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Individuazione dei “punti vista” e delle “percezioni ambientali caratterizzanti”, loro tutela e valorizzazione anche attraverso opportune localizzazioni degli eventuali nuovi insediamenti e comunque mantenimento di una bassa densità insediativa.

I “punti di vista” e le “percezioni ambientali caratterizzanti” sono generalmente individuabili (salvo particolari approfondimenti da verificare con la redazione del R.U.) con i crinali principali e secondari, dove storicamente si sono insediati i principali borghi ed i maggiori insediamenti rurali (poderi storici), ed i coni di percezione visuale, identificati come ambiti di particolare pregio apprezzabili dal viaggiatore sia in posizione statica che dinamica.

Questi ambiti dovranno essere tutelati impedendo la formazione di nuovi insediamenti o la localizzazione di attrezzature tecnologiche che possano modificarne stabilmente la percezione.

Criteri di salvaguardia dei crinali e dei coni visuali.

Risulta evidente che oggetto della tutela deve essere non solo la conservazione degli scorci paesaggistici di particolare pregio estetico e/o culturale ma anche la loro ricostituzione, ove questi risultino compromessi.

Questo deve avvenire anche in correlazione con l’esigenza di assicurare l’accessibilità dei punti di vista.

La salvaguardia di queste due entità deve essere “attiva”, cioè deve consentire trasformazioni dei luoghi che non ne compromettano la conservazione e qualora necessario, deve essere accompagnata da misure di conservazione tali da mantenere inalterati gli aspetti significativi del paesaggio.

Lo scopo sarà quello di individuare una disciplina che sia in grado di armonizzare le esigenze economiche con quelle sociali e ambientali.

All’interno dei coni visuali sono consentiti esclusivamente gli interventi che non alterino le caratteristiche peculiari del luogo, la sua immagine paesaggistica e le prospettive panoramiche. A questo fine deve essere mantenuta la coerenza architettonica con gli altri edifici facenti parte della veduta, ed il rispetto dei materiali e delle finiture esterne che dovranno integrarsi con l’ambiente esterno. Sono inoltre tutelati (o ripristinati con progetti specifici) tutti quegli elementi che dall’analisi visuale risultano costituire fattori di “riconoscibilità”

(sistema irriguo, percorsi intrapoderali, elementi di naturalità diffusa).

Vengono inoltre tutelati quei coni visivi che abbiano la caratteristica di “punti di vista panoramici”.

I coni visivi saranno individuato nel corso della redazione del Regolamento urbanistico e nell’ambito della valutazione di incidenza di ogni intervento proposto.

A questo fine è fatto divieto di edificazione nelle aree di primo piano rispetto al punto di vista per 1000 m dal punto di osservazione(area di primo piano) se non a seguito di una precisa valutazione degli effetti ambientali dell’intervento ed a seguito di particolari misure progettuali tese a rendere “invisibile” dal punto di vista principale l’intervento stesso.

Particolare attenzione verrà posta alla cartellonistica pubblicitaria. In ogni caso come già detto nell’area di primo piano del cono visuale gli interventi dovranno essere sottoposti a valutazione di “incidenza visuale”.

Obiettivo principale della valutazione di incidenza visuale sarà la tutela del carattere identitario della “figura territoriale”che caratterizza il cono visuale attraverso una descrizione dei caratteri strutturanti e le regole di costruzione di lunga durata, cui attenersi per le trasformazioni. Poiché il paesaggio, soprattutto vasto e aperto non può essere museificato, occorrono regole di trasformazione che rispettino le invarianti e l’individualità della figura territoriale.

Particolare attenzione al quadro complessivo delle tradizioni, degli usi dei rapporti privati e pubblici in atto, delle colture sia esistenti che di previsione, con la contemporanea limitazione di interventi “incompatibili”

derivanti da attività legate alla introduzione di nuove tecnologie o presenze non autoctone che tendono inevitabilmente a trasferire culture e tradizioni differenti e talvolta contrastanti con quell’immagine che si tende a tutelare.

Difesa e recupero, valorizzazione e tutela delle produzioni tipiche.

Incentivo alla formazione di nuclei organizzati ed interrelati di turismo rurale, soprattutto se legati alla presenza di alcune attività agrituristiche, nuclei generalmente identificabili con i cosiddetti “alberghi di campagna”.

