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1. Fattori di instabilità del mercato

L u fficio d el Vicariato, com e m olti altri tribu nali d i antico regim e, contribu iva in d iversi

m od i a garantire la sicu rezza d egli abitanti d i Torino e la stabilità d el m ercato sop rattu tto

annonario, m a non solo. La p ianificazione d i u na p olitica d egli ap p rovvigionam enti

alim entari, la regolam entazione d ei m ercati cittad ini, la m anu tenzione e la p u lizia d elle

strad e insiem e ad altre op ere p u bbliche, l am m inistrazione d ei m u lini d ella città, l attività

di tribunale a garanzia del rispetto degli accordi commerciali erano alcuni tra i modi in cui

l u fficio interveniva sul mercato per imprimergli maggiore stabilità.

Diversi erano i fattori che p otevano rend ere p iù incerti i rap p orti com m erciali, a p artire

d all inad egu atezza d ella certificazione, scarsa e sp esso non form alizzata, che com e si è

visto veniva integrata p rop rio con il ricorso al tribu nale. Ma non solo. Altri elem enti,

costitu tivi d ell am biente in cu i si svolgevano le transazioni com m erciali, p otevano

contribu ire a rend ere incerto e insicu ro il m ercato. Il rischio insito negli scam bi che si

basano su l cred ito, com e abbiam o visto, p u ò essere contenu to grazie ad u na ad egu ata

certificazione e all acqu isizione d i inform azioni su lla m erce e su lla controp arte d i u no

scam bio. Si è già trattato il p roblem a d ella certificazione; resta d a interrogarsi su l grad o d i

efficienza d ella circolazione d elle inform azioni, e p er farlo è u tile osservare l am biente in

cui queste informazioni vengono acquisite e trasmesse.

Dalle carte d el Vicariato em erge l im m agine d i u n m ercato torinese m olto ap erto, in cu i

circolavano beni e persone p rovenienti d all esterno, d al territorio d i Torino e d el Piem onte,

natu ralm ente, m a anche d a regioni p iù lontane. N ei giorni d i m ercato la città si p rep arava

ad accogliere carri d i m erci p rovenienti d alla riviera ligu re, d alle p rovince p iem ontesi e

d alle regioni lim itrofe, cond otte su lle d iverse p iazze second o p ercorsi stabiliti d al vicario.

Alcu ni com m ercianti occu p avano su lle p iazze d el m ercato u n qu ad ro assegnato e affittato

p er u n p eriod o d i tem p o p iù o m eno lu ngo: qu esti banchi venivano d i solito concessi in

u so a vend itori o società locali che garantivano così la loro p resenza costante e u na certa

Moltissim i erano invece qu ei vend itori che avevano con la città e con la su a p op olazione

u n rap p orto d i u no o p ochi giorni, rinnovato m agari nel tem p o, m a senza che qu esto

necessariam ente si trad u cesse in u n legam e costante. La m obilità lavorativa si som m ava ai

frequ enti sp ostam enti su l territorio e insiem e rend evano qu esta p arte d i p op olazione

difficilm ente id entificabile e rep eribile: le inform azioni su qu esti com m ercianti erano

destinate a restare parziali. Si pensi, ad esempio, a quei venditori di vino, la maggior parte,

che non disponevano di un magazzino o di una rivendita di vino in città e che portavano il

loro p rod otto su lla p iazza d ella Cittad ella p er vend erlo su l m ercato. Analizzand o le

ord inanze civili se ne sono incontrati tanti, chiam ati d i fronte al vicario p er risp ond ere

d ell accu sa d i aver vend u to m erce scad ente o giu nti d i p rop ria iniziativa a richied ere il

p agam ento d i conti arretrati. N ei p eriod i p resi in consid erazione tra il 1725 e il 1732184,

com p aiono d i fronte al vicario circa settanta vend itori d i vino: la qu asi totalità viene

registrata nei libri d elle ord inanze civili u na sola volta, m entre solo d u e d i loro com p aiono

nei volu m i d i anni d iversi. Uno d i qu esti è Giovanni Berra, com p arso d i fronte al vicario il

7 ottobre d el 1727 p er sollecitare il p agam ento d i £ 18 d i vino acqu istato d a Gio Parasole

nel m aggio d ell anno p reced ente. Lo stesso Gio Berra si p resentò nell u fficio d el vicario il

