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L'Organic Foods Production Act 39

2. ORGANIC FOOD: CONCETTO E DISCIPLINA 27

2.4   Atti legislativi rilevanti in materia nel contesto normativo

2.4.1   L'Organic Foods Production Act 39

 

Nel 1990 il Congresso approvò la legge Organic Food Production Act (OFPA) la quale aveva tre obiettivi: stabilire delle norme nazionali per la commercializzazione di alimenti biologici, garantire ai consumatori che i prodotti biologici ottenuti con metodi di produzione biologica rispettassero degli standard coerenti, facilitare il commercio interstatale di alimenti biologici freschi o lavorati. L’OFPA non offre una definizione di organic, ma lascia aperta la questione alla futura regolamentazione da parte dell’United States Department of Agriculture. L’OFPA detta le linee guida che dovranno essere rispettate dall’USDA nella stesura dei propri regolamenti in materia. Le linee guida dettate dall’Organic Food Protection Act prevedono che gli alimenti debbano essere prodotti e trattati senza l’uso di sostanze chimiche di sintesi64, che il cibo non debba essere stato prodotto in un terreno al quale siano state somministrate sostanze proibite65, tra cui sostanze chimiche di sintesi66, che i cibi debbano essere prodotti e trattati in conformità di un “organic plan” approvato da parte dello stesso produttore che si occupa di trattare i prodotti e da parte del soggetto certificatore67. L’OFPA affida, inoltre, all’USDA il compito di stilare un elenco di sostanze chimiche di sintesi consentite nelle produzioni biologiche e un limite massimo di pesticidi residui che possano trovarsi

in un prodotto biologico68. L’atto normativo in analisi ha previsto anche l’istituzione del National

Organic Standard Board (NOSB) che ha assunto funzioni di comitato consultivo69. Lo stesso OFPA ha previsto che il NOSB dovesse essere costituito da quattro agricoltori biologici, due soggetti impegnati nel campo della trasformazione dei prodotti biologici, tre ambientalisti, due soggetti che tutelassero l’interesse dei consumatori, uno scienziato e un agente di certificazione. È prevista anche la nomina di un ulteriore                                                                                                                

64 7 U.S. Code Chapter 94 - Organic Certification, National standards for organic

production (1).

https://www.law.cornell.edu/uscode/text/7/chapter-94

65 Le sostanze proibite non devono essere state somministrate nei tre anni precedenti. 66 7 U.S. Code Chapter 94 - Organic Certification, National standards for organic

production (2).

https://www.law.cornell.edu/

67 7 U.S. Code Chapter 94 - Organic Certification, National standards for organic

production (3).

https://www.law.cornell.edu/

68 Ciò è contenuto nella subpart G del National Organic Program denominata

“Administrative”.

69 National Organic Standards Board (NOSB)

membro del NOSB in seguito alla messa a punto degli standard. La funzione principale, affidata al NOSB, è quella di fornire delle raccomandazioni all’USDA su quali sostanze, come pesticidi e fertilizzanti, dovrebbero essere consentite nella produzione di prodotti biologici; nel fare ciò il NOSB deve tenere conto dei possibili effetti negativi che le sostanze in considerazione potrebbero avere sull’uomo e sull’ambiente. Gli standard previsti dall’OFPA si concentrano fondamentalmente sui metodi di lavorazione e di produzione e non sulla qualità del prodotto finale. L’OFPA richiede che tutti i prodotti etichettati come biologici vengano prodotti da aziende agricole biologiche certificate nelle quali siano poste in essere solo operazioni certificate e che rispondano ai canoni stabiliti ai fini di ottenere la certificazione dell’USDA. L’OFPA prevede che l’organo di certificazione possa essere un soggetto privato o un piano statale di certificazione. I piccoli agricoltori o quelli con un fatturato lordo annuo, per i prodotti biologici inferiore a 5.000 $ non sono tenuti a rispettare la disciplina dettata dall’OFPA. L’atto normativo in considerazione è nato con l’obiettivo di fornire dei parametri normativi federali che fossero in grado di conferire uniformità alla materia della certificazione biologica, ma ha lasciato anche uno spazio agli Stati perché potessero continuare a perseguire i loro interessi. Da ciò si desume che l’OFPA non abbia esercitato in modo assoluto il diritto di “federal preemption”. L’OFPA riflette l’ambivalenza del Congresso circa la portata della regolamentazione federale desiderabile. Da un lato, infatti, il Congresso si rende conto del bisogno che i singoli Stati hanno di perseguire le loro esigenze, ma dall’altro, si rende anche conto che, consentire la permanenza di standard diversi da Stato a Stato, non agevola in alcun modo il commercio interstatale. In ragione di quanto detto l’OFPA impedisce l’uso dell’indicazione biologica sulle etichette in caso di assenza di conformità agli standard federali, ma permette ai singoli Stati di possedere il proprio marchio approvato dall’USDA il quale può accompagnare l’etichetta federale. Il marchio statale deve essere più rigoroso rispetto a quello federale. Nonostante il Congresso abbia conferito all’USDA l’autorità in materia di etichettatura di prodotti biologici, la FDA conserva la propria giurisdizione su ogni altro aspetto dell’etichettatura di questi alimenti perché molti cibi biologici rientrano nella definizione di cibo data dal Federal Food Drug and Cosmetic Act. Inoltre l’OFPA non sostituisce l’autorità dell’USDA in materia di carni e pollame e nemmeno l’autorità dell’Environmental Protection Agency. Anche se l’OFPA stabilisce norme a livello nazionale, disciplinanti la commercializzazione degli alimenti biologici, il Federal Trade Commission non ha perso la propria autorità in materia di pubblicità dei cibi. Il NOSB si è mosso con molta cautela, evitando di rilasciare le raccomandazioni, fino al 1994, ma tra il 1994 e il 1996 il NOSB si è espresso con delle raccomandazioni su ogni aspetto dei regolamenti promulgati sui prodotti biologici. Nonostante le raccomandazioni del