2.1 Per la risorsa “aria”

1 valutazione e controllo dell’eventuale inquinamento da radiazioni magnetiche non ionizzanti;

2 valutazione e controllo delle eventuali emissioni inquinanti;

3 valutazione e controllo dell’inquinamento acustico

2.2 Per la risorsa “acqua”

1 individuazione del modello standard dell’equilibrio idrogeologico e miglioramento della qualità delle acque sia superficiali che sorgive;

2 valutazione e descrizione della sostenibilità dei consumi idrici;

3 restauro, conservazione e potenziamento delle canalizzazioni agricole;

4 censimento e tutela dei pozzi e delle sorgenti, con formazione di aree di rispetto e di modalità di interazione con gli insediamenti e le azioni di pianificazione;

5 formazione e descrizione grafica delle fasce di rispetto dei corsi d’acqua principali;

2.3 Per la risorsa “suolo”

1 individuazione di un modello di regimazione delle acque superficiali e valutazione del rischio idraulico

2 valutazione e controllo dei fattori di pericolosità geomorfologica, idraulica e idrogeologica;

3 stabilizzazione dei versanti collinari;

4 verifica ed individuazione dei bacini di accumulo, delle casse di espansione, degli alvei, della regimazione delle acque;

5 valutazione, controllo ed eventuale integrazione degli sterri e riporti delle infrastrutture viarie;

6 valutazione, controllo ed eventuale integrazione di sottovie, stramazzi e botti;

7 valutazione, controllo ed eventuale integrazione di sbancamenti, scavi e reinterri;

8 valutazione, controllo ed eventuale integrazione dei sottoservizi urbani ed extraurbani.

9 valutazione, controllo ed eventuale limitazione in norma della impermeabilizzazione del suolo a seguito di nuove edificazioni

2.4 Per la risorsa “flora e fauna”

1 difesa e mantenimento del paesaggio agrario nella sua caratterizzazione del prevalente apparato forestale;

2 difesa, manutenzione e mantenimento del soprassuolo boschivo;

3 difesa della biodiversità;

2.5 Obiettivi legati alla individuazione delle “invarianti”

Si costituiscono come invarianti:

2.5.1 Il centro storico ed il nucleo storico composto dagli edifici presenti nel Catasto Leopoldino

al loro interno sono oggetto di particolare tutela, da sottoporre a verifica di congruità e corrispondenza al momento della redazione del Regolamento Urbanistico che dovrà verificarne lo stato e la consistenza, anche rispetto agli elenchi e alla catalogazione esistente e di progetto e dovrà puntualmente definire il tipo di intervento ammissibile:

1 i rapporti tra vuoti e pieni edilizi anche in riferimento ai rapporti tra gli spazi aperti ed edificati;

dovranno essere tutelati nella formazione del R.U. e negli altri atti normativi tutte quelle caratteristiche “visuali”, quegli scorci, quelle altezze di gronda, in sintesi tutti quegli elementi fisici che, comunemente e concordemente vengono individuati come le cause principali dell’”immagine” del centro storico;

2 i particolari architettonici sia che costituiscano elemento strutturale sia che appartengano alla scala formale e decorativa;

3 le emergenze storico – architettoniche;

4 le direttrici visive, i percorsi urbani sui tre assi planoaltimetrici;

5 i percorsi e le sistemazioni al suolo;

6 i rapporti di bilanciamento tra i nuclei edificati ed il paesaggio vicino.

7 il tessuto morfologico caratteristico

8 i rapporti tra gli edifici e le aree di pertinenza;

9 l’allineamento degli edifici con il fronte stradale;

10 gli elementi architettonici, formali, distributivi e strutturali degli edifici di pregio;

11 gli elementi architettonici decorativi e strutturali decorativi degli edifici di pregio;

2.5.2 gli edifici storici nel territorio extraurbano

quali le case rurali, le ville, i poderi e gli edifici specialistici, con la rispettiva area di pertinenza, che hanno caratterizzano la struttura insediativa agraria, che vedranno tutelati con necessaria verifica di congruità e corrispondenza al momento della redazione del Regolamento Urbanistico:

1 gli elementi architettonici, formali, distributivi e strutturali nonchè gli elementi decorativi;

2 le sistemazioni planoaltimetriche e le relative opere;

3 gli impianti arborei coerenti con il disegno di progetto originario;

4 i percorsi e le sistemazioni al suolo;

2.5.3 la trama dell’appoderamento

distinta tra quella consolidata nel tardo ‘800, avente come base la preesistenzea medievale e quella della riforma fondiaria stabilendosi per limite temporale ultimo della tutela l’anno 1952, entrambe elemento fondamentale per la determinazione ed il mantenimento della centralità del complesso del patrimonio storico e culturale inteso quale struttura portante dei valori e della memoria storica delle comunità; questa opera di tutela ha come obiettivo principale l’evitare trasformazioni e comportamenti estranei alla nostra cultura della città e del territorio e come obiettivi secondari la ricerca di un corretto rapporto tra la funzione residenziale e la funzione turistica e la migliore funzionalità socio - economica tra il nucleo residenziale, l’apparato produttivo non agricolo e quello eminentemente agricolo;

Il Regolamento Urbanistico dovrà verificarne lo stato e la consistenza, anche rispetto agli elenchi e alle schedature esistenti o di progetto, e dovrà puntualmente definire il tipo di intervento ammissibile.

2.5.4 le reti della viabilità storica

individuate nel catasto Leopoldino ed ancora presenti nel territorio comunale, da conservare in quanto costituiscono una trama di fondamentale importanza per la corretta lettura e fruizione del territorio, e mettono in relazione le varie aree del paesaggio agrario con le parti urbanizzate del comune.

Si dovrà tutelare anche con necessaria verifica di congruità e corrispondenza al momento della redazione del Regolamento Urbanistico:

l’insieme dei tracciati e la loro percorribilità;

i selciati realizzati con metodi tradizionali, le opere d’arte e tutti gli elementi di rilevanza storica architettonica.

2.5.5 i boschi

si dovranno tutelare anche con necessaria verifica di congruità e corrispondenza al momento della redazione del Regolamento Urbanistico:

1 la consistenza, la estensione e la biodiversità delle specie arboree;

2 la sistemazione del soprassuolo, la rete dei sentieri e la viabilità di servizio interna alle aree.

2.5.6 le aree di particolare pregio paesistico ambientale che definiscono l’intorno territoriale contiguo alle strutture urbane da salvaguardare in quanto nucleo storico

2.5.7 la trama di fiumi, torrenti e fossi costituente il reticolo idrografico principale e la loro pertinenza che contribuisce all’equilibrio complessivo del regime delle acque.

Sono da tutelare compatibilmente alle previsioni sovracomunali di sfruttamento della risorsa:

1 gli alvei ed i percorsi fluviali con particolare riguardo alle confluenze;

2 le opere di difesa idraulica compresi i relativi manufatti;

3 la vegetazione riparia.

Il Regolamento Urbanistico dovrà verificarne lo stato e la consistenza e dovrà definire il tipo di intervento ammissibile.

2.5.8 le aree interessate dalle previsioni di nuova viabilità comunale e sovracomunale, indispensabili alla risoluzione dei collegamenti principali all’interno del territorio comunale e con i comuni vicini.

I tracciati riportati negli elaborati grafici del Piano Strutturale sono indicativi e, pertanto, sono consentiti adeguamenti in sede di progetto esecutivo dell’opera.

A margine dell’ipotesi di tracciato è individuata una fascia di rispetto “progettuale” da considerare come invariante fino alla realizzazione materiale dell’adeguamento.

Premesso che gli adeguamenti saranno sempre di lieve entità e tali da non determinare sostanziali modifiche del tracciato individuato, sono da tutelare (fino alla realizzazione delle infrastrutture previste che sostituiranno come invariante la previsione del Piano Strutturale):

1 i tracciati della viabilità di progetto, intendendo per tracciato l’ambito territoriale all’interno del quale si potrà sviluppare l’intervento di nuova costruzione, di modifica o di ammodernamento; tale ambito avrà spessore variabile ed al suo interno non potranno essere realizzate opere che possano costituire una servitù o impedire l’attuazione della previsione;

2 le fasce di rispetto come individuate dal Codice della Strada.

