una fascia territoriale compresa tra la linea di riva e la parte posteriore delle duna costiera, elevata generalmente di pochi metri sul livello marino e costituita essenzialmente da sabbie di origine prevalentemente eolico, di età recente.

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Lungo questa fascia troviamo località turistiche molto note come: Viareggio, Lido di Camaiore, le Nocette, Motrone, Tonfano, Marina di Pietrasanta, Forte dei Marmi e Vittoria Apuana.

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Stratigrafia

La Figura 3.3 mostra le zone di affioramento dei diversi complesi tettonici che si trovano ad est dell’area di studio e dei principali terreni che costituiscono la pianura versiliese.

Figura 3.3 – Carta degli affioramenti dei diversi complessi tettonici

Legenda: 1) Unità Liguri s.l.; 2) Falda Toscana; 2°) Comples so Scaglia-Macigno; 2b) Formazioni mesozoiche prevalentemente carbonatiche; 3) Unità di Massa e delle Scaglie di Stazzema; 4) Unità della Pania Secca-Pania della Croce; 5) Autoctono Apuano; 5°) Copertura prevalentemente carbonatica; 5b) Basamento; 6) Principali faglie dirette;

7) Depositi quaternari

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Nel primo caso possiamo individuare alcune principali zone di affioramento, distinguendo in ordine di sovrapposizione dal basso verso l’alto,

le Unità Tettoniche:

- Autoctono Apuano - Parautoctono Apuano

- Unità della Pania Secca - Pania della Croce - Falda Toscana

- Unità Liguri

Sulla pianura versiliese, a causa di particolari situazioni climatiche e delle oscillazioni eustatiche cui è stata sottoposta nel Quaternario, affiorano in superficie i seguenti terreni:

a) Sabbie di duna costiera (s): sono depositi sabbiosi di origine prevalentemente eolica che formano una serie di dune, che si estendono su una intera fascia parallela alla linea di riva.

b) Alluvioni (a): sono depositi alluvionali attuali e recenti formati da ciottoli, ghiaie e sabbie, che si estendono ininterrottamente verso nord a partire dal Lago di Massaciuccoli. Si riconosce anche la presenza di coni di deiezione che sono il risultato di una massa di sedimenti più o meno grossolani deposti lungo il corso del Fiume Versilia, del Torrente Camaiore e del Fiume Serchio, nel Pleistocene e nell’Olocene.

c) Torba (t): affiora ad est di Viareggio nell’area di bonifica limitata ad occidente dalla sabbia di duna ed ad oriente dai rilievi circostanti. Le torbe si presentano per lo più allo stato di gel con un elevato contenuto in acqua, anche del 200%. In pratica sono torbe eutrofiche di pianura che si sono formate in condizione di clima temperato mediterraneo, circa 3000 anni fa e che poggiano su un deposito

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sabbioso superiormente eolico, inferiormente marino, databile a circa 5000 anni fa.

d) Limi e argille morbose (p): si tratta di depositi continentali composti da argille morbose e limi, localizzati su tutta la pianura centro-meridionale a partire dalla direttrice mare-monti dell’Aurelia fino a Montramito.

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