NOSB non fossero vincolanti per l’USDA la stessa riportò molte di queste nella regolamentazione finale. Quanto detto è accaduto per due motivi: il primo risiede nella considerazione per cui il NOSB avrebbe speso ingenti risorse e tempo per adempiere all’incarico affidatogli da parte del Congresso, il secondo motivo è dato dal fatto che ci sia stata una proficua collaborazione tra i membri del NOSB e quelli dell’USDA tanto che gli stessi sono stati coautori delle raccomandazioni. L’USDA ha pubblicato la sua proposta di regolamento in materia di standard biologici nel 1997. La proposta dell’USDA approvava delle tecniche di produzione controverse quali l’irradiazione, la modificazione genetica e la fertilizzazione con l’uso dei fanghi. Ciò ha ricevuto polemiche da parte dei gruppi di tutela dei consumatori i quali sostenevano l’incompatibilità di quanto previsto dall’USDA e ciò che realmente sono le pratiche di produzione biologica. Il dissenso è arrivato anche da parte del mondo dell’industria che ha contestato ogni aspetto della disciplina prevista ad opera della legge in considerazione del fatto che avrebbe permesso l’uso di pesticidi sintetici e la tecnica dell’irradiazione per uccidere batteri del cibo e dal momento che la carne bovina, non alimentata per un massimo del 20 % con cibo biologico, si sarebbe potuta etichettata con un’etichetta indicante la certificazione biologica. A quanto detto ha fatto seguito un’ampia revisione da parte dell’USDA del testo della regolamentazione che ha portato alla pubblicazione di una nuova proposta nel 2000. Anche la nuova proposta ha suscita delle controversie per quanto riguarda gli standard in essa previsti: un prodotto contenente il 50% di ingredienti biologici potrebbe essere etichettato come organic70; nessuna disposizione richiede che tutti gli ingredienti contenuti in un prodotto etichettato come organic debbano essere tali anche se disponibili in questa forma; non è previsto che i produttori debbano dichiarare le percentuali esatte degli ingredienti organic nel “principal display panel”; il vino prodotto con uva biologica non potrebbe essere etichettato come organic anche se prodotto con biossido di zolfo. Dopo aver esaminato tali osservazioni, l’USDA ha apportato delle modifiche ulteriori alla proposta di marzo del 2000. Le modifiche in considerazione erano volte agli incentivi commerciali della produzione biologica fornendo una migliore informazione per i consumatori, prevedendo una maggiore flessibilità per gli agricoltori biologici e integrando le pratiche standard del settore. L’USDA ha pubblicato la sua regolamentazione finale il 21 dicembre del 2000 la quale è entrata in vigore il il 20 febbraio del 2001 con la previsione che, entro diciotto mesi da questa data, avrebbe ricevuto completa

attuazione.

                                                                                                               

70 Lo standard di riferimento dell’Unione Europea è il 70% per cui se un prodotto non

contenesse almeno una percentuale pari al 70% di ingredienti biologici non potrebbe essere etichettato come tale.

http://agriregionieuropa.univpm.it/it/content/article/31/11/il-nuovo-regolamento-sul- biologico-dellunione-europea

Sia gli agricoltori che i consumatori hanno beneficiato di vantaggi dovuti alla regolamentazione posta in essere dall’USDA: agli agricoltori gli standard federali hanno fornito delle linee guida su come avvantaggiarsi della crescente domanda di prodotti organic, ai consumatori, invece, hanno dato la certezza di sapere cosa stanno acquistando e ciò contribuisce a far sì che il consumatore si fidi dei prodotti che hanno il marchio organic. Il segretario dell’USDA71, in occasione della presentazione della regolamentazione posta in essere, ha chiarito che il marchio organic era una questione meramente di marketing e che non avrebbe voluto in alcun modo garantire che il cibo sarebbe potuto essere più sicuro di altri e che non si trattava di una dichiarazione governativa di sicurezza alimentare. Il Segretario dell’USDA, in occasione dell’emanazione della regolamentazione, ha anche puntualizzato che la stessa non voleva essere un giudizio di valore da parte del governo sulla nutrizione o sulla qualità. Le dichiarazioni rese da Glickman sono apparse coerenti con quanto aveva inteso il Congresso al momento dell’emanazione dell’ OFPA; infatti lo stesso Congresso aveva focalizzato l’attività legislativa fondamentalmente sui metodi di produzione in modo da evitare collegamenti tra cibo organic e benefici per la salute. Le dichiarazioni di Glickman appaiono, inoltre, coerenti con la realtà in quanto non vi è alcuna prova scientifica indiscussa sul fatto che il cibo biologico abbia una composizione diversa rispetto a quella del cibo convenzionale anche se molti consumatori e produttori credono di si.