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TECNOLOGIA E TURISMO: STATO DELL’ARTE E LITERATURE REVIEW

3. I L M OBILE T OURISM

«Today every business is a digital business: non esiste comparto dell’economia in cui non sia presente qualche componente in formato digitale (o digitalizzabile) su cui costruire business model alternativi, con impatti spesso devastanti per le imprese incumbent» (Bertelè, 2014, p. IX).

Gli impatti devastanti che la digitalizzazione ha comportato in diversi settori dell’economia può essere paragonata al fenomeno della “Big Bang Disruption”, con il quale Downes e Nunes (2014) si riferiscono ad un nuovo tipo di innovazione così disruptive da mettere a repentaglio imprese consolidate nel giro di qualche mese o addirittura di qualche giorno. La rapidità e l’enorme impatto della Big Bang Disruption sono il risultato di tecnologie devastanti che entrano di continuo nel mercato con il vantaggio di essere migliori e più economiche delle precedenti. L’evoluzione del telefono cellulare rappresenta il classico esempio di Big Bang disruptor: da apparecchio utilizzato esclusivamente per effettuare telefonate e inviare sms, si è evoluto in un apparecchio sempre più “smart” che offre un insieme di funzionalità aggiuntive come giochi, creazione e fruizione di contenuti multimediali, ricezione ed invio delle e-mail, navigazione su Internet, messaggistica istantanea, etc. (CENSIS, 2015). Con costi piuttosto accessibili, lo smartphone si propone oggi come una soluzione unica e “a portata di mano”, in grado di sostituire diversi oggetti un tempo largamente presenti e utilizzati nella vita quotidiana, come rubriche, fotocamere, telecamere, cercapersone, orologi da polso, mappe, libri, giochi da viaggio, torce elettriche, telefono di casa, registratori tascabili, walkman, agende, sveglie, registratori di cassa, segreterie telefoniche, pagine gialle, portafogli, chiavi, frasari, radio, palmari, navigatori satellitari, telecomandi, sportelli delle compagnie aeree, quotidiani e riviste, servizi d’informazione sui numeri telefonici, agenzie di viaggio e di assicurazione, guide ai ristoranti, calcolatori tascabili (Downes, Nunes, 2014).

Lo smartphone è oggi:

«il medium con il quale siamo più spesso in contatto nel corso della giornata, ci si inganna il tempo durante le attese, offre sempre funzioni nuove da scoprire, è uno strumento per curiosare, informarsi e girovagare sui social network, ma spesso si

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rivela anche fondamentale per lavorare, scambiare dati e materiali, informarsi e comunicare, fare acquisti, oltre che telefonare» (CENSIS, 2015, p. 72).

La rapida diffusione degli smartphone, insieme ad altri dispositivi mobili come tablet e netbook, accompagnata dalla proliferazione delle mobile app, dallo sviluppo delle reti cellulari ultrabroadband (4G LTE) (attualmente coprono l’80% della popolazione italiana) e dalla crescita del numero di oggetti connessi alla rete mobile (almeno otto milioni) hanno creato il nuovo potente ecosistema della Mobile Economy. Secondo la ricerca dell’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano, la Mobile Economy nel 2014 valeva già l’1,65% del PIL nazionale, pari a 25,7 miliardi di euro. Si tratta di un’economia in crescita persino a rispetto ai servizi tradizionali della telefonia mobile e che viene sostenuta dagli investimenti dedicati alle reti 3G e 4G (+39% nel 2014). Si prevede che la Mobile Economy continuerà a crescere nei prossimi anni ad un tasso di crescita medio annuo pari al 14%, fino ad arrivare a valere 37 miliari di euro nel 2017, pari al 2,3% del PIL atteso (Politecnico di Milano, 2015). La crescita deriverà soprattutto alla spinta generata dall’utilizzo crescente di soluzioni di Mobile Commerce e Mobile Payment.

In Italia nel 2014:

- la penetrazione degli smartphone è arrivata al 61% della popolazione (soltanto il 28% nel 2012), contro il 71% di penetrazione negli Stati Uniti12.

- A fine 2014 si contano 35 milioni di smartphone (che si prevede arriveranno a 40 milioni a fine 2015) e 9,5 milioni di tablet (che si prevede supereranno i 10 milioni a fine 2015). Si prevede inoltre uno sviluppo considerevole del nascente mercato dei wearable devices.

- Oltre 3 milioni di app sono disponibili sugli Store.

- Gli utenti giornalieri di Internet da Mobile (18 milioni) hanno superato quelli da PC (meno di 13 milioni).

- Il tempo medio di navigazione giornaliera da Mobile (1 ora e 40 minuti) ha superato quello da PC (1 ora e 14 minuti).

Secondo Andrea Rangone, coordinatore degli Osservatori del Politecnico di Milano, i dispositivi mobili connessi alla Rete andranno rapidamente a recuperare quella larga

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fetta della popolazione che è rimasta analfabeta del Web, riducendo il digital divide13. Complice di questo processo è la “moda” degli smartphone e la facilità di accesso ai contenuti del Web proposta dalle applicazioni e dai social network14.

Ormai la tecnologia mobile condiziona inevitabilmente il comportamento delle persone, poiché essere sempre connessi, avere in ogni momento la possibilità di reperire informazioni in modo semplice e rapido tramite uno smartphone o un tablet, è diventato un elemento essenziale della vita quotidiana.

Il mobile sta profondamente trasformando anche il mondo dei viaggi. Attraverso il cellulare il viaggiatore accede ad un nuovo e mai visto universo esperienziale che per la prima volta lo vede coinvolto nell’istante preciso del suo viaggiare. I nuovi servizi intervengono esattamente in quella fase del viaggio fino a qualche tempo fa considerata nella sfera privata. Il vantaggio di essere realmente always on favorisce lo scambio immediato di informazioni e rende il viaggio un’esperienza ancora più forte.

Il mercato mobile del settore turismo è uno dei più sfruttati e a ragione: l’Osservatorio innovazione digitale nel turismo del Politecnico di Milano ha stimato che nel 2014 il mercato digitale del turismo in Italia ha prodotto un volume di affari pari a circa 9 miliardi di euro, cifra che include sia la spesa di incoming per i viaggi di stranieri in Italia, sia quella domestica, sia l’outgoing per i viaggi di italiani all’estero. Il 46% della spesa digitale è generato dal turismo domestico, in crescita dell’11%15.

13Secondo quanto dichiarato dall’AGCOM, l’Italia nel 2015 conferma una posizione di arretratezza

nell’indicatore di realizzazione della banda larga (2-20 Mbps) fissa sul territorio: a fronte di una infrastrutturazione in linea con la media europea, il livello di penetrazione si presenta più basso, con il 51% delle famiglie che hanno sottoscritto un abbonamento rispetto ad una media europea del 70%. Se per la banda larga il divario è accettabile, gli indicatori sulla banda ultralarga presentano un grado di arretratezza preoccupante rispetto all’Europa. L’Italia registra un livello di copertura del 36% contro il 68% dell’UE-28 e di conseguenza un digital divide doppio rispetto a quello europeo e con situazioni regionali che arrivano al 100% (ovvero totale assenza di reti a banda ultralarga). Tuttavia al contrario delle reti fisse di telecomunicazioni, l’Italia mostra un buon risultato nel mercato delle reti e servizi radiomobili. AGCOM: Relazione annuale 2015 sull’attività svolta e sui programmi di lavoro.

14http://vitadigitale.corriere.it/2013/07/09/litalia-pigra-recupera-il-digital-divide-con-lo-smartphone/ 15 http://www.osservatori.net/turismo

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