19 d icem bre d el 1730 p er p erfezionare gli accord i stretti con il signor Carena in m erito al

ritiro e al p agam ento d i u na p artita d i vino. L altro caso rigu ard a Gasp are Calloso,

com p arso d i fronte al vicario l 11 agosto d el 1730 p er ottenere il p agam ento d i u n d ebito

contratto d al signor Voland rina nell acqu isto d i vino;. Gasp are Calloso farà d i nu ovo

ricorso allo stesso tribu nale p er ved ersi sod d isfatto d a Francesco Bu ssolino d el p agam ento

d i £ 46 p er il vino acqu istato d u rante il carnevale d ello stesso anno. A p arte qu esti d u e

casi, gli altri vend itori d i vino com p aiono u na sola volta nei registri d elle ord inanze civili

o, qu and o p resentano p iù d i u na istanza al vicario, lo fanno nell arco d ello stesso anno o,

addirittura, dello stesso mese.

Da qu esti d ati emerge, quindi, l im m agine d i u n m ercato d el vino p op olato d a u na

m oltitu d ine d i vend itori che in m olti casi si avvicend ano p er p eriod i d i tem p o

generalm ente brevi e che d anno vita, qu ind i, a rap p orti com m erciali d iscontinu i. La

m ancanza d i continu ità negli scam bi genera inevitabilm ente incertezza: in cond izioni

sim ili è d ifficile procurarsi inform azioni su i vend itori e su lla m erce; inoltre, in caso d i

fallim ento d egli accord i, au m enta il rischio d i non ottenere u n risarcim ento. Second o la

teoria dei giochi, per utilizzare un paradigma economico, quando il gioco (in questo caso il

rap p orto com m erciale) non viene rip etu to, qu and o non si p osseggono su fficienti

inform azioni su lla controp arte e qu and o p artecip ano nu m erosi giocatori (o vend itori e

acqu irenti) il com p ortam ento p iù frequ ente è qu ello che ricalca atteggiam enti non

coop erativi, che non favoriscono qu ind i il risp etto d egli accord i. La situ azione d el m ercato

d el vino d i Torino, second o i d ati a d isp osizione, pare rispondere a qu este caratteristiche e

sembra essere quindi contrassegnato da un elevato livello di rischio.

In effetti qu esto asp etto veniva tenu to in consid erazione anche d alle au torità nel m om ento

in cu i non veniva risp ettato u n accord o com m erciale che coinvolgeva u n abitante d i

Torino e u n forestiero. Ancora u na volta i registri d elle ord inanze civili offrono esem p i

espliciti. Il 9 ottobre d el 1727 nell u fficio d el vicario si d iscu sse u na cau sa sim ile a m olte

altre: Agostino Montad o, che non aveva p agato u n conto arretrato all osteria d i Matteo

Caraglio, venne chiam ato a chiarire la su a p osizione d i fronte al tribu nale d el Vicario. Il

convenu to am m ise il p rop rio d ebito d i venti lire che d oveva essere sald ato entro cinqu e

giorni m a, d ietro richiesta d ella controp arte p er trattarsi d i p ersona forastiera si m and a

sequestrarsi [...] in od io d i d etto Montad o u na d elle su e bestie m u llattine ap p o l hoste

Favetto p er cau ttella d i d etta som m a 185. Allo stesso m od o, qu and o nel d icem bre d el 1730

Antonio Viarisio d om and a al signor Rolland o il p agam ento d i lire 28 p er d u e carre d i vino

vend u te nell agosto d ello stesso anno, l assessore Cassinis d isp ose che Rolland o p aghi a

d etto Viarisio com e p ersona forestiera fra u n giorno p rossim o 186. Com e si ved e d a qu esti

esem p i, la m obilità d ella p op olazione e la d ifficoltà a segu irne gli sp ostam enti p otevano

essere consid erati d ei fattori d i rischio in u n accord o com m erciale, sp ingend o le au torità a

ricorrere ad alcuni accorgimenti per garantire i diritti del creditore.