3 Il Regolamento Urbanistico dovrà verificarne lo stato e la consistenza, anche rispetto agli elenchi e alle schedature esistenti o di progetto, e dovrà puntualmente definire il tipo di intervento

ammissibile.

2.5.9 i crinali principali e secondari ed i coni di percezione visuale

dove storicamente si sono insediati i principali borghi ed i maggiori insediamenti rurali (poderi storici), che dovranno essere tutelati impedendo la formazione di nuovi insediamenti o la localizzazione di attrezzature tecnologiche che possano modificarne stabilmente la percezione; sono fatti salvi gli ampliamenti agli insediamenti esistenti sottoposti a specifiche procedure di valutazione di impatto ambientale.

2.5.10 i geotipi,

intesi come aree dove la presenza di particolari formazioni geologiche inducono ad una azione di tutela che limiti, controlli e se necessario inibisca la loro modificazione, controllando il grado di antropizzazione e le caratteristiche degli interventi proposti

2.5.11 i pozzi

la cui realizzazione sarà disciplinata con il Regolamento Urbanistico anche sulla base delle classi di vulnerabilità delle falde definite negli elaborati del quadro conoscitivo di P.S.

2.5.12 le sorgenti

da considerare come fonti locali di approvvigionamento idrico devono essere tutelate rispetto a fenomeni di inquinamento della falda e modificazione dell’area di ricarica; l’Amministrazione comunale eseguirà un approfondimento di indagine finalizzata alla possibile realizzazione di piccole raccolte locali per l’utilizzazione di queste acque;

Il Regolamento Urbanistico dovrà verificarne lo stato e la consistenza e dovrà definire il tipo di intervento ammissibile

3 Strategie di ordine generale

3.1 Territorio insediato

Le strategie generali di norma (punto 5.0 e succ. delle Norme generali) prevedono:

3.1.1 la riqualificazione degli insediamenti;

ed in particolare:

1 per beni storico-culturali, ritenuti elementi di arricchimento dell’offerta territoriale. Le azioni ammesse coniugheranno il mantenimento, la riqualificazione, la valorizzazione e l’ottimizzazione della fruizione anche in termini di economia di mercato, purché secondo assunti di sviluppo sostenibile; tali azioni di riqualificazione introdurranno nel dettaglio del R.U. la conoscenza dei beni territoriali di interesse storico-culturale mediante classificazioni ed elenchi; gli elenchi delimiteranno gli elementi edificati per categorie di

beni indicandone il valore intrinseco ed il valore relazionale, dettando norme specifiche di tutela, disciplinando le forme di uso della risorsa, individuando perimetri di rispetto in relazione al valore del bene in sé, al rapporto morfologico con il paesaggio circostante ed ai criteri di visibilità; nel P.S. si avviano o si indicano iniziative di valorizzazione anche di natura sovracomunale (vedi i Programmi strategici);

2 per il recupero degli assetti territoriali degradati attraverso l’eventuale introduzione di una disciplina che contenga regole e incentivi, ivi inclusi contenuti aumenti di volume, per interventi di riqualificazione morfologica e riordino insediativo (demolizioni, interventi di ripristino, accorpamenti, ridimensionamento dei lotti etc.).

3 per la determinazione degli effetti di riqualificazione paesistico - ambientale indotti dagli interventi sul territorio rurale;

4 per lo sviluppo degli insediamenti artigianali e produttivi in genere, privilegiando le azioni di riqualificazione urbana, ristrutturazione e recupero degli impianti esistenti ove compatibili.

5 per dare, nell’ambito della industria turistica, una adeguata risposta alla segmentazione della moderna domanda e quindi fornire un'offerta integrata e specializzata per tipologia e prodotti tipici e nello stesso tempo idonea a favorire l'integrazione fra costa ed entroterra;

utilizzando le potenzialità e le risorse dell’entroterra collinare o pedemontano (turismo storico-culturale, naturalistico, rurale, termale, venatorio, escursionistico ecc.) per orientare e distribuire i flussi sull'intero territorio provinciale alleggerendo la costa.

