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Capitolo 2: La Guerra del Pacifico

2.5 Le operazioni militari in Cina e nel Sud-est asiatico 1937-1940

In realtà il piano del 1936, nonostante l’apparenza data dalla volontà di risolvere eventuali attriti tramite la diplomazia, si tradusse in un modo delle forze amate di

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stringere ancora di più il cerchio sul controllo dello stato. La sua scrittura era stata evidentemente influenzata dalle tensioni sociali di quel periodo, che vedevano un escalation di violenza dei circoli dei giovani militari, i quali pretendevano una politica che rivendicasse il ruolo internazionale del Giappone 192 . Questi chiedevano il rafforzamento del budget dell’esercito, l’abbandono totale delle posizioni pro-occidentali degli anni venti e l’affermazione della centralità giapponese in Asia. La giunta militare arrivò alla conclusione che, in un clima di tensione come quello successivo al tentato colpo di stato del febbraio 1936, un’azione sul continente coronata dal successo avrebbe potuto eliminare la tensione interna e portato vantaggi economici considerevoli193. Con questo pretesto, il Giappone prima del governo Hirota e poi del governo Konoe (il quale era influenzato ancora di più dai militari) dichiararono la volontà di stabilire un “Nuovo ordine” in Asia orientale. In novanta giorni, attraverso la politica difensiva che considerava fondamentale un veloce riarmo delle forze armate per supportare la protezione dello stato attraverso lo sforzo bellico, il governo e i militari posero sotto il loro controllo l’intero apparato industriale nazionale194

. Inoltre, ciò che il governo intendeva con “instaurare una forte relazione di amicizia con Manciukuò in Cina” era quello di stabilire una zona anticomunista e pro giapponese per assicurare l’approvvigionamento di materiale in caso di Guerra con l’Unione Sovietica. In questa visione difensiva generale, un controllo totale sulla Cina divenne fondamentale alla sicurezza sia interna che esterna del paese195.

Infine, attraverso l’articolo sul riarmo, i militari estesero il loro potere su tutto l’apparato industriale nazionale196

. Il piano di sviluppo industriale progettato per il Giappone Manciukuò aveva inoltre lo scopo di nutrire la macchina bellica giapponese in previsione non solo di una guerra contro la Russia, ma anche per completare i propri piani di espansione in Cina197.

Il pretesto per iniziare la guerra sul continente contro i cinesi si ebbe il 7 luglio del 1937, quando uno scontro a fuoco tra le truppe giapponesi e cinesi presso Pechino, si estese in numerosi combattimenti nelle settimane successive. 192 Lu (1996: 417). 193 Beasly (1963: 322). 194 Crowley (2015: 376). 195 Lu (1996: 416). 196 Drea (2009). 197 Harries (1991: 198).

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All’inizio non prevedeva una guerra su vasta scala, ma i militari, convinti di poter scatenare una veloce guerra totale contro la Cina, considerata più debole militarmente, e soprattutto politicamente disunita, decisero di inviare rinforzi sempre maggiori e ben presto il conflitto si estese in tutta la parte orientale del paese, dalla Mongolia interna sino a Shangai. All’inizio di agosto Tientsin e Pechino erano state occupate. I giapponesi, allora, attuarono i piani per una guerra lampo (in assenza di un piano strategico generale per una guerra totale) e cominciarono un’offensiva su vasta scala con lo scopo principale di far crollare il Kwomitang e instaurare un governo pro-giapponese e anticomunista. Nonostante l’occupazione di Nanchino, i duri bombardamenti sulle città cinesi ed il blocco completo imposto alle importazioni navali del paese, il Kwomitang non si arrese e si ritirò nell’entroterra dove incominciò una tenace resistenza a fianco dei comunisti in funzione anti giapponese. I piani per una guerra rapida di massimo sei mesi crollarono, e iniziò una guerra definita “coloniale” contro il Kwomitang. I motivi sono da ricercarsi nell’errata concezione della guerra lampo che i giapponesi avevano in mente: essi puntavano, di base, all’occupazione dei maggiori centri industriali del paesi, quasi tutti nella Cina Centro orientale e Sud Orientale, convinti che, privando i comunisti e i nazionalisti di Chang Kai Shek delle proprie risorse industriali, essi non avrebbero potuto portare avanti il conflitto per l’impossibilità di continuare a muovere la propria, debole macchina bellica198. Tuttavia, le aree rurali contadine nell’entroterra cinese, da cui l’industria dipendeva, rimasero in mano delle truppe nazionali cinesi, che in questo modo riuscirono a continuare a portare avanti i propri sforzi militari contro i giapponesi.