185 Ibid., f. 509

Le cau se che ved evano contrap p orsi abitanti d i lu oghi d iversi p otevano natu ralm ente

com p licarsi p er la m ancanza d i inform azioni non solo su lla controp arte, m a anche su lla

m erce acqu istata, com e m ostra u n altro ep isod io. N ella qu aresim a d el 1727 Batta Belm ont

aveva acqu istato all osteria d el Gam ellotto d a Giu sep p e Cod a qu attro barili d i

inchiode 187 e u na p ezza d i tela p er 40 lire. I d u e avevano già conclu so altri scam bi e tra

loro p robabilm ente si era instau rato u n rap p orto d i recip roca fid u cia tanto che il vend itore

Cod a accord ò u na d ilazione d el p agam ento a Belm ont, che, d a p arte su a, non controllò la

m erce acqu istata finché non fu tornato ad Ivrea. Diversi m esi d op o, il 9 ottobre, Giu sep p e

Cod a convocò d i fronte al vicario Batta Belm ont p er sollecitare il p agam ento d elle 40 lire

concordate. Il debitore non contestò la somma dovuta, ma si lamentò di aver ritirato merce

d i qu alità inferiore alle su e asp ettative: sostenne infatti d i aver accom p rato d etti qu attro

barili inchiod e p u rchè fossero d ell istessa qu alità e bontà d altri d u e barili avanti anche

vend u tili qu ali inchiod e d i d etti qu attro barili si sono ritrovate d i m inore qu alità d i qu elle

d i d etti d u e barili p er essere Anchiocini, e non inchiod e 188. Su qu esto p u nto Giu sep p e

Cod a non era d accord o, essend o certo d i avergli vend u to sem p re la stessa qu alità d i

m erce. Ma non avend o tem p o p er segu ire qu esta cau sa, il giorno stesso nom inò su o

cu gino Felice in veste d i p rocu ratore e lo incaricò d i occu p arsi d ella faccend a. Qu ind ici

giorni p iù tard i, il 24 ottobre, le p arti si p resentarono nu ovam ente d i fronte all assessore

Cassinis: Batta Belm ont p rod u sse u na scrittu ra, ossia attestazioni m anu alm ente

sottoscritte Ru letto segretario 189 (non viene sp ecificato altro, m a p robabilm ente si tratta

d el segretario d el giu d ice d i qu ella città) com e p rova d ella d iversa qu alità d elle inchiod e

vend u te. La controp arte rep licò che la scrittu ra d i p er sé non p oteva essere accolta p erché

non se ne p oteva constatare l au tenticità, e che il cliente avrebbe d ovu to controllare la

m erce al m om ento d ell acqu isto, p rim a d i trasp ortarla fuori città. Batta Belmont offrì il suo

giu ram ento e l assessore convocò le p arti nel m ese su ccessivo p er accogliere la nu ova

p rova e giu ngere ad u na conclu sione. Pu rtrop p o non sono stati rintracciati i verbali d elle

187p robabilm ente si tratta d i acciu ghe: all osteria d el Gam ellotto, infatti, venivano vend u ti p rod otti d ella

riviera ligure. Inoltre la radice comune con il francese anchois e lo spagnolo anchoa farebbe pensare proprio a questo prodotto ittico.

188 Ibid., vol. 9 (1727), f. 507 189 Ibid., f. 538

sed u te su ccessive, m a qu ello che qu i interessa m ostrare non è tanto l esito d ella vicend a,

quanto la componente di rischio che la mobilità della popolazione introduce negli scambi.

Oltre al fattore d i rischio, la d istanza geografica p oneva anche altre d ifficoltà nelle

relazioni com m erciali sia ai vend itori sia agli acqu irenti: i p rod otti viaggiavano con

lentezza e gli sp ostam enti d elle p ersone erano p iu ttosto costosi. N e sono u n altro ottim o

esem p io, già analizzato in p reced enza, i testim oniali d i p rotesta richiesti al vicario d a

qu anti d ovevano p ortarsi a Torino p er sollecitare d i fronte al tribu nale il p agam ento d i

conti arretrati: alla p arte lesa sarebbero state riconosciu te anche le sp ese d el viaggio e d el

soggiorno in città.

2. Mobilità e identità

L attrazione esercitata d alla città su gli stranieri veniva consid erata d a p iù p arti com e u n

elem ento che oltre ad alim entare con m erci e scam bi il m ercato, ne p oteva anche

com p rom ettere la stabilità e la sicu rezza. La legislazione m ostrava u na certa attenzione e

sensibilità ai p roblem i legati alla p resenza d i forestieri in città. A su scitare p reoccu p azione

non era tanto la qu estione d ell integrazione nel tessu to sociale u rbano d i forestieri che

d ecid evano d i vivere e lavorare stabilm ente a Torino, qu anto la d ifficoltà d i osservare con

costanza e id entificare con certezza la p arte d i p op olazione p iù m obile, che con la città

intratteneva rapporti non continuativi.