3.1.2 il controllo e l’indirizzo dei processi insediativi lungo la viabilità definendone le nuove linee dell’eventuale sviluppo, indirizzato verso forme perpendicolari all’asse viario;

3.1.3 la riorganizzazione dei servizi valutandone la destinazione a scala locale e sovralocale, anche sulla base dell’analisi dei risultati del Piano di classificazione acustica del territorio;

3.1.4 il recupero e il completamento delle infrastrutture per la mobilità attraverso la razionalizzazione, il completamento, l’adeguamento funzionale e la caratterizzazione formale in chiave unitaria della maglia viaria; ma soprattutto attraverso il potenziamento e riorganizzazione del tratto viario tra la Triana e Baccinello oltre che ad un adeguato potenziamento del trasporto collettivo.

3.1.5 la tutela e la valorizzazione ambientale dei paesaggi agrari, fluviali e delle aree extraurbane degradate;

3.1.6 il ripristino e la interconnessione degli ecosistemi e della loro continuità territoriale (corridoi biologici, vie naturali, parchi delle confluenze);

3.1.7 il recupero ed il risanamento, la tutela e la valorizzazione delle aste dei fossi e dei torrenti (invariante del reticolo idrografico);

3.1.8 il controllo e la riduzione degli effetti indotti dall’impermeabilizzazione dei suoli;

3.1.9 riqualificazione delle parti urbane degradate o dimesse;

3.1.10 riqualificazione e integrazione degli spazi aperti (con incentivo al recupero a fini pubblici nell’ambito del soddisfacimento degli standards);

3.1.11 razionalizzazione della connessione tra le abitazioni, i servizi e le zone del terziario;

3.1.12 riorganizzazione e potenziamento del sistema dei servizi;

3.1.13 razionalizzazione del sistema della viabilità e formazione di un più efficiente sistema di parcheggi.

3.2 Ambito urbano consolidato art. 4.1 delle Norme Generali

Le strategie generali di norma prevedono:

3.2.1 recupero e la conservazione degli edifici esistenti

3.2.2 tutela degli aspetti esteriori, decorativi, delle caratteristiche costruttive e tipologiche degli edifici

3.2.3 recupero degli spazi urbani non edificati attraverso progetti specifici

3.2.4 gli interventi sugli edifici dovranno seguire una regola di intervento che privilegi il mantenimento della memoria storica e dei residui di originalità morfologica, anche attraverso incentivi al restauro ed al recupero per l’utilizzazione

3.2.5 trasformazione e riutilizzazione delle aree inutilizzate o libere seguendo la tendenza al completamento, con regole formali e tipologiche da approfondire nel Regolamento Urbanistico 3.2.6 riconversione delle aree caratterizzate dalla presenza di attività incompatibili con la

residenza

3.3 Ambito urbano da consolidare art. 4.2 delle Norme Generali

Le strategie generali di norma prevedono:

3.3.1 il regolamento urbanistico, determinerà gli specifici criteri di intervento sia qualitativi che quantitativi per il completamento nonchè per il ridisegno e la localizzazione degli standards;

3.3.2 gli interventi edilizi tenderanno alla tutela ed al mantenimento delle condizioni originali anche quando si debbano collegare ad esse nuove attività insediative in particolare quando connesse alla funzione residenziale e turistico ricettiva;

3.3.3 si dovrà prestare particolare attenzione al dettaglio della progettazione architettonica e degli spazi per standards;

3.4 Ambito urbano del recupero e della conservazione art. 4.3 delle Norme Generali

Le strategie generali di norma prevedono:

3.4.1 difesa e valorizzazione delle eventuali risorse agricole e dei sistemi irrigui tradizionali dai processi di degrado e trasformazione indotti dall’influenza urbana;

3.4.2 definizione e controllo della “fringe area” tra nucleo urbano e territorio aperto con la costituzione di una fascia di verde strutturato, da normare nel dettaglio del Regolamento urbanistico;

3.4.3 riduzione delle interazioni ed influenze degli sviluppi urbanistici e infrastrutturali sull’ambito agricolo;

3.4.4 trasformazione e recupero degli edifici esistenti in strutture turistico – ricettive e residenziali.