L’anno successivo il sogno dei giapponesi di conquistare la Cina in tre mesi si era ormai trasformato in tutto ciò che i militari avevano tentato di evitare: una guerra di logoramento su un fronte vastissimo che si estendeva da Pechino ad Hong Kong. Le offensive giapponesi del 1938 e del 1939 si risolsero in un nulla di fatto, e quando i cinesi sfondarono presso Suixian, Zaoyang, Changsha and Guangxi tra l’aprile e il settembre del 1939, i giapponesi subirono un importante battuta di

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arresto e la perdita di oltre 5, 000 soldati199. Dato che I cinesi, inoltre, nonostante gli sforzi, non avevano una capacità industriale alle spalle tale da permettere uno sfondamento del fronte che provocasse la ritirata dei giapponesi, la guerra entrò in una fase di stallo.

I vertici militari avevano già mobilitato trentaquattro delle quarantadue divisioni presenti in Cina e 600, 000 uomini dal 1937200. Le migliaia di vittime nel biennio 1937-1939 costrinsero Tōkyō ad imporre una nuova mobilitazione di massa che andava a toccare il 42.5 % della popolazione maschile posta nella seconda riserva dai 27 ai 40 anni201. Data l’alta età media dei nuovi coscritti che i giapponesi si trovarono costretti a mobilitare, e divenne chiaro ai vertici delle forze armate che continuare a portare avanti ad oltranza una guerra ce aveva dato ben pochi risultati sarebbe stato deleterio per la politica di espansione giapponese futura202. Nell’eventualità di una prossima guerra con la Russia, l’Esercito aveva il timore che lo spostamento di ulteriori divisioni al fronte con la Cina avrebbe potuto indebolire la posizione giapponese in Manciuria e rendere vulnerabile la Sfera di Sovranità ad un attacco sovietico. Inoltre, il conflitto, le atrocità che ne seguirono e le milioni di vittime civili cinesi che ne derivarono, provocarono proteste soprattutto dagli Stati Uniti, con i quali i rapporti cominciarono irrimediabilmente a deteriorarsi, che nel luglio 1939 si rifiutarono di rinnovare I trattati commerciali con il Giappone. Fu in questo periodo che cominciò a concretizzarsi la “politica dell’espansione a sud”, che sarà uno dei fattori scatenanti della guerra con Washington.

Nel luglio 1939 gli scontri con l’esercito sovietico presso Nomohan avevano causato 60, 000 vittime tra i soldati giapponesi e messo in evidenza la palese incapacità delle forze armate di far fronte ad un ipotetico scontro contro la Russia203. Questo, alla luce anche del patto Molotov –Ribbentrop tra la Germania e l’Unione Sovietica allo scoppio delle ostilità in Europa nel 1939, spinse il governo Konoe e i vertici delle forze armate a fermare le operazioni militari su vasta scala e cercare un nuovo approccio diplomatico. Questo era finalizzato ad estromettere la Cina dal resto del mondo e a formare alleanze in modo tale da prevenire che il Giappone si ritrovasse a combattere una coalizione da solo in caso

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McArthur Robert, Japanese Monograph, no. 71; p.76., 2013 http: //ibiblio.org/hyperwar/Japan/Monos 200 Drea (1998: 4884).

201 Drea (1998: 4901). 202 Beasly (1963: 324). 203

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di conflitto in Asia orientale204. I giapponesi iniziarono imponendo il blocco alle concessioni della Gran Betagna e della Francia sul suolo cinese (come ad esempio Tientsin), e crearono lo stato fantoccio della Repubblica di Nanchino. Nel 1940, il governo Konoe si avvicinò alla Germania nazista in cerca di un accordo che permettesse al Giappone di iniziare la “Politica dell’espansione a Sud” (南進 論 Nanshin-ron) postulata nella “National defense Policy” del 1936. I giapponesi consideravano la sconfitta della Francia nel 1940 e un’ipotetica caduta della Gran Bretagna ad opera dei tedeschi un’occasione irripetibile205

. La sconfitta dei due paesi avrebbe lasciato scoperte e indifese le colonie nell’Indocina e in India, che sommata alla caduta del governo Olandese a seguito dell’occupazione, avrebbe permesso ai giapponesi di agire su tutta l’area del Sud est asiatico. Attraverso gli accordi con la Germania, il Giappone avrebbe potuto muoversi nel Sud est asiatico e incominciare a costituire un nuovo ordine in Asia orientale. Questo, non avrebbe portato solo vantaggi economici al Giappone, ma soprattutto tattici e strategici. I vertici dell’Esercito erano convinti che per la fine delle ostilità nella logorante guerra contro la Cina, l’occupazione di quell’area era fondamentale. Completando l’isolamento della Cina, si sarebbe costretto alle truppe cinesi di arrendersi per fame e mancanza di rifornimenti. Inoltre, stabilire basi in Indocina permetteva anche di ottenere un importante vantaggio strategico sulle Filippine, con la possibilità di attaccare le basi americane in caso di conflitto da Nord (Taiwan), Est (Micronesia) e Ovest (Indocina)206.

2.6 L’occupazione del Tonchino e la rottura delle relazioni diplomatiche con gli