2.1. Migrazione e mobilità

A qu esto p rop osito è u tile chiarire cosa si intend a p er straniero in u na società d i ancien

régime. In realtà p er d elineare la fisionom ia d el forestiero è p iù corretto d arne u n a

d efinizione negativa, accogliend o qu ella p rop osta d a John Gillissen: est étranger celu i qu i

ne fait p as p artie d u grou p e socialp olitiqu e p ar rap p ort au qu el son statu t est envisagé 190.

La cond izione d i forestiero si d efinisce d u nqu e a p artire d a u na negazione, d all esclu sione

d ell ind ivid u o d a u n corp o sociale sp ecifico, che nella Torino d el Settecento è

190J. Gilissen, Le statut des étrangers, à la lumière de l histoire comparative, in L étranger. Recueils de la société Jean

rap p resentato d alla cittad inanza. Attraverso qu esta veniva attribu ita all ind ivid u o u na

serie d i p rerogative d i ord ine giu rid ico, p olitico ed econom ico che a Torino si trad u ceva

nella possibile assunzione di cariche pubbliche, nell esenzione d a alcu ni oneri fiscali (com e

il tasso e i carichi p ersonali), come d all obbligo d egli alloggiam enti m ilitari e d elle gu ard ie

alle p orte d ella città. In cam p o giu d iziario i cittad ini torinesi god evano d i altri p rivilegi:

non p otevano essere arrestati p er d ebiti civili e non p otevano su bire p ene corp orali. Per

ottenere qu esto statu s p rivilegiato era necessario corrisp ond ere ad alcu ni requ isiti: qu ello

d ella resid enza stabile, p er com inciare, era consid erata u na cond izione ind isp ensabile. Lo

era a Torino come in molte altre città italiane ed europee, insieme al pagamento dei carichi

u rbani e al p ossesso im m obiliare a garanzia d i u na certa stabilità abitativa. A p rim a vista

p oco significative, le p rescrizioni d ella resid enza, d ella p rop rietà e d el p agam ento d ei

carichi, d isegnano u n p rincip io in realtà m olto forte: l id ea che la cittad inanza sia legata

alla cap acità d i assolvere a u n contratto sociale, d i far p arte d i u n tessu to d i relazioni 191. È

u na cond izione che ap p artiene p iù all am bito d ella p ratica che alla sfera d el d iritto. N asce

d alla p rogressiva conoscenza d elle consu etu d ini locali, d alla frequ entazione ininterrotta d i

lu oghi e p ersone, d all esp erienza qu otid iana d ella città: u na cittad inanza esp erita d i fatto,

che consiste nel p atrim onio d i legam i che rad icano gli ind ivid u i in reti d i relazioni e

sanciscono ap p artenenze, così com e nel bagaglio d i com p etenze 192. N on è tanto, o non

solo, un diritto da acquisire, ma il risultato di una pratica che segna il legame con il tessuto

sociale e p olitico u rbano. Così la cittad inanza si esp erim enta, si cond ivid e, e d iviene solo

il riconoscim ento [...] d i u no stato d i fatto già esp erito p ienam ente 193.

Il forestiero è colu i che p rop rio a cau sa d ella su a m obilità194 e d ella su a resid enza in città

lim itata nel tem p o non è in grad o d i costru ire u na rete d i relazioni sociali stabili in loco. Il

forestiero è tale non tanto in virtù d ella su a origine geografica, qu anto a cau sa d ella su a

191 S. Cerutti, Giustizia e località a Torino in età moderna: una ricerca in corso, in Qu ad erni storici n°89, (1995),

pag. 452. Sul tema della cittadinanza vedi anche P. Costa, Civitas. Storia della cittadinanza in Europa, Roma Bari, 1999, in particolare vol. I, Dalla civiltà comunale al Settecento

192 S. Feci, Cambiare città, cambiare norme, cambiare le norme. Circolazione di uomini e donne e trasformazione delle

regole in antico regime, in A. Arru, F. Ramella, L Italia delle migrazioni interne. Donne, uomini, mobilità in età moderna e contemporanea, Roma, 2003, pag. 15