3.4.5 rinaturalizzazione generalizzata con l’introduzione di regole precise per l’uso;

3.5 Ambito urbano da trasformare Le strategie generali di norma prevedono:

3.51 il regolamento urbanistico, determinerà gli specifici criteri di intervento sia qualitativi che quantitativi (intendendo per quantitativi i dettagli contenuti nel dimensionamento complessivo del Piano Strutturale) per le espansioni nonchè per il ridisegno e la localizzazione degli standards;

3.52 si dovrà prestare particolare attenzione al dettaglio della progettazione architettonica e degli spazi per standards;

3.6 Attività produttive art. 5.2 delle Norme Generali

Le strategie generali di norma prevedono:

3.6.1 ricerca di ambiti destinati alla trasformazione ed alla espansione preliminarmente all’interno delle aree esistenti;

3.6.2 individuazione di interventi di completamento puntuali che saranno definiti dal Regolamento Urbanistico

3.6.3 ricerca di una particolare attenzione nella progettazione delle infrastrutture pubbliche e della viabilità, che tengano conto della necessità di movimentazione di mezzi di grandi dimensioni;

3.6.4 verifica della sostenibilità degli interventi attraverso lo studio del rapporto tra le aree produttive e gli spazi aperti e quelli già edificati

3.6.5 limitazione dei nuovi interventi a destinazione produttiva non agricola in ambito

extraurbano e costante valutazione della possibile sostituzione delle previsioni del vigente strumento urbanistico con destinazione produttiva con altre con destinazione residenziale.

Le eventuali modificazioni della destinazione d’uso dovranno sempre essere correlate con il

dimensionamento generale del Piano ed in esso ricomprese, inoltre la sostituzione delle previsioni con destinazione produttiva del vigente strumento urbanistico con altre a destinazione residenziale, è riferita alle previsioni confermate dal Piano Strutturale.

3.7 Territorio rurale

Le strategie generali di norma (punto 6.0 delle Norme tecniche generali) prevedono:

3.7.1 valorizzazione dei prodotti tipici anche favorendo attività agricole di tipo biologico;

3.7.2 mantenimento del sistema di canali e fossi e della vegetazione riparia;

3.7.3 ricostituzione della vegetazione riparia lungo gli impluvi;

3.7.4 mantenimento e incentivazione alla reintroduzione di siepi, alberature e macchie, per garantire la continuità ecologica e la biodiversità;

3.7.5 manutenzione delle aree fragili, delle scarpate e della relativa vegetazione di sostegno;

3.7.6 incentivazione dell’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica in fase preventiva nelle aree dove sono presenti indizi preliminari di denudazione o erosione del pendio;

3.7.7 reimpianto di boschi e macchie per favorire la stabilizzazione dei versanti;

3.7.8 incentivazioni per la realizzazione dei bacini di stoccaggio delle acque meteoriche con doppia funzione: contenimento dei prelievi dalla falda e allungamento dei tempi di convogliamento delle acque dal bacino imbrifero all’alveo principale in corrispondenza di eventi meteorici eccezionali.

3.7.9 incentivazione di forme integrative del reddito agricolo;

3.7.10 incentivazione e sostegno delle culture tradizionali e di forme integrative dell’attività agricola anche legate alla fruizione turistica;

3.7.11 manutenzione e miglioramento dei fondi stradali carrabili;

3.7.12 creazione di itinerari legati alle caratteristiche storiche, ambientali e culturali, con mete di degustazione di prodotti locali, in collegamento ad itinerari di livello sovracomunale;

3.7.13 inserimento dei percorsi esistenti negli itinerari turistici;

3.7.14 recupero dei percorsi sia storici che recenti esistenti e mantenimento dei loro fondi naturali.

3.7.15 localizzazione di strutture ricettive all’aria aperta quali campeggi, da posizionare nelle aree più stabili e ben servite dalla viabilità esistente.

3.7.16 collegamenti tra i vari ambiti del bacino idrogeologico;

3.7.17 realizzazione di strutture all’area aperta di sosta e servizio alla mobilità ed al tempo libero (tettoie in legno e sedute con ripari aperti sui lati, con pavimentazioni naturali e non impermeabili);

3.7.18 nelle aree boscate è consentita la realizzazione di spazi di sosta e la dotazione di piccole

3.7.18 nelle aree boscate è consentita la realizzazione di spazi di sosta e la dotazione di piccole

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