193 Ibid., pag. 13

194 Per un resoconto sulla storiografia recente in materia vedi L. Fontaine, Gli studi sulla mobilità in Europa

iscrizione im p erfetta nella città 195. L isolam ento e l estraneità d al tessu to u rbano d el

forestiero d erivano sop rattu tto d alla su a m obilità. La d istanza d al p aese d i origine,

l esp erienza d ell im m igrazione non d eterm inano d efinitivam ente la cond izione d i

forestiero, che si m isu ra sop rattu tto su l grad o d i rad icam ento d ell ind ivid u o in città. Così

sono stranieri coloro che risied ono tem p oraneam ente e sp orad icam ente in città, m a sono

e restano tali nella m isu ra in cu i conservano legam i con il lu ogo d i origine. L id entità d i

forestiero, insom m a, è agita non solo qu and o si d enu ncia la m ancanza d i conoscenze e la

p rop ria m arginalità lad d ove si risied e, m a anche qu and o (e sop rattu tto fino a qu and o) si

d à visibilità agli elem enti reali o p ersonali che im p ed iscono d i m atu rare la sep arazione d al

lu ogo d a cu i si p roviene o p roviene la p rop ria ascend enza 196. Anche il m antenim ento d i

legami conil p aese d origine p u ò com p licare il p rocesso d i integrazione in città.

Prop rio p erchè l ap p artenenza o l estraneità al tessuto sociale cittadino sono prima di tutto

legate ad u na p ratica ind ivid u ale, va d a sé che esistano d iverse esp erienze d ella

cittadinanza e sop rattu tto d iverse cond izioni d i forestiero. Ciascu n ind ivid u o o ciascu na

fam iglia che d ecid eva d i abband onare tem p oraneam ente o d efinitivam ente il p aese

d origine p er p ortarsi in città e sfru ttarne le risorse rap p resentavano u n caso p articolare

difficilm ente ricond u cibile a norm e generali197. I p ercorsi ind ivid u ali e fam igliari in città

erano segnati d al contesto sociale d i p rovenienza, d alle asp ettative che avevano stim olato

la p artenza, d all op p ortu nità e cap acità d i creare u n tessu to d i relazioni sociali.

L eterogeneità d ella cond izione d egli stranieri veniva riconosciu ta d alle stesse au torità che

p reved evano statu ti giu rid ici e cond izioni fiscali d iversificati. Basti evocare l esem p io d el

p ellegrino, a cu i erano riconosciu ti d eterm inati p rivilegi, e p aragonarlo ad altre id entità

mobili, com e i m ercanti, i sold ati, i m end icanti p er rend ersi conto qu anto la categoria d i

forestiero comprendesse forme e gradi di estraneità diversi198.

195 S. Cerutti, Giustizia e località, cit., pag. 452

196 S. Feci, Cambiare città, cambiare norme, cambiare le norme, cit., pag. 15

197La stessa m oltep licità d i p ercorsi ind ivid u ali che costitu iscono l im m igrazione a Torino è stata ricostruita,

in relazioni ad altri anni, da M. Gribaudi, Mondo operaio e mito operaio. Spazi e percorsi sociali a Torino nel primo Novecento, Torino, 1987

198L eterogeneità d elle cond izioni che contrad d istingu e la categoria d ei forestieri era contemplata e

riconosciuta giuridicamente. Per fare un esempio, nella dottrina giuridica medievale, Baldo degli Ubaldi crea la d istinzione tra la peregrinatio optima dei pellegrini, quella melior degli scolari e la bona dei mercanti

Sono orm ai d a tem p o riconosciu ti e stu d iati i m ovim enti d ella p op olazioni che

attraversarono le società d i antico regim e, p er m olto tem p o erroneam ente consid erate

statiche: m ovim enti che si svilu p p avano sop rattu tto all interno d i u no stesso territorio199.

N el casi d el Piem onte sabau d o, com e ha m ostrato Giovanni Levi, la crescita d em ografica

che Torino conobbe nella p rim a m età d el Settecento fu notevolm ente alim entata

d all im m igrazione d i u om ini e d onne p rovenienti sop rattu tto d all interno d el Regno, e in

p articolare d alle cam p agne d elle terre che com p ongono lo stato d i qu a d ai m onti . Il

m ovim ento coinvolse in nu m ero m aggiore gli u om ini, che p erò con m eno frequ enza si

radicavano in città, m entre le d onne m eno rap p resentate tra i forestieri, si ferm avano p iù

facilm ente a Torino. La cap itale è qu ind i p ercorsa e coinvolta nei m ovim enti d i ind ivid u i

p rovenienti sop rattu tto d a d iverse p arti d el regno, m a non è tanto l em igrazione d efinitiva

a caratterizzare la p op olazione d i ancien régime, qu anto la p red om inanza d ei m ovim enti

che p reved ono ilritorno alle com u nità d i origine. Molto spesso le assenze d alle com u nità

ru rali sono stagionali e p eriod iche e hanno, com e loro carattere fond am entale, u n legam e

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